Chiesa di San Martino (Nembro)

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Chiesa di San Martino
Facciata della chiesa di San Martino
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàNembro
IndirizzoPiazza Umberto I, 5
Coordinate45°44′44.33″N 9°45′46.53″E / 45.745646°N 9.762924°E45.745646; 9.762924
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Bergamo
Inizio costruzioneXV secolo

La chiesa di San Martino è il principale luogo di culto cattolico di Nembro in provincia e diocesi di Bergamo, parrocchia già dal 1530.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una chiesa dedicata al santo di Tours era presente già nell'VIII secolo, tra le più antiche della diocesi. Una pergamena del 1º agosto 830, riporta la dicitura: Ecclesia Sancti Martini sita Nembro.[1] Un'ulteriore citazione risale al 909, in cui viene indicato un certo Gramoaldo arcidiacono, messo del vescovo Adalberto e indicato come de plebe Sancti Martini scita Nembro. La chiesa per la sua posizione era la pieve più importante della val Seriana inferiore. Il 17 marzo 1304 era presente al sinodo bergamasco voluto da Giovanni da Scanzo; risultano infatti registrati: "Presbiter Albertus archipresbiter, presbiter Iacobus de Triscurio et Alexander de Cumis, canonici ecclesie Sancti Martini de Nembro". Nel 1360 era inserita nell'elenco nota ecclesiarum voluto da Bernabò Visconti per conoscere le taglie e le decime imposte al clero dal papa e dai Visconti stessi. Della prima chiesa non rimane nessuna testimonianza. Venne modificata e riedificata più volte: rimane dell'edificio quattrocentesco una chiave di volta datata 1424, anno in cui, il 19 maggio, iniziarono i lavori di rifacimento. Testimonianza della chiesa è la bolla pontificia del 1468 di papa Paolo II che le conferiva benefici assieme a quella di San Bernardino a Lallio.[2] Gli atti della visita pastorale del vescovo Pietro Lippomano, avvenuta il 30 maggio 1520, la definiscono già parrocchia.[3] Si susseguirono poi le visite pastorali degli altri vescovi: il 4 luglio 1546 Vittore Soranzo, che verrà inquisito e processato a Roma; il vescovo Federico Corner il 23 ottobre 1564, fino alla visita del 1575 del cardinale san Carlo Borromeo che ne ha fornita una dettagliata descrizione. La vicinanza con Bergamo portò la chiesa a essere visitata da molti vescovi della diocesi.[3]

L'aumento della popolazione richiese però l'edificazione di una nuova chiesa. Progettata dall'architetto di Lugano Luca Lucchini, quella antica venne demolita con la posa della prima pietra il 23 aprile del 1752. Il nuovo edificio, di grandi dimensioni, occuperà lo spazio della canonica, di parte di un bosco e della vecchia chiesa, annullando così la possibilità di rilevare l'ubicazione esatta di questa. La nuova costruzione richiese la partecipazione attiva di gran parte degli abitanti della comunità, che estrassero il materiale da una cava di pietra. Questo veniva quindi spostato alla piazza di Santa Maria in Borgo — tale chiesetta fungeva da parrocchia temporane — e fatto scivolare su un piano inclinato onde raggiungere il cantiere. Nei pressi fu costruita anche una fornace per poter cuocere i mattoni atti alla costruzione, con le terre estratte nella zona di Viana. La nuova chiesa fu terminata nel 1777 e consacrata dal vescovo di Bergamo Giovanni Paolo Dolfin, con rito della dedicazione al vescovo san Martino di Tours, il 14 maggio 1790.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, preceduta da un grande sagrato in porfido, è orientata a est. La facciata è divisa in tre ordini da due cornicioni. Il più importante è quello inferiore, con la trabeazione in pietra sagomata, mentre quello superiore è più esile. Verticalmente la facciata, in cinque scomparti, è divisa da lesene e contro-lesene con alto basamento in ceppo e le parti centrali avanzate rispetto alle due laterali.[3] La facciata presenta anche delle nicchie completate dalle statue realizzate da Nicola Pirovano nel 1820. Quelle inferiori rappresentano i santi vescovi: Fulgenzio, Agostino, Simpliciano e Tommaso da Villanova. Nel secondo ordine, oltre alla grande finestra centrale culminante con il timpano curvilineo, vi sono due nicchie con le statue di san Nicola da Tolentino e Giuliano; mentre lateralmente, sul cornicione, vi sono quelle di santa Monica e Chiara. Il timpano completa la facciata con la croce ferrea. Otto sono le campane presenti all'interno della cella campanaria del campanile, fuse dalla fonderia "Angelo Ottolina" di Bergamo nel 1952. Di tonalità La crescente, nel 2019 sono state restaurate. Quella maggiore è indicata con il diametro di 169 cm e peso di 2647 kg.[4]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno dell'aula è a croce greca, i quattro bracci si presentano della medesima lunghezza, sovrastati dalla grande cupola al loro incrocio. La gradinata di sette gradini conduce al presbiterio sovrastato da una cupola di misure inferiori. Sotto il presbiterio vi è lo scurolo, mentre la pala d'altare è opera del clusonese Antonio Cifrondi e raffigura Mosè che fa zampillare l'acqua dalla roccia e Convito di Baldassarrea, opere provenienti dalla chiesa di Santo Spirito eseguite dall'artista tra il 1701 al 1712 per i canonici lateranensi.[5]

Il grande dipinto su tavola degli Ognissanti era stato considerato lavoro di Antonio e Mattia Zamasin del 1490, ma ultimamente si è considerata la possibilità che possa essere lavoro della bottega Marinoni di Albino, che ne avrebbero poi realizzati altri aventi il medesimo soggetto. Alcuni lavori di Enea Salmeggia — nativo della frazione nembrese di Salmezza — presenti sono: la tela Madonna col Bambino e santi, i Misteri del Rosario del 1611, Vita di Maria, Cristo crocifisso con santi Bernardino e Francesco e donatore datato 1615.[6] Alcune opere — le tende dell'organo e l'Apoteosi di San Bonifacio Martire, del 1906[7] — furono realizzate da Nicola Savoldi.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Documento conservato nell'archivio delle pergamene di Bergamo Chiesa di San Martino, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia Beni Culturali..
  2. ^ Corrado Marchi-Tarcisio Rota, Lallio e la sua storia, Comune di Lallio, 1995, p. 19, SBN IT\ICCU\LO1\0926923.
  3. ^ a b c BeWeB.
  4. ^ a b Bergamelli.
  5. ^ Enrico de Pascale, Albino, frazione Vallalta. Chiesa di Santa Maria Assunta e San Giacomo, su Visitclusone.it. URL consultato il 3 maggio 2023.
  6. ^ Chiesa di San Martino, su nembro.net, Comune di Nembro. URL consultato il 29 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2020)..
  7. ^ Savoldi.
  8. ^ Plebana di San Martino a Nembro, 1958, su antenati.cultura.gov.it. URL consultato il 27 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]