Oricalco

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Oricalco, museo di Gela

In metallurgia, l'oricalco (dal greco antico: ὀρείχαλκος?, oréichalkos, "rame della montagna"[1][2]) è un particolare tipo di ottone, molto utilizzato in numismatica. Si tratta di una lega col 90% di rame e il 10% di zinco.[3][4]

Il nome indicava inizialmente un metallo leggendario in Grecia, menzionato ad esempio dall'inno omerico ad Afrodite e poi ripreso da Platone[1][5][6] nel racconto del mito di Atlantide;[6] il termine in seguito è stato ripreso per altri usi.

Origine leggendaria[modifica | modifica wikitesto]

Nel dialogo Crizia di Platone l'oricalco è un metallo rossastro, che veniva estratto ad Atlantide ma che era conosciuto soltanto per nome dopo la scomparsa dell'isola.[7] Il minerale era presente in molte parti di Atlantide ed era considerato secondo per valore soltanto all'oro.[1]

Le due mura esterne del tempio di Poseidone e Clito erano placcate rispettivamente con ottone e stagno, mentre le mura della terza cinta, che comprendevano l'intera cittadella, «risplendevano con la rossa luce dell'oricalco».[8]

Lo scoliaste di Esiodo lo definisce un «metallo candido».[9] Plinio il Vecchio afferma addirittura, che il bronzo e il rame di Cipro perdettero molto del loro valore, quando fu scoperto l'oricalco.[9]

Secondo la leggenda le varie armi, come spade, frecce e lance, non riuscivano neppure a scalfire gli scudi fatti di oricalco, che risultavano infrangibili per qualunque arma: era inoltre un materiale ignifugo.[10]

Con la trascrizione in latino del nome, il prefisso óros venne adattato ad āurum, "oro", cosicché aurichalcum significava letteralmente "rame d'oro" o "rame dorato".[11][12]

Archeologia[modifica | modifica wikitesto]

Nel dicembre 2014 sono stati rinvenuti, sulla costa sud della Sicilia a Gela, diversi lingotti di oricalco in una nave di circa 2.600 anni fa. Il metallo è composto da una lega di 75-80% di rame, 15-20% di zinco, con piccole percentuali di nichel, piombo e ferro.[13][14]

Uso contemporaneo del nome[modifica | modifica wikitesto]

Con il termine oricalco è stato denominato nel 2001 il primo tessuto a memoria di forma a trama ortogonale mai realizzato, basandosi su un filato in lega metallica di nichel e titanio. Il tessuto è stato studiato in vista dell'applicazione nel settore medico, in particolare per gli stent cardiovascolari.[15] La prima realizzazione con questo tessuto è stata citata anche sul TIME del 2001, come una delle migliori invenzioni di quell'anno.[16] Nel 2010 due copie della camicia a memoria di forma, realizzate in tessuto Oricalco, sono entrate a far parte della collezione permanente del Museo della Scienza e dell'Industria di Chicago nell'area "Science, Storms, Atoms".[17][18]

Numismatica[modifica | modifica wikitesto]

In numismatica l'oricalco è una lega di rame e zinco, simile all'ottone (anch'esso lega di rame e zinco, ma con percentuali molto superiori di zinco e altri elementi chimici), di color oro e usata per coniare il sesterzio e il dupondio.[19]

Sesterzio databile nell'epoca di Caligola

Era considerato di valore superiore al rame, di cui era invece fatta la moneta da un asse.[20]

Musicologia[modifica | modifica wikitesto]

L'oricalco è stato usato nel Medioevo per la fabbricazione di strumenti musicali, come, ad esempio, trombe, chiarine ed altri simili; per tale motivo è stato dato il nome di "Oricalchi" agli strumenti metallici a bocchino, che può essere considerato un sinonimo di ottoni.[21][22]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) N. Zhirov, Atlantis, The Minerva Group, Inc., 2011, ISBN 978-08-98-75591-6, p. 46.
  2. ^ (EN) Diana Copper, Discover Atlantis, ReadHowYouWant.com, 2010, ISBN 978-14-58-78783-5, p. 103.
  3. ^ Giuseppe Pomba e altri, Dizionario generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia, 1848, digitalizzato dalla Sapienza, Roma, Biblioteca Generale E. Barone della Facoltà di Economia il 10 dicembre 2012.
  4. ^ (EN) Angelo Ferrari, Proceedings (vol. 2), ISBN 978-88-96-680322, p. 142.
  5. ^ (EN) Felice Vinci, The Baltic Origins of Homer's Epic Tales, Simon and Schuster, 2005, ISBN 978-15-94-77645-8.
  6. ^ a b (EN) Shirley Andrews, Atlantis: Insights from a Lost Civilization, Llewellyn Worldwide, 1997, ISBN 978-15-67-18023-7, p. 100.
  7. ^ (EN) Phil Masters, The Wars of Altantis, Bloomsbury Publishing, 2015, ISBN 978-14-72-80934-6.
  8. ^ (EN) Joan Soriano Campos, A Visual History of the World's Enduring Mysteries, The Rosen Publishing Group, Inc, 2016, ISBN 978-14-99-46579-2, p. 67.
  9. ^ a b Angelo Maria Cortenovis, Che la platina americana era un metallo conosciuto dagli antichi dissertazione di N.N. Segretario dell'Accademia e della Società d'Agricoltura d'Udine, Remondini di Venezia, 1790, digitalizzato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze il 29 settembre 2014, p. 23.
  10. ^ (EN) Mary C. Findley, The Great Thirst Boxed Set, Findley Family Video Publications,
  11. ^ Manlio Cortelazzo & Paolo Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana. Vol. 4/O-R. Bologna, Zanichelli, 1985, ISBN 88-08-03922-6, p. 844.
  12. ^ (EN) Henry Nettleship, Contributions to Latin Lexicography, Cambridge University Press, 2010, ISBN 978-11-08-01272-0, p. 387.
  13. ^ (EN) Rossella Lorenzi, Atlantis' Legendary Metal Found in Shipwreck, Discovery News, 6 gennaio 2015.
  14. ^ Alessandro Chetta, Dal mare di Gela spuntano lingotti di oricalco, il metallo di Atlantide, in Il Corriere del Mezzogiorno, 10 febbraio 2017.
  15. ^ Grado Zero Espace: Ricerca, Prototipia, Consulting e Qualità della vita
  16. ^ http://www.gzespace.com/gzenew/im/press/gze_press.pdf
  17. ^ Museo della Scienza e dell'Industria di Chicago, su gradozeroespace.blog.kataweb.it, 23 marzo 2010.
  18. ^ Atoms: Shape Memory Alloy Shirt and Jacket (2010), su msichicago.org, Museum of Chicago, 2010 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2016).
  19. ^ (EN) William E. Dunstan, Ancient Rome, Rowman & Littlefield Publishers, 2010, ISBN 978-07-42-56834-1, p. 230.
  20. ^ Guido Pagliarino, Le Indagini Di Giovanni Marco Cittadino Romano, Litres, 2019, ISBN 978-50-41-72005-6, p. 36.
  21. ^ Giuseppe Salomoni, Rime, Ed. RES, 1996, ISBN 978-88-85-32320-9, p. 371.
  22. ^ (EN) Edward Polehampton, The Gallery of Nature and Art; Or, a Tour Through Creation and Science (vol. 6), R. Wills, 1815, p. 272.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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