La damigiana

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La damigiana
Commedia di cui restano frammenti
AutoreCratino
Titolo originaleΠυτίνη
Lingua originale
Generecommedia fantastica
AmbientazioneAtene
Prima assoluta423 a.C. circa
Teatro di Dioniso, Atene
Personaggi
  • Cratino
  • Commedia, sua moglie
  • Pytine, sua amante
  • Un amico di Cratino
  • Coro di ateniesi
 

La damigiana (Pytine) era la commedia più famosa di Cratino.

Dai frammenti[1] della commedia, l'ultima del vecchio poeta comico, si evince che il dramma faceva buon uso comico della famigerata ubriachezza dell'autore[2], rappresentato come sposato con Commedia. La moglie di Cratino si lamentava aspramente del fatto che il drammaturgo ormai l'aveva di fatto abbandonata per andare a vivere con "Pytine" (la damigiana del titolo):

«Io fui sua moglie un tempo, e adesso noǃ»

A nulla, poi, servivano, per far tornare in sé il vecchio, i tentativi di un amico, sostenuto dal coro, che esclamava, esasperato:

«Ma come si potrà mai farlo smetter
da questo orribil bere? Ah, ora ci sonoǃ
Gli spaccherò i bicchieri, ed i suoi fiaschi
io polverizzerò, e tutto il resto
che a bere serve a lui, lo faccio a pezzi, sì che non abbia più che i cucchiainiǃ»

Vista la situazione, Commedia trascinava in tribunale Cratino, che difendeva l'amore per Pytine come fondamento per far star bene Commedia, perché, come affermava citando un topos risalente almeno ad Archiloco, nessun poeta che beva solo acqua produce alcunché di buono[3]. I giudici assolvevano Cratino e gli permettevano di continuare ad essere, di fatto, bigamo.

Rappresentazione

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Un grammatico descrive il contesto dell'opera come segue: nel 424 a.C., Aristofane produsse I cavalieri, in cui descrisse Cratino come un vecchio alla deriva, che vagava con la corona avvizzita e così totalmente trascurato dai suoi ex ammiratori che poteva nemmeno permettersi di placare la sete di cui stava morendo[4].

Poco dopo quella commedia, Cratino rispose proprio con la messa in scena della Pytine nel 423 a.C., piazzandosi al primo posto, seguito dal Conno di Amipsia e Le nuvole di Aristofane[5].

  1. ^ Trad. italiana e commento in S. Beta, La Damigiana, in I comici greci, a cura di S. Beta, Milano 2009, pp. 243-249.
  2. ^ Cfr. Ateneo di Naucrati, 39c.
  3. ^ Fr. 203 K.-A.
  4. ^ Aristofane, Cavalieri, vv. 526-536.
  5. ^ Scolio ad Aristofane, Cavalieri, 528.
  • R. M. Rosen, Cratinus' Pytine and the Construction of the Comic Self, in The Rivals of Aristophanes: Studies in Athenian Old Comedy, London, Duckworth and the Classical of Wales, 2002, pp. 23-39.
  • S. Beta, La Damigiana, in I comici greci, a cura di S. Beta, Milano 2009, pp. 243-249.