Ctenocephalides canis

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Pulce del cane
Preparato in fotomicrografía di una pulce della specie Ctenocephalides canis
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumProtostomia
(clade)Ecdysozoa
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineSiphonaptera
FamigliaPulicidae
SottofamigliaArchaeopsyllinae
GenereCtenocephalides
SpecieC. canis
Nomenclatura binomiale
Ctenocephalides canis
Dugès 1832
Nomi comuni

pulce del cane

La Ctenocephalides canis o pulce del cane è un parassita cosmopolita, ovvero diffuso in tutto il globo terrestre, e sceglie come ospite in prevalenza cani e gatti, ma può scegliere per necessità anche l'uomo. Essa è vettore del parassita Dipylidium caninum, appartenente alla classe dei cestoda, che può comportare per l'uomo la patologia detta infezione da Dipylidium caninum o tenia canina, e di un altro parassita, il Dipetalonema reconditum, un verme appartenente ai nematodi, un parassita dei tessuti sottocutanei che colpisce soprattutto i canidi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La Ctenocephalides canis si presenta di colore rossastro scuro, ma si differenzia dagli altri generi della sua famiglia per la presenza di un pettine genale, ovvero di una serie di aculei sulla cuticola intorno alla bocca e di uno pronotale, ovvero lungo il primo segmento del torace. La sua testa è rotondeggiante anteriormente ed ha delle setole sulla parte posteriore della tibia[1].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La Ctenocephalides canis presenta gli stessi habitat e le stesse abitudini della Ctenocephalides felis; tuttavia, essa è meno diffusa e comune della seconda: anche se non sono state fornite spiegazioni oggettive al riguardo, è probabile che la pulce del gatto sia più resistente ai disinfettanti ed ai prodotti antiparassitari[2]. Normalmente viene usato il piriprolo come principio attivo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ National Public Health of Wales, Ricerca di ectoparassiti nei tessuti, pag. 10, 2006.
  2. ^ Brian Morris, Insects and human life, Berg Publishers, 2004, pag. 257, ISBN 1-84520-075-6,

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Askew R.R., Parasitic insects. Heinemann, London, 1973.
  • Dryden M.W. Biology of fleas of cats and dogs. in Comp. Cont. Educ. Pract. Vet. 15, 569-579., 1993

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