Discussione:Immanuel Kant/Archivio1

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Correzioni

nella fase pre-critica si indica il 1770 come data di pubblicazione della critica della ragion pura, svista che ho corretto sostituendo il libro con quello in effetti prodotto, ossia la dissertazione De mundi sensibilis atque intellegibilis formas et principii.. salvo89


Direi che oltre a correzioni tecniche necessarie, sia da sottolineare in alcune parti della voce (ad es. la seconda parte della Critica alla Ragion Pratica) errori di sintassi e punteggiatura, nonche' un filo del discorso non molto chiaro che fa sembrare qualche frase "sconclusionata". ricky


Salve a tutti, sono nuovo del progetto, ma vagando per le pagine, ho trovato che la sezione riguardante Immanuel Kant contenesse alcune alcune all'interno della sezione dedicata alla critica della ragion pura, e in particolare alla dialettica trascendentale. Così ho modificato la sezione (e non so se potevo farlo). Ma ho visto anche che si potrebbe ampliare alcuni sezioni della critica della ragion pura e organizzare meglio la critica della ragion pratica. Però non so se posso farlo oppure a chi chiedere il permesso. Bardel 15:22, Ott 23, 2004


Puoi farlo senza chiedere il permesso. Se eventualmente qualcuno avrà qualcosa da dire se ne discuterà.

Snowdog 01:34, Ott 24, 2004 (UTC)


Ciao vi volevo avvisare di aver cambato il nome di un filosofo in questa pagina in fatti ho trovato l nome Leibiniz mentre si scrive Leibniz ciao


Grazie a chi ha modificato la pagina: finalmente è fatta in modo decente! --Tooby 19:51, ott 9, 2005 (CEST)


Servirebbe un po' di ordine

Ho tentato di dare una ripulita e di mettere un po' di ordine ma non sono sicuro di esserci riuscito. Ci sono alcuni problemi da risolvere nella voce.

  • Due delle tre "critiche" esistono già come voci separate, ma mi appaiono più approfondite all'interno della voce su Kant. Servirebbe omogeneizzare e riequilibrare. In pratica potrebbe essere opportuno invertire i contenuti tra le voci separate e quelle interne.
  • Servirebbe una descrizione un po' generale della filosofia Kantiana, sul tipo del paragrafetto già presente sul noumeno.
  • I discorsi del dopo Kant (come quelli di Hegel) andrebbero separati dal cappello iniziale e messi verso il fondo. (Un paragrafo di sviluppi successivi e critiche, per esempio).

Altra cosa da vedere è se mettere i paragrafi sulle tre critiche all'interno di quello generale "opere". Buon lavoro. (Non credo di essere io il più adeguato per questo lavoro).--Truman Burbank 17:50, 12 dic 2005 (CET)

Salve,ho ampliato un pò la sezione riguardante la Critica del Giudizio,se c'è qualche concetto espresso in maniera troppo elementare o errata perdonatemi,non ho la presunzione di dire che posso permettermi di scrivere così tranquillamente di filosofia visto che purtroppo ho una preparazione solo liceale e non ho avuto la possibilità di ampliare le mie conoscenze.--Freudiana 22:15, 16 gen 2006 (CET)

Ho aggiunto le tre antinomie mancanti nella critica della psicologia razionale e cosmologia razionale nella dialettica trascendentale --Tompix 22:32, 23 gen 2006 (CET)

Saggi di Ratto

Ho aggiunto in bibliografia due saggi di Pietro Ratto - fino a qualche tempo fa presenti sul sito di didattica della filosofia www.ilgiardinodeipensieri.com ed attualmente inseriti nel sito www.boscoceduo.it - perché mi sembrano piuttosto validi, soprattutto a fini didattici ed "esplicativi", essendo, per altro, molto usati dagli studenti. Ubaldo Rezzi.

Spiegazione sul rollback ad un inserimento anonimo

Un anonimo aveva inserito le seguente frase:

«Però questi giudizi sintetici a priori sono infecondi, cioè non ampliano il nostro sapere preesistente.»

