Le sirene di Titano

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Le sirene di Titano
Titolo originaleThe sirens of Titan
AutoreKurt Vonnegut
1ª ed. originale1959
Genereromanzo
Sottogenerefantascienza, filosofico, satira
Lingua originaleinglese

Le sirene di Titano (The Sirens of Titan, 1959) è il secondo romanzo di Kurt Vonnegut. Pur essendo un'opera di genere fantascientifico, e proponendo gran parte degli archetipi di questo genere, Le sirene di Titano tratta una grande varietà di temi che in seguito Vonnegut avrebbe sviluppato anche in opere non di genere fantastico. Tra l'altro, Le sirene contiene elementi di satira sociale e antimilitarista, riflessioni filosofiche sul tema del libero arbitrio e antropologiche sull'essenza della religione, e così via. In questo romanzo compaiono per la prima volta gli abitanti del pianeta Tralfamadore, citati anche in molte altre opere fantascientifiche di Vonnegut (incluso Mattatoio n. 5). Nel 1960 il libro è stato candidato al Premio Hugo per il miglior romanzo.

«Oggi tutti sanno come trovare dentro di sé il significato della vita.
Ma l'umanità non è stata sempre così fortunata. Meno di un secolo fa uomini e donne non avevano facile accesso ai puzzle che hanno dentro di sé.
Non sapevano nominare neppure uno dei cinquantatré portali dell'anima.
E le religioni più stravaganti facevano affari d'oro.»

Uno strano fenomeno, che attira numerosissimi curiosi, avviene con cadenza periodica a Newport in Rhode Island. Winston Niles Rumford ed il suo cane Kazak si "materializzano" e per poco tempo ritornano fra le mura domestiche, la sontuosa villa in marmo dove ancora vive Beatrice, la moglie di Winston.

Winston, uomo di stile e ardimento, la prima persona a possedere una nave spaziale privata, era sparito tempo addietro mentre era ai comandi della sua nave in viaggio per pianeti remoti, risucchiato in un infundibulo cronosinclastico non segnato sulle carte, a due giorni da Marte.

Difficile spiegare cosa sia un infundibolo cronosinclastico, la migliore spiegazione è quella che dà il dottor Cyril Hall nella Enciclopedia per ragazzi di meraviglie e cose da fare:

«Crono significa tempo. Sinclastico significa incurvato dalla stessa parte in tutte le direzioni, come la buccia di un'arancia. Infundibulum è il nome che gli antichi romani davano all'imbuto. Se non sai cos'è un imbuto, fattene mostrare uno dalla Mamma.»

L'infundibolo cronosinclastico è il luogo dove tutte le specie di verità si incastrano perfettamente fra loro, il luogo dove tempo e spazio perdono significato e dove Winston, forse, ha scoperto il significato della vita sulla Terra.

Gli uomini più importanti e dotti fanno a gara per assistere alla materializzazione e stavolta fra gli spettatori, invitato direttamente da Winston, c'è anche Malachi Constant, l'uomo più ricco degli Stati Uniti. Durante l'incontro Winston racconta a Constant tutto ciò che lo attende nel prossimo futuro, una sequenza di avvenimenti che stravolgerà il corso della sua vita e la storia della Terra, avvenimenti che potrebbero sembrare improbabili e che tuttavia devono per forza accadere.

Come previsto da Winston, Malachi Constant da "Vagabondo dello Spazio" sarà il protagonista quasi inconsapevole di una sorta di Odissea nel Sistema solare, e passeranno molti anni prima che il significato degli avvenimenti cominci a divenire più chiaro.

Nella cultura popolare

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Brian Warren, frontman della band indie rock di San Diego Weatherbox, ha affermato di aver usato il romanzo come testo divinatorio nella composizione dell'album del 2009 della band Il dramma cosmico.

In un episodio del 2013 della sitcom animata FX Archer, i due personaggi principali vengono inviati a Tangeri al fine di salvare un agente amichevole, un grande mastino inglese di nome Kazak (un riferimento al romanzo).

Boaz e Unk sono i nomi dei due personaggi principali del film coreano Volti annullati, diretto da Lior Shamriz e ha debuttato al Festival di Berlino nel 2015. Verso il culmine del film, Boaz dice al suo amico: Non rendermi veritiero Zio, e io non verrò sinceramente con te - una citazione diretta dal libro[1].

  1. ^ (EN) Cancelled Faces, su berlinale.de. URL consultato il 12 novembre 2021.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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