Mazzin

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Mazzin
comune
(IT) Mazzin
(LLD) Mazin
Mazzin – Veduta
Mazzin – Veduta
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Amministrazione
SindacoNicoletta Dallago (lista civica) dal 10-5-2015
Lingue ufficialiladino, italiano
Territorio
Coordinate46°28′12.41″N 11°43′46.88″E / 46.470115°N 11.729688°E46.470115; 11.729688 (Mazzin)
Altitudine1 395 m s.l.m.
Superficie23,63 km²
Abitanti591[1] (31-10-2021)
Densità25,01 ab./km²
FrazioniCampestrin, Fontanazzo (sede comunale), Fontanazzo di sopra, Mazzin
Comuni confinantiCanazei, Campitello di Fassa, San Giovanni di Fassa, Tires (BZ)
Altre informazioni
Cod. postale38030
Prefisso0462
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT022113
Cod. catastaleF068
TargaTN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 4 773 GG[3]
Nome abitantimazzinesi
Patronosanta Maria Maddalena
Giorno festivo22 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mazzin
Mazzin
Mazzin – Mappa
Mazzin – Mappa
Posizione del comune di Mazzin
nella provincia autonoma di Trento
Sito istituzionale

Mazzin (Mazin in ladino) è un comune italiano sparso di 591 abitanti della provincia di Trento. Il capoluogo non è la frazione omonima, bensì il paese di Fontanazzo, dove si trovano anche gli uffici comunali.

È uno dei comuni che formano la Ladinia ed il primo paese dell'alta Val di Fassa, dove questa si restringe e cambia direzione per volgersi con una curva a gomito verso nord-est. Il suo nome è di origine incerta: pare derivi dal nome "Macirnosc", legato all'attività molitoria. Nel 1370 era noto col nome di Mazung.

Geografia fisica[edit | edit source]

L'abitato di Mazzin è situato sul conoide del rio Udai, un affluente di destra (orografica) del torrente Avisio, che scende dal gruppo del Catinaccio d'Antermoia dividendo il paese a metà. Pur essendo situato nel punto più stretto della valle, lo sguardo spazia salendo il corso dell'Avisio fino al gruppo del Sella, mentre a sud l'occhio si posa sul gruppo della Vallaccia (Cima Dodici). Ad est, salendo con lo sguardo la val Udai, il villaggio è dominato dal "Polenton" e dall'appuntita Cima Mantello. Verso est si scorge il Dos dei Pigui, zona di grande interesse archeologico. Il paese è dislocato quasi interamente a monte della SS48.

Più a monte, lungo la Strada Statale 48, sorgono nell'ordine le frazioni di Campestrin (Ciampestrin), Fontanazzo (chiamata anche Fontanazzo di Sotto - Fontanac de Sot) e Fontanazzo di Sopra (Fontanac de Sora, contigua a Campitello di Fassa).

Storia[edit | edit source]

Il paese dei pitores[edit | edit source]

Mazzin è noto anche come il paese dei pitores, gli artigiani decoratori che nell'800 emigravano stagionalmente verso tutto l'Impero austro-ungarico, la Baviera, l'Ungheria e la Svizzera in cerca di lavoro. Decoravano con affreschi le facciate delle case, dipingevano con colori a olio le camere in legno ma anche gli utensili da lavoro, i mobili, le porte e quant'altro venisse loro richiesto. La tavolozza dei pitores era costituita dal bianco, il giallo, il rosso, l'arancio, il verde, il nero ed il blu, uno dei colori dominanti, meglio conosciuto nei paesi di lingua tedesca come Fassanerblau. Motivi geometrici, floreali, emblemi religiosi, ma anche uccellini e rose erano gli elementi più caratteristici e ripetuti nella decorazione fassana. Gli oggetti e gli attrezzi da lavoro sono in mostra al Museo Ladino di Fassa.