Il che mi sembra in evidente contraddizione con quanto affermato nella voce e con quanto ne so io di Kant. Esempi di giudizi sintetici a priori sono, ad esempio, quelli matematici, come 5+7=12. Mi sembra che si possa dire che in ambito matematico (o geometrico o logico) venga decisamente ampliato il nostro sapere, ergo l'affermazione dell'anonimo mi sembra errata. Cat 13:42, 11 nov 2006 (CET)

Infatti i giudizi non estensivi della conoscenza sarebbero i giudizi analitici a priori--Gierre 08:03, 25 apr 2007 (CEST)

Critica della ragion pratica

La parte dedicata alla morale kantiana, specie quella riguardante gli imperativi categorici è senz'altro valida e ben scritta con un linguaggio specialistico accurato e preciso (il che mi fa sospettare, ma spero di no per l'onestà di chi l'ha compilata) che però secondo me ha il difetto di essere comprensibile solo per gli addetti ai lavori. Inoltre in quel paragrafo si danno per scontate nozioni,appunto ben conosciute dai filosofi, (per esempio quali sono gli imperativi categorici?) che invece andrebbero riportate prima di darne un'interpretazione critica. Per questi motivi ho scritto a parte la voce Critica della ragion pratica dove anche i non specialisti spero possano capirci qualcosa.--Gierre 08:14, 25 apr 2007 (CEST)

P.S.Dello stesso autore, a chi interessi, le voci:

morbo di Alzheimer

La mia professoressa di filosofia, spiegando ha detto che è stato scritto che Kant mantenne un'ottima memoria anche anziano, e non ha parlato di morbo d'Alzheimer nè lo fa il mio libro che è un buon libro. Ora, io in questo caso mi fido più di Wikipedia che della mia professoressa, però tenendo conto che:
-il morbo di Alzheimer danneggia gravemente la memoria
-non è citato dall'articolo di Wikipedia inglese
ma soprattutto
-è stato diagnosticato per la prima volta all'inizio del 1900, un secolo dopo la morte di Kant
Mi sembra DOVEROSO citare una buona fonte!

Inoltre leggendo l'articolo avevo trovato altre imprecisioni, ma io, anche se non sono colpito da Alzheimer, ho una pessima memoria, e quindi non le riesco a ritrovare velocemente. Per questo sono estremamente sorpreso di leggere "La voce ha raggiunto un buon livello di accuratezza", "Questa voce è corredata da un buon numero di fonti".
Per questo, scusate se sono stato io poco attento, ma per quello che ho notato, mi permetto di abbassare a "Sufficienti" almeno le fonti nel monitoraggio voci. E ci vorrebbe, forse, una rilettura generale da parte di un esperto o qualcuno che abbia il tempo di rivedere tutto con cura.

--Ricky90

Saggi di Ratto

Ciao, non so chi abbia tolto i due saggi su Kant di Pietro Ratto, linkati anche da diverse Università italiane.. C'è un motivo? --Ubaldo Rezzi

AGGIUNGIAMO!

Minchia ragazzi si può scrivere una caterba di roba su Kant e soprattutto sui giudizi sintetici e analitici non 2 righe! l'accuratezza non è nè buona nè sufficiente. Se ho tempo scrivo qualcosa ma se sapete voi aggiungete! --AJ672 20:32, 16 ott 2007 (CEST)

Tesi di Personaggi famosi sulle opere di Kant

La tesi di Giovanno Amendola, pubblicata, aveva il titolo "La Categoria, Appunti critici sullo svolgimento della critica delle Categorie da Kant a noi", Bologna. 1911 Non si potrebbe fare una lista di filosofi italiani che si sono laureati sulle idee di Kant?

Austerlitz -- 88.72.9.220 12:12, 23 nov 2007 (CET)

Un'altra italiana famosa si e laureata in filosofia su di Kant: Luce d'Eramo: "la d'Eramo si laurea nel 1951 in Lettere, con una tesi sulla poetica di Giacomo Leopardi, e poi in storia e filosofia nel 1954 con una tesi sulla Critica del giudizio di Kant."

Non so se la sua tesi e stata pubblicata e come era il titolo esatto. Forse si puo saperlo dall' Universita di Roma.

