Caligola (Carmelo Bene)

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Caligola
Opera teatrale
AutoreCarmelo Bene
Titolo originaleCaligola
Lingua originale
Genere[1]
Composto nel1959
Prima assoluta12 ottobre 1959
Teatro delle Arti, Roma
Versioni successive
2ª edizione del Caligola al Politeama Genovese
Personaggi
 

Caligola è un'opera teatrale di Albert Camus, diretta e interpretata[2] dall'esordiente Carmelo Bene, con la regia di Alberto Ruggiero, andata in scena nel 1959 al Teatro delle Arti di Roma. Lo scenografo era il tedesco Titus Vossberg.

Nel 1961 ha avuto una ripresa con la regia di Bene al Politeama Genovese, con Antonio Salines nel ruolo di Scipione.

Sulle locandine sia della prima del Caligola, che delle sue successive repliche romane, figurava il nome di "Carmelo Bene Junior" che voleva esprimere in tal modo, secondo quel che riferisce Bene, un "atto di superba modestia" o "un fatto minoritario". Egli lavorava già da circa due anni al suo Caligola, cercando di prevedere già il debutto, il cui esito sarebbe stato determinante. Infatti, una volta acclamato come nuova stella del teatro italiano, nonostante la spaccatura in due di pubblico e di critica, Bene non ebbe più bisogno di attribuirsi questo "junior", e diventò così, come da sempre ha preferito definirsi, "allievo di se stesso".

Albert Camus aveva tolto i diritti di rappresentazione del suo Caligola a tutti[3]. Carmelo Bene insieme all'amico regista Alberto Ruggiero erano intenzionati ad andare a Parigi per parlare direttamente con l'autore, ma sapendo che Camus si sarebbe recato a Venezia al Teatro La Fenice, lì appunto si recarono. L'incontro fu caratterizzato da una strana e inspiegabile empatia fra Albert Camus e Carmelo Bene al quale furono concessi i diritti, senza pagare un soldo. La cosa ovviamente destò scalpore, finendo su tutti i giornali, dato che Bene e Ruggiero erano allora soltanto due pressoché sconosciuti giovanissimi "tetranti". La Stampa riportò dunque l'eclatante titolo «Camus ha concesso "Caligola" a giovani attori sconosciuti. Lo scrittore Premio Nobel, rifiutando le offerte delle grandi Compagnie, ha dato il copione a dei debuttanti di Roma in cambio di una poltrona alla "prima"», spiegando dunque che «dove non sono riusciti i migliori nomi della prosa internazionale, l'hanno spuntata due giovani e sconosciuti attori italiani: Alberto Ruggero, nato in Puglia ma vissuto sempre a Torino, e il suo amico Carmelo Bene. Essi sono riusciti ad ottenere dallo scrittore francese Albert Camus l'autorizzazione a rappresentare la sua opera Caligola [...] È ora noto che lo scrittore francese ha concesso una sola volta i diritti della sua opera a Gérard Philipe ma se ne era pentito amaramente. Philipe, secondo Camus, aveva snaturato il personaggio, aveva tradito completamente il significato del dramma. Da allora il Caligola è rimasto, come dire, "chiuso sotto chiave" e persino attori illustri si sono sentiti negare il permesso di metterlo in scena. Non si conosce cosa abbiano detto i due giovani al Premio Nobel Camus per ottenere il suo consenso, né si conosce che cosa abbia indotto quest'ultimo a concederlo...».[4]

Il Caligola beniano fu un vero trionfo, con un pubblico in delirio, ma già da questo primo successo la critica si spacca in due, tra fautori e detrattori. In platea al Teatro delle Arti c'erano molte personalità famose: letterati, politici, attori, registi, tra cui Roberto Rossellini, Mario Pannunzio, Sandro De Feo... Durante la rappresentazione uno spettatore si addormentò ronfando in seconda fila, attirando l'attenzione di Carmelo Bene che, nei panni dell'imperatore folle, immediatamente scese dal palco e gli mollò un sonoro ceffone ridestandolo dal suo incauto sonno.

Anton Giulio Bragaglia, in particolare, entusiasta, definisce Bene un «attore di razza». John Francis Lane scrive sul Times di Londra elogiando lo spettacolo e la nuova stella nascente del teatro italiano. Il giornalista inglese molti anni più tardi ricorderà quell'evento dicendo:

«Io ho visto il debutto di Carmelo Bene in palcoscenico, a Roma, il famoso Caligola, che era quasi uno spettacolo tradizionale. Non era lui il regista, però abbiamo capito subito che era un attore straordinario e che avrebbe fatto bene al teatro. [...] E io ho scritto subito un articolo sul Times di Londra, dicendo questo era un nuovo uomo di teatro eccezionale. La cosa ha fatto un po' scandalo a Roma perché dicevano: "... ma come il Times parla di questo cialtrone?..." Poi questo cialtrone sarebbe diventato una icona della cultura italiana.[5]»

Della seconda edizione del Caligola, Giannino Galloni scrive sull'Unità:[6]

«...ecco un attore, lo diciamo in tutte le lettere, nuovo, pieno di idee e di mezzi tecnici fino allo spreco. Che il cielo lo protegga.[7]»

  1. ^ In realtà il genere, per quanto concerne le opere beniane, è difficile da determinare. Carmelo Bene definisce a volte la sua arte (teatrale, filmica, letteraria, ...) "degenere".
  2. ^ Bisogna valutare il fatto che Bene considera le sue versioni non rivisitazioni o reinterpretazioni di un testo, ma una restituzione del così definito da Klossowski "significato metafisico del teatro". Vita di Carmelo Bene, op. cit., pag. 331
  3. ^ Sia nella Vita di Carmelo Bene (op. cit., pp. 57-58) che nel libro di Giuliana Rossi, I miei anni con Carmelo Bene (op. cit., pag.17), viene raccontato che Albert Camus avesse tolto i diritti a tutti, perfino a Laurence Olivier, dopo aver assistito alcuni anni addietro all'allestimento del suo Caligola fatto da Giorgio Strehler e Renzo Ricci.
  4. ^ Camus ha concesso "Caligola" a giovani attori sconosciuti, in La Stampa, 30 settembre 1059, p. 4. URL consultato il 18-11-2010.
  5. ^ La voce che si spense, Questa Italia, programma RAI di Daniela Battaglini, commemorante la scomparsa di Carmelo Bene.
  6. ^ Tonino Conte riferisce che il modo di recitare di Carmelo Bene faceva sorgere in Galloni una rassomiglianza con Memo Benassi. (L'amato Bene, op. cit., pag. 21)
  7. ^ in Vita di Carmelo Bene, op. cit., pag. 60 e in Sono apparso alla Madonna - Fine primo atto

Voci correlate

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