Pedagogista

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Il Pedagogista è una professione Ordinistica normata e disciplinata dalla L 55/24 con una delle seguenti Lauree Magistrali in LM 50, LM 57, LM 85, LM 93, Abilitanti, con Tirocinio e iscrizione all'Albo dei Pedagogisti dell'Ordine dei Pedagogisti, all'esercizio della professione di Pedagogista. Il pedagogista è un professionista specialista, di livello apicale VII EQF o QEQ, nei processi educativi, formativi e pedagogici per tutto il ciclo di vita della persona. Si occupa di sviluppare il potenziale umano e apprenditivo del bambino come dell’adulto, attraverso l'osservazione, l'analisi dei bisogni educativi della persona e la strutturazione di interventi di natura pedagogica.

Caratteristiche della figura professionale[modifica | modifica wikitesto]

In Italia[modifica | modifica wikitesto]

In Italia, il pedagogista è una professionista specialista di livello apicale, VII livello EQF, è una Professione Ordinistica con Albo Pubblico, normata e disciplinata dalla L. 15/04/24 chiamata Legge 55/24 (artt. 1 e 2) ref.in G.U. Serie Generale del 23/04/24 n.95 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2024/04/23/95/sg/pdf La Legge si compone di 13 art. in vigore dall'08/05/24. L'Ordine dei Pedagogisti è sottoposto alla supervisione del Ministero di Giustizia, perchè di area umanistico/sociale. L'Attivita del Pedagogista è svolta con autonomia scientifica e responsabilità deontologica (compresa l'etica) art 1. Per il d.lgs 33/13 sulla trasparenza nei confronti dell'utente in questione viene utilizzato il modulo: consenso informato. Per la legge sulla privacy art. 13 del GDPR 2016/679, viene utilizzato il modulo: informativa sulla privacy, difatti, i Pedagogisti sono tenuti al segreto professionale in caso di violazione si applica l'art. 622 del c.p.. Inoltre, viene applicato l'art. 348 c.p. esercizio abusivo della professione, per chiunque, abusivamente, esercita la professione di Pedagogista in quanto professione Ordinistica protetta, ((ossia senza avere il Titolo di LM abilitante, (o equipollenti/equiparate), alla professione di Pedagogista e di conseguenza senza essere iscritto all'Albo dei Pedagogisti dell'Ordine dei Pedagogisti)), I Pedagogisti hanno una formazione Universitaria c/o i Dipartimenti di Studi Umanistici, dal 2004 in uno dei corsi di Lauree Magistrali LM 50, LM 57, LM 85, LM 93, con 5 anni di formazione (3+2=5 anni), di tipo multidisciplinare che comprendono materie umanistiche e sociali, quali: la pedagogia, la psicologia, l'antropologia, la sociologia, la metodologia della ricerca sociale ed educativa, la filosofia, la storia e alcune discipline mediche. Dette Lauree Magistrali sono abilitanti all'esercizio della professione di pedagogista, con Tirocinio TPV Tirocinio Pratico Valutativo di 30 cfu, interno al corso di studi, da svolgersi c/o un ente esterno. Il Tirocinio poi è discusso mediante, una PPV Prova Pratico Valutativa, davanti alla commissione esterna, formata dall'Ordine dei Pedagogisti, poco prima della discussione della Tesi di Laurea Magistrale, durante la seduta di Laurea Magistrale rif. art. 2 della L.55/24 e riportata nella rif. L. 8 novembre 2021, n. 163, art. 1 co.1 bis. Non essendo una Legge retroattiva, per continuare ad esercitare la professione di pedagogista è necessaria l'iscrizione all'Albo Pubblico dei Pedagogisti dell'Ordine dei Pedagogisti e degli educatori professionali sociopedagogici, pur non facendo il tirocinio ma riconoscendone il lavoro sul campo, anche per i già Laureati con Lauree equiparate ed equipollenti al Pedagogista: del 1936/1992 il diploma di Laurea DL in Pedagogia di 4 anni (L 073, e con vari indirizzi L 072 e da L 224 a L 244); del 1992/1999 il Diploma di Laurea DL in Scienze dell'Educazione L 083 di 4 anni (i 3 indirizzi) ; del 1999/2004 le Lauree Specialistiche (3+2= 5 anni) LS 56, LS 65, LS 87. Per i soli pedagogisti di LS e LM entrambi di 5 anni (3+2=5 anni), che hanno anche la Laurea L 19 ( o ex C18): in educatore professionale sociopedagogico, o di educatore professionale nido d'infanzia, è consentita l'iscrizione ad entrambi gli Albi: Albo dei Pedagogisti e Albo degli educatori professionali sociopedagogici. L'attivita del Pedagogista si rivolge: alla persona, alla coppia, alla famiglia, al gruppo, agli organismi sociali e alla comunità in generale. Il pedagogista svolge la sua professione in forma: autonoma o subordinata, presso le pubbliche amministrazioni e nei servizi pubblici e privati, in particolare nei comparti educativo, sociale, scolastico, formativo, penitenziario e socio-sanitario, quest'ultimo limitatamente agli aspetti socio-educativi, Opera in ambito educativo, formativo e pedagogico in relazione a qualsiasi attivita' svolta in modo formale, non formale e informale. Il pedagogista svolge funzioni di: consulenza tecnico- scientifica, coordinamento, direzione, monitoraggio, verifica, supervisione degli interventi con valenza educativa, formativa e pedagogica, progettazione, gestione, valutazione di interventi in campo pedagogico, educativo e formativo, orientamento scolastico e professionale, promozione culturale, consulenza, didattica, ricerca e sperimentazione nel proprio ambito professionale. L'attivita professionale del pedagogista comprende l'uso di strumenti: conoscitivi, metodologici e di intervento per la prevenzione, l'osservazione pedagogica, la valutazione e l'intervento pedagogico sui bisogni educativi manifestati dal bambino e dall'adulto nei processi di apprendimento.


