Presence (album)

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Presence
album in studio
ArtistaLed Zeppelin
Pubblicazione31 marzo 1976
Durata44:26
Dischi1
Tracce7
GenereHard rock
Blues rock
EtichettaSwan Song Records
ProduttoreJimmy Page
RegistrazioneMusicland Studios (Monaco)
FormatiLP, MC
Note1ª Posizione in Inghilterra e 2ª Posizione negli U.S.A.
Certificazioni
Dischi di platinoBandiera del Regno Unito Regno Unito[1]
(vendite: 300 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti (3)[2]
(vendite: 3 000 000+)
Led Zeppelin - cronologia
Album precedente
(1975)
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[3]
OndaRock

Presence è il settimo album in studio della rock band inglese Led Zeppelin, pubblicato il 31 marzo del 1976 dalla Swan Song Records.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il tour a supporto del loro album precedente, Physical Graffiti, pubblicato all'inizio del 1975, la band si prese una breve pausa con l'intenzione di iniziare poi un importante tour negli Stati Uniti il ​​23 agosto ma, a seguito di un incidente stradale sull'isola greca di Rodi il 4 agosto, Robert Plant riportò gravi ferite [4] e il tour venne cancellato.[5] A causa del loro status di esuli fiscali, Plant passp la degenza all'estero, inizialmente a Jersey nelle Isole del Canale e poi a Malibù, in California, dove scrisse alcuni testi che riflettevano sulla sua situazione personale e si interrogavano sul futuro. Jimmy Page lo raggiunse a settembre e la coppia iniziò a pianificare un nuovo album.[6] I due prepararono abbastanza materiale per poterlo presentare al resto della band; gli altri due membri, John Bonham e John Paul Jones, si unirono a loro presso lo SIR Studio di Hollywood dove provarono il materiale per tutto ottobre 1975.[7]

Una volta elaborati gli arrangiamenti, il gruppo era ansioso di registrare. Page preferiva andare ai Musicland Studios di Monaco, in Germania, che secondo lui disponevano di strutture di registrazione all'avanguardia.[8] Plant si stava ancora riprendendo dall'incidente e cantava stando su una sedia a rotelle.[9] L'album fu registrato e mixato con Keith Harwood, da tempo ingegnere del suono per il gruppo, e fu completato in diciotto giorni, con i mix finali terminati il ​​27 novembre.[10]  Questo è stato il tempo di registrazione più veloce ottenuto dalla band dal loro album di debutto.[11]

Le sessioni di registrazione affrettate furono in parte il risultato del fatto che lo studio era stato già prenotato dai Rolling Stones per il loro album Black and Blue. Page ottenne dagli Stones due giorni aggiuntivi durante i quali completò tutte le sovraincisioni di chitarra in una lunga sessione.[10] Page e Harwood hanno poi lavorato sui mix praticamente senza sosta finché non si sono addormentati; chi si svegliava per primo tornava alla scrivania per proseguire. Page in seguito dichiarò di avere lavorato circa 18-20 ore ogni giorno durante le sessioni.[12]

Anche per Plant le sessioni di registrazione furono particolarmente impegnative; lo studio era nel seminterrato di un vecchio albergo che il cantante soffriva come claustrofobico oltre alle conseguenze dell'incidente stradale che ancora si facevano sentire; sentì anche molto l'assenza della famiglia e questo lo portò a rivalutare le priorità nella sua vita.[13]

Poiché l'album fu completato un giorno prima della festa americana del Ringraziamento, Plant suggerì alla casa discografica che l'album dovesse intitolarsi Ringraziamento ma questa idea fu rapidamente abbandonata a favore di un titolo che si pensava avrebbe rappresentato la forza e la presenza che i membri della band sentivano circondare il gruppo.[11]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Vinse il Disco d'Oro il 1º aprile del 1976, raggiungendo il 1º posto nelle vendite negli Stati Uniti per due settimane e in Inghilterra, il secondo in Giappone, il quarto in Australia e Norvegia, il quinto in Olanda e Francia e l'ottavo in Svezia e Nuova Zelanda.[senza fonte]

Copertina[modifica | modifica wikitesto]

