Bozza:De fructibus carnis et spiritus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
De fructibus carnis et spiritu
AutoreCorrado di Hirsau
1ª ed. originaleXII secolo
Generesaggio
Sottogenereteologico
Lingua originalelatino

Il De fructibus carnis et spiritus è un trattato teologico della prima metà del XII secolo oggi attribuito a Corrado di Hirsau.

Attribuzione[modifica | modifica wikitesto]

L'opera per lungo tempo è stata attribuita a Ugo di San Vittore, teologo e vescovo della chiesa francese di poco più giovane di Corrado. I canonici dell’omonima abbazia di San Vittore infatti pubblicarono il De fructibus nel 1648 all’interno dei suoi opera omnia, dichiarando di aver accettato e pubblicato l’opera sebbene si discostasse parecchio «dallo stile maestoso e dalla gravità del pensiero»[1] di Ugo. Nel 1886 Hauréau[2] mette in dubbio la paternità di Ugo e restituisce l’opera a Corrado di Hirsau. La prova di ciò starebbe nelle testimonianze di Tritemio[3], che riporta le opere di Corrado fornendo gli incipit: quello della terza opera nella lista (De vita spiritus et fructu mortis) coincide con quello del De fructibus. Solo a metà del XX secolo Bernards[4] dimostra che l’opera costituisce un estratto dello Speculum virginum dal quale riprende alcune famose figure come quelle degli alberi dei vizi e delle virtù. Gli alberi sono centrali nell’opera, dato che incarnano l’orgoglio e l’umiltà, la carne e lo spirito, di cui si trattano le differenze.

Dei cinque manoscritti che ad oggi tramandano il De Fructibus, tre non indicano alcuna attribuzione[5], uno la riporta in rubrica e indica Ugo Di San Vittore come compositore dell’opera[6], mentre l’ultimo invece, sempre in rubrica, la attribuisce a Corrado[7].

Il De fructibus è inoltre particolarmente legato al Dialogus de mundi contemptu vel amore, che segue e dal quale è annunciato sia nel prologo che nel corpo dell’opera. La sua ragion d’essere è quella di fornire al chierico – convertito poi alla vita monastica – protagonista del Dialogus una raccolta di sentenze con le quali arricchire la sua anima rinnovata.

Edizione[modifica | modifica wikitesto]

Hugonis de San Vittore, Opera omnia, Oxford 1854 (PL CLXXVI), pp. 997-1010 [riportata erroneamente sotto il nome di Ugo di San Vittore].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hugonis a Sancto Victore, Opera Omnia, Rothomagi 1648, t. II, p. 247.
  2. ^ Robert Bultot, L’auteur et la fonction littéraire du «De fructibus carnis et spiritus», in «Recherches de théologie ancienne et médiévale» 30, 1963 p. 148-154.
  3. ^ Johannes Trithemius, De scriptoribus ecclesiasticis, Gand 1494, p. 58.
  4. ^ Matthaus Bernards, Das Speculum virginumals Uberlieferungszeuge fruhscholastischer Texte, in «Scholastik» 28, 1953 pp. 73-76.
  5. ^ Ms. Aarau, Aargauisce Kantonsbibliothek, Wet. 2° 11; ms. Heidelberg, Universitätsbibliothek, Salem VIII 26; ms. Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 10630.
  6. ^ Ms. Leipzig, Universitätsbibliothek, 148.
  7. ^ Ms. Düsseldorf, Universitäts und Landesbibliothek, B. 74.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. Bernards, Das Speculum virginumals Uberlieferungszeuge fruhscholastischer Texte, in «Scholastik» 28, 1953, pp.73-76.
  • R. Bultot, L’auteur et la fonction littéraire du «De fructibus carnis et spiritus», in «Recherches de théologie ancienne et médiévale» 30, 1963, pp. 148-154.
  • C.A.L.M.A Compendium Auctorum Latinorum Medii Aevi (500-1500), II/6, M. Lapidge, G. C. Garfagnini, C. Leonardi, F. Santi et al. (cur.), Firenze 2000-, pp. 687-688. [Disponibile online su mirabileweb.it]
  • Hugonis a Sancto Victore, Opera Omnia, Rothomagi 1648, t. II.
  • J. Trithemius, De scriptoribus ecclesiasticis, Gand 1494.