Vittorio Parisi (cantante)

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Vittorio Parisi
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereOpera lirica
Canzone napoletana
Musica leggera
Periodo di attività musicale1919 – 1951
EtichettaPhonotype, La voce del padrone, Fonit

Vittorio Parisi (Napoli, 28 febbraio 1892Napoli, 11 luglio 1955) è stato un cantante italiano.

Vittorio Parisi nacque a Napoli il 28 febbraio 1892 da Federico e da Maria Matania, preceduto dal fratello Pasquale e dalle sorelle Adele e Margherita. Proveniente da una famiglia di modestissime condizioni economiche, tentò durante l'adolescenza i più umili mestieri manuali e, contemporaneamente, si dedicò allo studio della musica, in particolar modo al canto lirico.

Nel 1919 iniziò la sua carriera da tenore, debuttando al Teatro della Pergola di Firenze nel ruolo del Conte d'Almaviva ne Il barbiere di Siviglia di Rossini. Appartenente alla categoria dei cosiddetti "tenori di grazia", Parisi sviluppò una promettente carriera operistica, cantando a Venezia, Roma e Bologna. Il 19 marzo 1921, per la prima volta, ebbe la soddisfazione di salire sul palco del San Carlo, il leggendario teatro della sua città, sempre ne Il barbiere di Siviglia e sotto la direzione di Edoardo Mascheroni, che avrebbe poi rappresentato anche nell'aprile dell'anno successivo.

Nell'agosto dello stesso anno Salvatore Papaccio aveva accettato di presentare la canzone Silenzio cantatore ad un'audizione della Casa Editrice La Canzonetta, che si sarebbe svolta al Salone Margherita di Roma, ma, preso da un attacco di nostalgia causata dal morboso attaccamento alla sua città, si rese indisponibile per l'appuntamento. Evemero Nardella, allora, consigliò a Francesco Feola, direttore de La Canzonetta, di chiamare a sostituirlo il giovane Parisi, reduce da una stagione lirica ricca di successi. Al cantante, che sognava di diventare il nuovo Caruso, la proposta sembrò quasi un'offesa, tanto che, per non rifiutare il gentile invito del maestro, chiese come compenso la cifra di 500 lire a sera (la stessa che era stata data a Papaccio), convinto che avrebbe ottenuto un diniego. Feola invece accettò e Parisi, con enorme stupore, firmò il lauto contratto, diventando, in seguito alle calde e prolungate ovazioni ottenute con Silenzio cantatore, uno dei più acclamati cantanti del periodo. Da allora, dalla stampa e dal pubblico, venne inventata un'accesa sua rivalità con Papaccio, creando ad arte due partiti contrapposti, parisiani e papacciani, che rimarcavano in senso modernamente commerciale le loro differenze stilistiche. I due cantanti, invece, erano legati da una profonda amicizia e stima, e, insieme al più anziano Gennaro Pasquariello, vennero definiti le tre "P" della canzone napoletana.

Sempre nel 1922 Parisi lanciò con successo al Teatro Politeama 'E pparole d' 'o core e l'anno successivo, al cinema-teatro Santa Lucia, il pubblico rispose con lo stesso entusiasmo ascoltando i brani Maria 'a riggina 'e Napule e Tutt' 'e Marie, presentati dal cantante in occasione di una serata organizzata da Libero Bovio per la Casa Editrice Santa Lucia. Nel 1924 partecipò alla prima Piedigrotta Rossi, portando in gara i brani 'A terra mia, Careno 'e fronne (Malincunia d'autunno) e Lo stornello del rimpianto. Successivamente prese parte alla prima Piedigrotta Marechiaro, gareggiando con le canzoni 'A varca nova, Mandulinata 'e stelle e Nido azzurro. Nello stesso anno incise per l'etichetta discografica Phonotype i 78 giri Dorme Maria/Mandulinata 'e stelle e 'A terra mia/Figliole 'e Napule. Lanciò anche il brano Qui fu Napoli, che però non incise, mentre il 3 ottobre incise la canzone Ammore gnurante.