Austerlitz -- 88.75.90.236 11:45, 24 nov 2007 (CET)
A mio avviso una lista come quella che proponi non ha alcun valore enciclopedico.--Antiedipo 16:26, 24 nov 2007 (CET)

Politiche di cancellazione

Preciso che non era mia intenzione si giungesse alla cancellazione di:

«Agisci come se la tua azione dovesse essere elevata in ogni momento a norma universale. Agisci in modo da trattare l'umanità sempre come fine e mai come mezzo. Sii Morale.»

[senza fonte]

Tanto più visto il contenuto con valenza rivoluzionaria del testo.
Semplicemente volevo segnalare la mancanza di riferimento in modo che si sapesse, poi se non proprio oggi magari domani l'autore o qualche altro utente avrebbe completato il riferimento.
Poi ognuno ha il suo modo di valutare e di operare nell'enciclopedia......
--Andrea 06:33, 29 nov 2007 (CET)

Noumeno e cosa in sé

La storiella del noumeno e della cosa in sé non si trova in Kant. È solo una tradizione basata su manuali poco informati i cui autori, invece di leggere Kant, si rifanno all'interpretazione (filologicamente non fondata) di Erich Adickes (citato nella bibliografia). Non intendo cancellare o correggere quanto scritto nella voce. Mi sono limitato a chiedere "citazione necessaria", ben sapendo, però, che potrei aspettare in eterno... --Leitfaden 23:04, 26 feb 2008 (CET)

Interpretazioni, citazioni e storielle

Da I filosofi e le idee di Cioffi ed altri, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori, edizione 2007, pag.820-821: «...proprio perchè tali cose possono essere pensate dall'intelletto ma mai conosciute attraverso l'intuizione sensibile, Kant dà loro il nome di noumeni (che significa appunto pensabili, intellegibili.»

Il concetto di noumeno è uno dei più controversi della filosofia kantiana e ha dato luogo a interpretazioni diverse ma seguendo la seconda edizione della Critica, il noumeno può essere inteso:

  • in senso negativo, l'oggetto che non ricade sotto l'intuizione sensibile, la cosa in sè;
  • in senso positivo, è l'oggetto di una intuizione non sensibile. In modo certo Kant sostiene che solo la prima accezione è accettabile ed essa «ci permette di circoscrivere le pretese della sensibilità

Naturalmente le altre interpretazioni possono essere esplicitate in una nota a margine della voce dove appunto si parla di noumeno.--Gierre 06:27, 27 feb 2008 (CET)

I noumeni sono i pensabili in quanto tali, indipendentemente dalla loro effettiva conoscibilità. Sono l'orizzonte, in un certo senso, della conoscenza: quell'orizzonte cui la ragion pura tende inesorabilmente, ma che continuamente gli sfugge, perchè solo oggetto possibile della ragione "pura"(non di quella pratica) sono i sensibili, non i pensabili. --Antiedipo 07:39, 27 feb 2008 (CET)

Il giudizio teleologico e la filosofia della natura in Kant

La voce è scritta molto bene ed in modo accurato ( a mio giudizio soprattutto la parte riguardante la prima Critica). Non vedo però trattare la seconda parte della Critica del Giudizio (divisa apppunto in Giudizio Estetico e in Giudizio Telelogico) che contiene riflessioni di non scarso valore: la filosofia della natura, il ruolo di una fede razionale in Dio, alcuni chiarimenti in merito alla filosofia pratica della seconda Critica. Bisogna inoltre aggiungere che la filosofia della natura di Kant ha influenzato pesantemente il Romanticismo a lui successivo (da Goethe che apprezzò soprattutto la terza Critica, a Schelling, fino a Hegel.) Poiché io non sono uno specialista di Kant, pregherei qualcuno che lo fosse ( o che almeno ne sapesse più di me) di aggiungere questa parte, secondo me fondamentale per allacciare Kant a coloro che a lui si ispirarono. Grazie. --79.1.144.70 (msg) 18:44, 14 mar 2008 (CET)

