Fluoruro di iodio(I)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Fluoruro di iodio(I)
Struttura del monofluoruro di iodio
Struttura del monofluoruro di iodio
Modello della molecola del monofluoruro di iodio
Modello della molecola del monofluoruro di iodio
Nome IUPAC
fluoruro di iodio(I), monofluoruro di iodio
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareIF
Peso formula (u)145,90
Numero CAS13873-84-2
PubChem139637
SMILES
FI
Proprietà chimico-fisiche
Temperatura di fusione−28 °C (245 K) dec[1]
Proprietà termochimiche
ΔfH0 (kJ·mol−1)–95,7[2]
ΔfG0 (kJ·mol−1)–118,5[2]
S0m(J·K−1mol−1)236,2[2]
C0p,m(J·K−1mol−1)33,4[2]
Indicazioni di sicurezza
Frasi H--[3]

Il fluoruro di iodio(I) o monofluoruro di iodio è il composto binario interalogenico dello iodio con il fluoro, avente formula IF.[4] In questo fluoruro lo iodio è nello stato di ossidazione +1. È una specie molto instabile che non è mai stata isolata con certezza, ma solo osservata e caratterizzata spettroscopicamente.[1][5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo a pubblicare notizie sul composto fu R. A. Durie che nel 1951 ne osservò lo spettro di emissione.[6] Successivamente nel 1960 Schmeisser e Scharf attribuirono alla presenza di IF la colorazione marrone ottenuta introducendo fluoro in una soluzione di iodio in CCl3F a –78 ºC.[7]

Sintesi[modifica | modifica wikitesto]

Benché non si riesca ad isolarlo, IF si può ottenere facendo reagire iodio con IF3 in soluzione di CCl3F a –78 ºC:[7][8]

Una reazione alternativa è la reazione tra XeF2 e iodio.[9]

Proprietà e struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il monofluoruro di iodio, pur essendo una sostanza termodinamicamente stabile rispetto agli elementi costitutivi (ΔHƒ° = -95,4 kJ/mol, ΔGƒ° = -117,6 kJ/mol),[10] cineticamente è molto instabile e tende a disproporzionare a iodio molecolare e pentafluoruro di iodio, ed è quindi ottenibile solo in quantità molto piccole:[5][7] a –78 ºC è descritto come una polvere bianca, ma sopra a circa −14 °C la reazione di disproporzione è molto rapida:[11]

Nella molecola I−F il legame singolo presente è quello più stabile tra i monofluoruri di alogeno (energia di legame di ≈ 277 kJ/mol[11]) e, data la differenza di elettronegatività, è molto polarizzato (Iδ+—Fδ), con la densità elettronica maggiormente addensata sull'atomo di fluoro: la carica parziale calcolata sull'atomo di iodio è piuttosto notevole, +0,567 e;[12] parallelamente, la molecola presenta un notevole momento dipolare, μ = 1,948 D.[13]

In fase gassosa diluita il fluoruro di iodio mostra una relativa moderata stabilità[14] e questo ha consentito una sua parziale caratterizzazione spettroscopica. La spettroscopia rotazionale nella regione delle microonde ha permesso, tra l'altro, di ricavare la lunghezza del legame I−F, pari a 190,97 pm.[15][16] Il parziale carattere ionico in un legame covalente tende normalmente a rafforzalo e quindi ad accorciarlo:[17] la distanza attesa, data dalla somma dei raggi covalenti di I e F, è infatti maggiore, pari a (57+139) pm = 196 pm.[18]

Il potenziale di ionizzazione di IF, pari a 10,54 eV, è maggiore di quello di I2 (9,307 eV[19]).[20]

Applicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante IF sia così instabile da poter essere difficilmente isolato, può essere utilizzato in reazioni di addizione ad alcheni generandolo in situ.[9][21] Negli anni 80 del novecento furono fatte ricerche per utilizzarlo in apparecchiature laser.[22][23]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Greenwood e Earnshaw 1997
  2. ^ a b c d Lide 2005
  3. ^ Questa sostanza non è stata ancora classificata in termini di pericolosità o non è stata ancora trovata una fonte affidabile e citabile.
  4. ^ (EN) Shlomo Rozen, Iodine Monofluoride, John Wiley & Sons, Ltd, 15 aprile 2001, DOI:10.1002/047084289x.ri015, ISBN 978-0-471-93623-7. URL consultato il 20 maggio 2024.
  5. ^ a b Cotton et. al 1999
  6. ^ Durie 1951
  7. ^ a b c Schmeisser e Scharf 1960
  8. ^ Brauer 1975
  9. ^ a b Shellhamer et al. 1999
  10. ^ N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the Elements, 2ª ed., Butterworth - Heinemann, 1997, p. 825, ISBN 0-7506-3365-4.
  11. ^ a b Egon Wiberg, Nils Wiberg e A. F. Holleman, Anorganische Chemie, 103. Auflage, De Gruyter, 2017, p. 506, ISBN 978-3-11-026932-1, OCLC 970042787. URL consultato il 20 maggio 2024.
  12. ^ (EN) Olga M. Zarechnaya, Aleksei A. Anisimov e Eugenii Yu Belov, Polycentric binding in complexes of trimethylamine-N-oxide with dihalogens, in RSC Advances, vol. 11, n. 11, 2 febbraio 2021, pp. 6131–6145, DOI:10.1039/D0RA08165E. URL consultato il 20 maggio 2024.
  13. ^ K.P.R. Nair, J. Hoeft e E. Tiemann, Electric dipole moment of the diatomic if molecule, in Chemical Physics Letters, vol. 60, n. 2, 1979-01, pp. 253–256, DOI:10.1016/0009-2614(79)80027-5. URL consultato il 20 maggio 2024.
  14. ^ A. P. Irsa e L. Friedman, Mass spectra of halogen fluorides, in Journal of Inorganic and Nuclear Chemistry, vol. 6, n. 2, 1º aprile 1958, pp. 77–90, DOI:10.1016/0022-1902(58)80051-2. URL consultato il 20 maggio 2024.
  15. ^ IF Molecular Constants, su physics.nist.gov. URL consultato il 20 maggio 2024.
  16. ^ K. P. Huber e G. Herzberg, Molecular Spectra and Molecular Structure IV: Constants of Diatomic Molecules, Van Nostrand Reinhold, 1979.
  17. ^ J. E. Huheey, E. A. Keiter e R. L. Keiter, Chimica Inorganica, Principi, Strutture, Reattività, 2ª ed., Piccin, 1999, pp. 301-304, ISBN 88-299-1470-3.
  18. ^ (EN) Beatriz Cordero, Verónica Gómez e Ana E. Platero-Prats, Covalent radii revisited, in Dalton Transactions, n. 21, 14 maggio 2008, pp. 2832–2838, DOI:10.1039/B801115J. URL consultato il 20 maggio 2024.
  19. ^ (EN) NIST Office of Data and Informatics, Iodine, su webbook.nist.gov. URL consultato il 20 maggio 2024.
  20. ^ (EN) NIST Office of Data and Informatics, Iodine monofluoride, su webbook.nist.gov. URL consultato il 20 maggio 2024.
  21. ^ Rozen e Brand 1985
  22. ^ Davis e Hanko 1980
  23. ^ Diegelmann et al. 1980

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia