Storia antropometrica della Sardegna

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La storia antropometrica della Sardegna riguarda lo studio dell'evoluzione dei caratteri fisici della popolazione dimorante in Sardegna dalla preistoria fino ai nostri giorni, con l'obiettivo di ricostruire il processo di popolamento umano dell'Isola. L'antropologia fisica, la disciplina che si occupa di questa tipologia di studi, è da alcuni decenni a questa parte affiancata dalla più efficace genetica delle popolazioni (vedi: storia genetica della Sardegna).

Caratteri ereditari[modifica | modifica wikitesto]

Cranio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Indice cefalico e Splancnocranio.
Cranio protosardo dolicocefalo dalla necropoli di Anghelu Ruju

Sebbene la morfologia del cranio sia influenzata in una certa misura da fattori ambientali e sia sotto un minore controllo genetico, è accettato che i tratti craniometrici siano filogeneticamente informativi[1].

Le popolazioni neolitiche sarde della cultura di Ozieri erano caratterizzate da indici cranici dolicomorfi (cranio stretto e allungato). Nell'Eneolitico antico e medio, che in Sardegna è caratterizzato dalla comparsa della cultura di Abealzu-Filigosa (2700-2400 a.C.) e della cultura di Monte Claro (2400-2100 a.C.), accanto alle precedenti forme dolicomorfe ne compaiono delle nuove[2]. Nel tardo Eneolitico la documentazione archeologica attesta la presenza nelle sepolture, in associazione a materiali tipici della cultura del vaso campaniforme, dei primi crani brachicefali (cranio largo e corto)[3].

Tomba di Bingia 'e Monti, resti scheletrici e ceramiche campaniformi

La brachicefalia andrà ad aumentare progressivamente fino ai primissimi secoli del II millennio a.C. (cultura di Bonnanaro)[3]. Si tratterebbe di gruppi etnici giunti in più ondate dall'Europa continentale che finirono col convivere con le popolazioni locali, mischiandosi con esse:

«...confluirono diverse correnti umane provenienti sia dai territori del Mediterraneo occidentale (Iberia), che dall'area ligure, che dalla Penisola italica, che dal Centro Europa: genti di diversa origine e varia conformazione somatica»

Crani protosardi brachimorfi: sferoide e sfenoide (Necropoli di S'Isterridolzu)
Periodo Dolicocefalia Brachicefalia
Cultura di Ozieri 100% 0%
Cultura di Abealzu-Filigosa 100% 0%
Cultura di Monte Claro 92,3% 7,7%
Cultura del vaso campaniforme 85%~ 15%~
Cultura di Bonnanaro 66,7% 33,3%
Cultura Sub-Bonnanaro 93,7% 6,3%

(1) - Dati tratti da F.Germanà 1995

Durante l'Età del bronzo nell'isola, oltre alle suddette infiltrazioni di genti brachimorfe dall'esterno, è stato osservato anche un processo di brachicefalizzazione, ossia la tendenza dei crani dolicefali ad accorciarsi, fino ad assumere forme tendenti alla mesocefalia/brachicefalia[4]. Un simile fenomeno è in atto anche oggi, infatti recenti misurazioni eseguite nel dipartimento di Scienze Antropologiche dell'Università di Cagliari, hanno riscontrato, nei crani dei viventi, una percentuale di dolicocefalia minore (e quindi un conseguente aumento della brachicefalia) rispetto al periodo 1879-1883[5]; negli anni 1970 e negli anni 2000 nel nord Sardegna e nella città metropolitana di Cagliari l'indice cefalico medio era di 80 circa (mesocefalia)[6].

Uno studio del 2010 ha analizzato le variazioni morfometriche craniofacciali delle popolazioni sarde dal tardo Neolitico all'età nuragica, confrontandole con serie dell’Italia centrale. L’indagine ha rilevato la progressiva differenziazione tra le popolazioni sarde e quelle della penisola italiana (tra cui gli Etruschi) a partire dal Neolitico, eccetto nell'Eneolitico e specialmente durante il periodo della cultura di Bonnanaro dell’antica Età del Bronzo, e una sostanziale continuità tra i protosardi e i Sardi attuali, che conserverebbero un contributo genetico delle popolazioni Paleo-Mesolitiche europee[7], i reperti ossei che presentano maggiori similitudini con i campioni sardi provengono dalla penisola iberica: da Muge (Portogallo) e Urtiaga (Paesi baschi)[8].