Vedi Critica del Giudizio--Gierre (msg) 12:34, 25 mar 2008 (CET)

Sublime

La frase: «Se la bellezza fosse contenuta esclusivamente nell'oggetto non sarebbe universale perché imposta dalla natura.» così come espressa sembra essere errata e in contrasto con il sentimento del sublime kantiano che corrisponde al bello naturale e che è sentito come tale da tutti gli uomini (universale).--Gierre (msg) 08:07, 31 ott 2008 (CET)

Incipit

Nell'ultima modifica dell'incipit si parla di sistema. Questo può risultare fuorviante per chi legge poichè il "sistema" è tipico invece della filosofia idealistica. Anticipare poi termini come "a priori" e "trascendentale", che del resto sono fuori luogo nella parte iniziale, ha poco senso per chi non conosce ancora, e lo saprà solo nel prosieguo della voce, il significato che Kant attribuisce a questi concetti.

Ho quindi introdotto un del tutto nuovo incipit nel quale in modo sintetico e senza enfasi sono presenti gli elementi fondamentali del pensiero kantiano.--Gierre (msg) 07:45, 4 dic 2008 (CET)

P.S. Nell'indicare la nazionalità di Kant spesso si trova la modifica "tedesco" al posto di "prussiano". Si ricorda che il Regno di Prussia entrò a far parte della Confederazione tedesca solo dal 1815.--Gierre (msg) 07:58, 4 dic 2008 (CET)

Veramente il concetto di "sistema" è uno dei punti chiave della filosofia kantiana. Lo "spirito di sistema" è infatti ciò che Kant stesso dichiara di aver mutuato dalla metafisica della scuola di Leibniz e Woff, abbandonandone invece gli aspetti negativi, ossia il dogmatismo. Per quanto riguarda invece la nazionalità si vedano gli interventi sottostanti. --Daviboz (msg) 17:12, 5 dic 2008 (CET)
Appoggio Daviboz; sicuramente il pensiero di Kant è, in modo diverso da quello idealistico hegeliano, pur sempre un pensiero animato dallo spirito di sistema.
Tuttavia trovo assurdo, in tutte le varie proposte di incipit, il tentativo di definire Kant in relazione all'anticipazione della filosofia idealistica, quasi che il pensiero di Kant non abbia valore in sè ma solo come preambolo di Hegel. Io eliminerei o cmq riformulerei questo riferimento. --Antiedipo (msg) 22:11, 5 dic 2008 (CET)

Kant "tedesco" o "prussiano"?

Scusatemi ma non sono assolutamente d'accordo con la definizione di Kant come "filosofo prussiano", una dicitura che non si è mai sentita. Kant è un filosofo tedesco, e con "tedesco" ci si riferisce all'ambito culturale e linguistico, e non alla nazionalità. Se passa l'idea che si deve far riferimento alla nazionalità allora si dovrebbe dire "Leonardo Da Vinci, scienziato e artista della Signoria di Firenze", "Giacomo Leopardi, poeta dello Stato Pontificio" oppure "Goethe, scrittore e poeta del Sacro Romano Impero"... e via discorrendo. È evidente a tutti che non avrebbe senso, ed è altrettanto evidente che per letterati, poeti, filosofi e artisti in generale si deve far riferimento all'appartenenza culturale e linguistica e non alla nazionalità, che può essere effimera. A mio giudizio quindi Kant è un "filosofo tedesco". --Lucretius (msg) 11:40, 5 dic 2008 (CET)

Sottoscrivo in pieno. --Daviboz (msg) 16:54, 5 dic 2008 (CET)
Appoggio. In ogni caso sono definizioni che lasciano il tempo che trovano. --Antiedipo (msg) 18:29, 5 dic 2008 (CET)

In che senso prussiano

La definizione di Kant come filosofo "prussiano" - il che non esclude che appartenga alla storia della cultura tedesca e nell'incipit si dice infatti che appartiene all'illuminismo "tedesco"- vorrebbe far intendere che la vita e il pensiero kantiano sono stati particolarmente influenzati e rappresentativi dell'ambiente storico e politico della Prussia del XVIII secolo, del periodo dei sovrani "illuminati". Per convenzione si definiscono autori "tedeschi" invece gli autori successivi alla filosofia kantiana caratterizzati dal nazionalismo germanico.--Gierre (msg) 08:02, 6 dic 2008 (CET)

