Val di Susa

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Disambiguazione – "Valsusa" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Valsusa (disambigua).
Val di Susa
Panorama della Valle di Susa dalla Sacra di San Michele
StatiBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Francia Francia
Regioni  Piemonte
Provenza-Alpi-Costa Azzurra
Alvernia-Rodano-Alpi
Province  Torino
Alte Alpi
Stemma Savoia
Località principaliSusa, Avigliana, Bussoleno, Oulx, Bardonecchia [elenco].
Comunità montanaComunità montana Valle Susa e Val Sangone
FiumeDora Riparia
Superficie1 200 km²
Altitudineda 300 a 3 612 m s.l.m.
Nome abitantivalsusini
Cartografia
Mappa della Valle
Mappa della Valle
Coordinate: 45°08′N 7°03′E / 45.133333°N 7.05°E45.133333; 7.05
L'arco romano di Susa (9-8 a.C.)

La Val di Susa (Valsusa in piemontese) è una valle alpina situata nella parte occidentale del Piemonte, a ponente di Torino, confinante con la Francia a ovest: nonostante sia interamente appartenente al bacino idrografico del Po, e dunque alla regione geografica italiana, porzioni di alcune sue alte vallate laterali fanno politicamente parte della Repubblica francese in seguito ai trattati di pace del 1947 (circondario e colle del Moncenisio nel Dipartimento della Savoia; Valle Stretta, versante padano dei valichi della Scala e del Monginevro, vetta del monte Chaberton nel Dipartimento delle Alte Alpi).

Lunga 80 km e con oltre 90 000 abitanti, è la più estesa e popolata valle del Piemonte. Prende il nome dall'antica città di Susa, situata in posizione baricentrica, anche se il suo centro più grande oggi è Avigliana; si pronuncia Valsusa in piemontese, Val Susa in occitano, Vâl Susa in arpitano, Vallée de Suse in francese. Nell'alta valle si trova il punto più occidentale d'Italia (vetta della Rocca Bernauda, nel comune di Bardonecchia, 45°06′15″N 6°37′32″E / 45.104167°N 6.625556°E45.104167; 6.625556).

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La valle, disposta in senso longitudinale, è percorsa dal fiume Dora Riparia. È toccata sia dalle Alpi Cozie (sulla destra della Dora e del Cenischia) sia dalle Alpi Graie (sulla sinistra dei medesimi corsi d'acqua). I torrenti Dora di Bardonecchia e Cenischia formano due importanti vallate che si diramano da quella principale.

Il nome deriva dalla città di Susa, posta all'imbocco della Val Cenischia. Da quest'ultima proviene la strada che percorre il valico del Moncenisio, che proprio presso la città s'incontra con quella proveniente dal valico del Monginevro.

La bassa valle verso la pianura

Orografia[modifica | modifica wikitesto]

Rocciamelone

Il monte più alto della parte italiana della valle, nonché quello più facilmente individuabile dalla pianura, è il Rocciamelone (3 538 m)[1].

Monte Seguret, Oulx
Monte Jafferau
Monte Orsiera

Salendo la valle sulla destra troviamo nell'ordine i seguenti monti principali:

Salendo la valle sulla sinistra troviamo nell'ordine i seguenti monti principali (tutti appartenenti alle Alpi Cozie - sottosezione Alpi del Monginevro):

Valli[modifica | modifica wikitesto]

Valle Argentera

Lateralmente alla valle principale si individuano alcune valli laterali.

Partendo da Sestriere possiamo individuare:

  • Valle Argentera
  • Val Thuras
  • Valle della Piccola Dora (che si dirama a sua volta a Clavière nel Vallon de Baisses e nel Vallone della Gimont)

Partendo dalla Valle Stretta fino all'imbocco della Valle possiamo individuare:

  • Valle della Rho
  • Valle del Frejus
  • Vallone di Rochemolles (che si dirama a sua volta nella Valfredda)
  • Val Clarea
  • Val Cenischia
  • Valle del Messa

Valichi alpini[modifica | modifica wikitesto]

Il Valico del Moncenisio, panoramica.

Stradali[modifica | modifica wikitesto]

Colle del Sestriere

La Val di Susa, rispetto alle altre valli di confine tra l'Italia e la Francia, è quella che possiede i valichi alpini più agevoli e collocati a quote inferiori. Fin dall'antichità i suoi valichi hanno permesso scambi di popoli e di merci.

I valichi, dotati di strada e che interessano la valle, sono (in senso orario):

Colle delle Finestre, tra la Val di Susa e la Val Chisone

Sentieri[modifica | modifica wikitesto]

Colle del Monginevro
Colle del Sommeiller

Altri valichi dotati solamente di sentiero di collegamento sono:

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

L'origine della Valle di Susa va ricercata tra i 40 e i 25 milioni di anni fa, durante una fase del processo dell'orogenesi alpina. Sulla sinistra orografica dalla bassa valle e al Moncenisio si possono trovare calcescisti, gneiss, serpentini, micascisti e calcari. Il massiccio dell'Ambin è costituito da rocce cristalline e micascisti. Nell'alta valle vi sono calcescisti, quarziti, calcari e talvolta arenarie.

Sulla destra orografica da Rivoli ai laghi di Avigliana vi sono alcune formazioni moreniche. Da Avigliana a San Giorio si trovano gneiss e serpentini. Il massiccio dell'Orsiera-Rocciavrè è composto da gneiss e micascisti. Nell'alta valle vi sono infine calcescisti, serpentini e calcari.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Dora Riparia
Dora di Bardonecchia
Fiumi

Il fiume principale della valle è la Dora Riparia, lungo 125 km[3] e con un bacino di 1 340 km², affluente di sinistra del Po. La Dora Riparia si origina a Cesana dall'unione di due rami sorgentizi, la Piccola Dora, che nasce al Colle del Monginevro, sulle Alpi Cozie francesi, e il Torrente Ripa che nasce invece in Valle Argentera (comune di Sauze di Cesana).

Laghi
Lago dell'Alpe Laune sopra Sauze d'Oulx

Lago del Moncenisio (totalmente in territorio francese anche se del bacino della Val di Susa). Questo territorio era storicamente savoiardo prima dell'annessione del ducato alla Francia nel 1860[4] Laghetto dell'Alpe Laune (2 043 metri, Sauze d'Oulx), Lago dei 7 Colori (2 329 metri, Cesana), Lago di Rochemolles (1 950 metri, Bardonecchia); Lago Nero (Cesana); Lago Nero (Sauze d'Oulx); Lago Paradiso delle Rane (1 275 metri, San Giorio di Susa); Lago Verde (totalmente in territorio francese anche se in Val di Susa); Lago Rosso (1 960 metri, San Giorio di Susa); Lago della Vecchia (2 670 metri, collocato sul confine italo-francese); Laghi di Ferrera Cenisio: Lago Grande, Lago Piccolo; Laghi di Avigliana: Lago Grande, Lago Piccolo

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Parco naturale dei laghi di Avigliana

Le principali aree tutelate sono:

Flora[modifica | modifica wikitesto]

La Val di Susa e la Val Chisone, a causa della loro posizione geografica, sono luogo d'incontro fra vegetazioni tipiche delle Alpi Marittime, Alpi Cozie Meridionali e Alpi Centrali. Nella porzione più bassa prevale il castagno puro o misto ad altre latifoglie, mentre salendo di quota s'incontra il faggio ceduo. Nei versanti esposti a sud si trovano la roverella e il pino silvestre. All'interno della Valle prevale il larice insieme al pino cembro, che lo sostituisce alle alte quote. L'abete rosso e l'abete bianco costituiscono la parte prevalente del Gran Bosco di Salbertrand.

