Discussione:Sila

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Ecco la fonte per la pix bruttia :

Dionigi di Alicarnasso: Antichità Romane, XX, 15-16

Dopo la loro resa ai Romani, i Bruzi furono costretti a cedere ai Romani una metà della loro regione montana che è detta Selva, piena di legno atto a edificazioni di case e navi e qualsivoglia uso a cui il legno si presta. In questa zona infatti vediamo in quantità rilevante l’abete che si alza dritto verso il cielo, il peccio (ora sparito), il pioppo nero e il frassino e il pino e il ramoso faggio le cui linfe sono largamente rinfrescate dai ruscelli scorrenti fra i boschi: in una parola ogni genere di alberi i cui rami intrecciati formano folte compagini e ombreggiano il monte a ogni ora del giorno. Gli alberi posti meno lungi dal mare o dai fiumi sono tagliati a fior di terra e col fusto integro mandati giù ai più vicini scali marini: la quantità che se ne aduna basta ai popoli della penisola italica per la costruzione di navi e case. Il legno degli alberi provenienti da paesi lontani dal mare e dai fiumi invece è tagliato a pezzi, e si usa per la fabbricazione di remi, lance, armi diverse e vasi domestici; esso vien portato giù dal monte a spalla d’uomo. La maggior parte di quegli alberi poi trasuda una resina molto pingue, e fra quelle note ai mercati la più odorosa e gradevole, chiamata pece bruzia, da cui i romani traggono annualmente notevoli rendite.


Sul soggetto Pece Bruzia posso indicarne una fonte, tuttavia principalmente orientata sulla ceramica: Vivacqua 2006 : VIVACQUA Paola - La produzione della pece nel Bruttium : nuovi dati alla luce della ceramica da fuoco, Annali facoltà Lettere e filosofia, Università di Siena, XXV, 2004, Firenze, Cadmo, p. 1-25. <scaricabile su Academia.Edu>

Sulla pece e gli alberi adatti alla sua produzione, Plinio (Hist. Nat.) dice tante cose interessanti in poche righe (§ Plin. Hist. Nat. XIV,127, 128, 135 ; XV 31 ; XVI 53 ; XXIV ; 37,39.).

Per lo scavo dell'insediamento romano centro produttivo di pece, sarebbe gradito il rinvio ad una fonte.

grazie, Miles gloriosus

Il sito produttore di pece scavato di cui parla la voce SILA sarà forse quello di Pian della Tirrena, vicino a Nocera Torinese, forse esposto in queste pagine :

VALENZA MELS (N.) - Ricerche nella Brettia. Napoli, Liguori, 1981, p. 109-114.

Miles Gloriosus

Etimologia e linguistica

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Ho aggiunto la sezione Etimologia, in cui spiegare in modo più appropriato l'origine del nome "Sila". Ho inoltre precisato la dizione dialettale. Paolo

Altopiano più esteso d'Europa

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Ho rimosso questa precisazione in quanto palesemente errata: 150.000 ettari della Sila contro i circa 200.000 km/q della Meseta spagnola. Paolo Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 87.4.208.213 (discussioni · contributi) 5 mag 2015 (CEST).

Sila e Sileraioi.

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Non esiste una voce italiana di wikipedia su i Sileraioi, guerrieri mercenari al servizio dei tiranni di siracusa, che coniavano monete con il loro etnico per pagarli. Ma esiste la voce inglese di wikipedia in cui viene riportata alla nota n.4 il mio primo articolo sul Quotidiano della Calabria del 2009, a sostegno della tesi che i Sileraioi provenivano dalla Sila. Sulla moneta, per chi sa leggere il greco è scritto chiaramente sul retro SILA, non si può sbagliare. Non c'è scritto Sile o Sele, od altro, ma SILA. Dunque i Sileraioi proivenivano da SILA. E questo documento inoppugnabile chiude anche la noiosa questione del nome Sila, che i vecchi libri di storia fanno derivare dal latino Silva. Nel 356 a.C., quando questa moneta veniva coniata con il nome etnico SILA, i Romani ed i latini erano una piccola tribù che stava nel lazio e la loro lingua latina qui non poteva esistere. Sarebbero arrivarti nel Bruzio solo 150 anni dopo, intorno al 200 a.C. Dunque non può essere che SILA derivi dal latino SILVA, perchè quando esisteva in la parola SILA, in Calabria la parola SILVA (bosco) non esisteva affatto. Sarebbe giunta da noi solo 150 anni dopo. Come fa a derivare Sila da Silva se Sila è nata ed esisteva prima di Silva? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Mimmocanino (discussioni · contributi) 31 dic 2015 (CET).

Classificazioni

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Ho cercato nella voce il significato di alcuni attributi di tipo geografico-storico della Sila, ma nella voce mancano. Precisamente:

  • Sila Grande, Sila Piccola e Sila Greca. Se i ricordi non mi ingannano, era inizialmente una suddivisione amministrativa del Regno di Napoli. La Sila Grande apparteneva alla provincia Calabria Citeriore, la Piccola alla Calabria Ulteriore e la Greca dalle popolazioni di lingua arbëreshe presenti. Il confine fra la Sila Grande e la Piccola era il fiume Neto.
  • Sila Regia e Sila Badiale. La Sila Regia era un territorio appartenente al Demanio regio, ossia era una delle poche zone del Regno di Napoli a non appartenere a qualche feudatario, era disabitata e le popolazioni vicine godevano di usi civici (legna, pascolo, colture stagionali, ecc.); la Sila Badiale apparteneva al monastero di San Giovanni in Fiore. C'erano continuamente tentativi di usurpare i territori della Sila regia e sembra che il problema dei territori demaniali sia stata la causa principale del brigantaggio.

Non sono però sufficientemente competente per colmare queste lacune --TableDark (msg) 07:02, 29 gen 2017 (CET)[rispondi]