Peppino Garibaldi
Giuseppe "Peppino" Garibaldi | |
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Soprannome | José Peppino |
Nascita | South Yarra, Melbourne, 29 luglio 1879 |
Morte | Roma, 19 maggio 1950 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Forza armata | ![]() ![]() |
Corpo | Legione straniera francese II Corpo d'armata italiano in Francia |
Unità | ![]() |
Anni di servizio | 1897 - 1918 |
Grado | Generale di brigata |
Guerre | Guerra greco-turca (1897) Seconda guerra boera Campagna contro Cipriano Castro in Venezuela Altri conflitti in America meridionale Rivoluzione messicana Prima guerra balcanica Prima guerra mondiale |
Campagne | Rivoluzione maderista Fronte italiano (1915-1918) Fronte occidentale (1914-1918) |
Battaglie | Prima battaglia di Ciudad Juárez |
Nemici storici | Cipriano Castro Porfirio Díaz |
Comandante di | Legione Garibaldina Brigata fanteria "Alpi" |
Decorazioni | Vedi sotto |
Altre cariche | Agente segreto |
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Giuseppe Garibaldi, detto Peppino Garibaldi (South Yarra, 29 luglio 1879 – Roma, 19 maggio 1950), è stato un generale e agente segreto italiano.
Nato con il nome di Giuseppe Garibaldi in onore del nonno Giuseppe Garibaldi, ma conosciuto come Peppino Garibaldi, fu il primogenito di Ricciotti Garibaldi.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Studiò al collegio tecnico di Fermo, ma a 18 anni, nel 1897, fuggì per unirsi al padre e combattere per la libertà dei popoli della Grecia che si erano ribellati all'Impero ottomano, combattendo valorosamente a Domokos. L'anno dopo si diplomò e decise di partire per l'Argentina stabilendosi nella capitale e lavorando come tecnico nella Società Elettrica Buenos Aires y Belgrano. Successivamente si spostò a New York, a Montevideo e a Gualeguay.
Maturità
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1903 andò a combattere in Sudafrica al servizio dell'Impero britannico (sua madre, Constance Hopcraft, era inglese) contro i Boeri. In seguito partecipò alla rivoluzione in Venezuela contro il dittatore Cipriano Castro e guerreggiò in Guyana e in Messico. Dopo alcune esperienze lavorative in Romania e a Panama, tornò in Messico a combattere contro il dittatore Porfirio Díaz durante la Rivoluzione messicana.
Prese parte alla fase maderista della Rivoluzione, nella quale rivestì un ruolo importante, ricevendo il grado di colonnello (unico straniero a ricevere un grado così alto), al pari degli altri grandi capi rivoluzionari messicani che combattevano contro il Porfiriato, e comandò tra le sue truppe la "Legione Straniera", dove furono inquadrati quasi tutti i volontari stranieri accorsi in Messico per unirsi alla Rivoluzione.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/ec/Peppino_Garibaldi.jpg/220px-Peppino_Garibaldi.jpg)
Nel 1912 andò a combattere in Grecia col padre e i fratelli nella prima guerra balcanica contro l'impero ottomano. Dal 1913 al 1915 abitò negli Stati Uniti.
Prima guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Rientrò in Europa per combattere nella prima guerra mondiale. Peppino Garibaldi si recò a Parigi, dove creò una Legione Garibaldina, che doveva battersi in favore della Francia, alla quale aderì con entusiasmo la gioventù repubblicana, e ne fecero parte anche veterani delle precedenti campagne di Grecia e Sudafrica, mazziniani e sindacalisti. Assunse il comando della Legione Garibaldina, operante nell'Argonne, inquadrata come IV reggimento della Legione straniera francese, col grado di tenente colonnello dell'esercito francese.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/95/Peppino_Garibaldi_1915.jpg/220px-Peppino_Garibaldi_1915.jpg)
La Legione Garibaldina indossava la camicia rossa. Il 26 dicembre 1914 combatté nei pressi di Bolante una sanguinosa battaglia da cui i volontari della Legione uscirono vittoriosi, ma nella quale perse la vita il fratello di Peppino, Bruno. La seconda battaglia della Legione Garibaldina nell'Argonne avvenne il 5 gennaio 1915 a Four de Paris, dove la Legione subì gravi perdite tra cui un altro fratello di Peppino, Costante.
A metà marzo 1915 la Legione Garibaldina venne sciolta e i suoi componenti spediti sul fronte in Italia. Nel giugno dello stesso anno Peppino entrò, spinto da Guglielmo Miliocchi e Giuseppe Evangelisti di Perugia ed assieme ai fratelli, nella loggia massonica a Perugia.
