Teste di Pantelleria

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In alto: la testa di Giulio Cesare; in basso: primo piano di Tito e Antonia minore

 

In alto: la testa di Giulio Cesare; in basso: primo piano di Tito e Antonia minore
In alto: la testa di Giulio Cesare; in basso: primo piano di Tito e Antonia minore

Le Teste di Pantelleria sono tre ritratti di statue in marmo, due maschili e una femminile, risalenti al I secolo d.C., rinvenute nell'isola di Pantelleria, l'antica Cossyra[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di "ritratti imperiali" che raffigurano Giulio Cesare, l'imperatore Tito e Agrippina (o Antonia minore). La testa di Cesare è eseguita in marmo pario, la testa femminile è ornata da un diadema e da un'acconciatura a onde e boccoli, mentre quella di Tito, realizzata in marmo greco a grana grossa, raffigura un imperatore ancora giovane[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state rinvenute tra agosto e settembre 2003, in occasione di una campagna di scavo condotta dalla Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Trapani sotto la responsabilità scientifica di Rossella Giglio e Sebastiano Tusa. La missione archeologica è stata affidata dalla Soprintendenza in regime di concessione all'Università di Tubinga diretta da Thomas Schaefer e all'Università della Basilicata diretta da Massimo Osanna; la campagna di scavi si è svolta a Pantelleria sulla collina di San Marco (dove è stata rinvenuta una acropoli). Dalla Soprintendenza di Trapani sono state subito individuate come di epoca augustea.

Nel 2004 sono state esposte al museo archeologico regionale Antonino Salinas di Palermo[3] ; Sono seguite altre esposizioni al Museo Helms, ad Amburgo (Germania), gennaio 2004; al Museo dell'Università di Tubinga (Germania), marzo 2004; in occasione dell'apertura di "Casa Sicilia" a Parigi, inaugurazione il 20 luglio 2004; a Nagoya (Giappone) presso Toyota City Museum nel gennaio 2005; e nel 2010 sono state esposte al British Museum di Londra [4]. Il solo ritratto di Tito è stato esposto al Colosseo (Roma) in occasione della Mostra "Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi." nel 2010.

Dopo essere state custodite nella sede della Soprintendenza dei Beni culturali di Trapani, terminati i lavori al castello di Pantelleria, vi sono state definitivamente collocate[5].

I ritratti, insieme ad altri importanti reperti provenienti dalla stessa area, sono stati esposti inoltre a Roma, al Colosseo, nella mostra Carthago. Il mito immortale (27 Settembre 2019 al 29 Marzo 2020).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le teste di Pantelleria, su regione.sicilia.it, Assessorato dei Beni culturali e dell'Identità siciliana. URL consultato il 2 settembre 2015.
  2. ^ Lauretta Colonnelli, Le teste di Pantelleria, in Corriere della Sera, 10 giugno 2004, p. 59. URL consultato il 2 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  3. ^ Laura Nobile, Beni culturali: teste di Pantelleria in mostra al museo "Salinas", su balarm.it, 26 novembre 2003. URL consultato il 2 settembre 2015.
  4. ^ Reperti archeologici di Pantelleria in mostra al British museum, su livesicilia.it, 30 giugno 2010. URL consultato il 2 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2016).
  5. ^ I ritratti imperiali sono ospitati nel "salotto" di Trapani, su pantelleria.com, 6 giugno 2011. URL consultato il 2 settembre 2015.

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