Discussione:Teorie del valore

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Economia
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Sono l'autore della sezione che sospettate copiata. In realtà l'ho redatta tutta io su un foglio Word e non l'ho inviata ad altro editore. L'ho poi incollata su ambiente wiki e per questo la tabella si è trasfromata in un testo. E' la prima volta che lavoro con i vostri strumenti e debbo imparare. Tra l'altro debbo completare il lavoro con l'inserimento di alcuni link e poi con la stesura, solo in parte già esistente dei testi cui accedere da detti link. Questo è il motivo del riferimento alla discussione, che è un link non ancora formattato adeguatemente (un capitoletto che ho quasi pronto sulla discussione che per da oltre un secolo interessa l'argomento). Per ulteriori informazioni:

Ascanio Bernardeschi Via Matteotti, 21 56048 Volterra e-mail @ascaniober@tiscali.it

PS Mi ero anche iscritto e non avevo problemi a firmare la sezione. Però al momento del salvataggio non mi è stata chiesta l'indicazione dell'autore. Scusate ma ho poco tempo e anche poche conoscenze informatiche per studiare la vostra guida on line.


Ascanio Bernardeschi

Spostamento[modifica wikitesto]

Ho spostato una versione riveduta e corretta di gran parte di questo articolo in una nuova voce Teoria marxiana del valore, perché non mi sembrava giusto stesse sotto Teoria del valore: ogni economista e ogni corrente di pensiero, dai classici (Smith, Ricardo ecc), passando per i marginalisti (Jevons, Walras, Wicksell..) e per la scuola austriaca (Menger, Bohm-Bawerk,..) avevano una loro teoria del valore. Tutti profondamente diversa da quella di Marx. L'articolo faceva erroneamente credere che si parlasse di teoria del valore solo in riferimento a Karl Marx. Gvittucci 20:53, ott 30, 2005 (CET)

Sul valore estrinseco ed intrinseco[modifica wikitesto]

Ho tolto alcune modifiche fatte alla pagina da un utente non registrato (213.203.183.102) che distingueva tra valore estrinseco, cui farebbero riferimento i prezzi, e valore intrinseco, non perché sbagliate in assoluto, ma perché espressione di un'idea che non tutti gli economisti condividono. Ho poi modificato il pezzo al fine di evitare qualsiasi espressione che faccia riferimento ad una precisa relazione tra prezzi e valori Gvittucci 21:12, 21 dic 2005 (CET)[rispondi]


categoria e incipit[modifica wikitesto]

piaceva anche a me l'incipit vecchio, comunque per la categoria storia del pensiero economico mi sembra troppo ristretto è comunque un argomento non solo di storia--Francomemoria 15:03, 2 gen 2007 (CET)[rispondi]

Non ho preclusioni di sorta per le categorie. Fai pure. Ciao --Gvittucci 15:49, 2 gen 2007 (CET)[rispondi]

il problema è che non so come, o basta che sostituisco economia dov'è scritto storia del pensiero economico?--Francomemoria 19:45, 2 gen 2007 (CET) potremo recuperare il vecchio incipit mettendolo dopo quello nuovo ??--Francomemoria 19:45, 2 gen 2007 (CET)[rispondi]

Sì, era sufficiente scrivessi "economia" dov'era scritto "storia del pensiero economico". Io ho lasciato la vecchia sottocategoria e aggiunto quella più generale. Quanto a recuperare il vecchio incipit, puoi anche farlo tu, magari mettendolo in modo meno "manualistico" viste le obiezioni che sono state mosse. Fai pure tutte le modifiche e le aggiunte che pensi siano buone. Magari per quelle più grandi prima ne discutiamo insieme qui, anche con Leitfaden. Ciao --Gvittucci 11:05, 3 gen 2007 (CET)[rispondi]

Ho aggiunto una sezione dedicata a Menger, il primo (in ordine cronologico) degli economisti neoclassici. E l'ho fatto.... dimenticando di fare prima il login. Chiedo scusa ;-) --Leitfaden 23:23, 2 gen 2007 (CET)[rispondi]

