Portale:Antica Siracusa/voce del giorno

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Di seguito appare una voce scritta dalla comunità wikipediana che riguarda le origini, gli eventi e i personaggi legati all'antica Siracusa.

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Miele ibleo
Dipinto raffigurante Augusto (con la sorella Ottavia) e Virgilio; entrambi gli uomini parlarono del miele ibleo nei loro testi

Il miele ibleo rappresenta uno dei mieli più noti e celebrati al mondo. In epoca greca, e in forma ancora maggiore in epoca romana, fu descritto e citato da numerosissimi scrittori. Esso trae la propria origine principalmente dal timo, che in abbondanza cresce sui monti Iblei. Anticamente la sua produzione era legata alla città di Ibla (o le città delle Ible), il cui sito oggi risulta disperso. Il collegamento tra la figura dell'ape e Ibla era talmente forte che i suoi abitanti, parlando dei sudditi del mitico re Iblone, in tempi odierni sono stati appellati come «il popolo delle api». Solo il miele ibleo poteva essere paragonato, secondo gli antichi, al miele del monte Imetto, prodotto in Attica, e spesso veniva giudicato superiore a quello greco. La Sicilia ha un rapporto antichissimo con la produzione del miele. Cicerone nelle sue Verrine narra di come il pretore Verre a Siracusa, polis sorta sulla costa iblea, abbia rubato dal tempio del dio Bacco (il dio romano scopritore del miele) la statua di Aristeo: il protettore dell'agricoltura, colui che, come vuole il mito, insegnò agli uomini l'uso dell'olio, del latte e del miele, ovvero disse loro il segreto dell'apicoltura, e per far ciò giunse egli stesso in Sicilia. Nella zona dell'eparchia siracusana, ma a stretto contatto con gli indigeni, dodici km a est di Camarina è stata rinvenuta una fattoria detta delle «Api» poiché si sospetta fortemente che in quell'ambiente avvenisse un ciclo produttivo legato al miele.

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