Pitiriasi rosea

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Pitiriasi rosea
Pitiriasi rosea di Gibert. Piccole lesioni maculopapulari estese a livello del torace e dell'addome. Si noti la chiazza madre a livello della porzione superiore della linea alba.
Specialitàdermatologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD017515
MedlinePlus000871
eMedicine1107532

La pitiriasi rosea (di Gibert) è una dermatosi benigna caratterizzata da un decorso lento e un quadro clinico specifico. Fu descritta per la prima volta nel 1860 dal francese Camille-Melchior Gibert (1797-1866).

Epidemiologia

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Colpisce soprattutto soggetti giovani (10-35 anni, negli ultimi anni però si sono verificati casi anche in età più avanzata), per lo più nei mesi primaverili e autunnali.

L'eziologia è sconosciuta. Tuttavia la presentazione clinica e le reazioni immunologiche suggeriscono che alla base del disturbo vi possa essere una possibile infezione virale. Alcuni autori ritengono che possa essere correlata a una riattivazione di una infezione da herpes virus, in particolare i ceppi 6 e 7, che possono causare la roseola infantum durante l'infanzia.[1][2][3][4]

La malattia compare senza nessun prodromo e senza altri sintomi con l'esclusione delle caratteristiche manifestazioni cutanee. Il periodo di osservazione dell'insorgenza si nota maggiormente durante i cambi stagionali, esposizione prolungata ad agenti in ambito lavorativo (polveri, particelle varie, ecc.) che vanno a determinare una secchezza particolare della cute.

Colpisce il busto, gli arti superiori e il cuoio capelluto; raramente il volto, gli arti inferiori, e i genitali. Si determina la formazione della prima "macchia" dapprima rosea detta "madre", dove le lesioni definite "a medaglione" sono di forma ovalare con eritema e desquamazione, i limiti sono netti e i bordi della lesione sono appena rilevati. C'è una risoluzione centrale. In seguito, dopo qualche settimana, vi è un ispessimento e secchezza con la "maturazione" del punto interessato. Il colore si intensifica per poi regredire rimanendo tuttavia la particolare mancanza di elasticità e idratazione del sito. La "macchia madre" assume un decorso "pulsante" e col passare del tempo altre macchie si susseguono a dislocazione casuale, le quali una volta "maturate" scompaiono, pur rimanendo quella madre.

Le manifestazioni cutanee si riscontrano nel tronco, collo e terzo superiore degli arti superiori. Esistono inoltre manifestazioni cliniche riguardanti morfologia e topografia delle lesioni atipiche.

I dermatologi spesso pongono la diagnosi solo su base clinica. Se la diagnosi non è chiara possono essere eseguiti alcuni esami per fare diagnosi differenziale ed escludere alcune condizioni simili: ad esempio la malattia di Lyme, la psoriasi guttata, l'eczema nummulare o discoide, l'eritema fisso da farmaci, la tinea corporis e la pitiriasi versicolor (micosi cutanee), la dermatite seborroica (clinicamente distinguibile grazie alle peculiari squame untuoso-giallastre) e altri esantemi virali.[5]

La biopsia delle lesioni permette di evidenziare eritrociti fuoriusciti dai vasi e localizzati all'interno di papille dermiche, così come cellule discheratosiche all'interno del derma.[6]

Tende all'autorisoluzione e non esiste una vera e propria terapia. Si consigliano l'uso di detergenti a pH leggermente acido, e con elevata idratazione. Regredisce in pochi mesi, per poi a volte ritornare. L'esposizione alla luce solare sembra accelerare la risoluzione della malattia.[7] Sono da utilizzare delle semplici precauzioni per evitare che la pitiriasi rosea possa condurre a ulteriori problematiche collaterali. È assolutamente da evitare grattare la pelle per il prurito ma piuttosto utilizzare delle creme emollienti. Il farmaco antivirale aciclovir sembra ridurre la durata e la gravità del disturbo.[8]

A volte, soprattutto nei bambini può essere utile il talco mentolato per lenire il prurito. Infine è sconsigliato assolutamente la somministrazione di cortisonici per via sistemica perché possono aggravare il quadro clinico della patologia che si manifesta una volta sola nella vita.

  1. ^ Poljacki M, Rajić N, Matić M, [Etiopathogenic importance of human herpes viruses type 6, 7 and 8 in manifestations of certain skin diseases], in Med. Pregl., vol. 54, n. 9-10, 2001, pp. 459–63, PMID 11876008.
  2. ^ Drago F, Broccolo F, Javor S, Drago F, Rebora A, Parodi A, Evidence of human herpesvirus-6 and -7 reactivation in miscarrying women with pityriasis rosea, in Journal of the American Academy of Dermatology, vol. 71, n. 1, 2014, pp. 198–9, DOI:10.1016/j.jaad.2014.02.023, PMID 24947696.
  3. ^ Cynthia M. Magro, A. Neil Crowson e Martin C. Mihm, The Cutaneous Lymphoid Proliferations: A Comprehensive Textbook of Lymphocytic Infiltrates of the Skin, John Wiley and Sons, 2007, pp. 36–, ISBN 978-0-471-69598-1.
  4. ^ Mahajan K, Relhan V, Relhan AK, Garg VK, Pityriasis Rosea: An Update on Etiopathogenesis and Management of Difficult Aspects, in Indian J Dermatol, vol. 61, n. 4, 2016, pp. 375–84, DOI:10.4103/0019-5154.185699, PMC 4966395, PMID 27512182. URL consultato il 9 marzo 2017.
  5. ^ Horn T, Kazakis A, Pityriasis rosea and the need for a serologic test for syphilis, in Cutis, vol. 39, n. 1, 1987, pp. 81–2, PMID 3802914. URL consultato il 9 marzo 2017.
  6. ^ Okamoto H, Imamura S, Aoshima T, Komura J, Ofuji S, Dyskeratotic degeneration of epidermal cells in pityriasis rosea: light and electron microscopic studies, in Br. J. Dermatol., vol. 107, n. 2, 1982, pp. 189–94, PMID 6179530. URL consultato il 9 marzo 2017.
  7. ^ Horio T, Skin disorders that improve by exposure to sunlight, in Clin. Dermatol., vol. 16, n. 1, 1998, pp. 59–65, PMID 9472434.
  8. ^ Ganguly S, A Randomized, Double-blind, Placebo-Controlled Study of Efficacy of Oral Acyclovir in the Treatment of Pityriasis Rosea, in J Clin Diagn Res, vol. 8, n. 5, 2014, pp. YC01–4, DOI:10.7860/JCDR/2014/8140.4360, PMC 4080052, PMID 24995231. URL consultato il 9 marzo 2017.

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