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

Una marmotta

La Val di Susa ospita una fauna ricca di varietà. I mammiferi sono di tipo medio-europeo e sono costituiti soprattutto da micromammiferi. Fra questi si segnalano varie specie di toporagno e di topi, il moscardino, il quercino e le arvicole. Sono presenti anche il riccio europeo occidentale e la talpa europea. Tra i lagomorfi sono presenti la lepre europea e, ad altitudini maggiori, la lepre alpina o bianca. I roditori sono rappresentati dallo scoiattolo, dalla marmotta e dal ghiro. Sono presenti sei specie di ungulati selvatici: il cervo nobile o cervo europeo, il capriolo, il camoscio alpino, lo stambecco o stambecco delle Alpi, il muflone e il cinghiale. Nella Valle sono presenti numerose specie di carnivori. Tra i mustelidi, nelle zone a media altitudine vivono la martora comune o martora eurasiatica, la faina, la donnola e il tasso mentre a quote superiori si può incontrare l'ermellino. Fra i canidi sono presenti la volpe e il lupo. Negli ultimi anni sono stati trovati segni di presenza della lince sia in Val Chisone sia in Alta Valle di Susa.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima della Val di Susa è tipicamente alpino. Le Alpi Cozie, protette dal Monviso, sono generalmente secche, mentre le Alpi Graie hanno precipitazioni frequenti. Le Alpi Cozie settentrionali sono caratterizzate da importanti quantità di precipitazioni nevose ma inferiori rispetto alle Alpi Graie.

La Val di Susa è la valle alpina occidentale più ampia: in essa si incanalano facilmente le perturbazioni a direzione ovest-est, che caratterizzano la valle con frequenti venti di föhn di forte intensità.

Spadonaro di Venaus durante la danza delle spade

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Porta Savoia, una delle Porte romane di Susa

Epoca antica[modifica | modifica wikitesto]

I primi insediamenti stabili dell'uomo risalgono circa al quinto millennio a.C., ma le prime evidenti testimonianze[5] risalgono ai secoli V e VI a.C., e risultano costituite perlopiù da coppelle scavate nella roccia, incisioni e iscrizioni rupestri presenti in gran numero in tutta la vallata.

Alcuni antropologi ritengono che qui sia avvenuto l'incontro fra tribù celtiche transalpine e celto-liguri locali, per altri invece l'influenza celtica è stata minima. Al tempo della Roma repubblicana i valichi alpini valsusini incominciarono ad acquisire un'importanza militare strategica: si ipotizza che qui sia transitato l'esercito di Annibale, forse dal Valico del Monginevro o dal Colle del Moncenisio, nel 218 a.C. Nel 61 e nel 58 a.C., fu la volta di Giulio Cesare in marcia verso le Gallie, dopo un accordo con il sovrano locale Donno. Dai Commentarii de bello Gallico (lib. I, cap. X) si evince che il confine tra la Gallia Cisalpina e la Gallia transalpina fosse situato nella bassa valle, a Ocelum (a ovest della Statio ad fines romana, odierna Drubiaglio di Avigliana).

L'alleanza tra romani e genti locali venne forse sancita tra il 13 e il 12 a.C. con un patto tra il re Cozio, figlio di Donno, e l'imperatore Augusto, celebrata nel fregio dell'Arco di Augusto che venne eretto a Susa. La Via Domizia qui prendeva il nome di Via Cozia. Dopo tre secoli di relativa pace ebbe inizio un nuovo periodo di guerre, dovute anche al progressivo indebolimento dell'apparato statale romano. Nel 311 d.C. vi fu, da parte di Costantino, l'assedio di Susa alleata del rivale Massenzio. I rapporti con il potere centrale si fecero via via sempre più labili, mentre incominciavano le prime invasioni barbariche.

Periodo medioevale[modifica | modifica wikitesto]

Vita di Sant'Eldrado affrescata nell'omonima cappella dell'Abbazia di Novalesa nell'XI secolo
Alto Medioevo

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente il dominio fu dei Goti (c. 490-530), dei Bizantini (c. 530-570) e dei Longobardi (c. 570-774). Il confine tra il regno Longobardo e quello dei Franchi, alcuni chilometri a monte di quello romano, fortificato e militarizzato in modo permanente, era conosciuto allora come Clusae Longobardorum (Chiuse Longobarde). L'abbazia di Novalesa fu fondata nel 726 ai piedi del Colle del Moncenisio come avamposto Franco a monte del confine. Tra il 773 e il 774 l'esercito di Carlo Magno calò in Italia attraverso il Valico del Moncenisio e sconfisse i Longobardi. Suo figlio Ludovico fondò l'Ospizio del Moncenisio per dare assistenza ai viandanti sul colle omonimo. Dopo la morte di Carlo Magno seguirono le invasioni Ungare (c. 900-950) e Saracene (c. 890-970). Arduino Glabrione, liberata la valle ormai desolata, ne incominciò la ricostruzione. Tra il 983 e il 987 su un monte all'imbocco della Valle venne fondata l'imponente Sacra di San Michele della Chiusa da un nobile del Sud della Francia di ritorno da un pellegrinaggio, opera nella tradizione di eremiti dell'antistante monte Caprasio, guidati da San Giovanni Vincenzo.

Basso Medioevo
La Sacra di San Michele della Chiusa (TO) sul Monte Pirchiriano; sullo sfondo le cime valsusine

I decenni precedenti il 1000 videro un vuoto di potere in valle di Susa dovuto alle incursioni saracene[6]. Nell'anno 1001 Olderico Manfredi, nipote di Arduino Glabrione, ottenne dall'imperatore Ottone III la conferma del dominio sulla "terza parte della valle".

Nel 1029 fondò l'abbazia di San Giusto di Susa, donandole una ricca parte delle proprie terre. L'unione della casata arduinica con quella Sabauda avvenne nel 1046 quando Adelaide, figlia di Olderico Manfredi, sposò Oddone, figlio di Umberto Biancamano. Dopo la morte di Adelaide l'Alta Valle passò nella sfera d'influenza del Delfinato, mentre la Bassa Valle rimase fedele alla casata sabauda. Numerosi centri religiosi fiorirono lungo la Via Francigena. Oltre a Novalesa, S. Michele della Chiusa, San Giusto di Susa, vi furono la Prevostura di San Lorenzo di Oulx, poi Sant'Antonio di Ranverso fondata sul finire del XII secolo come ospedale in seguito alle epidemie di "fuoco Sacro", la Certosa di Montebenedetto che a partire dal 1197 ospitò i monaci della Certosa della Losa, il Convento di San Francesco (Susa) e alcuni ospedali gerosolimitani a San Giorio di Susa, Susa, Chiomonte.

