Discussione:Albero della cuccagna

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In data 15 marzo 2010 la voce Albero della cuccagna è stata respinta per la rubrica Lo sapevi che.
commento: Da wikificare
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Link esterni[modifica wikitesto]

Il primo link porta al sito di una squadra italiana, anche se "campione incarica" IMHO non aggiunge contenuto ed inoltre è localistica.--151.67.221.103 (msg) 15:34, 2 ago 2015 (CEST)[rispondi]

Paragrafo da controllare[modifica wikitesto]

Ho creato la voce Albero di maggio riguardo agli aspetti individuati da Frazer sul culto degli alberi, da cui deriverebbe l'albero della cuccagna. Sposto quindi questo paragrafo (totalmente privo di fonti) che doveva rappresentare un collegamento tra le due voci. Forse si può recuperare qualcosa se c'è qualche fonte che lo sostiene.

L'albero di primavera e l'albero della cuccagna

  • L'albero di primavera, quello che rimanda ai riti orgiastici in onore della fecondità della terra e degli uomini, si chiama in tedesco Maibaum e in inglese Maypole: la figura di entrambi è quella di un alto albero adorno di fiori e nastri e colori, che connette il cielo e la terra, e attorno al quale i giovani danzano a primavera. Lo stesso rito in Italia si chiama Maggio: in alcuni paesi era stato mantenuto come festa che comprendeva anche l'albero della cuccagna, in altri era diventato rappresentazione popolare e mascherata su temi vari, dalle vite dei santi ai fatti dei paladini, a fatti di attualità (è da qui che evolve, probabilmente, il cantar maggio o calendimaggio dell'Appennino settentrionale).
  • La sua edizione minimale, l'albero della cuccagna, è più caratteristica dei paesi latini: qui l'albero sacro si riduce a palestra di agilità e destrezza per i robusti giovanotti del paese a caccia dei suoi frutti, e a prova di robustezza dell'apparato digerente dei suoi conquistatori. L'albero della cuccagna latino si distingue dall'altro anche nel nome, e cresce, per tutta l'Europa medioevale, nell'utopico paese di Cuccagna, dove non si fa altro che mangiare e bere, e ce n'è sempre più di quanto se ne desidera - insomma, il sogno di tutti i poveri del mondo.

Inoltre vorrei un parere anche su queste parti (totalmente priva di fonti), che avevo già espunto:

Le popolazioni germaniche onoravano in generale gli alberi e gli dei a cui essi appartenevano, e festeggiavano le nuove fioriture con sacrifici, probabilmente offrendo agli dei focacce (Kuchen) appese all'albero consacrato. Attorno all'albero sacro si celebravano del resto le feste principali delle civiltà agricole arcaiche: il solstizio d'estate e il solstizio d'inverno. Di quest'uso resterebbe traccia nel Maibaum che capita di incontrare all'ingresso delle città, con la rappresentazione stilizzata dei prodotti locali, e nelle feste del Midsummer, tipiche dell'Europa settentrionale. Una variante dello stesso culto - ma collocata nel periodo del solstizio d'inverno - sarebbe l'albero di Natale, trasferito dalla Chiesa a rendere onore a santi che segnavano l'ingresso nel nuovo anno, come san Nicola (il Santa Klaus del nord Europa).

I condizionali nascono dal fatto che, data la sua natura popolare, non risultano attestazioni scritte circa l'evoluzione del fenomeno. È certo comunque che, nelle lingue europee, esistono termini diversi per indicare queste scene attorno all'albero, probabilmente scaturite da un'unica fonte, ma diverse nello sviluppo e nel senso. --Carnby (msg) 11:33, 14 gen 2019 (CET)[rispondi]

Introduzione capitolo "In Italia" non chiara[modifica wikitesto]

L'introduzione del capitolo "In Italia" che riporto qui di seguito risulta davvero poco chiara e scorrevole: "In Italia l'uso dell'albero della cuccagna di cui si parla qui sarebbe stato introdotto dai Franchi di Carlo Magno e i Kuchen, letti da popoli mediterranei, e invano difesi dai legittimi "cultori" con l'ingrassamento del tronco a cui erano appesi, sarebbero diventati Cuccagna - e il termine, anche senza l'albero, descrive abbondanza estemporanea conquistata per abilità, e non accumulabile."

In particolare non si capisce la parte "... introdotto dai Franchi di Carlo Magno e i Kuchen, letti da popoli mediterranei...". Viene infatti riportato più sopra nell'articolo che la parola tedesca "Kuchen" vuol dire "torta" (le parole straniere andrebbero in corsivo tra l'altro), quindi non è chiaro il nesso logico con il successivo "letti da popoli mediterranei". Magari si tratta di un banale refuso, ma il senso finale sfugge al lettore. L'ultimo periodo poi andrebbe separato con un punto per una lettura più scorrevole. --Brukaliffo (msg) 11:29, 23 ott 2020 (CEST)[rispondi]