Un’ulteriore studio del 2023 ha indagato sulle variazioni delle misure craniometriche dalla preistoria ad oggi nella provincia di Sassari, attraverso l’analisi di 8 crani provenienti da una Domus de Janas presso Ploaghe, 4 da una tomba dei giganti di Arzachena e 30 dal villaggio medievale di Geridu, in territorio di Sorso, che sono state confrontate con quelle di 30 viventi della città di Sassari. I dati cranici sono spesso utilizzati come proxy per comprendere la somiglianza o la dissomiglianza genetica tra gruppi umani, passati e presenti[1]. Secondo le misurazioni ottenute, i Sardi prenuragici e nuragici formano un unico cluster che si differenzia sia dai Sardi del nord-ovest medievali che da quelli moderni, ciò potrebbe essere la conseguenza del contributo di nuovi geni e morfologie negli ultimi due gruppi[1].

L'evoluzione cranica dei Sardi dal Neolitico all'epoca moderna sembra mostrare una sorta di continuità temporale con i gruppi neolitici[1].

Pigmentazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Melanina, Capelli, Iride (anatomia) e Colore della pelle umana.

Per quanto riguarda i dati sulla pigmentazione di occhi, capelli e pelle, dallo studio sul DNA antico dei 44 individui del periodo nuragico, provenienti dalla Sardegna centrale e nord-occidentale, sono stati ottenuti i seguenti risultati:

Il colore degli occhi è azzurro nel 16% degli esaminati e scuro nel restante 84%. Il colore dei capelli è biondo o biondo scuro per il 9% e castano scuro o nero nel 91%. Il colore della pelle è intermedio per il 50%, intermedio o scuro il 16% e scuro o molto scuro nel restante 34%[9].

Secondo uno studio eseguito nei primi anni 1980 su un campione di bambini e ragazzi sardi dai 6 ai 20 anni, più della metà della popolazione sarda ha capelli neri o castano scuri; i capelli castani (di ogni tonalità) prevalgono nelle vecchie province di Cagliari e Sassari mentre i capelli neri prevalgono in quelle di Nuoro e Oristano[10]. I capelli di tonalità chiare (scala Fischer-Saller G-Q biondi chiari e scuri) e medie (scala F.S. R-V castano chiari e medi) si attestano in generale rispettivamente al 1,7% e 22% e sono più diffusi nel nord dell'isola (sommati 28% circa) che nel sud (sommati 20% circa)[10]. Una più datata analisi condotta da Ridolfo Livi sui coscritti classi 1859-63, mostra una percentuale di capelli biondi che si attesta sino al 2,4% nella Sardegna centro-meridionale mentre nella parte settentrionale la frequenza varia dal 2,4 al 4,9% . I capelli rossi sono ovunque abbastanza sporadici, con percentuali che vanno dal 0,3% nel sud a circa 0,5% nel nord.

Percentuali di occhi celesti e grigi nei circondari della Sardegna secondo i dati raccolti da Ridolfo Livi

Per quanto riguarda il colore degli occhi, nelle vecchie provincie di Sassari, Nuoro e Oristano il colore degli occhi predominante è il castano medio mentre nella provincia di Cagliari il castano scuro (scala Martin-Schultz 12-13 e 14-16). Le tinte intermedie (scala M.S. 9-11 iridi nocciola, ambra e castano chiare) si attestano in generale sul 16%[10] mentre le iridi di colore chiaro (scala M.S. 1-8 azzurre, grigie, verdi) raggiungono una media regionale del 14%[10]. Un analogo studio effettuato dall'antropologo dell'Università di Cagliari Carlo Maxia ha restituito le seguenti percentuali[11]:

Colore occhi Maschi Femmine
Celesti 4,24% 3,78%
Grigi 5,37% 4,83%
Verdi 6,27% 6,03%
Castani 75,26% 75,67%
Neri 8,83% 9,66%
Esaminati 15.250 15.167

Le iridi chiare, come dimostrato da analisi di altre popolazioni europee, risultano leggermente più diffuse fra i maschi (15,88%) che fra le femmine (14,64%), allo stesso tempo le femmine mostrano una percentuale più alta di capelli chiari e pigmentazione cutanea bianca-rosea.