Panoramica del Castello di Chianocco dove secondo la leggenda sarebbe morta la contessa Adelaide di Susa, cugina di Matilde di Canossa e suocera dell'imperatore Enrico IV

Nel XIII secolo vi fu abbondanza dei raccolti e la ripresa dei traffici commerciali, in particolare attraverso il valico del Moncenisio. Le attività agricole vennero regolamentate e ad alcune città come Susa e Avigliana furono concessi degli statuti mentre i molti castelli, da opere puramente difensive, si trasformarono nelle residenze fortificate dei signori feudali. Il XIV secolo vide le lotte delle famiglie aristocratiche e la rivalità fra la Savoia e il Delfinato. Nel 1349 il Delfino Umberto II fece atto di donazione delle sue piazzeforti al re di Francia, e accettò che l'erede al trono francese portasse il titolo di "Delfino". Il confine francese venne così a ritrovarsi a metà valle e a ridosso dei domini sabaudi di Amedeo VI (il "Conte Verde").

Nel XV secolo le abbazie presentavano evidenti segni di declino: il numero dei monaci diminuiva, e quelle principali come la Sacra di San Michele e la Novalesa erano ormai gestite da abati commendatari. La Certosa di Montebenedetto fu abbandonata a favore di quella di Banda.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Bousson: campanile

Punto di passaggio fondamentale per le comunicazioni tra la penisola italiana e il nord-ovest europeo, durante il XVI secolo la valle di Susa fu in balia degli eserciti di Carlo V e Francesco I di Francia. Diversi episodi storici sono anche stati ripresi da importanti scrittori. La seconda metà del secolo vide in tutta Europa il divampare delle guerre di religione[7], che qui si concretizzarono in un'aspra lotta contro la Riforma, in particolare fra la componente Cattolica e le componenti Ugonotte e Valdesi. Tra il 1526 e il 1533 Colombano Romean scavò a Chiomonte sotto la Cresta dei Quattro denti il tunnel di 500 metri chiamato Pertus, che porta l'acqua nei campi delle borgate di Cels e Ramat. L'episodio è stato romanzato dallo scrittore Alessandro Perissinotto nel libro "La canzone di Colombano".

Il Forte di Exilles

Nel XVII secolo il territorio fu teatro di eventi bellici nell'ambito delle guerre tra Francia e Spagna. Tra il 21 e il 25 aprile del 1610 si stipulò il Trattato di Bruzolo, alleanza offensiva e matrimoniale, tra gli emissari di Enrico IV re di Francia e il duca Carlo Emanuele I di Savoia. I patti stipulati nel Castello di Bruzolo decaddero repentinamente il 14 maggio 1610 per l'uccisione di Enrico IV di Francia da parte di François Ravaillac e un rovesciamento delle alleanze stabilito da Maria de' Medici appena nominata regina. Nel 1622 fu chiusa l'abbazia della Sacra di San Michele. Nel 1628 si registrò una grave carestia e a partire dal 1629 si diffuse la peste, quando la parte bassa della Valle venne invasa e occupata dalle truppe francesi con a capo Richelieu, proveniente dall'Alta Valle Susa, zona dal medioevo appartenente al Delfinato e quindi al Regno di Francia. Dopo la battaglia del Passo di Susa (odierno comune di Gravere, allora zona del confine), episodio romanzato anche nel libro "La Sfinge Rossa" di Alexandre Dumas, addirittura il re di Francia Luigi XIII in persona si insediò nel Castello di Susa per circa un mese. Il Forte di Exilles divenne sempre più strategico e venne ampliato. Secondo una leggenda tra il 1681 e il 1687 vi fu imprigionato il personaggio chiamato Maschera di Ferro", ripreso anche da Alexandre Dumas.

La morte di Belle-Isle all'Assietta

Giaglione e Salbertrand nel 1689 durante il Glorioso rimpatrio furono teatro degli scontri definitivi che permisero ai Valdesi esiliati in Svizzera di rientrare nelle loro Valli. Nel 1690 Vittorio Amedeo II, forte della nuova alleanza coi Valdesi, aderì alla lega contro Luigi XIV. Ciò suscitò come reazione l'invio delle truppe del generale Catinat, fonte di saccheggi e devastazioni. Nel 1697 in virtù di un trattato di pace le terre di Susa tornarono in mano Sabauda. Nel XVIII secolo la Valle fu coinvolta nelle guerre di successione europee. La conquista al Piemonte dell'alta valle, nel 1708, venne poi sancita dal trattato (di Utrecht) nel 1713. Si restaurò il forte di Exilles e costruì il grande forte della Brunetta a Susa, in sostituzione di quello obsoleto di Santa Maria. Il 19 luglio 1747 la Guerra di successione austriaca vide uno scontro importante per il Piemonte sullo spartiacque con la Val Chisone, la Battaglia dell'Assietta. La seconda metà del Settecento fu un periodo di relativa pace.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Lo scrittore Alessandro Manzoni citò la valle

in alcuni versi della tragedia Adelchi (1822):

«Sorto all'aurora, al buon pastor la via
Addimandai di Francia. - Oltre quei monti
Sono altri monti, ei disse, ed altri ancora;
E lontano lontan Francia; mia via
Non avvi; e mille son que' monti, e tutti
Erti, nudi, tremendi, inabitati,
Se non da spirti, ed uom mortal giammai
Non li varcò.»

A partire dal 1794 gli attacchi al Piemonte della Francia rivoluzionaria coinvolsero il territorio. Le vittorie di Napoleone portarono all'armistizio di Cherasco, nel 1798 il re Carlo Emanuele IV abdicò, e la valle fu soggetta al governo francese fino al termine dell'era napoleonica nel 1814. Al posto della vecchia mulattiera conosciuta come "strada reale", Napoleone decise la costruzione della strada carrozzabile del Colle del Moncenisio una delle prime a valicare le Alpi. La Valle di Susa tornò in mano piemontese con la Restaurazione e il re Vittorio Emanuele I. Nel 1836 re Carlo Alberto ripristinò l'abbazia della Sacra di San Michele. Il 22 maggio 1854 fu inaugurata la ferrovia Torino-Susa, e nel settembre 1871 fu aperto il traforo ferroviario del Frejus. La valle di Susa non fu interessata dagli eventi della prima guerra mondiale.

Alla seconda risalgono le molte opere belliche del Vallo alpino occidentale, utilizzate nella Guerra contro la Francia. Il territorio fu poi intensamente coinvolto dalla Guerra partigiana e, in particolare, dagli eventi dell'estate 1944. In seguito all'ultimo conflitto la Valle Stretta, ancora nel bacino idrografico della Dora Riparia, fu ceduta alla Francia, cessione analoga all'arretramento del confine al valico del Moncenisio con la perdita della piana, divenuta italiana nel 1860[4].

