Transustanziazione

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La Disputatio sul Santissimo Sacramento
(LA)

«Dogma datur christianis, quod in carnem transit panis, et vinum in sanguinem»

(IT)

«Un dogma è dato ai cristiani: il pane si trasforma in carne e il vino in sangue»

In teologia, transustanziazione, o transubstanziazione (lat. trans-substantiatio), è il termine che indica la conversione

A seconda delle sensibilità teologiche (soprattutto nel dibattito tra Chiesa latina e Chiese ortodosse), si diede e si dà tuttora una divergenza circa il momento preciso in cui avverrebbe questa trasformazione: secondo le chiese orientali, essa avverrebbe quando il vescovo o il presbitero, durante la preghiera eucaristica, invoca Dio Padre affinché mandi lo Spirito Santo (epiclesi sulle oblate) che trasformi il pane e il vino in corpo e sangue di Cristo; secondo la Chiesa cattolica, la conversione sarebbe operata nel momento in cui vengono ripetute (in persona Christi) le parole di Gesù durante l'Ultima cena (anzi, la teologia scolastica identifica il momento preciso della transustanziazione nell'istante in cui è pronunciata la parola est nella frase Hoc est enim corpus meum).

Contesto evangelico e origini della dottrina[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il racconto contenuto nel Vangelo secondo Giovanni, al capitolo 6, Gesù, durante un dibattito nella sinagoga di Cafarnao, pronuncia le seguenti frasi:

« In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me ... »   ( Gv 6:53-57, su laparola.net.)

L'ebraismo - come la stragrande maggioranza delle culture - vede di cattivo occhio il cannibalismo (antropofagia) (anzi, chi tocca un cadavere è impuro), e le parole di Gesù suscitavano scompiglio nell'uditorio, sia tra seguaci che tra gli opponenti. Il punto di questo discorso è la sostituzione di Gesù al tradizionale agnello e pane azzimo della Pasqua.[3]

Origini e posizione della Chiesa cattolica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il Compendio al catechismo della Chiesa cattolica, con la consacrazione si opera

«la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate.»

Il primo autore a utilizzare il termine transubstantiatio fu Rolando Bandinelli, futuro papa Alessandro III. Successivamente fu ripreso da Tommaso d'Aquino -in particolare nel De venerabili sacramentu altaris-, e dalla scolastica che ne delinearono con precisione il significato.

Tommaso spiega le differenze tra il sacramento eucaristico e gli altri sacramenti:

«Questo sacramento differisce dagli altri sacramenti in due cose. Primo, per il fatto che si compie mediante la consacrazione della materia; mentre gli altri sacramenti si compiono mediante l’uso della materia consacrata. Secondo, per il fatto che negli altri sacramenti la consacrazione della materia consiste solo in una benedizione, per la quale la materia consacrata riceve strumentalmente una virtù spirituale che dal ministro, strumento animato, può passare in strumenti inanimati. Al contrario in questo sacramento la consacrazione della materia consiste in una miracolosa conversione della sostanza, che Dio solo può compiere.»

Secondo la Chiesa cattolica la transustanziazione avviene nel momento in cui il sacerdote pronuncia le parole "questo è il mio corpo" e "questo è il mio sangue", mentre il secondo la Chiesa ortodossa la transustanziazione avviene al momento dell'epiclesi.[4]

Anche san Roberto Grossatesta trattò del miracolo eucaristico[5] procedendo per una via non filosofica e indipendente dalle categorie aristoteliche di specie e di sostanza.

«Questo è il Mio Corpo offerto in sacrificio per voi» durante L'Ultima Cena, di Andreas Meinrad (1751)
Lo stesso argomento in dettaglio: Eucaristia § significato spirituale.

