Pedara

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Pedara
comune
Pedara – Stemma
Pedara – Bandiera
Pedara – Veduta
Pedara – Veduta
Basilica di Santa Caterina
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Catania
Amministrazione
SindacoAlfio Cristaudo (lista civica di centro-sinistra) dal 5-10-2020
Territorio
Coordinate37°37′N 15°04′E / 37.616667°N 15.066667°E37.616667; 15.066667 (Pedara)
Altitudine610 m s.l.m.
Superficie19,23 km²
Abitanti15 070[1] (30-6-2023)
Densità783,67 ab./km²
FrazioniTarderia
Comuni confinantiMascalucia, Nicolosi, San Giovanni la Punta, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Zafferana Etnea
Altre informazioni
Cod. postale95030
Prefisso095
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT087034
Cod. catastaleG402
TargaCT
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 568 GG[3]
Nome abitantipedaresi
PatronoMaria Santissima Annunziata
Giorno festivoseconda domenica di settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pedara
Pedara
Pedara – Mappa
Pedara – Mappa
Posizione del comune di Pedara nella città metropolitana di Catania
Sito istituzionale

Pedara (Pirara in siciliano[4]) è un comune italiano di 15 070 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia.

Geografia fisica[edit | edit source]

Pedara si trova alle falde dell'Etna ed è situata fra i comuni di Trecastagni, Nicolosi, San Giovanni La Punta, Tremestieri Etneo e Zafferana Etnea in provincia di Catania.

Origini del nome[edit | edit source]

Non esistono precise indicazioni etimologiche: le ipotesi più probabili ci conducono prima al nome di Epidauros, città greca del Peloponneso da cui, secoli fa, partì una colonia per la Sicilia; dopo al latino Apud Aram o Ad pedes arae, ossia "ai piedi dell'ara", con riferimenti a fatti mitologici relativi ai resti di una costruzione (un altare) esistente sull'Etna e consacrata a Giove Etneo che, per anni, fu simbolo del Comune. Ecco perché la strada principale del paese è denominata corso Ara di Giove. Altre origini potrebbero essere il fatto che l'abitato sta "ai piedi" (del vulcano) o improbabilmente la presenza di molti alberi di pero nella parte bassa del paese.

Storia[edit | edit source]

La storia di Pedara comincia a delinearsi dopo l'arrivo del Normanni. Successivamente, nel 1388, il vescovo della diocesi autorizzò gli abitanti a costruire la prima chiesa parrocchiale, dedicata alla Vergine Maria. L'evento costituì la nascita di una delle prime comunità cristiane della zona.

Durante il XIV secolo, però, a seguito di 2 catastrofiche eruzioni che avevano sommerso i loro campi, i pedaresi cominciarono a trasferirsi gradualmente più a valle e nell'attuale sito diedero vita alla nuova Pedara.

Nel 1641 il casale, che era amministrato dal Senato di Catania, fu venduto alla famiglia messinese Di Giovanni. Per circa 50 anni il paese visse il periodo più florido della propria storia: divenuta baronia, in breve tempo si definì un rilevante centro di attività economica e sociale e, di conseguenza, il più ricco ed organizzato dell'Etna, secondo solo a Catania.

Risollevatasi con enormi sacrifici dopo i danni della terrificante eruzione del 1669, qualche anno più tardi la popolazione fu di nuovo colpita duramente da un'altra catastrofe. L'11 gennaio 1693 il più violento terremoto che la storia locale ricordi, in pochi secondi, distrusse molti centri abitati della Sicilia orientale, frenando irrimediabilmente il loro sviluppo. Ed ecco, allora, comparire un grande personaggio, da tempo l'uomo di fiducia dei Di Giovanni: don Diego Pappalardo, sacerdote pedarese e cappellano conventuale dell'Ordine Gerosolimitano di Malta. Personaggio geniale ed organizzativo, ricostruì in meno di vent'anni e per ben due volte la Chiesa Madre di Santa Caterina, oggi Basilica Pontificia, ed incoraggiò gli abitanti per una rapida riedificazione del paese che poté concludersi dopo oltre 10 anni.