Simboli[edit | edit source]

Stemma

Lo stemma è così descritto nello statuto comunale[4]:

«Lo scudo appuntito è interzato in contro pergola, al cuore si divide in tre campi, uno al cantone destro della punta, uno al cantone sinistro della punta ed uno al capo. Alla mezza punta su campo smaltato azzurro comparirà in ¾ una ruota di mulino di porpora. Al cantone destro su campo argento un Trollius europaeus L. (botton d'oro) tronco, di giallo il fiore e di verde il gambo. Al cantone sinistro su campo giallo una Campanula Scheuchzeri Vill. (campanula di Scheuchzer) tronca, di azzurro il fiore e di verde il gambo.»

Gonfalone

«Drappo: Il campo del drappo riprenderà la sequenza dei colori della bandiera storica del Comune di Mazzin – Mazin. In bande verticali da destra porpora, giallo, azzurro, bianco, verde, rosso, ocra azzurro, porpora. Al capo le bande minori da destra giallo, azzurro, porpora, verde, bianco, azzurro, rosso, bianco ocra. Al cuore lo Stemma comunale con ornamenti. Schiena campo di bianco.»

Monumenti e luoghi d'interesse[edit | edit source]

Il nucleo storico di Mazzin presenta alcune costruzioni di notevole interesse situate lungo via Roma e sulle sponde del rio Udai. A valle, scendendo il sottopassaggio, appare un gruppo di case con rustico e un capitello con due torrette laterali cuspidate e copertura in lamiera lavorata. Più avanti c'è il cimitero e la chiesa parrocchiale. L'antica strada per l'alta Val di Fassa passava per l'attuale via Roma. L'abitato ha mantenuto le caratteristiche del villaggio ladino, nonostante il moderno residence (che si nota a nord del paese ed è soprannominato "I funghi") realizzato dall'architetto Giovanni Leo Salvotti De Bindis e soprattutto il complesso residenziale ed alberghiero di Fassalaurina[5], successivamente ribattezzato "Solaria", sorto su un conoide sotto le rupi del Pian de la Scofa.

Nel comune si trova la stazione meteorologica di Mazzin.

Casa Battel[edit | edit source]

Detta anche "Cèsa Battel", "Casa Cassàn", "Casa del Moro", "Gasthaus zum schwarzen Mann" o "castello" per la presenza di una torre cuspidata. Si tratta di uno dei pochi esempi superstiti di edificio rustico-signorile. Ha impronta romanica. Il nome "Battel" risale ad una vecchia famiglia della Val di Fassa.[6] Nel XIX secolo ospitava la "Locanda dell'uomo nero" di proprietà di Jackob Cassan (sulla facciata a sud si intravede ancora la scritta in tedesco "Gasthaus zum schwarzen Mann"). Di notevole interesse le decorazioni a tempera sugli angoli e attorno a porte e finestre. Sulla porta a nord è decorata la data del 1785. A nord è addossato il rustico. L'edificio contiene inoltre alcuni affreschi sacri: al civico nº 3 una Madonna dell'aiuto con bambino, Sante anime purganti e Veronica e Sant'Antonio da Padova (1791); al nº 3/a due dipinti di San Giovanni Nepomuceno e San Floriano (1791); al nº 1 una Madonna con bambino, Sant'Antonio da Padova e Santa Giuliana (secolo XVII) e un altro dipinto raffigurante San Giovanni Battista e santo (secolo XVII). Si raccontano strane storie su questa casa, che fosse infestata da spiriti maligni e da fantasmi e che sia stata liberata grazie all'iscrizione presente al piano superiore.[7]

Le prigioni di Casa Costazza[edit | edit source]

A nord di Casa Battel, vi è questo edificio che presenta tracce di decorazioni murarie sulle facciate est e sud. Sulla porta ad est si nota un'iscrizione e sul portale la data del 1518. È uno dei più antichi esempi fassani di edifici interamente in muratura. Era l'antica sede del Vicario del Vescovo e delle prigioni di Fassa.

