Cesare Arnaud di San Salvatore
Cesare Arnaud conte di San Salvatore | |
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Deputato del Regno di Sardegna | |
Legislatura | VI |
Collegio | collegio elettorale di Castelnuovo d'Asti |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Professione | militare |
Cesare Arnaud di San Salvatore | |
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Nascita | Torino, 29 gennaio 1797 |
Morte | 29 aprile 1873 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sardegna |
Forza armata | Regia Armata Sarda |
Arma | Fanteria |
Corpo | Granatieri |
Grado | Maggiore |
Guerre | Settima coalizione |
Campagne | Campagna di Lione (1815) |
dati tratti da Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821)[1] | |
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Cesare Arnaud, conte di San Salvatore (Torino, 29 gennaio 1797 – 29 aprile 1873), è stato un militare e politico italiano, che fu deputato presso il Parlamento del Regno di Sardegna con la VI legislatura (1857-1860).
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nacque a Torino il 29 gennaio 1797, figlio del conte Oddone e della contessa Giacinta Campana.[2] Dopo la restaurazione il 28 ottobre 1814 si arruolò nella Regia Armata Sarda in qualità di cadetto.[1] Sottotenente soprannumerario nel Reggimento di Cuneo il 2 febbraio 1815, prese parte alla campagna contro la Francia del 1815, divenendo sottotenente effettivo l'8 novembre dello stesso anno.[1] Il 1 agosto 1819 entrò in servizio nel corpo dei granatieri, venendo promosso tenente d'ordinanza il 4 luglio 1820, tenente dei granatieri il 2 febbraio 1821, capitano in seconda il 18 gennaio 1827, capitano in prima il 28 gennaio 1828, fu trasferito in servizio presso il 1º Reggimento della Brigata Cuneo il 1 gennaio 1832, e promosso maggiore, fu trasferito in servizio nella Brigata Casale.[1]
Nel 1842 era in servizio presso la Compagnia delle guardie del re a Torino.[3] Considerato clericale, nel 1857 venne eletto deputato presso il Parlamento del Regno di Sardegna, collegio di Castelnuovo d'Asti, con la VI legislatura.[4] Lasciò la politica nel 1860, e si spense poi il 29 aprile 1873, lasciando in eredità 500 lire al cavaliere Federico Oreglia di San Stefano, che le trasferì a don Bosco al fine di celebrare 200 messe in suffragio del conte e di sua moglie Camilla.[2] Sposato in seconde nozze con Camilla Belletrutti, ebbe un figlio, Alberto, che fu ufficiale dei carabinieri, e deputato della XII legislatura.[2]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d Ilari, Shamà 2008, p.33.
- ^ a b c Bosco, Motto 2003, p.85.
- ^ Il palmaverde: 1842 : giornale storico, statistico, giudiziario, amministrativo, 1842, p. 323. URL consultato il 12 marzo 2021.
- ^ Cavour 2010, p. 310.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Camillo Benso, conte di Cavour, Autoritratto, Milano, BUR RCS Rizzoli, 2010, ISBN 978-88-170-4260-4.
- Giovanni Bosco e Francesco Motto (a cura di), Epistolario Volume 4 (1873-1875) (PDF), Roma, Istituto Storico Salesiano, 2003, p. 85.
- Virgilio Ilari, Davide Shamà, Dario Del Monte, Roberto Sconfienza e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821), Invorio, Widerholdt Frères srl, 2008, ISBN 978-88-902817-9-2.
- Antonio Manno, Il patriziato subalpino. Volume 1, Firenze, Giuseppe Civelli, 1895.
- Antonio Manno, Il patriziato subalpino. Volume 2, Firenze, Giuseppe Civelli, 1906.
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Cesare Arnaud Di San Salvatore, su Camera, https://storia.camera.it. URL consultato il 1º maggio 2021.