'Ndrina Acri

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La 'ndrina Acri è una cosca malavitosa o 'ndrina della 'ndrangheta calabrese di Rossano in Provincia di Cosenza con propaggini in Germania[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sfugge al blitz "Timpone Rosso" nel luglio del 2009 il boss Nicola Acri.
  • Il 20 novembre 2010 i carabinieri arrestano a Borgo Panigale (un quartiere di Bologna) il presunto boss Nicola Acri, detto occhi di ghiaccio[2].
  • Il 19 giugno 2013 vengono arrestate 28 persone degli Acri, tra cui anche un consigliere comunale, in tutta Italia: Rossano, Vigevano (Pavia), Viterbo, Parma e Cuneo, accusati di associazione di stampo mafioso, spaccio di droga, estorsioni, ricettazione e tentato omicidio. Sono stati sequestrati beni del valore di 40 milioni di euro[3], tra cui 25 beni immobili, acquistati ad un prezzo complessivo di 2 milioni; 17 società, per un fatturato complessivo di circa 10 milioni; 45 rapporti bancari, con saldi positivi per circa 160.000 euro; 45 vetture, acquistate ad un prezzo complessivo di circa 380.000 euro e 7 polizze assicurative, per un controvalore pari a circa 20.000 euro[4][5].

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Nicola Acri (1979, detto occhi di ghiaccio) è un criminale italiano di Rossano (CS) legato agli Abbruzzese di Cassano allo Ionio; è stato arrestato a Borgo Panigale (BO) dopo 3 anni di latitanza, insieme a lui altri 2 fiancheggiatori. Era nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi al mondo, condannato all'ergastolo per omicidio e accusato di altri 5 omicidi, tra cui quello più efferato di Primiano Chiarello prima tagliato a pezzi e poi sciolto nel acido in una campagna di Cassano allo Ionio (CS). Negli ambienti criminali è conosciuto come occhi di ghiaccio non solo per il colore dei suoi occhi ma anche per la sua spietatezza a compiere gli omicidi come dicono i collaboratori di giustizia ed in un'intercettazione si dice di lui come spara. Nicola Acri è impressionante, usa due pistole contemporaneamente. La sua salita criminale al potere arriva presto per lui: a 21 anni era già capo-'ndrina di Rossano. È stato implicato anche nella famigerata strage di Strongoli avvenuta nel 2000 in questo paese in provincia di Crotone dove furono ammazzati a colpi di kalashnikov 5 persone in contrasto con i Giglio di Strongoli. Per l'accusa, Salvatore Giglio era il mandante ed Acri l'esecutore, furono condannati all'ergastolo in primo e secondo grado dopo varie contraddizioni dei collaboratori. La Cassazione mandò indietro il processo dove in appello sono stati assolti poi divenuta definitiva; ancora oggi la strage non ha un colpevole. Ora si trova in regime di 41 bis, il cosiddetto carcere duro, a Cuneo. Dal 25 maggio 2021, ha iniziato a collaborare con la giustizia[6].
  • Gennarino Acri (fratello di Nicola).
  • Salvatore Galluzzi 1976 (u Rizz)
  • Orazio Acri 1965 (pierino)
  • Maurizio Barilari 1969
  • Donato Espedito 1966
  • Sergio Esposito (pica pica)
  • Gianluca Fantasia 1975
  • Roberto Feratti 1957
  • Giuseppe Ferrante 1982 (Antonello, il siciliano)
  • Carmine Morello 1974 (u richiarare)
  • Luigi Polillo 1982
  • Antonio Ruffo 1973
  • Sergio Sapia 1960
  • Gennaro Scura 1985
  • Gaetano Solferino 1979
  • Francesco Sommario 1975 (u caino)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Operazione Stige del 2018
  2. ^ Arrestato 'occhi di ghiaccio' Acri, uno dei boss della 'ndrangheta. Aveva il covo nel Ferrarese, in Il resto del Carlino, 20 novembre 2010. URL consultato il 19 giugno 2013.
  3. ^ La rete di garanzia e protezione della cosca Acri-Morfò che parte da Rossano (Cosenza) e arriva a Vigevano (Pavia), su Guardie o ladri, 21 giugno 2013. URL consultato l'8 luglio 2016.
  4. ^ 'Ndrangheta, colpo alla cosca Acri: 28 arresti, anche un consigliere comunale, in repubblica.it, 19 giugno 2013. URL consultato il 19 giugno 2013.
  5. ^ La mamma ammazzata e il papà «affiliato» in manette: in dieci giorni il dramma della ragazzina di Dorno, su milano.corriere.it. URL consultato l'8 luglio 2016.
  6. ^ Si è pentito Nicola Acri, boss di Rossano e killer sanguinario, in Corriere della Calabria, 25 maggio 2021. URL consultato il 25 maggio 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]