La copertina fu opera della Hipgnosis con George Hardie; all'esterno e all'interno ci sono immagini di persone che interagiscono con un oggetto nero a forma di obelisco; all'interno della custodia l'oggetto è indicato semplicemente come "The Object". Doveva rappresentare la "forza e presenza" degli Zeppelin.[14][15] Il co-fondatore di Hipgnosis, Storm Thorgerson ha scritto che l'obelisco rappresentava il potere dei Led Zeppelin, dicendo che erano "così potenti, non avevano bisogno di essere lì".[16][17]  Sia Page che Plant hanno affermato che la presenza dell'oggetto nelle fotografie ha fatto fermare le persone e pensare a ciò che è reale, che rifletteva la musica.[17] Lo sfondo nella foto di copertina è un porto turistico artificiale, installato nell'arena di Earl's Court a Londra per l'annuale Boat Show, nell'inverno 1974-75 dove la band suonò una serie di concerti maggio 1975, pochi mesi dopo il salone nautico. Le fotografie della copertina interna provenivano da varie immagini di archivio ed erano progettate per assomigliare a un articolo del National Geographic.[18]  La ragazza sulla foto di copertina posteriore era Samantha Gates, ed era apparsa anche (con suo fratello Stefan) sulla copertina di Houses of the Holy.[15]  Hipgnosis e Hardie furono nominati per un Grammy Award per la miglior copertina nel 1977.[19] Come promozione pubblicitaria, la Swan Song Records produsse mille copie in plastica del monolito, che andarono a ruba.[senza fonte]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi e musiche di Jimmy Page e Robert Plant.

  1. Achilles Last Stand – 10:25
  2. For Your Life – 6:24
  3. Royal Orleans – 2:58 (John Bonham, John Paul Jones, Page, Plant)
  4. Nobody's Fault but Mine – 6:16
  5. Candy Store Rock – 4:12
  6. Hots On for Nowhere – 4:44
  7. Tea for One – 9:27

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Led Zeppelin

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 14 febbraio 2016. Digitare "Presence" in "Keywords", dunque premere "Search".
  2. ^ (EN) Led Zeppelin - Presence – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 13 marzo 2015.
  3. ^ (EN) Presence, su AllMusic, All Media Network.
  4. ^ Plant Car Accident, Tour Postponed (Press Release), su ledzeppelin.com, 8 August 1975.
  5. ^ Dave Lewis, Led Zeppelin: A Celebration, Omnibus Press, 10 Apr 2012, p. 68.
  6. ^ Lewis, Dave (1990). Led Zeppelin : A Celebration. Omnibus Press. ISBN 978-0-711-92416-1. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 90
  7. ^ Lewis, Dave (1990). Led Zeppelin : A Celebration. Omnibus Press. ISBN 978-0-711-92416-1. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 57, 90
  8. ^ Lewis, Dave (1990). Led Zeppelin : A Celebration. Omnibus Press. ISBN 978-0-711-92416-1. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 18, 57
  9. ^ Lewis, Dave (1990). Led Zeppelin : A Celebration. Omnibus Press. ISBN 978-0-711-92416-1. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag 18, 90
  10. ^ a b Lewis, Dave (1990). Led Zeppelin : A Celebration. Omnibus Press. ISBN 978-0-711-92416-1. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 18
  11. ^ a b Lewis, Dave (1990). Led Zeppelin : A Celebration. Omnibus Press. ISBN 978-0-711-92416-1. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 57
  12. ^ Tolinski, Brad; Di Bendetto, Greg (January 1998). "Light and Shade". Guitar World.
  13. ^ Welch, Chris (1994). Led Zeppelin. Orion Books. ISBN 978-1-85797-930-5. pag. 79 - 81
  14. ^ Lewis, Dave (1990). Led Zeppelin : A Celebration. Omnibus Press. ISBN 978-0-711-92416-1. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 57
  15. ^ a b Lewis, Dave (2010). Led Zeppelin: The 'Tight But Loose' Files. Omnibus Press. ISBN 978-0-857-12220-9. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 152
  16. ^ Storm Thorgerson, Classic Sleeves, in Classic Rock, November 2009.
  17. ^ a b Calef, Scott (2011). Led Zeppelin and Philosophy: All Will Be Revealed. Open Court. ISBN 978-0-812-69776-6. Archived from the original on 27 February 2017. Retrieved 24 July 2018. pag. 135
  18. ^ Popoff, Martin (2017). Led Zeppelin: All the Albums, All the Songs. MBI Publishing Company. ISBN 978-0-760-35211-3. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 193
  19. ^ Akkerman, Greg (2014). Experiencing Led Zeppelin: A Listener's Companion. Rowman & Littlefield. ISBN 978-0-810-88916-3. Archived from the original on 21 May 2021. Retrieved 24 July 2018. pag. 162

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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