Black Society Trilogy

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La Black Society Trilogy è una trilogia riguardante tre film diretti da Takashi Miike tra il 1995 e il 1999. I film facenti parte della trilogia sono i seguenti:

Caratteristiche della trilogia[modifica | modifica wikitesto]

Come quella di Dead or Alive, anche questa è una trilogia anomala,[1] in quanto i tre film sono collegati tra di loro solo dalla presenza dell'attore Tomorowo Taguchi, mentre le storie sono dissimili tra di loro e narrano di uomini e donne sradicati dalla loro terra d'origine, la Cina o il Giappone, al soldo della Triade cinese o della Yakuza.

Shinjuku Triad Society[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Shinjuku Triad Society.

Il primo film della trilogia è ambientato nel quartiere di Shinjuku e narra di un poliziotto corrotto di origini cinesi che indagando sugli omicidi commissionati da un boss taiwanese scopre che il fratello avvocato è coinvolto in un traffico di organi gestito dal criminale, dando inizio a una guerra tra polizia e malviventi.

Rainy Dog[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Rainy Dog.

Il secondo film della trilogia è ambientato a Taipei e narra di uno yakuza giapponese esiliato costretto a lavorare come killer per la Triade locale. Una donna gli affida un bambino muto, sostenendo che si tratta di suo figlio. Il bambino inizia a seguire l'uomo, che incontra una prostituta cinese e crea così una sorta di famiglia.

Il triangolo poliziotto-fratello-criminale del film precedente viene qui tradotto in questi tre personaggi,[1] mentre la pioggia incessante ricorda l'atmosfera decadente del quartiere di Shinjuku.[1]

Ley Lines[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ley Lines.

Con il terzo film della trilogia, Takashi Miike ha affermato di voler far tornare i suoi personaggi nel quartiere di Shinjuku, ripercorrendo il loro passato.[1] Il film narra infatti di tre ragazzi di origini cinesi che sognano di lasciare il Giappone per approdare in Brasile. Per entrare clandestinamente nel paese sudamericano, i tre sono costretti a lavorare per la malavita e incontrano una prostituta che si unisce a loro.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Maria Roberta Novielli, Erranza, multiculturalità e assenza di confini, in Anime perdute. Il cinema di Miike Takashi. A cura di Dario Tomasi, Milano, Il Castoro Cinema, 2006, pp. 86-96, ISBN 88-8033-371-2.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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