Aquila e Priscilla
Santi Aquila e Priscilla | |
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Martirio dei santi Aquila e Priscilla, affresco a Gračanica (Kosovo) del 1318 c. | |
Sposi e martiri, discepoli di san Paolo | |
Nascita | Giudea |
Morte | Roma |
Venerato da | Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa |
Ricorrenza | 8 luglio |
Patrono di | S.S. Lazio |
Aquila e Priscilla furono due coniugi giudei, discepoli di san Paolo, convertiti al Cristianesimo e appartenenti alla prima generazione cristiana. Vivevano a Roma dove erano fabbricanti di tende. Si parla di loro negli Atti degli Apostoli. Sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica.
Le grafie greche dei nomi sono rispettivamente Ἀκύλας, Akúlas, e Πρίσκιλλα, Priskilla.
Nel Nuovo Testamento
[modifica | modifica wikitesto]Priscilla è diminutivo di Prisca e appare negli Atti degli Apostoli; invece nelle lettere paoline appare sempre la forma originale Prisca. Per questo motivo alcuni identificano Priscilla con santa Prisca, patrona delle catacombe romane, morta con il marito per decapitazione.
Lasciarono Roma in seguito all'espulsione voluta dell'imperatore Claudio contro i giudei (anno 49 o 50) e si stabilirono a Corinto (Atti 18,1-3[1]), dove diedero ospitalità all'apostolo Paolo di Tarso durante la sua prima visita alla città; lavoravano insieme, visto che erano dello stesso mestiere.
Non si conosce la data della loro conversione alla fede cristiana.
Accompagnarono Paolo a Efeso (Atti 18,18-19[2]), istruirono l'alessandrino Apollo (Atti 18,26[3]), ospitarono di nuovo l'apostolo Paolo per tre anni durante il suo terzo viaggio missionario, e nella loro casa si riuniva la comunità cristiana (1 Corinzi 16,19[4]), lasciarono Efeso per Roma, probabilmente dopo la sommossa provocata dall'argentiere Demetrio (Atti 19,24-41[5]).
Anche a Roma si riuniva una comunità cristiana in casa loro (Romani 16,3-5[6]). Tuttavia lasciarono nuovamente la città, probabilmente per la persecuzione di Nerone, e si stabilirono un'altra volta a Efeso (2Tim 4,19[7]).
Varie volte il Nuovo Testamento menziona Priscilla prima di Aquila, e la causa non è nota. Le varie opinioni sono passate in rassegna da Karl Josef Rudolph Cornely nell'opera Commentarius in epistolam ad Romanos (Parigi, 1896, p. 772). Lo stesso autore analizza anche i frequenti cambi di residenza dei due al momento di commentare Romani 16,3-5[8].
Culti e patronati in Italia e estero
[modifica | modifica wikitesto]Il Martirologio Romano li commemora l'8 luglio.
Sant'Aquila è patrono della squadra di calcio italiana della Lazio, prima società sportiva a poter vantare un'icona santificale, che l'ha ufficialmente istituito su proposta di un tifoso[9][10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ At 18,1-3, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ At 18,18-19, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ At 18,26, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 1Cor 16,19, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ At 19,24-41, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Rm 16,3-5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ 2Tim 4,19, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Rm 16,3-5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Domani sarà Sant’Aquila, la festa del Santo Patrono biancoceleste, sslazio.it, 7 luglio 2018. URL consultato il 9 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2018).
- ^ Gian Luca Mignogna, L'8 luglio sarà Sant'Aquila: la Lazio ha il suo Santo Patrono - Focus Avvocato Mignogna, su Laziostory.it, 27 giugno 2018. URL consultato il 29 maggio 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Aquila and Priscilla, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Aquila e Priscilla
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Aquila e Priscilla
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Aquila e Priscilla, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Aquila e Priscilla, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.