Chiesa di Santa Maria Maddalena (Trento)

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Chiesa di Santa Maria Maddalena
La chiesa nel 1909, anno della demolizione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàTrento
Coordinate46°04′08″N 11°07′34″E / 46.068889°N 11.126111°E46.068889; 11.126111
Religionecattolica
TitolareMaria Maddalena
Arcidiocesi Trento
Inizio costruzioneXII secolo
Demolizione1909

La chiesa di Santa Maria Maddalena era una chiesa cattolica situata a Trento, risalente al XII secolo. Venne demolita nel 1909.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sopra, la piazza di Santa Maria Maddalena tra il 1875 e il 1896; sotto come appare nel 2022 (l'edificio al centro è il conservatorio Bonporti)

La chiesa sorse in epoca medievale[1], probabilmente nel XII secolo, anche se la prima attestazione documentale risale al 1230 (in un testamento che cita un presbiter Sancte Marie Magdalene); assieme a Santa Maria Maggiore e San Pietro, era una delle chiese con "cura d'anime" nella città di Trento[2]; nel 1240-45 risultava soggetta alla "pieve urbana" di Santa Maria Maggiore, mentre nel 1288 è documentato per la prima volta un plebanus proprio, immediatamente soggetto al capitolo della cattedrale di Trento[2]. Verso il 1312 venne eretta a parrocchia, e le venne affidata anche la cura pastorale delle comunità di Garniga e Montevaccino[3]. A partire dal 1386 e durante il basso Medioevo, la chiesa risultava affiancata da un ospedale[2].

La chiesa venne ricostruita in stile rinascimentale intorno al 1512-1515, per iniziativa di un tal Giovanni Pauernfeind[1][2][4]. La parrocchia venne affidata nel 1619 ai somaschi, e nel 1803 ai filippini; venne soppressa nel 1808 e accorpata a quella di San Pietro[3], che acquisì anche la pala d'altare cinquecentesca di Martino Teofilo Polacco raffigurante la Maddalena[4][5]. La chiesa venne quindi sconsacrata e adibita ad uso profano, annessa a una caserma austriaca, e infine demolita nel 1909[2][4]. Ne venne recuperato il portale d'ingresso, recante il nome e lo stemma del Paurenfeind, che venne murato nel cortile del Municipio Vecchio in via Belenzani[1]; sopra la sua architrave è incisa un'amara frase latina, DECIPIMVR.VOTIS. ET.E(empor) E.FALLIMVR.ET.SPES. DERIDET.CVRAS.ANXIA.VITA.NIHIL, ossia "ci inganniamo dei nostri desideri, il tempo ci illude, la speranza ci irride, niente sono la vita e i suoi affanni"[4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portale della chiesa, ora situato nel cortile del municipio vecchio di Trento

La chiesa si trovava nel luogo dove si apre ora via F. Ferruccio, ed era circondata sul sagrato e ai lati da un camposanto, rimasto attivo fino al 1793; sia la chiesa, sia il cimitero, erano luoghi privilegiati per la sepoltura dei membri di famiglie nobili trentine, e abbondavano di tombe monumentali aventi anche valore artistico[4]. Era un edificio di stile tardogotico, con elementi rinascimentali e barocchi; orientata a est, al suo interno era suddivisa in tre navate, separate da quattro colonne per parte e ciascuna conclusa da un'abside romanica[4].

A cavallo tra Ottocento e Novecento, la chiesa si presentava con una facciata tozza e squadrata con due contrafforti; l'unica apertura era il portale d'ingresso, sormontato da una lunetta cieca; più in alto era ancora presente una finestra ad oculo, tamponata[1]. L'edificio era preceduto da un sagrato, circondato da un alto muro di cinta contro cui, nell'Ottocento, era stata addossata una fontana con mascherone leonino[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e E rimase solo il portale, su Trentino Cultura. URL consultato il 2 aprile 2022.
  2. ^ a b c d e Ibsen, p. 138.
  3. ^ a b Costa, p. 192.
  4. ^ a b c d e f Gorfer, pp. 233-234.
  5. ^ Chiesa San Pietro Trento, su trentoarte.it. URL consultato il 2 aprile 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986.
  • Aldo Gorfer, Trento città del concilio, 2ª ed., Trento, Edizioni Arca, 1995 [1963].
  • Monica Ibsen, Trento, Santa Maria Maddalena, in Apsat 10. Chiese trentine dalle origini al 1250, vol. 1, 2013, ISBN 978-88-87115-86-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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