In particolare il pedagogista è in grado di assumere ruoli qualificati nelle seguenti aree:

  • area scolastica: servizi di consulenza pedagogica nei Centri di informazione e consulenza delle scuole di ogni ordine e grado, coordinamento pedagogico speciale, progetti di intervento speciale per soggetti disabili, progetti di prevenzione del disagio sociale, della dispersione scolastica, del bullismo; servizi per l'orientamento, servizi di dopo-scuola e attività educative extrascolastiche, servizi specialistici (potenziamento e recupero) per utenti con bisogni educativi speciali (BES) e/o disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) e in centri di formazione professionale; negli istituti superiori, come docente di cattedra e docente di sostegno; curare l'aggiornamento in servizio degli insegnanti su incarico degli Uffici scolastici regionali.
  • area socio-educativa, socio-assistenziale e socio-sanitaria: centri socio-educativi, centri occupazionali diurni, centri di accoglienza per disabili, asili nido, cooperative di lavoro deputate all'accoglienza delle persone con disabilità, oratori e ludoteche, centri di aggregazione giovanile, consultori, centri per le famiglie, servizi di sostegno alle famiglie, servizi di mediazione familiare, comunità residenziali per disabili, comunità residenziali per minori, servizi per minori stranieri, servizi di operatori di strada, clownterapia, servizi socio-culturali, informa-giovani, servizi socio-educativi degli enti locali, servizi per la tutela dei diritti dell'infanzia, cooperative sociali; centri di recupero per tossicodipendenti; servizi educativi in carcere; telefoni rosa e azzurri, e centri per la violenza su donne e su minori; servizi per l'inserimento lavorativo mirato per soggetti disabili o problematici per quanto riguarda la consulenza pedagogica e la progettazione educativa.
  • area giuridica: affido, adozione, situazioni di abuso, violenza e maltrattamento di donne e minori, criminalità minorile, nuove dipendenze adolescenti e adulti, divorzi, consulenze tecniche in cause e indagini civili e penali CTU, Perito, CTP, CT, Ausiliario di PG, Ausliario di tutti questi sopra, (compreso il ruolo di giudice onorario non togato).
  • area privata: il pedagogista può esercitare la professione in qualità di dipendente o di libero professionista in tutti i settori previsti dal ruolo.


In Europa[modifica | modifica wikitesto]

Il percorso formativo del pedagogista e il suo ruolo nella società sono molto diversi da cultura a cultura. Nei paesi di lingua tedesca il termine Pädagoge è utilizzato quale sinonimo sia di "educatore" che di "docente", e in una seconda accezione significa "studioso di pedagogia",[1] ma questa parola non configura alcuna denominazione professionale riconosciuta,[2] mentre in Spagna la professione è organizzata formalmente in collegi su base regionale – per esempio il Colegio oficial de pedagogos y psicopedagogos de la Comunidad Valenciana.[3]

Il colloquio pedagogico di consulenza[modifica | modifica wikitesto]

Il pedagogista attiva interventi pedagogici di tipo scientifico ed etico in vista di obiettivi univoci, seppur considerando l'eterogeneità delle condizioni umane e delle esigenze di ogni individuo. Il pedagogista, attraverso il colloquio di consulenza, agisce in funzione del miglioramento del benessere della persona e della sua qualità di vita. Il colloquio è educazione professionale in atto, finalizzata ai seguenti scopi:

