Sh2-48

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Sh2-48
Regione H II
Sh2-48
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneScudo
Ascensione retta18h 22m 22s[1]
Declinazione-14° 32′ 05″[1]
Coordinate galattichel = 15,2; b = +03,3[1]
Distanza12500[2] a.l.
(3838[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)10' x 10'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Classe3 2 2[3]
Dimensioni40,1 a.l.
(12,3 pc)
Altre designazioni
RCW 162, Gum 82, LBN 64,[1] Avedisova 251
Mappa di localizzazione
Sh2-48
Categoria di regioni H II

Sh2-48 (nota anche come RCW 162) è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione dello Scudo.

Si individua nella parte sudoccidentale della costellazione, circa 2° a est della celebre Nebulosa Aquila (M16); si estende per una decina di minuti d'arco in direzione di una regione della Via Lattea ricca di campi stellari e in parte oscurata da dense nubi di polveri. Il periodo più indicato per la sua osservazione nel cielo serale ricade fra giugno e novembre; trovandosi a una declinazione di 14°S, la sua osservazione è leggermente facilitata dall'emisfero australe.

Si tratta di una grande regione H II situata sul Braccio Scudo-Croce probabilmente alla distanza di circa 3840 parsec (circa 12500 anni luce), in una regione molto interna della Via Lattea; secondo Avedisova la responsabile della sua ionizzazione potrebbe essere la stella doppia ADS 11285, di colore blu e classe spettrale O8V. Le stime di distanza per questa stella si aggirano tuttavia sui 3100 parsec e ciò implicherebbe che la nebulosa si troverebbe a una distanza inferiore.[4] In entrambi i casi, Sh2-48 si troverebbe nella stessa regione galattica in cui si trova la grande superbolla nota come Scutum supershell, con la quale potrebbe essere anche fisicamente legata.[5] La regione di formazione stellare cui la nebulosa appartiene comprenderebbe inoltre alcune grandi nubi molecolari fra le quali spiccano [SYCSW] 164, [SYCSW] 164A e [SRBY] 52,[6][7] oltre alla sorgente di radiazione infrarossa IRAS 18194-1438.[8]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 28 agosto 2011.
  2. ^ a b Paladini, R.; Burigana, C.; Davies, R. D.; Maino, D.; Bersanelli, M.; Cappellini, B.; Platania, P.; Smoot, G., A radio catalog of Galactic HII regions for applications from decimeter to millimeter wavelengths, in Astronomy and Astrophysics, vol. 397, gennaio 2003, pp. 213-226, DOI:10.1051/0004-6361:20021466. URL consultato il 28 agosto 2011.
  3. ^ Sharpless, Stewart, A Catalogue of H II Regions., in Astrophysical Journal Supplement, vol. 4, dicembre 1959, p. 257, DOI:10.1086/190049. URL consultato il 28 agosto 2011.
  4. ^ Avedisova, V. S.; Kondratenko, G. I., Exciting stars and the distances of the diffuse nebula, in Nauchnye Informatsii, vol. 56, 1984, p. 59. URL consultato il 28 agosto 2011.
  5. ^ Callaway, Matthew B.; Savage, Blair D.; Benjamin, Robert A.; Haffner, L. Matthew; Tufte, Steve L., Observational Evidence of Supershell Blowout in GS 018-04+44: The Scutum Supershell, in The Astrophysical Journal, vol. 232, n. 2, aprile 2000, pp. 943-969, DOI:10.1086/308601. URL consultato il 28 agosto 2011.
  6. ^ Scoville, N. Z.; Yun, Min Su; Sanders, D. B.; Clemens, D. P.; Waller, W. H., Molecular clouds and cloud cores in the inner Galaxy, in Astrophysical Journal Supplement Series, vol. 63, aprile 1987, pp. 821-915, DOI:10.1086/191185. URL consultato il 28 agosto 2011.
  7. ^ Avedisova, V. S., A Catalog of Star-Forming Regions in the Galaxy, in Astronomy Reports, vol. 46, n. 3, marzo 2002, pp. 193-205, DOI:10.1134/1.1463097. URL consultato il 28 agosto 2011.
  8. ^ Helou, George; Walker, D. W., Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases. Volume 7: The small scale structure catalog, in Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases, vol. 7, 1988, pp. 1-265. URL consultato il 28 agosto 2011.
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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