Nel 1973 fu ripristinata l'Abbazia di Novalesa, dopo l'acquisizione da parte della Provincia di Torino fortemente voluta dal senatore Sibille e dall'associazione culturale Segusium.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Comuni della Valle di Susa
Versante sud Versante nord
Alpignano
Rosta Caselette
Buttigliera Alta Almese
Avigliana Rubiana
Sant'Ambrogio di Torino Villar Dora
Chiusa di San Michele Caprie
Vaie Condove
Sant'Antonino di Susa Borgone Susa
Villar Focchiardo San Didero
San Giorio di Susa Bruzolo
Bussoleno Chianocco
Mattie
Meana di Susa Mompantero[8]
Susa
Venaus[8]
Novalesa[8]
Moncenisio[8]
Gravere Giaglione[8]
Chiomonte
Exilles
Salbertrand
Oulx
Sauze d'Oulx
Cesana Torinese Bardonecchia
Claviere
Sauze di Cesana
Sestriere

In Val di Susa vi sono 40 comuni, di cui 37 fanno parte delle Unioni montane Valle Susa; Comuni Olimpici-Valle Lattea; Alta Valle Susa; Alpi Graie.[9] Altri 2, Buttigliera Alta e Rosta, pur facendo geograficamente parte della Valle non sono affiliati alle comunità montane.

Al 31 dicembre 2019 in totale gli abitanti ammontano a quasi 100 000.[10]

Le località principali sono: Avigliana, Bardonecchia, Bussoleno, Oulx e Susa. Questi comuni totalizzano approssimativamente il 31% della popolazione.

Magli della Fucina di Bruzolo

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia della Valle si è sempre basata sull'agricoltura e sulla pastorizia e attività connesse, come la molitura e le piccole fucine per la lavorazione del ferro. A partire dai primi decenni del novecento ci fu un fiorire di attività tessili, poi riunite nel Cotonificio Vallesusa. Dall'inizio del XX secolo si è affiancata l'industria pesante, con le Officine Moncenisio di Condove, e in seguito il terziario avanzato, oltre che i servizi per la vicina area metropolitana di Torino, tra cui un ruolo di primo piano svolgono le centrali idroelettriche con gli impianti di ENEL di Venaus e IREN di Pont Ventoux-Susa, oltre a molti piccoli impianti diffusi in parecchi comuni della Valle. L'artigianato tradizionale del legno è ancora fiorente nell'Alta Valle.

Il turismo invernale, legato alle stazioni sciistiche di Bardonecchia, Cesana, Sestriere, Sauze d'Oulx, Frais di Chiomonte, è presente nell'Alta Valle: lo sci incominciò la sua diffusione in Italia proprio da qui all'inizio del XX secolo. Queste località hanno ospitato numerose sedi di gara dei XX Giochi olimpici invernali nel 2006.

Per facilitare l'escursionismo e il turismo la valle possiede alcuni rifugi alpini. I principali sono: Rifugio Cà d'AstiRifugio Guido ReyRifugio Terzo AlpiniRifugio Levi MolinariRifugio Camillo ScarfiottiRifugio Geat Val GravioRifugio ToescaRifugio Luigi VaccaroneRifugio AvanzàRifugio Piero Vacca.

Nella valle sono tracciati molti sentieri. Tra questi è importante segnalare il sentiero dei Franchi e vari tratti del GTA.

La Ferrovia del Moncenisio valicava il Colle a quasi 2 000 metri, grazie al sistema Fell, che superava fortissime pendenze

Infrastrutture[modifica | modifica wikitesto]

Trasporti

La prima grande infrastruttura moderna costruita in Val di Susa fu la Strada statale 25 del Moncenisio voluta da Napoleone I per raggiungere velocemente l'Italia e costruita con ingenti capitali tra il 1806 e il 1810, superando il dislivello di 1 580 metri tra il Colle e Susa con opere ardite per l'epoca, in modo da mantenerla carrozzabile o comunque transitabile con slitte trainate da cavalli per tutto l'anno[11]. Il 22 maggio 1854 fu inaugurata la prima tratta della Ferrovia del Frejus, da Torino a Susa, con la prospettiva della realizzazione di un traforo attraverso le Alpi. Il 31 agosto 1857 incominciarono i lavori del Traforo ferroviario del Frejus e nel 1867 della tratta da Bussoleno a Bardonecchia.

Nel 1866 incominciarono i lavori della Ferrovia del Moncenisio costruita per rendere più rapide le comunicazioni tra Italia e Francia, adattando il tracciato della strada statale napoleonica per un utilizzo in comune. La costruzione fu portata a termine dopo due anni durante la realizzazione del Traforo ferroviario del Frejus e in concorrenza con lo stesso. La linea ferroviaria era lunga 77,8 chilometri, costruita adottando locomotive a Sistema Fell per superare 1 588 metri di dislivello da Susa e una pendenza dell'8,3 percento sul versante francese. La ferrovia fu dismessa nel 1871 dopo l'inaugurazione del Traforo ferroviario del Frejus.

Immagine d'epoca del Deposito di Bussoleno, ora Museo del trasporto ferroviario attraverso le Alpi

Nel 1870 fu completato il Traforo ferroviario del Frejus, che permise di collegare la ferrovia Torino-Bardonecchia con la Francia. La ferrovia valsusina assunse così rilevanza internazionale, collegando la Pianura Padana con l'Europa occidentale. Sono in corso, tra violente polemiche, i lavori preliminari di un nuovo traforo, il Progetto di ferrovia Torino-Lione che dovrebbe collegare la città di Bussoleno con la città francese San Giovanni di Moriana attraverso un tunnel di oltre 57 km.

La Valle è attraversata da due strade statali, la Strada Statale 24 e Strada Statale 25 che si dirigono rispettivamente verso il Colle del Monginevro e il Valico del Moncenisio.

Nel 1980, accanto al tunnel ferroviario è stato inaugurato un tunnel stradale (sempre sotto il Monte Fréjus), poi integrato nel sistema autostradale italiano mediante la costruzione dell'autostrada A32 (inizio anni novanta).

Energia ed elettrodotto innovativo Terna HVDC

Le principali centrali idroelettriche si segnalano quella ENEL di Venaus (che utilizza parte dell'acqua del lago del Moncenisio), AEM di Giaglione-Pont Ventoux e di Susa ed ENEL di Bardonecchia. Diversi elettrodotti solcano la Valle per il trasporto dell'energia verso l'area di Torino, tra i quali l'elettrodotto internazionale Grand-Ile/Piossasco da 380 000 V. Dopo una forte opposizione dei Comuni a un raddoppio dell'elettrodotto su nuovi tralicci, proposto e poi abbandonato negli anni novanta, è ora in corso un raddoppio dell'interconnessione con la Francia, in corrente continua anziché alternata, mediante condotta interrata attraverso cavi superconduttori XLPE, denominato HVDC (High Voltage Direct Current), mediante una partnership fra Terna (azienda) e la SITAF, opera unica al mondo su così lunga distanza[12].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Spadonaro di Venaus scorta la statua del patrono San Biagio durante la processione

La Valle di Susa costituisce un punto d'incontro fra tre aree linguistico-culturali: quella piemontese a est, quella francoprovenzale (o arpitana) a nord-ovest e quella provenzale (o occitana) a sud-ovest.