Caro Gierre, non mi sembra che ci sia accordo intorno alla tua teoria. Nelle enciclopedie si parla di Kant come "filosofo tedesco". C'è qualcuno che ha elementi sostanziali per dirimere la questione? --Lucretius (msg) 13:40, 6 dic 2008 (CET)
Concordo pienamente con Lucretius. Poi, se vogliamo essere così precisi, possiamo anche dire che è prussiano. Però in tal caso vado immediatamente a modificare le pagine di Dante, Leonardo Da Vinci e Cristoforo Colombo, scrivendo al posto di italiano toscano per i prime due e genovese per il terzo. Non si possono usare due pesi e due misure. O conta lo stato o conta la nazione. Per quanto riguarda la Germania è abbastanza assodato che vi fu una nazione tedesca, di cui la Prussia in quanto stato rappresentò il cuore. La cosa è molto meno scontata per l'Italia, a causa della ben più grande varietà culturale e soprattuto linguistica, al punto che molti considerano la Repubblica di Venezia o quella di Genova non solo semplici stati, ma vere e proprie nazioni, dotate del resto di una propria lingua. Quindi, ripeto, se diciamo che Kant è prussiano, allora a maggior ragione dobbiamo dire che Dante è toscano. Ma immagino che se facessi questa modifica scatenerei un bel putiferio su Wikipedia... --Daviboz (msg) 15:10, 6 dic 2008 (CET)


Visto che l'utente Gierre parla di "convenzione", vorrei conoscere il luogo e/o le persone autorevoli che hanno stabilito la convenzione di cui parla. Effettivamente non ho mai sentito parlare nè di Kant come filosofo prussiano, nè di Dante come scrittore toscano. Di solito si scrive "scrittore italiano, di origini toscane", o qualcosa di simile. --Antiedipo (msg) 19:18, 6 dic 2008 (CET)

Spirito di sistema e pensiero sistematico

Lo spirito di sistema non è la stessa cosa di pensiero sistematico. Lo spirito di sistema kantiano vuol dire che la sua filosofia trovava la sua unità nella ragione che opera all'interno la unificazione delle conoscenze mentre il pensiero sistematico è quello delle filosofie metafisiche che impongono dall'esterno i principi che costituiscono gli inizi del pensiero. Nell'incipit che è stato modificato era appunto questo secondo significato che emergeva riportando il pensiero kantiano come sistematico organizzato dai "principi" dell' "a priori" e del trascendentale. --Gierre (msg) 08:22, 6 dic 2008 (CET)

Non sono per niente convinto da questa argomentazione, che è frutto di una tua interpretazione personale del concetto di "sistema". Leggo nel dizionario di filosofia di Abbagnano, ad es., che fra le varie definizioni di "sistema" rientra questa di Kant stesso, il quale intendeva per sistema "l'unità di molteplici conoscenze raccolte sotto un'unica idea", e continua Abbagnano sostenendo che per K. esso rappresenta un "tutto organizzato finalisticamente"; K. parla così di "unità sistematica della conoscenza, alla quale le idee della ragion pura cercano di avvicinarsi"(cit. da Critica della Ragion Pura). Il punto sembra essere questo: per K. il sistema è un'ideale-limite, l'orizzonte cui la ragion pura tende senza tuttavia necessariamente giungervi; per gli idealisti il sistema è invece un che di attuale, idealità già coincidente con la sua stessa realtà, di cui la ragione si pone come autocoscienza. Ma in entrambi i casi siamo di fronte a pensieri animati dallo spirito sistematico e che hanno alla base una concezione del pensiero come sistema(il fatto che per K. il sistema sia di fatto irraggiungibile è un punto importante, ma non lo rende un pensatore non sistematico; egli è piuttosto un pensatore consapevole della problematicità della nozione di sistema). --Antiedipo (msg) 19:52, 6 dic 2008 (CET)