Davy O'List

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Davy O'List
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereRock
Musica psichedelica
Glam rock
Periodo di attività musicale1966 – in attività
Strumentochitarra
GruppiThe Attack, The Nice
Sito ufficiale

Davy O'List, vero nome David O'List (Londra, 13 dicembre 1948), è un chitarrista, cantante, trombettista e compositore britannico.

È noto soprattutto come cofondatore, alla fine degli anni sessanta, del gruppo di rock psichedelico e progressivo The Nice.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

O'List trascorse l'infanzia a Chiswick, nel West London: i genitori erano entrambi attori e suo padre suonava la chitarra.[1] Frequentò la St. Mark's Church of England School a Fulham, quindi entrò al Royal College of Music di Kensington dove per quattro anni studiò tromba e pianoforte.[1] Quando nel 1964 scoprì il primo album dei Rolling Stones, si appassionò alla chitarra e ben presto si unì a un gruppo amatoriale di rhythm and blues. Superati gli esami al RCM, ottenne il primo ingaggio professionale nella band di un cantante soul di nome Richard Henry.[1]

Nel 1966 sostenne un provino con i Soul System di Richard Shirman e, benché presentatosi come trombettista, finì per diventarne il chitarrista. Subito dopo, spinta dal manager Don Arden, la band cambiò nome in The Attack, entrando nel novero dei vari gruppi di freakbeat del periodo.[2] Con lo pseudonimo «David John» il chitarrista suonò su tre dei quattro 45 giri di the Attack, tutti pubblicati nel 1967, tra cui Hi-Ho Silver Lining (poi entrato in classifica nella versione di Jeff Beck) del cui lato B Any More than I Do era anche coautore. Il disk jockey radiofonico John Peel passò proprio Any More than I Do regolarmente nel suo programma The Perfumed Garden in onda dall'emittente pirata Radio London, fruttando così al brano una recensione positiva da parte di Chris Welch sul settimanale musicale Melody Maker.[2]

Nel maggio 1967 O'List fu contattato contemporaneamente da John Mayall, che lo voleva in tournée con i Bluesbreakers, e dall'organista Keith Emerson il quale stava formando una band per accompagnare dal vivo la cantante soul statunitense P. P. Arnold; il chitarrista accettò quest'ultima offerta, pervenutagli proprio grazie a Chris Welch, motivando in seguito la scelta con il fatto che gli avrebbe consentito di suonare anche musica propria: l'accordo con P. P. Arnold prevedeva infatti la prima metà del concerto riservata al solo gruppo;[3] la band prese il nome The Nice e dopo soli tre mesi si sganciò dalla cantante, firmando un contratto con la Immediate Records di Andrew Loog Oldham, già manager di The Rolling Stones oltre che della stessa Arnold.[4]

Lo stesso argomento in dettaglio: The Nice.

Con The Nice, oltre a svolgere nell'arco di quindici mesi un'attività concertistica quasi incessante tra Europa e Stati Uniti e a partecipare a varie sessioni radiofoniche per la BBC, O'List incise l'album The Thoughts of Emerlist Davjack[5] e una rilettura strumentale del brano America dal musical West Side Story di Leonard Bernstein che, pubblicata come 45 giri nel giugno del 1968, ottenne un discreto successo sia nel Regno Unito che in Europa, divenendo così fra i brani più noti del gruppo.[6] Durante una tournée collettiva alla quale The Nice presero parte alla fine del 1967, O'List suonò in una sola occasione anche con i Pink Floyd al posto del loro chitarrista e cantante Syd Barrett, quel giorno assente imprevisto per gli incipienti disturbi psichici.[7]

