Mustela putorius

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Puzzola europea[1]
Stato di conservazione
Rischio minimo[2]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineCarnivora
FamigliaMustelidae
GenereMustela
SpecieM. putorius
Nomenclatura binomiale
Mustela putorius
(Linnaeus, 1758)
Areale

La puzzola (Mustela putorius, Linnaeus, 1758), nota anche come puzzola comune, nero o puzzola della foresta, furetto europeo, o furetto selvaggio, è un mammifero carnivoro della famiglia dei Mustelidi[3].

Con lo stesso nome vengono a volte designate le specie appartenenti al genere Mephitis e Ictonyx, il cui nome comune corretto è invece moffette per le prime e zorille per le seconde, con cui la puzzola è solo lontanamente imparentata, ma con cui condivide la caratteristica capacità di secernere una sostanza maleodorante da apposite ghiandole sottocaudali: la specie condivide invece un legame assai più diretto con le altre specie di mustelidi come il visone europeo (Mustela lutreola), con cui si ibrida facilmente[4]. La sua domesticazione, originariamente per fini venatori, ha dato origine al furetto.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Con sei sottospecie riconosciute (Mustela putorius anglia, Mustela putorius aureola, Mustela putorius caledoniae, Mustela putorius mosquensis, Mustela putorius putorius, Mustela putorius rotschildi). Invece le sottospecie eversmanii e furo vengono attualmente considerate specie a sé stanti col nome di Mustela eversmanii e Mustela furo. La puzzola europea è diffusa in tutta l'Europa, a nord fino alla Svezia meridionale e alla Finlandia meridionale[5]: manca invece sul versante adriatico della Croazia e in Grecia, mentre la si trova, seppure sia ivi assai rara, in Gran Bretagna. Nel XIX secolo la specie è stata inoltre introdotta in Nuova Zelanda, dove si è ambientata con successo a scapito della fauna locale.
In Italia la sottospecie nominale è diffusa, sia pure in maniera piuttosto discontinua, in tutta la penisola, mentre manca completamente sul territorio insulare[6].

Una caratteristica notevole della puzzola è la grande varietà di habitat in cui può prosperare: infatti la si trova dalle coste marine fin sulle montagne e vive altrettanto a suo agio tra le dune sabbiose o sulle rupi a picco sul mare, così come nelle praterie o nelle gole boscose. Tuttavia predilige le aree umide, come le rive di fiumi e pozze o comunque zone in prossimità di fonti d'acqua.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Misura fino a 60 cm di lunghezza, di cui fino a 20 cm spettano alla coda, per un peso che può superare il chilo e mezzo: tuttavia questi valori massimi si riferiscono esclusivamente a esemplari di sesso maschile, in quanto in questa specie i maschi sono molto più grandi delle femmine, arrivando a pesare il doppio di esse e a misurare fino a un terzo in più.

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare imbalsamato in Vallonia: notare il corpo affusolato.

Il corpo ha forma cilindrica ed è allungato e affusolato, in contrasto con le zampe corte e tozze: quando l'animale corre, compie ampie falcate piegandosi come un bruco, acquistando una velocità del tutto inaspettata. La testa è massiccia e arrotondata, con una caratteristica conformazione mandibolare, quasi sigillata al resto del cranio che conferisce all'animale una presa eccezionale durante il morso[7].