Contribuiscono al mantenimento delle tradizioni alcuni cori che diffondono la cultura valligiana mediante il canto popolare, tenendo concerti non solo in Valle, ma anche in tutta Italia e all'estero. Tra questi, occupano un ruolo di prestigio il Coro Alpino Valsusa di Bussoleno, il Coro Alpi Cozie di Susa e la Corale Rocciamelone di Sant'Antonino di Susa.

Sono presenti inoltre alcuni gruppi che effettuano danze popolari e balli tradizionali (ad esempio gli Spadonari di Giaglione e Venaus, rispettivamente nel mese di gennaio, patrono San Vincenzo, e nel mese di febbraio, patroni San Biagio e S. Agata), numerose bande musicali risalenti alla seconda metà del XIX secolo, nonché vari gruppi culturali e archeologici locali. Nella Valle sono presenti il Palio storico di Avigliana e di Susa. La Valle di Susa ha visto nascere una innovativa iniziativa pubblico-privata per la valorizzazione del territorio, aperta a associazioni e privati, dal nome Valle di Susa. Tesori d'arte e cultura alpina, che si propone di innervare il sistema turistico e culturale locale con una rete tra enti locali, associazioni e operatori culturali.

Tipologie edilizie

Tradizionalmente, nelle costruzioni rurali valsusine si possono distinguere alcune caratteristiche costruttive in relazione alle zone. In Bassa valle: costruzioni in pietra e/o laterizi, tetto di coppi. Ciò era dovuto all'ampia disponibilità di argilla e alla presenza di una fornace per laterizi. In Media valle: costruzioni in pietra, tetto di lose. In Alta valle: costruzioni in pietra e legno, tetto di lose o scandole.

La soppressione del feudatario, lato ovest del Castello di San Giorio di Susa
Feste e manifestazioni
  • Palio storico dei Borghi di Avigliana, una competizione che si svolge annualmente fra i borghi di Avigliana nella forma di una giostra equestre di origine medievale, la terza domenica di giugno
  • il Torneo Storico dei Borghi di Susa si tiene a fine luglio
  • Sant'Ambrogio di Torino, l'ultimo sabato di giugno viene rievocata la storica "Battaglia delle Chiuse" dell'anno 773 tra Franchi e Longobardi
  • San Giorio di Susa, rievocazione storica: "la soppressione del feudatario", la domenica più vicina al 23 aprile
  • Mompantero di Susa, Fora l'Ours: festa ricca di significati allegorici, il primo week-end del mese di febbraio

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La Sacra di San Michele sul monte Pirchiriano, veglia l'ingresso della Valle di Susa da Torino

La Valle di Susa è costellata di monumenti religiosi, militari, civili, industriali, di epoca preistorica, romana, medioevale, moderna. Spiccano per numerosità e rilevanza le antiche abbazie: le grandi strutture ecclesiali organizzarono centri di dominio concorrenti alle organizzazioni civili (solo a partire dall'XI secolo incominciò a consolidarsi il dominio dei Savoia) di cui rimangono oggi silenziose testimoni le antiche e solenni vestigia.

Via Francigena della Val di Susa[modifica | modifica wikitesto]

Lungo la Valle di Susa transita oggi come un tempo la Via Francigena, nei due rami del Colle del Moncenisio e del Colle del Monginevro, che si congiungono a Susa e si dirigono poi verso Torino[13]. Parlando della Sacra, il più celebre dei punti tappa della Francigena della Val di Susa, Giovanni Tabacco scriveva che «... nel corso dell'XI secolo la potenza di S. Michele continuò a irradiarsi attraverso tutta la Francia centro-meridionale per le crescenti donazioni dei pellegrini che, muovendo da quelle regioni verso Roma, preferivano ad altri percorsi più complicati le grandi vie del Moncenisio o del Monginevro, confluendo poi gli uni e gli altri a Susa e alle Chiuse»[14]. Dagli spartiacque alpini verso Susa, scendendo dal Colle del Monginevro s'incontravano la Prevostura di San Lorenzo di Oulx, l'Hotel Dieu di Salbertrand e la casa gerosolimitana di Chiomonte.

Dal Colle del Moncenisio, oltre all'Ospizio della Prevostura di Santa Maria del Moncenisio sul passo, fondato da Ludovico il Pio, s'incontravano locande a Ferrera Cenisio e Novalesa, che ancora ne conserva una con affreschi del XIV e XV secolo, oltre all'Abbazia benedettina di Novalesa, che ospitò Carlo Magno e mantiene la sepoltura di un pellegrino di Santiago di Compostela e la cappella di Sant'Eldrado dell'XI secolo con affreschi sul passaggio delle reliquie di San Nicola. Susa, sorvegliata dall'alto dalla Certosa della Losa, presentava strutture come la casa ospitaliera dell'Abbazia benedettina di San Giusto, quella dei gerosolimitani e dei templari, il dormitorio della Madonna del Ponte, un altro annesso al Canonicato di Santa Maria Maggiore, il Convento di San Francesco.

A Bussoleno si conserva l'antica locanda "Casa Amprimo", a Villar Focchiardo Cascina Roland e due Certose (Montebenedetto e Banda). Sull'altro versante della Valle, Bruzolo, oltre al ricetto del Castello, ospitava una casa della Prevostura dell'Ospizio del Moncenisio. Sant'Antonino di Susa deve il suo nome al locale monastero (dedicato a Sant'Antonino di Apamea, mentre sul monte Pirchiriano sorge l'Abbazia monumento simbolo della Regione Piemonte, la Sacra di San Michele della Chiusa, punto tappa obbligato per cardinali e papi, mentre i pellegrini soggiornavano nel sottostante paese di Sant'Ambrogio. Ad Avigliana altra antica Certosa alla Mortera, diverse locande e una chiesa della Prevostura dell'Ospizio del Moncenisio, la Chiesa di San Pietro. Poco più avanti, i canonici antoniani gestivano la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso, mentre sull'altro lato della Valle il Castello di Camerletto era feudo dell'Abbazia di Novalesa.

Spiega Renato Stopani che «... sebbene usato anche anteriormente come alternativa al Gran San Bernardo, il passo del Moncenisio nel corso del XII secolo fu sempre più transitato da uomini e merci che procedevano in direzione delle grandi fiere della Champagne, dove la presenza dei mercanti italiani si faceva sempre più consistente. La sua scelta come punto di attraversamento dell'area alpina era perciò frequente all'epoca di Filippo Augusto, tanto che nell'area prealpina la vera strada di Francia era considerata quella che collegava al Moncenisio»[15]. In questi anni il percorso della Via Francigena è stato riscoperto e attrezzato con pannelli e indicazioni.