Considerando il fototipo nel suo complesso si può notare un certo grado di variabilità locale; in assoluto la maggior incidenza del tipo "bruno puro" (capelli scuri e occhi scuri) si registra: fra gli uomini a Modolo e Abbasanta (96,4%), fra la femmine a Nuragus (93,5%) e Fluminimaggiore (93,2%), mentre la massima frequenza del tipo "chiaro puro" (capelli chiari e occhi chiari), sia fra i maschi che fra le femmine, a Villa Sant'Antonio (m. 21,6%, f. 23,9%) e Ruinas (f. 23,8%), nella provincia di Oristano, e a Carloforte (m. 21,4%, f. 14,5%), comune abitato da popolazioni di origine ligure[11]. Il tipo "bruno misto" (capelli scuri e occhi chiari) è più comune a Boroneddu tra i maschi (27,3%) e a Santa Teresa Gallura tra le femmine (36%), quello "chiaro misto" (capelli chiari e occhi scuri) a Suni (m. 54,3%) e a Modolo (f. 50%)[11].

«In conclusione, lo studio del carattere pigmentazione in giovanetti dimostra che la popolazione sarda nell’apparente omogeneità rispettiva dei due rami del Capo di sopra e del Capo di sotto in realtà è divisa in diversi ceppi, differenziatisi più o meno spiccatamente nelle varie zone per l’isolamento e l’endogamia»

Variazioni recenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Secular trend.

Un recente studio dell'Università di Cagliari sui bambini fra i 7 e i 10 anni della città di Cagliari ha rilevato che i bambini misurati nel 1996 sono più alti, più longilinei e più pesanti rispetto ai bambini misurati nel 1975-1976. Oltre ciò è stata notata, rispetto alle generazioni precedenti, un'accelerazione dei processi di crescita e sviluppo nei neonati. Cambiamenti sono stati notati inoltre per quanto riguarda l'età media al menarca delle donne che si è abbassata di circa 2 anni nell'ultimo secolo, fatto connesso ad un miglioramento delle condizioni alimentari ed igieniche; è stata riscontrata anche un'alterazione della età media della menopausa che continua ad innalzarsi. Sempre nelle aree urbane si è registrato un maggior aumento della statura media rispetto a quanto registrato fra gli abitanti delle comunità più piccole, ad esempio quelle montane; gli abitanti di ceto urbano sono quindi mediamente più slanciati rispetto a quelli di ceto rurale.

I fattori che hanno contribuito a queste variazioni sono probabilmente dovuti a cambiamenti nelle condizioni di vita, selezione e movimenti migratori[5].

Statura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Statura.

Gli studi eseguiti sui soldati di leva all'indomani della proclamazione del Regno d'Italia rilevarono che l'altezza media dei sardi classi 1859-1863 era inferiore ai 162 cm. Studi antropologici sulle antiche popolazioni sarde hanno dimostrato che la statura media in età nuragica (età del bronzo) era pari a circa 166 cm per gli uomini e circa 153 cm per le donne[12]; statura quindi superiore a quella dei sardi di 150 anni fa che presentavano valori staturali prossimi a quelli di epoca neo-eneolitica (<163 cm), prima del costante aumento di statura che si verificò nel II millennio a.C., imputabile al fenomeno detto lussureggiamento degli ibridi[13] (o eterosi[14]).

Un'ispezione sulle reclute sarde del 1980 ha certificato che la statura media era di 170,2 cm (i valori più alti si registravano nella provincia di Olbia-Tempio, quelli più bassi nella provincia di Nuoro)[15], simile a quella ottenuta sui soldati di leva provenienti dalla Sardegna classe 1978 (171,3 cm; media nazionale 174,4 cm). Nell'arco temporale 1894-1990 l'incremento di statura nella popolazione sarda maschile è risultato essere pari a 1,13 cm/decade, contro l'1,06 cm/decade del resto d'Italia.[16] L'altezza media delle donne di Cagliari tra i 19 e i 30 anni, misurate nel 2001, è invece pari a 160,8 cm contro i 155,7 cm di un campione di donne sarde misurate nel 1981[5].

Oltre ad una migliore alimentazione, alla selezione sessuale[17] e all'eterosi (e quindi ad un minor tasso di endogamia)[15] un altro fattore che ha contribuito a questo innalzamento di statura è il debellamento della malaria nel secondo dopoguerra[18]. Le malattie di tipo epidemico o endemico, come la malaria o la tubercolosi, oggi pressoché scomparse, causavano infatti una mortalità più alta tra i soggetti alti e longilinei mentre i soggetti di statura più bassa erano più resistenti[5].

