Giovanni Antonio Vanoni

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Giovanni Antonio Vanoni (Aurigeno, 26 febbraio 1810Aurigeno, 29 ottobre 1886) è stato un pittore svizzero.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Tommaso e Margherita Maggetti, contadini di Aurigeno, nacque nel comune nel 1810. Si appassionò presto all'arte pittorica e si recò a Milano per seguire un pittore decoratore che era capitato ad Aurigeno per dipingere una cappella. Durante il soggiorno, che durò diversi anni, apprese i rudimenti del mestiere. Inoltre poté recarsi nella Savoia e a Genova.

Nel 1834, appena ebbe un po' di soldi, si recò a Roma per tre anni per studiare le opere dei grandi maestri.

Nel 1837 si sposò con Caterina Vanoni (sua cugina) dalla quale ebbe 10 figli. In seguito al matrimonio uscì dalla Svizzera solamente per andare a Parigi nel 1860 per mostrare al figlio l'ambiente artistico parigino.

Si occupò anche della vita pubblica di Aurigeno, di cui fu anche sindaco. Oltre alla decorazione di numerose cappelle in Valle Maggia e in Val Verzasca, si occupò degli affreschi nella parrocchiale di Aurigeno e della Collegiata di Muralto. Giovanni Antonio eseguì anche dipinti ad olio raffiguranti personaggi dell'epoca e numerosi ex-voto conservati nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Maggia e nel santuario della Madonna del Sasso ad Orselina.

Morì nel 1886 e sulla sua tomba si può leggere: «Sotto questo vessillo giace la salma di Giovanni Antonio Vanoni nato li 26 febbraio 1810 uomo di fede antica marito affezionato padre amoroso cittadino integerrimo pittore valente e religioso morì li 29 ottobre 1886. I figli dolenti posero questa lapide pregando eterno riposo al caro estinto.»[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Opere di attribuzione incerta[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Lapide di Giovanni Antonio Vanoni, su album.de. URL consultato il 14 dicembre 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Piero Bianconi, Cappelle del Ticino, Tipografia Pedrazzini, ristampa, Locarno 1971.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 127-128, 135, 140-141, 143, 147, 160, 174, 176-178, 199, 208.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 153, 164, 167, 169, 170, 175, 179, 180, 183, 186, 197, 202, 203, 213, 215, 216, 220, 223, 226, 240, 241, 243, 245, 246, 250, 255, 262, 264.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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