Benvenuta

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Benvenuta
Titolo originaleBenvenuta
Paese di produzioneFrancia, Italia, Belgio
Anno1983
Durata105 min
Generedrammatico
RegiaAndré Delvaux
SoggettoSuzanne Lilar
SceneggiaturaAndré Delvaux
ProduttoreJean-Claude Betz, Renzo Rossellini
Casa di produzioneU.G.C., Europe 1, France 3 Cinéma, La Nouvelle Imagerie, Opera Film Produzione
Distribuzione in italianoGaumont Italia
FotografiaCharles Van Damme
MontaggioAlbert Jurgenson
MusicheFrédéric Devreese
ScenografiaClaude Pignot
CostumiRosine Delamare, Annalisa Nasalli-Rocca, Ann Verhoeven
TruccoThi Loan Nguyen
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Benvenuta è un film del 1983 diretto da André Delvaux.

François, giovane sceneggiatore, visita la scrittrice Jeanne, autrice del romanzo Benvenuta, per sviluppare un film. La trama si dirama, quindi, nel libro che racconta la relazione fra una pianista belga e un magistrato italiano.[1]

Morando Morandini commenta, tramite il suo dizionario omonimo, come sia un film affascinante ed intrigante ma riuscito in parte, dovuto forse alla presenza eccessiva di letteratura.[2]

In un articolo de La Stampa, il regista racconta che per realizzare il film ci sono voluti ben 3 anni di lavorazione.[3]

La pellicola è un adattamento del romanzo La Confession anonyme di Suzanne Lilar.

È una coproduzione italo-belga, sostenuta tramite il fondo per la cultura del Governo federale del Belgio.

Delvaux ritiene che il lungometraggio sia un lavoro strettamente legato al senso di realismo magico.[2] Nel film, infatti, si intreccia la storia semi-biografica della realizzazione del film con la trama del romanzo, perdendo quindi la nozione di realtà e finzione.

  1. ^ Benvenuta, su cinematografo.it. URL consultato il 2020-11-1 (archiviato il 5 novembre 2020).
  2. ^ a b Benvenuta, su mymovies.it. URL consultato il 2020-11-1 (archiviato il 20 ottobre 2020).
  3. ^ Siamo europei, non facciamo film americani, su archiviolastampa.it, 9-6-85. URL consultato il 2020-11-1 (archiviato l'8 novembre 2020).
  4. ^ A Delvaux l'Efebo d'Oro di Agrigento, su archiviolastampa.it. URL consultato il 2020-11-1.

Collegamenti esterni

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