Periodo Statura Maschi Statura Femmine
4000-3200 a.C. 162,2 cm 150,4 cm
3200-2850 a.C. 162,2 cm 151,8 cm
2850-1900 a.C. 162,9 cm 147,7 cm
1900-1600 a.C. 161,8 cm 159,3 cm
1600-1330 a.C. 165,6 cm 152,9 cm
1200-900 a.C.
(Corsi della Gallura)
166,3 cm 155,5 cm
nati nel 1859-1863 161,90 cm
nati nel 1978 171,31 cm

(1) - Dati tratti da F.Germanà 1995 pg. 201, E. Sanna 2002

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Guglielmo Campus, Giuliana Solinas, Paolo Castiglia, Marco Dettori, Antonella Arghittu, Cranial Affinity among Chronological Populations in Sardinia, Italy: Biometric Insights for Orthodontic Purposes, su researchgate.net, 2023. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  2. ^ Franco Germanà in Emmanuel Anati, I Sardi. La Sardegna dal Paleolitico all'età romana, 1988
  3. ^ a b Franco Germanà, Vicende umane paleosarde
  4. ^ Franco Germanà, p.171.
  5. ^ a b c d Secular trend in Italia, Emanuele Sanna (PDF), su didac.ehu.es, 2002. URL consultato il 26 novembre 2023.
  6. ^ Emanuele Sanna, Nicola Milia, Patrizia Martella & Maria Enrica Danubio, Body and head dimensions of adults in Sardinia (Italy) support different intensities of relative secular trends, su researchgate.net, 2015. URL consultato il 29 novembre 2023.
  7. ^ G. D'Amore, S. Di Marco, G. Floris, E. Pacciani, E. Sanna, Craniofacial morphometric variation and the biological history of the peopling of Sardinia, su sciencedirect.com, 2010. URL consultato il 26 novembre 2023.
  8. ^ Sardi e Iberici hanno la stessa origine?, su chartabianca.it. URL consultato il 26 novembre 2023.
  9. ^ Tina Saupe et al., Ancient genomes reveal structural shifts after the arrival of Steppe-related ancestry in the Italian Peninsula., Supplemental information, Data S6. Main results of phenotype prediction, related to Table 3 and STAR Methods. (A) Description of the groups used for the phenotype prediction and related analyses. (B) Frequency of the effective allele in Italian, Near Eastern, and Yamnaya groups and ANOVA results. (C) Frequency of the effective allele in different Italian groups and ANOVA results. (D) Sample-by-sample phenotype prediction and genotype at the selected phenotype informative markers (reported as number of effective alleles: 0, 1, or 2), 2021.
  10. ^ a b c d G.G. Cosseddu, G.Floris, G.Vona, La pigmentazione dei capelli e degli occhi dei Sardi - Nota II - Studio su 3.775 sardi di età compresa tra i 6 e i 20 anni provenienti da diverse parti dell'isola, 1983.
  11. ^ a b c Carlo Maxia, Le caratteristiche della pigmentazione dei capelli, delle iridi e della cute nei giovanetti dai 6 ai 14 anni in 123 comuni e frazioni della Sardegna, in Atti del 1. congresso di scienze antropologiche e di folklore, Torino, 19-23 novembre 1961.
  12. ^ Germanà (1995), p. 201.
  13. ^ Germanà (1995), p. 202.
  14. ^ Eterosi, su treccani.it. URL consultato il 26 novembre 2023.
  15. ^ a b La statura totale e il BMI nelle reclute del 1980 (PDF), su unica.it. URL consultato il 26 novembre 2023.
  16. ^ Secular trend per la statura in Europa (PDF), su people.unica.it. URL consultato il 26 novembre 2023 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2021).
  17. ^ Spouse selection by health status and physical traits. Sardinia, 1856-1925, su ncbi.nlm.nih.gov. URL consultato il 26 novembre 2023.
  18. ^ La malaria forse ha favorito altre patologie, su web.unica.it. URL consultato il 29 novembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Germanà, L'uomo in Sardegna dal paleolitico fino all'età nuragica, 1995.
  • Ridolfo Livi, Antropometria militare, risultati ottenuti dallo spoglio dei fogli sanitarii dei militari delle classi 1859-63 eseguito dall'Ispettorato di sanità militare per ordine del Ministero della guerra, Volume 1 e 2, 1896, 1905.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]