Uomo di Tepexpan

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Tepexpan 1
Copia del cranio
AliasUomo di Tepexpan
SpecieHomo sapiens
Età4.700
Luogo scopertaLago Texcoco, Messico
Anno scoperta1947
Autore scopertaHelmut de Terra

Tepexpan 1, noto come l'Uomo di Tepexpan, è uno scheletro di epoca precolombiana. Fu scoperto dall'archeologo Helmut de Terra nel febbraio del 1947, sulle rive dell'ex Lago Texcoco nel Messico centrale[1][2].

Lo scheletro è stato trovato sdraiato a faccia in giù con le braccia sotto il petto e le gambe tirate verso l'alto. Il corpo, molto probabilmente, è affondato nel fango che lo circondava, lasciando scoperte spalle, schiena e fianchi, il che potrebbe spiegare perché mancano quegli elementi[3], come è anche possibile che il corpo sia stato depositato nel lago[4].

La dataziione del reperto è stata molto dibattuta. Inizialmente i depositi alluvionali ricoperti da strati di carbonato di calcio, insieme ai sedimenti lacustri ed ai depositi più recenti, avevano permesso di datare il sito intorno a circa 8.000-10.000 anni fa[5]. Gli scavi avevano rivelato i resti di cinque mammut che sono stati trovati vicino allo scheletro insieme a scaglie di ossidiana. In seguito, utilizzando metodi al radiocarbonio, i ricercatori hanno concluso che era di età più vicina, intorno a 2.000 anni circa.[senza fonte] Nel 2009 usando invece l'analisi degli isotopi dell'uranio, la dottoressa Silvia Gonzalez, professoressa di geoarcheologia presso la John Moore University di Liverpool, ha rilevato un'età di 4.700 anni circa, sostenendo che la contaminazione dei resti ha portato a degli errori nella datazione al radiocarbonio. Altri critici hanno affermato che il corpo fosse stato introdotto e cioè sepolto in un secondo momento ma scavato nei materiali del Pleistocene[6]

Nel suo rapporto preliminare, Helmut de Terra afferma che "Le ossa ritrovate insieme a quelle craniche, indicano che la persona era di sesso maschile". Sulla base dell'analisi del DNA, un archeologo messicano ha proposto che l'uomo di Tepexpan fosse in realtà una donna.[senza fonte]

Un'analisi dell'uomo di Tepexpan pubblicata nel 1947 da The Science Newsletter, afferma che l'individuo aveva almeno 40 anni al momento della morte: si è potuto stabilire osservando le "cuciture unite nel cranio" (riferite alle suture) ed alle epifisi fuse nelle ossa lunghe.[senza fonte]

Lo scheletro presenta una frattura guarita sull'ulna destra. La Dottoressa De Terra ha ipotizzato che a causa della sua frattura e della vicinanza ai fossili di mammut, lo scheletro potrebbe essere stato di un cacciatore ucciso dai suoi simili o ferito a morte durante la caccia[3][4][6]. La Science Newsletter afferma che l'individuo soffriva di torcicollo a causa dei numerosi depositi calcarei sulle vertebre cervicali. Ciò significa che molto probabilmente potesse soffrire di artrite.[4]

Nella descrizione della Science Newsletter del 1947 veniva descritto come avente "un cranio a cupola alta e pareti sottili" che conteneva "un cervello delle stesse dimensioni di quelli degli indiani di oggi", una mascella "solidamente costruita" e arcate sopraccigliari "prominenti", nonché un "mento nettamente prominente" che lo separerebbe dai primi uomini di Neanderthal. La dentatura consiste in tre denti della mascella superiore, mentre nella mascella inferiore tutti i molari erano scomparsi prima della morte. Sono invece presenti gli incisivi, i canini (denti oculari) ed i premolari, usurati ma ancora in condizioni decenti.[4]

Ambiente del Lago Texcoco

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La dottoressa Gonzalez ha ricostruito l'ambiente del Lago Texcoco intorno al tempo dell'uomo di Tepexpan analizzando i sedimenti ed i fossili dell'area: sabbia, argilla e cenere vulcanica, oltre i fossili di diatomee (alghe microscopiche) e di ostracodi (una forma di piccoli crostacei) stabilendo che il lago era molto profondo, pieno di pesci e circondato da alberi. L'ambiente che circonda il lago Texcoco ha subito grandi cambiamenti negli ultimi 20.000 anni, comprese diverse eruzioni vulcaniche oltre i cambiamenti del livello dell'acqua e dei numerosi tipi di vegetazione. Il lago Texcoco è quasi prosciugato. Si trova nella periferia nord-est di Città del Messico[7].

La datazione al radiocarbonio della successione sedimentaria mostra un'età compresa tra 19.200 e 2800 anni circa. Le nuove serie dell'uranio datano lo scheletro a 4.900 anni, il che indicherebbe l'età dell'Olocene. La successione sedimentaria è stata studiata mediante analisi isotopica, diatomee, geochimica organica e tefrocronologia. Queste linee di evidenza suggeriscono che ci sono stati grandi cambiamenti intorno al lago Texcoco durante il tardo Pleistocene e il tardo Olocene, questi cambiamenti condizianorono anche le condizioni di vita delle popolazioni umane preistoriche che vivevano intorno al lago in quel periodo.[8]

  1. ^ Science: American Face, su time.com, Time, 20 ottobre 1947. URL consultato l'8 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2009).
  2. ^ (EN) Tepexpan 1, su humanorigins.si.edu. URL consultato il 26 aprile 2024.
  3. ^ a b Preliminary Note on the Discovery of Fossil Man at Tepexpan in the Valley of Mexico, in American Antiquity, 1º luglio 1947, pp. 40–44, JSTOR 275752.
  4. ^ a b c d (EN) Tepexpan Man Is Young for His Age, in The Science News-letter, vol. 52, 1947., DOI:10.2307/3924284.
  5. ^ Glenn A. Black, "Tepexpan Man," A Critique of Method, in American Antiquity, vol. 14, n. 4, 1º aprile 1949, pp. 344–346, DOI:10.2307/276279, JSTOR 276279.
  6. ^ a b Mary W. Helms, Middle America: A Culture History of Heartland and Frontiers, University Press of America, 1º gennaio 1982, ISBN 9780819122308.
  7. ^ Isotope analysis dates ancient Mexican, su planetearth.nerc.ac.uk, Planet Earth online, 14 luglio 2009. URL consultato l'8 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2009).
  8. ^ (EN) Lamb, Angela L., Silvia Gonzalez, David Huddart, Sarah E. Metcalfe, Christopher H. Vane e Alistair W.G. Pike, Tepexpan Palaeoindian site, Basin of Mexico: multi-proxy evidence for environmental change during the late Pleistocene–late Holocene, in Quaternary Science Reviews, vol. 28, 2009, pp. 2000-2016, DOI:10.1016/j.quascirev.2009.04.001.

Voci correlate

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Fossili dell'evoluzione dell'uomo