Ho aggiunto il template stub. Ho provato a spostare la pagina in Teorie del valore, ma mi sono scordato che fino a quando la procedura di cancellazione non è conclusa non è possibile farlo. Quindi la cosa è rinviata. Per il resto, ho letto il pezzo che hai scritto su Menger e mi sono limitato a fare alcune modifiche formali, correggere alcune sviste e aggiungere qualche link (leggo sempre in modifica in modo da poter cambiare). La modifica più rilevante è l'aver tolto l'elencazione dei fattori soggettivi alla fine del pezzo (Il prezzo di 40 unità di vino sarà quindi dato da 90 unità di grano e risulterà determinato solo da fattori soggettivi: "l'utilità del bene, la sua scarsa disponibilità, la diversa soddisfazione che procura ai contraenti."). Tra l'altro la scarsa disponibilità del bene non mi sembra un fattore soggettivo. Ciao --Gvittucci 11:29, 3 gen 2007 (CET)[rispondi]

Hai ragione. Era un po' tardi e avevo ancora un po' di sonno arretrato ;-) Grazie. --Leitfaden 11:40, 3 gen 2007 (CET)[rispondi]


2a parte introduzione[modifica wikitesto]

"L’economia politica ha sempre cercato di dare risposta alla domanda: da dove deriva il valore? Le risposte sono state assai divergenti. Si va dalla scarsità dei beni disponibili, alla loro utilità, alla necessità di remunerare il fattori produttivi, includendovi il capitale e considerando la sua remunerazione – il profitto – come la ricompensa per l'astinenza del capitalista, il quale rinuncia al consumo per impiegare produttivamente la propria ricchezza, e così via." in effetti non mi convince molto--Francomemoria 12:32, 4 gen 2007 (CET)[rispondi]

In effetti convince poco anche me. Ad esempio, l'interpretazione del profitto come astinenza è solo una delle tante che si sono avute - ci starebbe bene una voce "Teorie del profitto", come ci starebbero bene "Teorie dell'utilità", "Teorie del capitale", "Teorie dell'interesse", ecc. In parole povere, c'è tanto da fare per le voci di economia ;-) Per quanto mi riguarda, tuttavia, lascerei ora le cose come stanno aspettando che la voce assuma una fisionomia meglio definita. Ovviamente dico questo perché ho intenzione di continuare ad aggiungere materiale (Walras è un po' rimandato; preferisco arricchire prima la Scatola di Edgeworth, ora molto scarna), ma non ho un piano chiaro in testa. --Leitfaden 14:33, 4 gen 2007 (CET)[rispondi]

Tolta figura[modifica wikitesto]

La figura inserita da Apollodoro, e che lo stesso inserisce in altre voci, non contiene alcun riferimento nel testo e risulta alla fine incomprensibile. --Gvittucci (msg) 12:54, 20 set 2008 (CEST)[rispondi]

Torno sulla voce dopo molto tempo e quello che leggo non mi piace. Ad esempio, non mi pare fondata l'affermazione secondo cui, per Quesnay, "i prezzi delle merci sono determinati dalle condizioni di riproducibilità del sistema economico" (Quesnay ragiona a prezzi costanti; meglio: a prezzi resi costanti dall'apertura al commercio internazionale).

Mi pare anche inutilmente complicata, oltre che poco fondata, l'illustrazione della teoria di Smith, il cui ragionamento in fondo era piuttosto semplice. La divisione del lavoro comporta che si debba scambiare il frutto del proprio lavoro con quello del lavoro altrui. Nella pratica i valori di scambio vengono espressi in "prezzi nominali", in quantità d'oro e d'argento, ma anche il valore dei metalli preziosi varia secondo "la fertilità o sterilità delle miniere conosciute", quindi una variazione del prezzo nominale non indica necessariamente una corrispondente variazione del "prezzo reale", misurato dal lavoro, ma può dipendere unicamente da una variazione in senso inverso del prezzo reale dell'oro e dell'argento. "Soltanto il lavoro dunque, non variando mai nel suo proprio valore, è l'ultima e reale misura con cui il valore di tutte le merci può essere stimato e paragonato in ogni tempo e luogo". Tutto qui.