Il pelo, rado e setoloso d'estate e folto e sericeo d'inverno, è di colore bruno scuro sul dorso, con tendenza a scurirsi man mano che si va verso la zona ventrale, che, così come le zampe e la coda, tende al colore nero: è presente inoltre un folto sottopelo di color crema, la cui presenza è particolarmente evidente sui fianchi dell'animale. La testa, anch'essa nera, presenta dei disegni bianchi o di color crema su orecchie, muso e guance che vanno a formare una curiosa mascherina attorno agli occhi.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La puzzola ha abitudini prettamente notturne e solitarie: durante il giorno cerca rifugio in una cavità tranquilla, che può essere rappresentata sia da un anfratto naturale fra le rocce sia dalla tana abbandonata di una volpe o di un coniglio o da cui il legittimo proprietario viene scacciato in malo modo o ucciso. Nelle aree antropizzate le puzzole utilizzano anche le cataste di legname o le abitazioni come rifugi diurni.
Al calare delle tenebre l'animale esce in cerca di cibo, muovendosi velocemente sulle corte zampe che durante la deambulazione vengono mosse a mo' di planata: la puzzola si muove prevalentemente sul terreno, in quanto è assai meno atta di altri mustelidi, in primo luogo la faina e la martora, all'arrampicata e al movimento fra le fronde.
A causa delle sue abitudini spiccatamente solitarie, la puzzola è assai poco comunicativa e per la maggior parte del tempo resta in silenzio: tuttavia è in grado di emettere brevi guaiti o squittii; invece l'animale eccitato o spaventato emette dalle ghiandole sottocaudali il caratteristico liquido maleodorante per il quale l'animale è tanto conosciuto. Tale liquido non ha scopo difensivo come spesso si è pensato, quanto piuttosto una funzione territoriale, in quanto le puzzole prese in cattività non emanano quasi del tutto l'odore molesto[8]. Oltre che con il proprio odore, le puzzole sono solite lasciare in segno di avvertimento per altri esemplari le proprie feci lungo i tragitti che il padrone di casa è solito percorrere, avendo cura di depositare i suoi escrementi in luoghi strategici.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di animali prettamente carnivori: si nutrono principalmente di ratti, topi e conigli, uccelli e loro uova, rane, lucertole e serpenti[9].
La puzzola individua la preda grazie allo sviluppatissimo olfatto: una volta raggiunta, l'animale azzanna la malcapitata vittima al collo, serrando le mascelle in modo così tenace che è possibile sollevare l'animale in aria assieme alla sua preda senza che esso allenti la presa. In tal modo le puzzole hanno ragione anche di animali di dimensioni assai maggiori, come i grossi conigli. Le puzzole usano trasportare prede di piccole dimensioni afferrandole a metà dorso, più o meno come fanno i cani da caccia quando riportano la selvaggina[10].
Quando il cibo scarseggia, la puzzola può ripiegare sugli invertebrati e addirittura cominciare a nutrirsi di bacche e frutti: tuttavia essa è assai meno atta dei suoi parenti Canidi e Ursidi a digerire tali tipi di cibo e perciò se ne nutre solo in casi eccezionali. Del tutto infondata è la credenza secondo cui la puzzola sia immune al veleno delle vipere, che è solita cacciare.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Un cucciolo di puzzola: la caratteristica mascherina non compare prima dei tre mesi di vita.

La stagione degli amori cade durante l'inverno: i maschi, che spesso lottano fra loro per conquistarsi il diritto di accoppiarsi con la femmina, durante la copula afferrano coi denti la nuca delle femmine, scuotendole con veemenza.
La femmina è in grado di ritardare per varie settimane l'impianto dell'ovulo fecondato sulle pareti uterine: per questo motivo, anche se l'accoppiamento avviene in inverno, i cuccioli nascono solitamente in aprile-maggio. La gestazione dura circa sei settimane, al cui termine la femmina dà alla luce una cucciolata comprendente dai tre agli otto cuccioli, ciechi, sordi e ricoperti da una rada pelliccia biancastra, mentre la pelle è di colore rosato: in prossimità del parto, essa comincia a foderare il nido con erba secca e pelo per renderlo più confortevole. I cuccioli vengono svezzati attorno al mese d'età: tuttavia la femmina continua ad accudirli sino al raggiungimento della taglia adulta (attorno al terzo mese) anche se i cuccioli non possono dirsi sessualmente maturi prima dei sei mesi di vita.
La femmina è solita partorire una sola volta all'anno: tuttavia se la nidiata non sopravvive, può andare nuovamente in estro per rimpiazzarla.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Mustela putorius, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ (EN) Duckworth, J.W. (Small Carnivore Red List Authority) & Schipper, J. (Global Mammal Assessment Team) 2008, Mustela putorius, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  3. ^ Vincent Wildlife Trust/The Mammal Society Polecat Survey 2004-2006
  4. ^ Lodé T., Guiral G. & Peltier D. (2005) European mink-polecat hybridisation events: hazards from natural process ? Journal of Heredity 96 (2): 1-8
  5. ^ Mapmaker at european-mammals.org, accessed November 2007 Mammal mapping
  6. ^ Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di), Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14 (PDF), Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2011).
  7. ^ Lundrigan, B. and M. Conley. 2001. "Mustela putorius" (On-line), Animal Diversity Web. Accessed February 04, 2009 at Mustela putorius[collegamento interrotto]
  8. ^ Grzimek, B. 1990. Grzimek's Encyclopedia of Mammals. New York; NY: McGraw Hill
  9. ^ Lodé, T. (2000) Functional response and area-restricted search in a predator: seasonal exploitation of anurans by the European polecat, Mustela putorius Austral Ecology 25 (3), 223–231.
  10. ^ Nowak, R. 1999. Walker's Guide to Mammals of the World. Baltimore; MD: Johns Hopkins Press

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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