Architetture religiose, chiese, Abbazie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Architetture religiose della val di Susa.
La chiesa di San Pietro si trova nei pressi del centro di Avigliana e risale all'XI secolo
La Chiesa della Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso a Buttigliera Alta
La Chiesa sconsacrata di S. Pietro di Chianocco, abbandonata per le alluvioni
Rocciamelone, Santuario a 3 538 m s.l.m.
Affreschi della Cappella di S. Eldrado presso l'Abbazia di Novalesa ai piedi del Colle del Moncenisio in Val Cenischia
Cappella di Sant'Antonio abate (Jouvenceaux)

Numerose sono le abbazie e i complessi di architettura religiosa, che punteggiavano il cammino della "Strada di Francia" per aiutare pellegrini, viaggiatori, mercanti. Nell'ordine, da Torino all'Alta Valle s'incontrano:

Aree archeologiche[modifica | modifica wikitesto]

Susa, scavi romani del pretorium nell'area del Castello della contessa Adelaide

Castelli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castelli della val di Susa.
Vista del Castello di Villar Dora
La Casaforte romanica di Chianocco
Casaforte di San Didero, caseggiato sulla corte, lato Sud
Castel Borello a Bussoleno

Numerosi sono i Castelli della val di Susa. Gli edifici fortificati medioevali valsusini rispecchiano tutte le tipologie edilizie medioevali: castelli, caseforti, torri, motte, ricetti. Risalgono, esclusi Avigliana e Susa, Castelli sabaudi, al periodo detto del "secondo incastellamento", cioè al Basso Medio Evo. Molti edifici non sono accessibili al pubblico; alcuni sono in rovina, altri sono stati restaurati.

Casa Aschieris a Bussoleno

Edifici storici[modifica | modifica wikitesto]

Museo diocesano d'arte sacra (Susa)

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ai numerosi siti medioevali, la Valle di Susa presenta un vasto panorama di musei, che ne raccontano le molteplici sfaccettature, così dislocati da Torino all'Alta Valle:

Fortificazioni[modifica | modifica wikitesto]

La valle di Susa ha sempre costituito un luogo privilegiato per il transito degli eserciti, per cui durante i secoli si sono moltiplicate le opere di fortificazione:

Strade militari[modifica | modifica wikitesto]

Informazione locale[modifica | modifica wikitesto]

Enogastronomia[modifica | modifica wikitesto]

Formaggi
La produzione casearia in montagna ha da sempre un ruolo primario per l'economia alpina. La Valle ha una produzione lattea bovina che si aggira intorno a 6 000 t all'anno. 1 700 t vengono utilizzate per la produzione di formaggi locali, il cui elenco comprende Bruss, Murianengo o Moncenisio, Formaggio a crosta rossa della Valle di Susa, Seirass, toma piemontese, toma del lait brusc, Reblochon. In ottobre si svolge la Sagra della Toma a Condove.
Salumi
La produzione di salumi risale da antiche tradizioni di allevatori dei versanti alpini della Valle.
L'elenco dei principali salumi della Val di Susa comprende Bondiola, Prosciuttello crudo, Salame mica
Dolci
I sapori di un tempo si ritrovano nei dolci tipici della bassa Valle di Susa e della Val Cenischia.
La tipica focaccia di Susa è una sorta di pane dolce ricoperto di zucchero; di origine remota, risale ai tempi dei Romani e del Medioevo, viene prodotto soprattutto dai panettieri di Susa. Un altro dolce di Susa sono le lose golose prodotte dal 1958 e il Pan della Marchesa, che compare su un ricettario anch'esso del 1958, e viene diffuso in occasione del primo Torneo storico dei Borghi di Susa nel 1987. In occasione delle feste popolari in Alta Valle Susa vengono serviti i Gofri. A Vaie si producono i Canestrelli, dolce tipico che risale al 1600. A Chiusa di San Michele il Pane di Meliga e a Sant'Ambrogio di Torino le Paste 'd Melia 'd Sant'Ambreus paste di meliga tipiche della zona.
Vini
I vigneti sono presenti quasi nella totalità dei comuni della bassa valle e in alcuni dell'alta, con particolari concentrazioni a Chiomonte, Giaglione, Susa e Chianocco. In Valle si produce una DOC, il Valsusa.
Principali vini della Valle sono Avanà, Carcairun, Becouet, Grisa Nera, Grisa Rousa, Baratuciat. Si produce anche il Barbera.
La raccolta delle ciliegie a Villar Dora
Frutta
La coltivazione del melo è ancora diffusa nella Valle (dai 400 ai 900 metri). Le mele insieme alle pere facevano parte dei principali ingredienti della cucina locale a metà dell'Ottocento. Gravere, Giaglione, Mattie e Caprie erano i principali comuni dove si coltivava il melo. Dal dopoguerra a oggi la coltura si è ridotta.
È molto diffusa la coltura di ciliegie a Villar Dora, alcuni ciliegi sono presenti anche a Vaie. Della Valle molto noti sono anche i marroni presenti a San Giorio di Susa, Mattie, Villar Focchiardo e Bruzolo. In autunno si svolge la "Sagra del Marrone" a Villar Focchiardo e San Giorio di Susa a ottobre. Un'altra importante produzione della Valle sono le pesche e le susine (in particolare i Ramasin).
Miele
Nella Valle si produce un miele di qualità influenzato dal clima e da una ricca varietà di flora.
Le principali varietà di miele sono: Castagno, Flora Alpina, Millefiori, Rododendro
Liquori
Le distillerie locali, dove si producono amari e liquori a base di erbe, vantano un'antica tradizione.
I liquori tipici sono l'Eigovitto (grappa di Avanà), Grappa della Comba di Susa, Fragolina di bosco, Garus Susino, Genepy.

Gustovalsusa[modifica | modifica wikitesto]

I principali prodotti enogastronomici della Valle di Susa sono degustabili nelle fiere e manifestazioni di grande richiamo turistico del calendario annuale "Gustovalsusa"[17], volute e coordinate dagli enti locali, di massima organizzate nei fine settimana dei seguenti periodi:

Primavera
maggio: "Canestrello" a Vaie;
giugno: Vini a Borgone Susa e ciliegie a Villar Dora;
Estate
agosto: Patata di montagna a Sestriere (qui detta Festa del Pilòt) e a Mocchie, fraz. di Condove, Gofri e Formaggio a Sauze d'Oulx;
settembre: "Pane e..." a Chianocco, miele a Bruzolo, Pane di meliga a Chiusa di San Michele, Patata e toma a Novalesa, Meliga day a Sant'Ambrogio di Torino;
Autunno
ottobre: Cipolle ripiene ad Almese, "Fiera franca" a Oulx, Polenta a Bussoleno, Toma a Condove, "Sagra del Marrone" a Villar Focchiardo (attestata dal 1863[18]) e Festa del Marrone a San Giorio di Susa; :novembre: Mela a Caprie;
Inverno
dicembre: "Presepi da gustare" a Venaus.

Altre manifestazioni vengono poi organizzate durante l'anno, pur non rientrando nel calendario ufficiale "Gustovalsusa".

