Clostridium thermocellum

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Clostridium thermocellum
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Classificazione scientifica
DominioProkaryota
RegnoBacteria
PhylumFirmicutes
ClasseClostridia
OrdineClostridiales
FamigliaClostridiaceae
GenereClostridium
SpecieC. thermocellum
Nomenclatura binomiale
Clostridium thermocellum
Viljoen et al., 1926

Il Clostridium thermocellum è una specie di batterio appartenente alla famiglia delle Clostridiaceae. Viene chiamato anche microrganismo cellulolitico e vive in diversi habitat, nel suolo ma anche nel sistema digerente di insetti o vermi e nel rumine degli erbivori. Il C. thermocellum ha ottenuto un notevole interesse nella ricerca dal momento che è in grado di idrolizzare direttamente un substrato ricco di cellulosa e sintetizzare etanolo. Questa abilità lo rende utile per convertire la biomassa in una sorgente energetica adoperabile. La degradazione della cellulosa viene attuata dal batterio da un grande complesso di cellulasi extracellulare detto cellulosoma, il quale contiene circa 20 subunità catalitiche.[1]

Il sistema di cellulasi di questo batterio differisce in maniera significativa dalle cellulasi fungine poiché possiede un'attività molto più elevata sulla cellulosa cristallina, a tal punto da riuscire a solubilizzare completamente le sorgenti di cellulosa come il cotone [2]. Tuttavia ci sono alcune problematiche nell'applicazione di questo organismo, infatti ha rese di etanolo alquanto basse causate da metabolismi fermentativi secondari che producono acetato, formiato e lattato in contemporanea con l'etanolo.[3]

Ci sono anche delle evidenze sperimentali che mostrano una qualche inibizione del processo produttivo mediata dalla presenza di idrogeno e influenzata dall'agitazione nel bioreattore.[4] Alcune recenti ricerche mirano a ottimizzare la via metabolica di produzione dell'etanolo nella speranza di creare una conversione della biomassa più efficiente.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ JGI: Archiviato il 21 dicembre 2007 in Internet Archive. Clostridium thermocellum ATCC 27405
  2. ^ Cellulase, Clostridia, and Ethanol
  3. ^ Ibid.
  4. ^ Characterization of Clostridium thermocellum JW20 (PDF), su aem.asm.org.
  5. ^ U.S. Department of Energy: Archiviato il 27 aprile 2007 in Internet Archive. Cellulosic Ethanol

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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