Il capitello dei fantasmi[edit | edit source]

Fra Mazzin e la frazione Campestrin, sulla sinistra della SS48 poco prima della deviazione per Fassalaurina, c'è il "capitello dei fantasmi" detto anche "dei lumini". Si narra che nell'oscurità della notte nei dintorni del capitello si aggirino delle luci e delle fiammelle, che scendono poi lungo i prati in processione.[8]

La chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena[edit | edit source]

La chiesa di Santa Maria Maddalena è situata a lato della SS48 in posizione decentrata rispetto all'abitato. Fu eretta nel 1573 e consacrata nel 1582, subendo lavori di ampliamento nel 1894. Il campanile venne sopraelevato nel 1923 con l'aggiunta di una seconda cella campanaria. Ha il tetto ripido e il campanile con due celle e cuspide piramidale. Sui fianchi si aprono finestre gotiche. La croce sul timpano porta la data dell'ultimo ampliamento (1894). L'interno è ad una navata ed abside con volte a nervature. L'altare maggiore risale alla metà del XVIII secolo, è in legno policromo e finto marmo. Sulle mensole, statue di San Vescovo e San Nicola. Il tabernacolo reca le statue di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. Nel paliotto una pala ad olio con la Sacra Famiglia, opera di Mario Detomas (1959). L'altare laterale destro è un'ancona lignea databile al 1730, con statua di Sant'Antonio con bambino. All'esterno porta altre due statue dei Santi Pietro e Paolo. L'altare laterale sinistro è del 1663 ed è dedicato a Sant'Antonio da Padova. A sinistra la statua di Santa Maria Maddalena ed a destra San Vescovo. L'antipendio, riccamente intagliato, presenta due nicchie laterali con le sculture dei Santi Pietro e Paolo. Nell'arco trionfale si notano 15 bassorilievi in legno policromo del XVII secolo raffiguranti i Misteri del Rosario. A sinistra dell'aula, una pittura ad olio del XIX secolo (San Giuseppe con bambino, Floriano ed angeli). Le tele della via Crucis sono del 1815 e sono opera di artisti del luogo.

Sul campanile sono collocate 3 campane, due fuse nel 1922 a Varese dalla fonderia Bianchi, mentre la mezzana è un pezzo pregiato di rara fattura del celebre fonditore Chiappani di Trento del 1913. Le note delle campane sono Fa#3 - Re4 - Mi4.

Società[edit | edit source]

Evoluzione demografica[edit | edit source]

Abitanti censiti[9]

Ripartizione linguistica[edit | edit source]

Nel comune di Mazzin è diffuso l'uso della variante cazèt del dialetto fassano (fascian), appartenente alla lingua ladina dolomitica.

Censimento Popolazione Ladini Non ladini % ladini Fonte
2001 440 381 59 86,6% [10]
2011 493 381 112 77,3% [10]
2021 598 315 283 52,7% [11]

Amministrazione[edit | edit source]

Note[edit | edit source]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Comune di Mazzin, Statuto comunale (PDF), Art. 1.
  5. ^ Luigi Sardi e Gigi Faggiani, Fassalaurina: una valle di cemento, Trento, Edizioni UCT, 1981, p. 384.
  6. ^ (DE) Digitalisierter Bestand der Landesbibliothek Dr. Friedrich Teßmann, su digital.tessmann.it.
  7. ^ Ladyghost, La Locanda dell’Uomo nero, in Pensiero spensierato, 7 settembre 2011. URL consultato il 23 settembre 2018.
  8. ^ Pensiero spensierato: Il capitello dei fantasmi
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  10. ^ a b Rilevazione sulla consistenza e la dislocazione territoriale degli appartenenti alle popolazioni di lingua ladina, mòchena e cimbra (PDF), in 15º Censimento generale della popolazione e delle abitazioni - dati definitivi, Provincia Autonoma di Trento, marzo 2014.
  11. ^ Identità ladina in crisi? In 10 anni crollo della loro presenza del 23,3% nel Comun general de Fascia, su RTTR, 3 maggio 2022.

Altri progetti[edit | edit source]

Collegamenti esterni[edit | edit source]

  • Sito ufficiale, su comune.mazzin.tn.it. Modifica su Wikidata
  • Mazzin, su visitfassa.com. URL consultato il 28 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
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