Escobedieae

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Escobedieae
Physocalyx major
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaOrobanchaceae
TribùEscobedieae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaScrophulariaceae
SottofamigliaOrobanchoideae
TribùEscobedieae
Benth., 1846
Generi

Escobedieae Benth., 1846 è una tribù di piante parassite (o semiparassite), spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Escobedia Ruiz & Pav, 1794 il cui nome è stato dato in onore dell'amministratore coloniale spagnolo Jorge Escobedo (ca. 1755 - ca. 1808).[2][3]

Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico inglese George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) nella pubblicazione "Prodromus Systematis Naturalis Regni Vegetabilis (A.P. de Candolle & A.L.P.P. de Candolle) - 10: 189, 336. 8 Apr 1846" del 1846.[4][5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
x K (5), [C (2 + 3), A 2 + 2], G (2), supero, capsula.
  • Il calice è gamosepalo con forme campanulate (o anche spatiformi, imbutiformi o tubolari) terminante con 5 lobi generalmente triangolari e acuti. In Magdalenaea è diviso nella metà superiore in 4 lobi acuti. La superficie è percorsa da 10 venature longitudinali con pubescenza varia: da glabra a cigliata sulle venature o sui margini dei lobi.
  • La corolla gamopetala imbutiforme è rigonfia nella parte distale e termina con 5 lobi per lo più patenti, a volte allungati o troncati. In alcune specie è subruotata, in altre è ricurva; in altre ancora è fortemente bilabiata con il labbro superiore a forma di casco e quello inferiore trilobato e più piccolo. In Escobedia il tubo è snello ed è lungo oltre 12 cm. La corolla può essere densamente pubescente per peli ghiandolari. Il colore della corolla varia da bianco-crema, giallo a arancio forte con venature rosse
  • Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati) ed ha un ovario supero biloculare (a volte ineguali) con forme da ovoidi a globose. La placentazione è assile (con placente indivise) o parietale (con placente divise e libere). Gli ovuli sono numerosi per ogni loculo e hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[7] Lo stilo, a forma di cavallo è ricurvo, altre volte è filiforme, ed ha uno stigma bifido clavato; può essere fortemente peloso (in Vellosiella è diviso in 4 parti). Il disco nettarifero se presente è posizionato attorno alla base dell'ovario.
  • Il frutto è una capsula loculicida. I semi sono numerosi fusiformi, con forme da lineari a clavati, snelli e troncati. La superficie apicale può essere ricoperta da una struttura reticolare.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) o il vento (impollinazione anemogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'habitat delle specie di questa tribù è principalmente tropicale con distribuzione cosmopolita (Africa, Asia e America; molte specie sono distribuite in Brasile).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Orobanchaceae), caratterizzata soprattutto da specie semiparassite, parassite o oloparassite, comprende circa 60 generi con oltre 1700 specie[6][8] (altre fonti indicano 99 generi con 2060 specie[9]) con una distribuzione cosmopolita. La tribù Escobedieae è una delle 10 tribù nella quale è divisa la famiglia.[1]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

I generi di questa tribù tradizionalmente erano stati posti nella famiglia Scrophulariaceae s.l.; attualmente in seguito ad analisi cladistiche basate sulle caratteristiche del DNA è stata rivista la posizione tassonomica del gruppo e inserita nella famiglia Orobanchaceae. L'attuale circoscrizione della tribù probabilmente è da perfezionare. Studi recenti[10] hanno suddiviso la famiglia in 6 cladi. Alcuni generi di questa voce appartengono al "clade VI" (Alectra, Escobedia, Melasma e Vellosiella).[10] Altri Autori assegnano in via provvisoria i generi Nothochilus e Physocalyx alla tribù Buchnereae.[11]

Composizione della tribù[modifica | modifica wikitesto]

La tribù comprende 8 generi e circa 80 specie:[1][11]

Genere Numero specie Distribuzione
Alectra
Thunb., 1784
40 America tropicale, Africa (Madagascar) e Asia
Escobedia
Ruiz & Pav., 1794
circa 15 America tropicale
Magdalenaea
Brade, 1935
Una specie: Magdalenaea limae
Brade
Brasile
Melasma
P.J. Bergius, 1767
20 Habitat tropicali dell'Africa e dell'America
Nothochilus
Radlk., 1889
Una specie: Nothochilus coccineus
Radlk.
Brasile
Physocalyx
Pohl, 1827
2 Brasile
Pseudomelasma
Eb. Fischer, 1996
Una specie: Pseudomelasma pedicularioides
(Baker) Eb. Fischer
Madagascar
Vellosiella
Baill., 1887
2 - 3 Brasile

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Kadereit 2004, pag. 411.
  2. ^ BRJBN, pag. 571.
  3. ^ La web de las biografias, su mcnbiografias.com, p. Escobedo y Alarcón, Jorge. URL consultato il 21 ottobre 2016.
  4. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 21 ottobre 2016.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 21 ottobre 2016.
  6. ^ a b c Judd 2007, pag. 496.
  7. ^ Musmarra 1996.
  8. ^ Strasburger 2007, pag. 850.
  9. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 3 settembre 2016.
  10. ^ a b Bennet 2006, pag. 1043.
  11. ^ a b Olmstead 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]