Carete di Lindo
Carete (in greco antico: Χάρης ὁ Λίνδιος?, Chárēs ho Líndios; Lindo, ... – ...; fl. IV secolo a.C.) è stato uno scultore greco antico, allievo di Lisippo.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/6f/Colossus_of_Rhodes2.jpg/220px-Colossus_of_Rhodes2.jpg)
Carete fu l'autore di una delle sette meraviglie del mondo, il Colosso di Rodi, una statua colossale in bronzo del dio solare Elio, eretto in posizione verticale e portante forse una raggiera intorno alla testa e una fiaccola innalzata da un braccio. La statua bronzea era alta trentadue metri[1] e i lavori per la sua costruzione durarono oltre dodici anni. Fu edificata per commemorare la vittoria rodiese contro gli invasori macedoni del 305 a.C., comandati da Demetrio I, figlio di Antigono I Monoftalmo, generale di Alessandro Magno. Un terremoto avvenuto nel 228 a.C. la fece crollare (Plinio, Nat. hist., XXXIV, 41); non venne più restaurata, forse per un veto religioso, e quando gli arabi nel VII secolo occuparono l'isola ne rinvennero i frammenti al suolo.[2]
A Carete è anche attribuita una testa colossale che fu portata a Roma e dedicata da Publio Cornelio Lentulo Spintere sul Campidoglio, nel 57 a.C. (Nat. hist., XXXIV, 44).[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il termine 'colosso', originariamente equivalente a xoanon, acquisì una valenza relativa alle dimensioni della statua a seguito di quest'opera.
- ^ Le muse 1965, p. 87.
- ^ Amorelli 1959, in EAA, s.v. Chares di Lindo.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Teresa Amorelli, Chares di Lindo, in Enciclopedia dell'arte antica classica e orientale, vol. 2, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1959.
- Aa.Vv., Le muse, vol. 3, Novara, De Agostini, 1965.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Carète di Lindo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Carlo Albizzati, CARETE di Lindo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.
- (EN) Chares of Lindos, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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