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Sport invernali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: XX Giochi olimpici invernali.
Biathlon 15 km in Cesana San Sicario

Lo sci italiano è nato sulle montagne torinesi nel novembre del 1896. Il promotore dello sci alpino italiano fu Adolfo Kind, ingegnere chimico svizzero e alpinista, residente a Torino. Nel 1896 Adolfo Kind si fece spedire due paia di ski norvegesi e dopo le esercitazioni al Valentino e al Monte dei Cappuccini, Kind salì a Giaveno e raggiunse le frazioni più alte, passando per Prà Fieul fino alla cima del Monte Cugno dell'Alpet. Nel 1899 fu la volta dei 3 000 metri: il Monte Tomba, sopra il Lago del Moncenisio. Nel gennaio del 1906 venne inaugurata la prima stazione alpina italiana a Sauze d'Oulx, in Alta Val di Susa.

Sin dall'inizio dello scorso secolo Bardonecchia si rivelò terreno ideale per il nuovo sport. Nel 1909 furono organizzati i primi campionati italiani di sci alpino e fu costruito un trampolino. Nel 1935 venne costruito il primo impianto di risalita del comune.

Nel 1934 venne costituito ex novo il comune di Sestriere (nato con il nome Sestrierès) e dopo quarant'anni dalla scoperta del nuovo sport vennero costruiti i primi impianti di risalita del comune. Sestriere oltre a essere stata sede di Torino 2006, è un appuntamento fisso di Coppa del Mondo di sci alpino, ospitando anche i mondiali nel 1997.

La Val di Susa ha ospitato i XX Giochi olimpici invernali che si sono svolti dal 10 al 26 febbraio 2006. Sono stati realizzati i Villaggi Olimpici di Sestriere e Bardonecchia, e la pista di Bob, Slittino e Skeleton di Cesana. In Val di Susa si sono svolte le gare di Snowboard a Bardonecchia, Slittino, Bob e Skeleton sulla pista Cesana-Pariol, Biathlon a Cesana-Sansicario, Sci alpino (femminile) a Sansicario-Fraiteve, Freestyle a Sauze d'Oulx e Sci alpino (maschile) a Sestriere.

A Sestriere si è svolto lo Sci Alpino dei IX Giochi paralimpici invernali che si sono svolti dal 10 al 19 marzo 2006.

Torino ha ospitato nel 2007 la seconda Universiade dopo la prima estiva del 1959. Si è svolto lo Sci Alpino e lo Snowboard a Bardonecchia e il Biathlon a Cesana-Sansicario.

Sciatori sulle piste di Sauze d'Oulx

Il comprensorio sciistico più importante della Valle è la Via Lattea con 400 chilometri di piste ed è situato nei comuni: Sestriere, Sauze d'Oulx, Claviere, Cesana-Sansicario, Pragelato (comune situato nella Val Chisone) e Monginevro (comune situato in territorio francese). Un'altra località sciistica è Bardonecchia, con 100 chilometri di piste, è suddiviso in due comprensori: Melezet, Les Arnaud e Colomion (1 300 metri - 2 400 metri) e Jafferau (raggiunge i 2 800 metri d'altitudine). In Val di Susa ci sono anche delle località sciistiche minori: il Pian del Frais situato a 1 500 metri nel comune di Chiomonte ha 22 chilometri di piste.

La Val di Susa offre anche piste per lo sci di fondo. Vicino al Sestriere ci sono le piste di Pragelato (situato nel fondovalle della Val Chisone) utilizzate per i XX Giochi olimpici invernali per le gare di sci di fondo e combinata nordica. A Pragelato si sono svolte anche le gare di salto con gli sci. A Bardonecchia c'è la pista di fondo Assomont situata nella Valle Stretta, a Cesana Torinese la pista è localizzata in Val del Thuras.

La pista Cesana Pariol, dove si sono svolte le gare di Bob, Skeleton e Slittino nei XX Giochi olimpici invernali, ha ospitato anche il Campionato italiano di slittino nel 2006 e nel 2007. La struttura ospiterà il Campionato europeo di slittino il 12 gennaio e 13 gennaio 2008, la Coppa del Mondo di Bob e Skeleton dal 18 al 20 gennaio e il Mondiale di Slittino nel 2011.

Colle delle Finestre con sullo sfondo il Rocciamelone

Nel 2018, dalle montagne della Valsusa è stata tratta la medaglia di roccia, onorificenza ideata per premiare gli undici atleti italiani giunti al quarto posto delle rispettive discipline in occasione dei Giochi invernali di Pyeongchang.[19]

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Ciclismo
Tappe del Giro d'Italia:
1991 (8 giugno): 13ª tappa, vinta da Eduardo Chozas.
1993 (11 giugno): 19ª tappa, cronometro individuale vinta da Miguel Indurain.
1994 (11 giugno): 21ª tappa, vinta da Pascal Richard.
2000 (3 giugno): 20ª tappa, cronometro individuale vinta da Jan Hruska.
2005 (28 maggio): 19ª tappa, vinta da Josè Rujano.
Tappe del Tour de France:
1952: 11ª tappa, Bourg d'Oisains-Sestrière, vinta da Fausto Coppi
1992: 13ª tappa, Saint-Gervais-Sestrière, vinta da Claudio Chiappucci
1996: 9ª tappa, Monetier les Bains-Sestrière, vinta da Bjarne Riis
1999: 9ª tappa, Le Grand Bornand-Sestrière, vinta da Lance Armstrong

La Valle ha ospitato diverse tappe del Giro d'Italia e del Tour de France. Celebre il Colle delle Finestre, il valico alpino che collega la Val di Susa con la Val Chisone, divenuto un'importante salita per i ciclisti dopo il passaggio del Giro d'Italia del 2005. Il passo, dal versante della Val di Susa, ha una pendenza media del 9,1% e gli ultimi 8 chilometri non sono asfaltati.

Automobilismo[modifica | modifica wikitesto]

In Val di Susa si svolge la Susa-Moncenisio, una corsa storica disputata per la prima volta il 27 luglio 1902. La corsa contava 22,5 chilometri e partiva da Susa fino al passo del Cenisio posto sul confine francese. Altra celebre gara è stata quella disputata nell'ultimo quarto del XX secolo tra Cesana e Sestriere.

Corsa in montagna[modifica | modifica wikitesto]