Sotto il regno di Carlo il Calvo fu oggetto di una polemica tra i teologi Ratramno di Corbie e Pascasio Radberto, circa la presenza simbolica o reale del Cristo nell'ostia. Nei documenti pontifici compare la prima volta con il Concilio Lateranense IV (1215); in seguito, con il Concilio di Trento (1545-1563) riceve la sua formulazione definitiva. Questa dottrina ricevette la sua più coerente formulazione in seno alla filosofia scolastica, che interpretava efficacemente la transustanziazione attraverso la ripresa della teoria dell'ilemorfismo aristotelico (ovvero l'unione inscindibile di forma sostanziale e di materia prima), facendo sì che ogni cosa riceva la sua propria determinazione grazie al principio formale (che crea, che fa sì che ciascuna cosa sia quello che è) concreto contenuto in ciascuna sostanza. L'uso delle categorie filosofiche proprie della scolastica non limita la possibilità ad altre scuole di pensiero di ridire il medesimo concetto dogmatico attraverso categorie diverse. Dunque è possibile che la transustanziazione venga altrimenti spiegata con diversa terminologia che si poggia su altre griglie di pensiero razionale.[6]

La Fisica di Aristotele descrive i tre elementi necessari per qualsiasi mutamento o trasformazione: uno stato iniziale di privazione in cui una categoria è in potenza di mutare in un altro elemento della medesima categoria, uno stato finale nel quale la potenza è divenuta atto, un sostrato che non muta durante la transizione da uno stato all'altro. Le specie eucaristiche del pane e del vino sono il necessario sostrato che non muta e che è precondizione di qualsiasi trasformazione. La transustanziazione è la trasformazione secondo la categoria della sostanza prima, che è la prima delle quattro tipologie di trasmissione descritte da Aristotele. Le altre sono le trasformazioni secondo la quantità, la qualità e il luogo. Le specie eucaristiche sono sia il sostrato visibilmente percepito come immutabile che la sostanza transustanziata da Dio nel Corpo di Cristo.

Il Concilio Lateranense IV del 1215 parlava del pane e del vino come "transustanziati" nel corpo e nel sangue di Cristo:

Il suo corpo e il suo sangue sono veramente contenuti nel sacramento dell'altare sotto le forme del pane e del vino, il pane e il vino essendo stati transustanziati, per la potenza di Dio, nel suo corpo e nel suo sangue.[7]

Il Concilio di Trento nella definizione dogmatica della XIII sessione dell'11 ottobre 1551, al capitolo IV dichiara:

«con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Suo Sangue.

Questa conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla santa Chiesa cattolica transustanziazione.»

Secondo questa dottrina, il pane ed il vino consacrati conservano dunque solo gli accidenti, ovvero le apparenze, della materia precedente alla preghiera eucaristica, perché nel loro intimo la forma sostanziale o principio costitutivo è cambiato perché esso è diventato, per opera della Trinità, realmente il corpo e il sangue del Signore.

Sandro Botticelli : Viatico di San Girolamo, 1495 circa.

In questa luce, la definizione dogmatica del Concilio di Trento sancisce la conversione eucaristica e propone la transustanziazione come valido modello (modo conveniente e appropriato) di interpretazione del mistero, senza impegnare la propria autorità in un riconoscimento dogmatico delle implicazioni filosofiche della transustanziazione.

Il Concilio di Trento per reazione puntò tutta la sua energia nel rilancio dell'eucaristia come vera presenza reale di Cristo ed anche le chiese vennero concepite in modo che fosse chiaro che il centro della vita liturgica e religiosa dei fedeli fosse il Tabernacolo (nel contesto della Controriforma).

Secondo Duns Scoto[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il beato Giovanni Duns Scoto, la transustanziazione è adduttiva. Ciò significa che essa non genera il Corpo di Cristo che preesiste nei Cieli, ma Lo rende presente qui e ora in modo nuovo e diverso. L'ipotesi adduttiva fu riproposta da Juan de Lugo nel XVI secolo.[8]

Secondo sant'Alfonso Maria de' Liguori, Dottore della Chiesa, la transustanziazione adduttiva in realtà non implica "conversione col passaggio di sostanza in sostanza".[8][9] Infatti, in un processo che è comunque istantaneo col pronunciamento della formula sacramentale, a Duns Scoto è attribuita l'ipotesi dell'annichilazione del pane e di una separata adduzione (aggiunta, inserimento) del corpo di Cristo, e non di due mutazioni contemporanee in cui si ha la transustanziazione e conversione di una sostanza nell'altra.[10] L'ipotesi dell'adduzione o riproduzione era la principale alternativa alla tesi tomistica della transustanziazione o conversione.[11] Johann Baptist Alzog precisò che il Concilio di Trento non si pronunciò circa il fatto che la reale presenza di Cristo fosse l'effetto di una produzione o di un'adduzione.[12]

Essa è associata alla categoria aristotelica del luogo (ubi) con una mutazione positiva che è l'adduzione del Corpo di Cristo e una corrispondente mutazione deperditiva del pane e del vino di cui cessa di essere presente l'intera sostanza, mentre restano solo gli accidenti.