Smith aggiunge che anche il lavoro ha un suo prezzo reale, espresso dalla quantità di grano necessaria alla "sussistenza del lavoratore". Tale prezzo varia secondo il grado di sviluppo della società, ma rimane sostanzialmente costante quando si confrontano "epoche lontane tra loro". Dato che "i prezzi correnti del lavoro in tempi e luoghi lontani tra loro difficilmente si possono conoscere con un minimo di esattezza", sarebbe meglio usare il prezzo del grano come misura indiretta del valore nei confronti spaziale e intertemporali (che è quello che a Smith interessa), ma i prezzi del grano, nonostante siano meglio conosciuti e varino poco da un secolo all'altro, sono soggetti ad ampie fluttuazioni da un anno all'altro. Il valore dell'argento, invece, sebbene "vari grandemente da un secolo all'altro, difficilmente varia da un anno all'altro".

Ecco quindi il vero obiettivo di Smith ed il suo effettivo modo di procedere: dal momento che gli interessa valutare l'andamento della "ricchezza delle nazioni" -- costituita dalle "cose necessarie e comode della vita", quindi da un aggregato eterogeneo -- individua nel lavoro l'unica misura invariabile del valore che consenta di giudicare se la ricchezza è aumentata o diminuita; date le difficoltà di usare misure dirette del valore del lavoro (per mancanza di dati!), usa il prezzo dell'argento per confronti di breve periodo, quello del grano per confronti di lungo e lunghissimo periodo.

Cosa c'entra "una visione dell’economia come un insieme di settori verticalmente integrati"???

Conoscendo e stimando alcune persone intervenute in passato sulla voce, aspetto prima di modificarne il testo.

--Leitfaden (msg) 15:38, 4 giu 2009 (CEST)[rispondi]

Ciao, scusa per il ritardo nella risposta. E' un po' che non bazzico Wikipedia e ho visto solo adesso. Con ordine: Quesnay. Quesnay non lo conosco direttamente. Molto probabile quindi che mi sbagli (o che si sbaglino quelli da cui ho mutuato l'idea..., che è lo stesso) e quindi ho tolto la frase incriminata.
Smith. Smith invece lo conosco direttamente. Quello che dici è vero, però è vero anche, secondo me, che implicitamente Smith ragiona in termini di "settori verticalmente integrati": non considera i prodotti intermedi e risolve i prezzi, da un lato, come la somma di profitti, salari e rendite; dall'altro, come il risultato del lavoro incorporato in tutta la filiera produttiva. In ogni caso, vero è anche che questa è solo una delle possibili chiavi di lettura della teoria del valore di Smith. Una chiave di lettura condivisa in genere da chi tratta della storia della teoria del valore in ottica "sraffiana" (tipo Roncaglia). Non certamente l'unica né necessariamente la più corretta. No problem per me se cambi il pezzo incriminato. In ogni caso è sempre un piacere leggerti. Ciao. --Gvittucci (msg) 23:24, 12 giu 2009 (CEST)[rispondi]

Va be', mediterò un po' sul tuo "implicitamente", anche se i dubbi restano ;-) A presto! --Leitfaden (msg) 22:50, 14 giu 2009 (CEST)[rispondi]

Teoria del valore-lavoro (scusate)[modifica wikitesto]

Ciao,

scusate il redirect di Teoria del valore-lavoro mi ha confuso e ho erroneamente modificato il link alla pagina inglese, ora ho annullato la modifica. Mi chiedevo il perché del redirect, non abbiamo una pagina specifica equivalente a en:Labor theory of value ? Vi ringrazio tutti per l'ottimo lavoro --beb0s (msg) 20:29, 12 set 2009 (CEST)[rispondi]