La Val di Susa ha ospitato i Campionati del mondo di corsa in montagna nel 1992. Inoltre dal 2014 si svolge ogni luglio la Red Bull K3, una gara di velocità con partenza dal centro di Susa (Piazza Savoia) e arrivo sulla cima del Rocciamelone a 3 538 metri, unica nel suo genere per essere una Triple Vertical Kilometer; la gara è sponsorizzata dalla Red Bull e organizzata anche da Nico Valsesia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Punta Roncia (3 612 m) si trova interamente in territorio francese ma lungo lo spartiacque tra la Dora Riparia e l'Arc. Per cui dal punto di vista orografico la vetta più alta della Val di Susa risulta la Punta di Ronce.
  2. ^ Le protagoniste indiscusse del paesaggio valsusino sono le montagne., su Val Di Susa Turismo. URL consultato il 26 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2019).
  3. ^ Considerando la lunghezza a partire dalla sorgente della Ripa, il ramo sorgentizio più lungo
  4. ^ a b Archives départementales de la Savoie, Collection de cartes anciennes des Pays de Savoie, 1562-1789, su archinoe.fr. URL consultato il 22 aprile 2014 (archiviato il 25 aprile 2014).
  5. ^ Vedere il breve video sulla storia della Valle di Susa, in particolare Preistoria e Protostoria e Età romana: [1] Archiviato il 4 aprile 2019 in Internet Archive.
  6. ^ Vedere il breve video sulla storia della Valle di Susa, in particolare Medioevo: [2] Archiviato il 4 aprile 2019 in Internet Archive.
  7. ^ Le diverse identità religiose lasciano un insigne monumento dell'età moderna, la Casa delle Lapidi di Cesana. Vedere al proposito il breve video sulla storia della Valle di Susa, in particolare Età moderna: [3] Archiviato il 4 aprile 2019 in Internet Archive.
  8. ^ a b c d e Comuni della Val Cenischia
  9. ^ Unioni montane, su cittametropolitana.torino.it. URL consultato il 2 agosto 2020.
  10. ^ Calcolo in base ai dati su www.tuttitalia.it
  11. ^ P. Corino, L. Dezzani, Una strada per il Moncenisio, Melli Editore, Borgone Susa
  12. ^ sito di Terna
  13. ^ . Molti antichi centri religiosi punteggiano l'antica Via della Valle. Via Francigena Valle di Susa – Turismo Torino e Provincia Archiviato il 29 giugno 2015 in Internet Archive.
  14. ^ Giovanni Tabacco, Spiritualità e cultura nel Medioevo. Dodici percorsi nei territori del potere e della fede Liguori Editore, Napoli 1993, pp. 58-59
  15. ^ Stopani Renato, La Via Francigena. Una strada europea nell'Italia del Medioevo Le Lettere, Firenze 1988-1995, pagg. 68-69
  16. ^ a b c Non presente nell'elenco stilato per "Atlante Castellano. Strutture fortificate della Provincia di Torino", CELID 2007
  17. ^ Pagina del sito web Valle Susa Tesori di Arte e Cultura Alpina, su Valle di Susa. Tesori di Arte e Cultura Alpina. URL consultato il 24 giugno 2020 (archiviato il 23 settembre 2016).
  18. ^ [4] Archiviato il 6 ottobre 2015 in Internet Archive. Pagina sulla Sagra del Marrone della Pro Loco di Villar Focchiardo]
  19. ^ Medaglia di Roccia agli azzurri di Pyeong Chang, su fidal.it, 25 luglio 2018. URL consultato il 24 giugno 2020 (archiviato il 26 luglio 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AAVV, Valle di Susa - Tesori d'arte – Il patrimonio artistico della Valle di Susa, Umberto Allemandi & C., Torino 2005
  • Natalino Bartolomasi, Valsusa antica, Volume I: Le origini - i Celti - i Romani Editrice Alzani, Pinerolo, I edizione 1975, II edizione 1995, pp. 374
  • Natalino Bartolomasi, Valsusa antica, Volume II: Chiesa - Impero - Barbari Editrice Alzani, Pinerolo, I edizione 1985, pp. 702
  • Federico Barello, Luisa Ferrero, Sofia Uggè, Evidenze archeologiche in Valle di Susa: acquisizioni, bilanci, prospettive di ricerca… in Segusium, anno L - n. 52, Torino aprile 2013 - pp 63–64
  • Federico Barello, Susa: archeologia di una capitale alpina, in Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), The archaeological musealization, Torino 2012, pagg. 168-169, link ebook Allemandi: [5]
  • Bruna Bertolo, Storia della Valle di Susa dall'800 ai giorni nostri, Susalibri editore 2009
  • Maria Pia Dal Bianco, La valorizzazione e l'allestimento del Parco Archeologico della Rocca e del Museo al Castello della Contessa Adelaide a Susa, pagg.268-271 in Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di), The archaeological musealization, Torino 2012, link ebook Allemandi: [6]
  • Antonio De Rossi, Giuseppe Sergi, Andrea Zonato (a cura di), Alpi da scoprire. Arte, Paesaggio, Architettura per progettare il futuro, Museo diocesano d'arte sacra (Susa), Borgone Susa, 2008
  • Antonio De Rossi, Roberto Dini, Michela Penna, Federica Turco (a cura di) La trasformazione del territorio alpino e la costruzione dello Stato. Il secolo XIX e la contemporaneità in Valle di Susa, Museo diocesano d'arte sacra (Susa), Borgone Susa, 2011
  • Paolo Gras, Valerio Tonini, Le Valli di Susa, Torino, Il Capitello, 1991
  • Sara Inzerra, La «verifica e la dichiarazione culturale» dei beni architettonici: l'esperienza campione in Valle di Susa in Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di) Mostrare l'archeologia. Per un manuale-atlante degli interventi di valorizzazione, Torino 2013 ebook Allemandi: [7]
  • Progetto Tesori d'Arte e Cultura alpina, Itinerari di arte religiosa alpina, Valle di Susa, Borgone Susa 2009
  • Progetto Tesori d'Arte e Cultura alpina, Itinerari di Cultura e Natura alpina Valle di Susa, Borgone Susa 2010
  • Progetto Tesori d'Arte e Cultura alpina, Itinerari di Cultura e Natura alpina, Valli di Bardonecchia, Borgone Susa 2009
  • Progetto Tesori d'Arte e Cultura alpina, Itinerari di Cultura e Natura alpina, Piana di Oulx e Valli di Cesana, Borgone Susa 2013
  • Michele Ruggiero, Storia della valle di Susa, Pinerolo (TO), Alzani Editore, 1998, ISBN 88-8170-040-9
  • Michele Ruggiero, Valle di Susa, Leinì (TO), Piemonte in Bancarella, 1987
  • Giuseppe Sergi, Potere e territorio lungo la strada di Francia, Napoli, Liguori, 1981
  • Giuseppe Sergi, L'aristocrazia della preghiera, Roma, Donzelli, 1994
  • Giuseppe Sergi,I confini del potere, Torino, Einaudi, 1995
  • Giuseppe Sergi, La produzione storiografica di S. Michele della Chiusa. Una cultura fra tensione religiosa e propaganda terrena, Borgone di Susa, Melli, 1983, pp. XVIII+134.
  • Giuseppe Sergi, La via Francigena. le grandi vie del Pellegrinaggio (curato con G. Cherubini, A. Foschi, L. Gambi, I. Moretti, P. Toubert), Milano, TCI, 1995.
  • Giuseppe Sergi, Luoghi di strada nel Medioevo. Fra il Po, il mare e le Alpi Occidentali (cura e introduzione), Torino, Scriptorium, 1996.
  • Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di) The archaeological musealization, Torino 2012, link ebook Allemandi: [8]
  • Vaudetti, Minucciani, Canepa (a cura di) Mostrare l'archeologia. Per un manuale-atlante degli interventi di valorizzazione, Torino 2013, link ebook Allemandi: [9]
  • Micaela Viglino Davico, Andrea Bruno jr, Enrico Lusso, Gian Giorgio Massara, Francesco Novelli, Atlante Castellano. Strutture fortificate della Provincia di Torino, Istituto Italiano dei Castelli Sezione Piemonte Valle d'Aosta, Ed. Celid, Torino 2007, pp 334–335

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