Brizochloa

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Brizochloa
Brizochloa humilis
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùPoeae
SottotribùBrizochloinae
Röser & Tkach, 2019
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùPoeae
GenereBrizochloa
V.Jirásek & Chrtek, 1967
Specie

Brizochloa V.Jirásek & Chrtek, 1967 è un genere di piante spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (ex. Graminacee). È anche l'unico genere della sottotribù Brizochloinae Röser & Tkach, 2019.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva dal genere Briza che a sua volta deriva dal greco antico "βρίζειν, brizein"[3] (= dormire, annuire), e fa riferimento alle spighette dondolanti che sono portate su lunghi gambi.[4][5]

Il nome scientifico del genere è stato definito dai botanici contemporanei Václav Jirásek (1906-1991) e Jindrich Chrtek (1930-2008) nella pubblicazione "Novitates Botanicae et Delectus Seminum Horti Botanici Universitatis Carolinae Pragensis. Prague" (Novit. Bot. Delect. Seminum Horti Bot. Univ. Carol. Prag. 1966, 40) del 1967.[1] Il nome scientifico della sottotribù è stato definito dai botanici contemporanei Martin Röser e Natalia Tkach nella pubblicazione "Phylogeny, morphology and the role of hybridization as driving force of evolution in grass tribes Aveneae and Poeae (Poaceae)" del 2019.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Il portamento delle specie di questo gruppo in genere è cespuglioso con forme biologiche tipo terofita cespitosa (T caesp) e cicli biologici annuali. I culmi, solitari e alti al massimo 50 cm, sono cavi a sezione più o meno rotonda. In queste piante non sono presenti i micropeli.[6][7][8][9][10][11][12]
  • Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole.
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari, conduplicate o convolute; la consistenza è flaccida e la superficie e i margini sono scabri. Dimensione della lamina: larghezza 1 - 3 mm; lunghezza 3 - 15 cm.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, con forme da lineari a lanceolate, composte da alcune spighette hanno la forma di una pannocchia aperta. Le spighette sono peduncolate e ascendenti. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dimensione della pannocchia: larghezza 0,5 – 1 cm; lunghezza 2 – 10 cm. Lunghezza dei pedicelli delle spighette: 1 – 6 mm.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 5 - 7 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile. Gli internodi della rachilla sono nascosti dai lemmi. La forma delle spighette è ovata e compresse lateralmente con apice ottuso. Dimensione delle spighette: larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 4 – 5 mm.
  • Glume: le glume sono persistenti più o meno simili e più corte della spighetta; le forme sono orbicolari con apici ottusi; la consistenza è membranosa; le venature sono 3 - 5. Lunghezza delle glume: 2,5 - 3 mm.
  • Palea: la palea, con forme oblunghe, è un profillo con due venature; può essere cigliata e alata.
  • Lemma: il lemma, con forme orbicolari e leggermente carenato, è membranoso; la superficie è glabra. Lunghezza del lemma: 2,5 - 3 mm.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questo genere è relativa alle regioni dell'Eurasia temperata orientale, dell'Asia temperata e del Caucaso.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la sottotribù Brizochloinae è posizionata all'interno della sottofamiglia Pooideae.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù Brizochloinae, più precisamente, è descritta all'interno della tribù Poeae R.Br., 1814 (quest'ultima è compresa nella supertribù Poodae L. Liu, 1980). La tribù Poeae (formata da diverse sottotribù suddivise in alcune supersottotribù) è l'ultimo nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae, Melicodae, Stipodae e Triticodae).

La sottotribù Brizochloinae nell'attuale circoscrizione appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Poeae" (definito "Poeae chloroplast groups 2 "[13]) ed è circoscritta nella supersottotribù Poodinae Soreng & L.J. Gillespie, 2017 (chiamata anche PAM clade). La supersottotribù Poodinae comprendente alcune sottotribù (Poinae, Miliinae, Phleinae e Avenulinae) e il gruppo denominato "ABCV clade" comprendente (in posizione politomica) le sottotribù Beckmanniinae, Cinninae, Alopecurinae, Ventenatinae e altri cladi minori tra i quali è compreso il genere di questa voce. Ulteriori studi sono necessari per avere informazioni più dettagliate e precise in quanto la struttura sopra descritta non è l'unica che emerge dalle analisi filogenetiche attuali.[2]

Le specie di questo gruppo solo recentemente sono state separate dal genere Briza. Da quest'ultimo genere differiscono per i pedicelli delle spighette con portamento verticale, le rachille leggermente scabre e lemmi la cui forma non è cordata.[2]

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Brizochloa attualmente è composto da 2 specie:[14]

Nota: il genere di questa voce solo di recente (2019) è stato riconfermato insieme alla sottotribù Brizochloinae nella tassonomia delle Poaceae per cui diverse checklist circoscrivono ancora queste due specie nel genere Briza.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 19 marzo 2020.
  2. ^ a b c d Tkach et al. 2019, 1596.
  3. ^ briza e brizein nel dizionario greco-tedesco di Wilhelm Pape
  4. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 55.
  5. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 54.
  6. ^ a b Judd et al 2007, pag. 311.
  7. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 20 marzo 2020.
  12. ^ Essi et al. 2017, pag. 474.
  13. ^ PeerJ 2018, pag. 22.
  14. ^ The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 21 marzo 2020.
  15. ^ EURO MED - PlantBase, su euromed.luomus.fi. URL consultato il 21 marzo 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]