Pangiallo

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Pangiallo
Origini
Altri nomipancialle, pangiallo romano, pampepato
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
Dettagli
Categoriadolce
Ingredienti principali
  • farina
  • uva passa
  • frutta secca
  • miele
[1]

Il pangiallo (o pancialle) è un tipico dolce natalizio del Lazio[2].

Storia [3][modifica | modifica wikitesto]

Il pangiallo, meglio noto come pangiallo romano è un dolce che ha la sua origine nell'antica Roma e più precisamente durante l'era imperiale. Era, infatti, un'usanza di quei tempi distribuire questi dolci dorati, durante la festa del solstizio d'inverno, in modo da favorire il ritorno del sole[2][4].

Il tipico pangiallo romano ha subito numerose trasformazioni durante i secoli a causa dell'espansione dei confini territoriali e dell'incremento nella comunicazione tra le varie regioni italiane, molto simile al Pampepato dell'Umbria.

Tradizionalmente il pangiallo veniva ottenuto tramite l'impasto di frutta secca, miele e cedro candito, il quale veniva in seguito sottoposto a cottura e ricoperto da uno strato di pastella d'uovo.

Fino a tempi molto recenti nella preparazione del pangiallo le massaie romane mettevano i noccioli della frutta estiva (prugne e albicocche) opportunamente essiccati e conservati, in luogo delle costose mandorle e nocciole[1].

Ingredienti[modifica | modifica wikitesto]

  • Miele
  • 200 g di Farina
  • 200 g di Mandorle
  • 200 g di Noci
  • 200 g di Pinoli
  • 300 g di Uva passa
  • 100 g di Cedro candito
  • 200 g di Fichi
  • 200 g di Nocciole
  • 100 g di Cioccolato Fondente (in pezzetti)

Amalgamare il tutto con farina e spennellare con la parte rossa dell'uovo, dopodiché mettere 30 minuti in forno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Silvia Spagni, L'arte di cucinare alla romana, Newton Compton Editori, 2010, ISBN 88-541-2879-1.
  2. ^ a b Pangiallo romano, su La Cucina Italiana. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  3. ^ Il Pangiallo romano, su saperesapori.it. URL consultato il 21 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2016).
  4. ^ Marialessandra Carro, Valeria Crescenzi, Roma low cost: Guida anticrisi alla Capitale, Bur, 2013, ISBN 88-586-6016-1.

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