Carestia e miseria segnarono l'ultima parte del XVIII secolo che vide l'affermarsi della borghesia terriera. L'abolizione della giurisdizione feudale siciliana del 1812 e la successiva riforma amministrativa borbonica significarono per Pedara l'inizio di una nuova trasformazione. Nel 1817, grazie al decreto emanato a Napoli da re Ferdinando IV, il paese divenne comune autonomo e la nuova realtà politica ed amministrativa permise alla comunità di emergere dall'oblio.

Il XIX ed il XX secolo furono caratterizzati soprattutto da un notevole sviluppo urbano ed edilizio che, nel tempo, determinò la perdita di ampie aree agricole e boschive e la conseguente creazione di nuove zone abitate.

Simboli[edit | edit source]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Pedara sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 gennaio 2009.[5]

«Stemma partito: il primo, interzato in fascia: a) di verde, al braccio destro armato di acciaio al naturale, uscente dal lembo destro dello scudo, la mano di carnagione afferrante la coda posta in palo della cometa di sette raggi, d'oro; b) di nero, alla croce di otto punte e patente, di argento; c) di rosso, al giglio di giardino reciso, gambuto di verde, fiorito di due, di argento; il secondo, di azzurro, al leone d'oro, coronato all'antica, dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[edit | edit source]

Architetture religiose:

La maggior parte dei beni culturali presenti nella cittadina di Pedara sono stati ricostruiti dopo il terremoto in Val di noto dell'11 Gennaio 1693 che distrusse anche Pedara causando centinaia di vittime.

  • Basilica di santa Caterina (chiesa madre di Pedara) (quartiere piazza) elevata basilica minore pontificia da Papa Giovanni Paolo II il 16 aprile 1996.
  • Santuario mariano arcidiocesano Maria SS Annunziata (quartiere Maria Santissima annunziata o chianu annunziata) nel 1971 viene elevato santuario mariano arcidiocesano.
  • Chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate (quartiere sant'antonio) seconda parrocchia del centro storico dal 1943.
  • Chiesa parrocchiale di Maria Santissima immacolata (contrada tremestieri-pedara) divenne parrocchia nei primi anni 90.
  • Chiesa di San Biagio (quartiere San Biagio o custera).
  • Chiesa della Madonna delle grazie.
  • Chiesa della Madonna della stella.
  • Chiesa di San Vito (quartiere San Vito).
  • Chiesa Santa Maria di Tremonti (contrada tremonti).
  • Regina dei santi martiri Alfio Filadelfo e Cirino chiesetta di campagna situata tra (contrada Tarderia/Cozzarelle e eremo Santa Emilia) al confine con il territorio di Trecastagni (CT)
  • Altarino edicola votiva Maria Santissima Annunziata.
  • Cappella votiva Madonna delle lacrime situata sul monte troina.
  • Oratorio Salesiano di San Giuseppe.

Società[edit | edit source]

Evoluzione demografica[edit | edit source]

Evoluzione della fascia pedemontana etnea

Abitanti censiti[6]

Religione[edit | edit source]

La religione più diffusa tra la popolazione di Pedara è il cattolicesimo, e le parrocchie che sorgono nel suo territorio fanno parte del XI Vicariato paesi zona del bosco dell'Arcidiocesi di Catania.

La cittadina ha come patrona Maria Santissima Annunziata, un culto molto sentito dai pedaresi quello nei confronti della vergine che il 15 giugno 1388 gli abitanti di Pedara ottennero dal vescovo di catania Simone Del Pozzo l'autorizzazione per costruire la prima chiesa parrocchiale ad essa intitolata. I giorni festivi sono il 25 marzo e la seconda domenica di settembre.

Sono presenti a Pedara altre due comunità religiose come quelle della chiesa evangelica apostolica e dei testimoni di geova.

Etnie e minoranze straniere[edit | edit source]

Gli stranieri residenti a Pedara sono 219 e rappresentano l'1,5% della popolazione residente.

La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 26,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dallo Sri Lanka (ex Ceylon) (12,3%) e dagli Stati Uniti d'America (10,5%).

Cultura[edit | edit source]

Istruzione[edit | edit source]

Sono presenti tre scuole per l'infanzia, tre scuole primarie, una scuola media di primo grado e una succursale dell'Alberghiero di Nicolosi all'interno dei locali dell'istituto salesiano di San Giuseppe.