Nell'ottobre 1968 O'List fu cacciato da The Nice poiché, a giudizio dei colleghi, reso eccessivamente inaffidabile dall'assunzione di stupefacenti.[8] Subito dopo il licenziamento, come egli stesso raccontò, affrontò una grave depressione che lo costrinse anche a ripetuti ricoveri in ospedale; in quel periodo svolse lavori occasionali in bar, ristoranti e in fabbrica, alternandoli a collaborazioni musicali sporadiche: nel 1968 provò per una sola settimana con i Jethro Tull come candidato a rimpiazzare Mick Abrahams e nel 1971-72 fece parte della primissima formazione dei Roxy Music; questi ultimi, avendo O'List disertato una prova a seguito di un alterco con il batterista Paul Thompson avvenuto negli uffici della E.G. Records, lo sostituirono poi con Phil Manzanera.[9]

Nel 1974 O'List suonò su Another Time, Another Place, secondo album da solista di Bryan Ferry, e nel 1976 in un solo brano del successivo Let's Stick Together; nel frattempo si unì al gruppo di glam rock dei Jet, che nel maggio 1975 pubblicarono l'album omonimo per poi sciogliersi l'anno seguente.[10] Negli anni ottanta incise il singolo Fallout Love (1982) e nel 1987 un album di musica dance elettronica a nome FAX, scritto e realizzato in collaborazione con sua moglie Satu Redmond.[11]

Dopo lunga assenza dalle scene, nel 1997 O'List pubblicò a proprio nome il CD Flight of the Eagle, rivisitazione di FAX con quattro brani in più; nel 2015 si riaffacciò sul mercato con l'album Second Thoughts e tornò anche a esibirsi dal vivo con una propria band.[10] A novembre del 2018 si riunì con The Attack per un solo concerto in occasione del festival HRH Prog VII.[12][13] Nel maggio del 2019 la sua pagina web annunciò un nuovo album dal titolo: The Future Is Wild per il 2020 e concerti promozionali a ottobre di quell'anno.[14] Col sopraggiungere della pandemia di COVID-19, sia l'album che i live furono rinviati inizialmente al 2021; quindi, dopo un tweet del gennaio 2022 che posticipava ulteriormente la scadenza, il chitarrista non diede praticamente più notizie di sé per altri due anni.[15]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Con: The Attack
  • 1967 – Try It / We Don't Know (singolo)
  • 1967 – Hi-Ho Silver Lining / Anymore Than I Do (singolo)
  • 1967 – Created By Clive / Colour Of My Mind (singolo)
Con: The Nice
Con: Jet
  • 1975 – Jet
Ospite
Solista
  • 1982 – Fallout Love / Talking Pictures (singolo)
  • 1987 – FAX (con Satu Redmond)
  • 1997 – Flight of the Eagle
  • 2015 – Second Thoughts

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Hanson, p. 26.
  2. ^ a b Hanson, pp. 27-28.
  3. ^ Hanson, pp. 57-58.
  4. ^ Hanson, pp. 28, 36-37, 54.
  5. ^ Hanson, pp. 61-67.
  6. ^ Hanson, pp. 76-78.
  7. ^ Mason, p. 96.
  8. ^ Hanson, pp. 88-91.
  9. ^ Hanson, pp. 259-260.
  10. ^ a b (EN) History, su Davy O'List, 20 maggio 2015. URL consultato il 19 ottobre 2019.
  11. ^ David O'List, su Discogs. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  12. ^ (EN) Gigs, su Davy O'List, 20 maggio 2015. URL consultato il 28 novembre 2019.
  13. ^ (EN) Latest News, su Davy O'List. URL consultato il 12 gennaio 2021.
  14. ^ (EN) Davy O'List, su davyolist.wordpress.com. URL consultato il 28 novembre 2019.
  15. ^ (EN) Davy O'List, su Davy O'List. URL consultato il 19 luglio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Martyn Hanson, Hang on to a Dream - The Story of The Nice, Helter Skelter Publishing, 2002, ISBN 978-1-905792-61-0.
  • (EN) Nick Mason, Inside Out - A Personal History of Pink Floyd, Chronicle Books, 2004, ISBN 978-0-811848-24-4.

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