Quando l'Italia entrò in guerra andò a combattere sul fronte italiano con la brigata Cacciatori delle Alpi, con la quale fu poi inviato in Francia, nel 1918 con il II Corpo d'armata e il grado di colonnello brigadiere, al comando della Brigata fanteria "Alpi" segnalandosi per coraggio e capacità di comando. Finita la guerra, fu nominato generale di brigata nel Regio Esercito.
Il dopoguerra
[modifica | modifica wikitesto]Rinunciò alla carriera militare per intraprendere attività commerciali tra gli Stati Uniti e Londra senza però avere successo. Dopo il 28 ottobre 1922, decise di entrare in politica, opponendosi a Benito Mussolini e al Partito Nazionale Fascista. Le sue idee non erano chiare e guidò delle confuse azioni antimussoliniane, con l'appoggio di Domizio Torrigiani, Gran Maestro della massoneria italiana, e del fratello Ricciotti.
La manifestazione del 4 novembre 1924 a Roma con i gruppi di Italia libera, con il fratello Sante, Luigino Battisti (figlio di Cesare Battisti) e l'ex bersagliere Randolfo Pacciardi fallì. Trasferitosi in Francia nel 1925, insieme ai fratelli Ricciotti e Sante, iniziò a organizzare la legione garibaldina. In seguito Ricciotti jr entrò in contatto con il vice questore Francesco La Polla, il quale reclutò anche Sante e Peppino come agenti del governo italiano[1]. Fu organizzato un piano che prevedeva un falso attentato contro Mussolini e l'organizzazione di un'azione militare contro la Spagna assecondando l'ignaro Macià[2]. L'obiettivo era di costringere il governo francese a prendere posizione contro i fuoriusciti italiani gettando su questi ultimi discredito e provocare attriti tra la Spagna e la Francia[2]. La polizia francese svolse le sue indagini evitando le pressioni che pur arrivavano da parte di alcuni politici e individuò Ricciotti come agente provocatore così il 4 novembre 1926 arrestò Macià e il 5 anche Ricciotti jr a Nizza[3][4].
Peppino allora partì per New York dove rimase fino al 1940. Gli anni negli Stati Uniti furono oscuri e dovette condurre una vita modesta. In questo periodo si sposò con l'americana Maddalyn Nichols, e questo fu un matrimonio lungo e felice. Con l'aiuto della sorella Giuseppina e del fratello Sante tornò in Italia nel 1940 per rivedere l'anziana madre Constance (che morì un anno dopo, il 9 novembre 1941). Il fratello Ezio, deputato del PNF, avrebbe voluto che si fosse unito a lui nel sostenere i Gruppi d'Azione Nizzarda che chiedevano il ritorno di Nizza all'Italia, ma Peppino si rifiutò.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre venne arrestato dai tedeschi e rinchiuso a Regina Coeli. Finita la guerra, condusse una vita riservata, con l'amata Maddalyn, e morì a Roma il 19 maggio 1950 all'età di 70 anni.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Monumenti
[modifica | modifica wikitesto]- La trentaseiesima galleria della strada delle 52 gallerie del Monte Pasubio, scavate in occasione dei combattimenti della prima guerra mondiale, porta il suo nome[6].
- Nel centro storico di Città del Messico è intitolata a lui, dal 1921, l'importante Piazza Garibaldi.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- A toast of rebellion, Bobbs-Merrill Company, Indianapolis, 1935
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Fucci, Le polizie di Mussolini, p. 33: "Il La Polla convinse Ricciotti Garibaldi (e questi, a sua volta, i fratelli Peppino e Sante) a diventare - a pagamento- agente segreto del fascismo".
- ^ a b Fucci, Le polizie di Mussolini, p. 33.
- ^ http://www.storiaefuturo.com/it/numero_26/articoli/1_antifascismo-francia~1403.html#5:Archiviato il 25 marzo 2014 in Internet Archive. "Nell'estate dello stesso anno anche Meschi e Abate ebbero la conferma di quel che molti militanti antifascisti avevano sospettato: Ricciotti Garibaldi era a tutti gli effetti un agente al servizio di Mussolini. Nel novembre del 1926 il nipote dell'eroe dei due mondi venne arrestato dalla polizia francese proprio con l'accusa di spionaggio"
- ^ Fucci, Le polizie di Mussolini, p. 34.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Gattera 2007, pagg. 106.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Gattera, Il pasubio e la strada delle 52 gallerie, Valdagno, Gino Rossato Editore, 2007, ISBN 978-88-8130-017-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Peppino Garibaldi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Garibaldi, Giusèppe, detto Peppino, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 292749788 · LCCN (EN) no2016075109 · GND (DE) 1029088004 · BNF (FR) cb14978857t (data) |
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