  • aumentare il livello di adattamento della persona;
  • "tirare fuori" (ex-ducere) le potenzialità dell'individuo;
  • realizzare un processo di empowerment, aumentando l'autostima della persona, il senso di autoefficacia, l'autodeterminazione;
  • far emergere risorse individuali e accompagnare la persona verso un'appropriazione consapevole del potenziale individuale.[4]

Il pedagogista, nell’esercizio della sua professione, pone in essere la relazione d’aiuto di natura educativa, un’alternativa esclusiva alla relazione terapeutica formalmente intesa. Il pedagogista lavora attraverso la relazione e il dialogo di matrice socratica, applicando i momenti della confutazione e della maieutica. La relazione d’aiuto del pedagogista è una forma di intervento dialogico, differente dall’intervento psicologico-psicoterapeutico, in quanto si svolge sempre e comunque sul piano esplicito socio-relazionale in ordine a dimensioni essenziali quali: il progetto di vita, la relazionalità intersoggettiva, l’educare all’attività. La relazione d’aiuto messa in essere dal pedagogista è infatti totalmente esplicita; basata sul dialogo critico, sulla condivisione di riflessioni e comunicazioni; stimola il confronto; contribuisce a non perdere di vista la realtà concreta; guida ad affrontare in modo costruttivo le situazioni difficoltose favorendo ascolto, relazionalità e comunicazione. Il pedagogista distingue ciò che è conscio ma sottinteso e sottaciuto, da ciò che è inconscio e che è competenza di altre professionalità. Difatti il pedagogista opera nel conscio, seppur non discusso, e soprattutto sugli aspetti di vita educativa (es. problematiche familiari/relazionali) che non diventano oggetto di analisi critica.[5]

Anche quando interpretato come momento di educazione terapeutica, il colloquio pedagogico di consulenza spiega la propria efficacia attraverso una «totale assenza di ritualità cliniche».[6]

Il colloquio di consulenza pedagogica si situa nell'arco temporale del presente, e punta a un cambiamento nel comportamento, nel modo di porsi rispetto a se stessi. Il pedagogista non cerca elementi profondi, non elabora un'analisi diagnostica di motivazioni recondite, bensì lavora e si rapporta ai dati emergenti durante il colloquio. Il colloquio pedagogico, non configurandosi come cura terapeutica, rimane dunque coerente con il mandato epistemologico della pedagogia. La natura consulenziale del colloquio pedagogico è data dal fatto che il pedagogista aggiunge, agli elementi forniti dall'utente, la propria preparazione teorico-pratica e le proprie metodologie pedagogiche, per accompagnarlo verso un nuovo livello di sviluppo individuale.[4]

La supervisione pedagogica[modifica | modifica wikitesto]

La supervisione del pedagogista si qualifica come una particolare forma di consulenza che viene attivata principalmente in contesti lavorativi. La supervisione come pratica di supporto e potenziamento alla professione nasce in Inghilterra alla fine dell'Ottocento ad opera dei pastori Barnett, i quali per primi riconobbero la necessità di istituire un «supporto socio-pedagogico»[7] in grado di formare le professioni a carattere socio-educativo e socio-sanitario. L’idea era quella di offrire un sostegno a questi professionisti realizzando momenti di analisi delle esperienze e di individuazione di strategie operative da mettere in campo. Di recente la supervisione è vista come strumento utilizzato dal gruppo di lavoro in contesti «ad alto contenuto di relazioni di aiuto […] individuando sedi e tempi per un confronto generando opportunità per ri-orientare e umanizzare le relazioni che si svolgono all’interno dei servizi»[8].

In ambito pedagogico la supervisione si occupa di sollecitare e favorire la pratica riflessiva delle professionalità educative impegnate nei vari servizi innescando «interconnessioni creative di sguardi e saperi in grado di fornire molteplici chiavi di lettura, rafforzare competenze, definire strategie di riprogettazione»[7]. Il pedagogista esperto in questi casi lavora affinché gli operatori modifichino e ridefiniscano le azioni in base alle esigenze che si trovano a dover soddisfare. La supervisione viene a definirsi, dunque, come «un sostegno efficace nel processo di strutturazione di un circolo virtuoso tra teoria e prassi: affinché si realizzino le condizioni per cui la teoria possa guidare la pratica, attraverso l’elaborazione di criteri di lettura della realtà»[7].

