Discussione:Ruggero Timeus

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Timeus lungimirante[modifica wikitesto]

  • Non conosco le opere di questo autore, ma da quanto apprendo dalla voce mi pare che non gli si possono negare doti di lungimiranza. Egli aveva infatti lucidamente previsto il dissolvimento dei grandi imperi multietnici (avvenuto in Europa per tutti gli imperi ad eccezione di quello russo) e la nascita degli Stati-nazione in corrispondenza con lo svilupparsi dei vari nazionalismi. Di conseguenza aveva messo in luce che il vero antagonista futuro dell'Italia nell'area dell'Adriatico non era rappresentato dal mondo germanico (assente come etnia nell'area), ma dal mondo slavo (croati e sloveni). Aveva inoltre previsto che il nuovo aggressivo nazionalismo balcanico non avrebbe accettato (a differenza di quanto era avvenuto in passto con Venezia) un ruolo subalterno e collaborativo con l'Italia. Ed infine aveva previsto che in presenza di etnie rivali sullo stesso territorio sarebbe risultato difficile tracciare serenamente i confini degli Stati-nazione. Aveva evidenziato che sull'area in questione gravavano esacerbate rivendicazioni territoriali che si sovrapponevano. La Grecia dovette affrontare problemi simili con il mondo slavo nelle sue regioni settentrionali, ma al momento dell'espulsione dei greci dalla Turchia a seguito della gigantesca pulizia etnica, ebbe l'intuizione di trasformare una tragedia in un'opportunità insediando oltre un milione di esuli sul territorio conteso con il mondo slavo e mutandone decisamente a proprio favore la composizione etnica. Mi pare infine che la definizione di irredentismo imperialista rappresenti una contraddizione dal momento che l'irredentismo è l'antitesi all'imperialismo. Si può quindi parlare di irredentismo esasperato ed aggressivo o semmai di nazionalismo imperialista, ma si lasci perdere l'irredentismo imperialista. Non si parli ad es. di irredentismo nel caso delle conquiste coloniali italiane altrimenti lo scramble for Africa sarebbe ridotto ad una risibile gara fra irredentismi europei,--Deguef (msg) 19:04, 6 ott 2010 (CEST)[rispondi]

Non ci fu nessuna "escalation del nazionalismo slavo" in "Venezia Giulia", leggiti il libro di Pirjevec sulle foibe (sì, Pirjevec, l'accademico di fama mondiale che, proprio per questo, in itaGlia è stato colpito dalla stignma del negazzzionista). Ci fu un netto rifiuto da parte delle elites italiane a riconoscere agli Sloveni e ai Croati quei diritti che i risorgimentali sbandieravano come sacri per ogni popolo. Se Timeus (cognome che tradisce l'origine slava di questo personaggio italianissimo) è stato "lungimirante", allora si può dire lo stesso del Hitler degli anni '20 per quanto concerne i suoi rapporti con gli Ebrei (fa un certo effetto messa così, vero?).

Anch'io vedo una contraddizione fra i due termini (irredentismo e imperialismo). Questo è comunque il parere di Diego Redivo, contenuto in un suo saggio riportato in bibliografia. Per quanto riguarda l'"escalation" del nazionalismo slavo in Venezia Giulia (e di quello italiano), Timeus ha però delle responsabilità: il rifiuto della cultura altrui, percepita come un pericolo, non come un arricchimento, può contribuire a generare o incrementare degli odi etnici e a legittimare l'uso della violenza come principale strumento per assicurare a un popolo la sopravvivenza...Cordialità. --Justinianus da Perugia (msg) 07:46, 8 ott 2010 (CEST)[rispondi]
  • Condivido il punto di vista di Justinianus. E' un grave errore disprezzare ed ignorare la cultura del popolo antagonista, un errore che da un lato impedisce la reciproca comprensione e l'integrazione e che dall'altro lato ci pone in posizione svantaggiosa anche in una situazione di conflittualità. Anche per combattere efficacemente un nemico si deve conoscere bene la sua lingua e la sua cultura. Gli italiani hanno compiuto il medesimo errore nelle guerre coloniali. Adua fu un esempio di quanto sia pericoloso sottovalutare e disprezzare l'avversario ignorando la sua cultura. Gli antichi romani, invece, nella fase più di successo della loro storia sapevano integrare cultura e religione dei popoli combattuti e assoggettati.--Deguef (msg) 08:29, 8 ott 2010 (CEST)[rispondi]
Sono pienamente d'accordo con te. L'esempio dei nostri illustri progenitori, non è stato spesso seguito, in epoca contemporanea, né dall'Italia né da altri paesi occidentali. Ti rinnovo i miei saluti. --Justinianus da Perugia (msg) 09:01, 8 ott 2010 (CEST)[rispondi]