Olio di sabina

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L'olio di sabina è una tintura ottenuta tramite la distillazione delle foglie e dei rami giovani della pianta del Ginepro sabina.

Da non confondere con l'olio Sabina, un olio extravergine di oliva (DOP) delle province italiane di Roma e Rieti.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Nell'uso esterno l'olio di sabina veniva ampiamente utilizzato per trattare diverse affezioni cutanee tra cui verruche e ulcere sifilitiche, ma anche considerato valido trattamento contro disturbi come gotta e reumatismi.[1]

Per l'uso interno l'olio veniva usato come emmenagogo, per indurre il flusso mestruale, e come terapia abortiva popolare, seppur con esiti talvolta anche mortali per la donna, a causa della sua elevata tossicità. Era considerato come un valente emostatico e vermifugo.[1]

Nonostante la sua indubbia ed elevata tossicità, la validità del suo uso si è largamente sostenuta fino alla fine del XIX secolo:

«L’olio di Sabina è un potente veleno [...] produce infiammazione gastroenterica [...] la sua azione irritante sui reni provoca ematuria [...] Si sono verificati numerosi casi di avvelenamento mortale in seguito alla somministrazione dell’olio allo scopo di provocare aborti [...] le morti provocate da questa sostanza sono molto più frequenti di quanto in genere si crede [...] Gli effetti abortivi sono il risultato di una grave intossicazione che mette a rischio la vita [...]

Io considero che la savina sia uno dei farmaci più sicuri ed efficaci, con il vantaggio di potere essere somministrato senza alcun rischio.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Giuseppe Mazza, Juniperus sabina, su Monaco Nature Encyclopedia, 9 agosto 2008. URL consultato il 10 febbraio 2021.
  2. ^ Charles Douglas Fergusson Phillips e George Oliver Pierce, Materia medica and therapeutics vegetable kingdom organic compounds animal kingdom /, J. & A. Churchill,, 1886. URL consultato il 10 febbraio 2021.