Il supervisore lavora affinché gli educatori riflettano sul proprio agire professionale, prendendo coscienza di se stessi e del contesto in cui operano, «sviluppando un pensiero sull’esperienza, rapportandola agli schemi mentali, ai valori e alle interpretazioni sottese nonché alle caratteristiche del contesto di appartenenza osservandone i processi evolutivi e le risorse»[7]. Dopo aver fornito gli strumenti per avviare questa riflessione sulla prassi, il supervisore assume il ruolo di valutatore individuando i punti di forza e di debolezza ancora permanenti nel servizio. Nell’intraprendere un percorso valutativo l’esperto può scegliere tra due diversi tipi di valutazione: valutazione in itinere, in cui l’attenzione è rivolta ai cambiamenti in atto, o la valutazione di percorso dei partecipanti, in cui il supervisore predispone un «setting accogliente, facilitante e non giudicante in grado di accogliere la sfera privata di ogni soggetto»[7] , in modo tale che educatori e gruppo possano condividere pensieri, valori e opinioni sul ruolo professionale ricoperto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) R. Wahrig-Burfeind (a cura di), Wahrig. Deutsches Wörterbuch, Gütersloh, Bertelsmann Lexikon Verlag, 2008, p. 1106, SBN IT\ICCU\RMB\0678622.
  2. ^ Il Lehrbuch der Rorschach-Psychodiagnostik: für Psychologen, Ärzte und Pädagogen (1ª ed. 1949) presupporrebbe una interpretazione specialistica del ruolo del pedagogista proprio nel contesto culturale di lingua tedesca, e da lunga data. In italiano il volume è stato pubblicato fino agli anni Novanta: E. Bohm, Manuale di psicodiagnostica di Rorschach: per psicologi, medici e pedagogisti, Firenze, Giunti, 1995, SBN IT\ICCU\CFI\0303855.
  3. ^ Cfr. (ES) copypcv.org, https://www.copypcv.org/web/index.aspx.
  4. ^ a b P.P. Cavagna, Manuale per il colloquio pedagogico di consulenza, Oristano, ESC, 2015, SBN IT\ICCU\CAG\2054332.
  5. ^ F. Blezza, Il pedagogista 2007. Una professione dalla storia antica e dalla necessità sociale attuale, Roma, Aracne, 2007, SBN IT\ICCU\PUV\1098699.
  6. ^ C. Doliana, «Il pedagogista e l'educazione terapeutica: tra rinuncia al modello medico e rifiuto degli approcci magici». In: Professione Pedagogista. Rivista dell'Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani (ANPE), vol. 14-15, n. 34-35, 2010, pp. 26-34, https://www.anpe.it/rivista-professione-pedagogista/n-3435-anno-xivxv-dicembre-2009aprile-2010.
  7. ^ a b c d e F. Oggionni, La supervisione pedagogica, Milano, Franco Angeli, 2013, SBN IT\ICCU\MIL\0851448.
  8. ^ L. Regoliosi e G. Scaratti, Il consulente del lavoro socioeducativo: formazione, supervisione, coordinamento, Roma, Carocci, 2002, SBN IT\ICCU\RAV\0910682.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi D'Alonzo (et al.), La consulenza pedagogica: pedagogisti in azione, Roma, Armando, 2012, SBN IT\ICCU\MOD\1609836.
  • Angelo Deiana e Mary Gaudioso, Le best practices associative. In: A. Deiana e S. Paneforte (a cura di), Il futuro delle associazioni professionali. Orizzonti strategici, strumenti, best practices, Milano, Il Sole 24 Ore, 2010, pp. 229-260, SBN IT\ICCU\TO0\1814241.
  • (EN) Tiziana Filippini e Simona Bonilauri, The role of the 'Pedagogista': an interview with Lella Gandini. In: C.P. Edwards, L. Gandini e G.E. Forman, The hundred languages of children: the Reggio Emilia approach. Advanced reflections, 2ª ed., Westport CT, Ablex Publishing, 1998, pp. 127-138.
  • Vanna Iori, Identità professionale dell’educatore e del pedagogista: riferimenti normativi. In: Università degli studi Suor Orsola Benincasa (a cura di), Civitas educationis. Education, politics and culture, vol. 4, n. 1, Milano-Udine, Mimesis, 2015, SBN IT\ICCU\CFI\0794599.
  • Silvia Negri, La consulenza pedagogica: prospettive professionali, Roma, Carocci, 2014, SBN IT\ICCU\CFI\0893732.
  • Paolo Orefice e Enricomaria Corbi, Le professioni di educatore, pedagogista e pedagogista ricercatore nel quadro europeo. Indagine nazionale sulla messa a sistema della filiera dell'educazione non formale, Pisa, ETS, 2017, SBN IT\ICCU\CFI\0954867.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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