Nel 1925 prese parte alla seconda edizione della Piedigrotta Rossi con il brano Sola tu e nel 1928 incise il brano Quanno tramonta 'o sole.

Nel 1930 lanciò al Teatro Augusteo la canzone Dicitencello vuje, che poi incise insieme a Connola d'ammore per La voce del padrone. Nello stesso anno, inoltre, incise Ammore canta, 'A canzone d' 'a felicità, Tutta pe' mme, Chella ca cerca 'o core, Maria 'a riggina 'e Napule, Tutt' 'e Marie, Comme o zuccaro, 'A retirata, 'A sirena, Chella d' 'e rrose, Fantasia e Palomma 'e notte.

All'inizio degli anni trenta Parisi intraprese una lunga tournée negli Stati Uniti, dove trovò grande successo esibendosi in coppia con Gilda Mignonette, considerata la regina degli emigranti. Nel 1931 incise il 78 giri Adduormete cu mme/Nun me scetà, due brani scritti da Ernesto Murolo e musicati da Ernesto Tagliaferri, il secondo dei quali eseguito in duetto con la Mignonette.

Nel 1932, presso il Casinò Municipale di Sanremo, si tenne il primo Festival Napoletano. Parisi ne prese parte ed interpretò i brani Ammore canta, Marechiare e Torna a Surriento, in coppia con Ferdinando Rubino. Con il cast al completo eseguì invece Lariulà, Napule e 'O paese d' 'o sole.

Nel 1934 il cantante interpretò al Festival di Piedigrotta il brano Passione, che poi incise. Nello stesso anno registrò anche I' te vurria vasà e Mandulinata a Napule, insieme al soprano Rosetta Ferlito. Al Festival di Piedigrotta tornò nel 1938, lanciando la canzone 'Na sera 'e maggio e nello stesso anno registrò, inoltre, le canzoni Canzona 'e ll'ammore addurmuto e Dincello tu.

Durante il concorso di Piedigrotta del 1939 Parisi eseguì per la prima volta un brano tratto dalle sue composizioni, Serenata all'antica, scritto in collaborazione con Ugo Matania, pittore e illustratore di copertine per Mattino illustrato. Nello stesso anno, in veste di cantante, prese parte al film Napoli che non muore.

Nel 1946, dopo i turbolenti anni del secondo conflitto mondiale, Parisi effettuò le sue ultime incisioni per la Fonit, con i 78 giri Chi parla 'e Napule/Chi si?, Varca luntana/Autunno malinconico, Serenata d' 'e tre canzone/Tre corde, Varca lucente/Tammurriata ggelosa, Nun me lassà/Parlame 'e Napule, Bbona furtuna/Nun sai chiagnere, Serenata a tarantella/Via nova, Fisarmonica luntana/Suspiro 'e chitarra, Malincunia d' 'a sera/Duje core 'nnammurate e Vierno/Palomma.

Dopo un attacco di cuore nel 1949, fu costretto a rallentare la sua attività e a ritirarsi definitivamente dalle scene nel 1951, dedicandosi alla composizione di molte poesie e all'insegnamento di canto, che aveva iniziato con molto impegno già dai primi anni quaranta. Tra i suoi allievi ci fu il giovane Guglielmo Chianese, futuro Sergio Bruni, che il 14 maggio 1944 presentò davanti al pubblico del Teatro Reale.

Ai primi di luglio del 1955 venne pubblicato il suo volume di poesie Fattarielle 'e ll'età, illustrato dalla nipote Tullia Matania. L'11 dello stesso mese, all'età di 63 anni, Vittorio Parisi si spense nella sua Napoli a causa di un infarto, sussurrando dolcemente alla sorella Margherita: "Stuta 'a luce, me sto addurmenno".

Discografia parziale

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Voci correlate

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