Il corpo spirituale, aspaziale e illocale di Cristo può essere presente in ogni luogo in cui si celebra la transustanziazione eucaristica. Tale miracolo è la prova della sua resurrezione. Inoltre, l'umile specie del pane è prova di quell'autosvuotamento di Cristo di cui parlò san Paolo.[13]

Posizioni nel protestantesimo[modifica | modifica wikitesto]

Durante la Riforma la transustanziazione venne aspramente criticata:

(EN)

«Transubstantiation in the Supper of the Lord cannot be proved by Holy Scriptures, but is repugnant to the plain words of Holy Writ, overthreth the nature of a Sacrament, and hath given occasion to many superstitions.
The Body of Christ is given, taken, eaten in the Supper only after an heavenly and spiritual manner. And the mean whereby the Body of Christ is received and eaten in the supper is Faith»

(IT)

«La transustanziazione nella cena del Signore non può essere provata dalle Sacre Scritture, ma è contraria alle parole inequivocabili della Bibbia, fraintende la natura del sacramento ed ha fornito un pretesto per originare numerose superstizioni.
Il corpo di Cristo è donato, ricevuto e assunto nella Cena unicamente in maniera mistica e spirituale e il mezzo attraverso il quale il corpo di Cristo è donato, ricevuto e assunto nella Cena è la fede»

Nelle Chiese riformate il modo di concepire il sacramento eucaristico varia a seconda degli autori e delle chiese. Per Lutero vi è la cosiddetta unione sacramentale[14], in quanto nel sacramento vi è la presenza reale, cioè il vero corpo ed il vero sangue di Cristo, ma allo stesso tempo il pane e il vino mantengono la loro natura. Per Calvino invece la presenza è solo spirituale, memoriale "sufficiente" dell'unico e perfetto sacrificio fatto una volta per tutte dal Cristo sulla croce. Perciò il cosiddetto carattere sacrificale della messa è negato, specialmente da Calvino ed i suoi seguaci. Ciò dette origine a numerose dispute intorno alla natura del sacramento fra le varie chiese riformate.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Catechismo della Chiesa cattolica, 1413, su vatican.va. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  2. ^ specie, su treccani.it. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  3. ^ Gv 6,48-51, su laparola.net. e 1Pt 1,18-19, su laparola.net.
  4. ^ a b Alla luce del miracolo eucaristico che sarebbe avvenuto a Lourdes, qual è il momento esatto della transustanziazione?, su amicidomenicani.it.
  5. ^ Template:Cite publication
  6. ^ Cfr. in tal senso Battista Mondin, Storia della teologia: Epoca contemporanea, Edizioni Studio Domenicano, 1997
  7. ^ (EN) Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.. of Faith Fourth Lateran Council: 1215, 1. Confession of Faith, ultimo accesso 13 marzo 2010.
  8. ^ a b Louis Billot, I trattati dogmatici del p. L. Billot, in La scuola cattolica periodico religioso scientifico letterario, Pontificia facoltà teologica, 1896, p. 162-163.
  9. ^ Alfonso Maria de' Liguori, Confutazione X, in Istoria dell'eresie colle loro confutazioni intitulata Il trionfo della religione, Stamperia della S.C. di Propaganda Fide, 1865, p. 394.
  10. ^ Antonio Rosmini, Antropología soprannaturale, vol. 3, Tipografía Giovanni Pane, 1884, p. 441.
  11. ^ Eucharistica, in La Civiltà cattolica, 1935, p. 619.
  12. ^ Storia universale della chiesa, vol. 3, a spese di Pasquale Giannini, 1856, p. 193.
  13. ^ Giovanni Lauriola ofm, La transustanziazione "adduttiva", in Giovanni Duns Scoto e l'Eucaristia. URL consultato il 13 febbraio 2023 (archiviato il 13 febbraio 2023).
  14. ^ Formula della Concordia, VII 7 & 15

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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