Musei[edit | edit source]

  • Domus caritatis di Giuseppina Faro. Casa natale di Giuseppina Faro, serva di dio pedarese, sita in via Filadelfo Faro.

Economia[edit | edit source]

Turismo[edit | edit source]

Durante il periodo estivo si registra un flusso turistico molto più elevato durante tutto l'anno anche grazie ai numerosi stranieri che sono di passaggio per l'Etna e anche grazie al suo ricco patrimonio storico culturale non solo dal punto di vista architettonico e artistico ma anche dal punto di vista enogastronomico grazie alle sue specialità culinarie tipiche del territorio. Nella parte più a nord si trova l'antico borgo rurale di Tarderia, immerso in un'ampia estensione di castagneti con flora montana ed essenze arboree alpine. Da Pedara si raggiunge facilmente l'Etna (circa 15 km). Lungo la strada provinciale per l'Etna si trova la contrada Salto del Cane in cui risiede un antico cratere spento con area attrezzata (Punto Base per l'Escursionismo del Parco dell'Etna).

Amministrazione[edit | edit source]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
13 novembre 1987 27 maggio 1989 Carmelo Fallica Democrazia Cristiana Sindaco [7]
3 luglio 1989 23 giugno 1993 Nunzio Rapisarda Democrazia Cristiana Sindaco [7]
6 dicembre 1993 1º dicembre 1997 Rosario Pulvirenti Democrazia Cristiana Sindaco [7]
1º dicembre 1997 28 maggio 2002 Rosario Pulvirenti centro Sindaco [7]
28 maggio 2002 1º giugno 2004 Giuseppe Pappalardo lista civica Sindaco [7]
17 maggio 2005 1º giugno 2010 Anthony Barbagallo Unione di Centro Sindaco [7]
1º giugno 2010 3 giugno 2015 Anthony Barbagallo Partito Democratico Sindaco [7]
3 giugno 2015 8 ottobre 2020 Antonio Fallica Partito Democratico e liste civiche Sindaco [7]
8 ottobre 2020 in carica Alfio Cristaudo lista civica di centro-sinistra Sindaco [7]

Il comune di Pedara fa parte della regione agraria n.7 (Colline litoranee di Acireale)[8].

Gemellaggi[edit | edit source]

Media cinema e televisione[edit | edit source]

Nella cittadina sono stati girati diversi film.

Sport[edit | edit source]

La principale squadra di calcio è lo Sporting Pedara, che disputa le proprie partite allo stadio comunale. L'altra squadra cittadina è il Pedara Calcio che gioca invece le sue partite allo stadio comunale di Tremestieri Etneo.

Note[edit | edit source]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 8 settembre 2023. URL consultato il 17 settembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 478, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Pedara (Catania) D.P.R. 21.01.2009 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/
  8. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 5 luglio 2011.
  9. ^ a b blogsicilia.it, https://www.blogsicilia.it/catania/pedara-malta-sempre-piu-vicine-la-cittadina-delletna-verso-il-gemellaggio-con-zurrieq-foto/379441/.

Bibliografia[edit | edit source]

  • Etna Cooperativa, Etna Sud - Ambiente, storia, tradizioni, Tringale Editore, 1990.
  • Salvo De Luca, I Salesiani di don Bosco a Pedara, Ed. Comune di Pedara, Pedara, 1998.
  • Salvo De Luca, Pedara fata dell'Etna, Ed. Comune di Pedara, Pedara, 1999.
  • Nino Papaldo, Le bizzocche del mio paese, Ed. Comune di Pedara.
  • Salvo De Luca (a cura di), La basilica di S. Caterina a Pedara, Storia, arte, architettura, tradizione religiosa, I protagonisti e gli eventi, Edizioni Centro Storico, Pedara, 2005.
  • Domenico Rizzo, Memorie di gioventù, Edizioni Centro Storico, Pedara, 2006.
  • K. Sciberras, S. De Luca, L. Petralia, Mattia Preti ripete sé stesso, L'attività di bottega del «cavaliere calabrese», Edizioni Centro Storico, Pedara, 2010.

Voci correlate[edit | edit source]

Altri progetti[edit | edit source]

Collegamenti esterni[edit | edit source]

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