Aurelio Mancuso

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Aurelio Mancuso
Aurelio Mancuso nel 2011

Presidente nazionale di Arcigay
Durata mandato2007 –
2010
PredecessoreSergio Lo Giudice
SuccessorePaolo Patanè

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico

Aurelio Mancuso (Aosta, 8 novembre 1962) è un politico, giornalista[1] italiano, ex presidente nazionale di Arcigay.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1981 al 1986 è segretario regionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana[2]. Nel 1988 entra a far parte della segreteria regionale valdostana[3] del Partito Comunista Italiano e poi di quella del Partito Democratico della Sinistra e dei Democratici di Sinistra, come responsabile della stampa e propaganda, e successivamente come responsabile dell'organizzazione delle campagne elettorali.

Si occupa, inoltre, della condizione carceraria organizzando iniziative di inclusione all'interno dell'istituto di pena valdostano. Nel 1990 assume la direzione del settimanale della sinistra valdostana "Le Travail", fino al 2001. Giornalista pubblicista, collabora con diverse testate e diventa responsabile di settore del settimanale "Il Corsivo du pays d'Aoste"[4].

Aurelio Mancuso, Milano Gay Pride 2008

Nel settembre 1994 in un editoriale pubblicato appunto su Il Corsivo, rende pubblica la propria omosessualità. Nel gennaio 1995 si tiene la prima riunione di un gruppo di gay e lesbiche valdostani e il 9 marzo nasce l'Associazione 28 giugno Arcigay-Arcilesbica, della quale Mancuso diventa presidente. Dopo il 9º Congresso nazionale Arcigay, è nominato nella Segreteria nazionale con la funzione di tesoriere e successivamente assume l'incarico di responsabile dei rapporti con i circoli.

Nel 2000 assume l'incarico di portavoce nazionale del coordinamento degli omosessuali dei DS[5]. Durante la sua gestione il Cods conduce alcune iniziative tra cui: il coinvolgimento dei DS nella difesa del World Pride Roma 2000[6], la promozione della candidatura di Gianni Vattimo al parlamento europeo, la promozione della candidatura di Franco Grillini alla Camera dei deputati.

Dal 3 febbraio 2002 è il Segretario Nazionale dell'Arcigay, carica a cui è stato riconfermato nel 2005. Dal 13 maggio 2007 al 14 febbraio 2010 è presidente nazionale di Arcigay[7]. Nel dicembre 2006 ha deciso di uscire, con una lettera al segretario DS Piero Fassino dal partito cui era iscritto da 25 anni, per protesta contro l'appiattimento del partito sulle posizioni cattoliche nelle questioni legate al mondo LGBT.[8].

Nel 2008 appoggia l'arresto, da parte della DIGOS, e la successiva incriminazione dell'attivista femminista Graziella Bertozzo sul palco del Bologna Pride, attraverso un comunicato sottoscritto anche dalla presidente di Arcilesbica.[9][10] [11][12]

L'11 marzo 2010 entra nel Partito Democratico, e diventa componente della commissione nazionale di garanzia. [13][14]


.[15] Il 6 ottobre 2010 fonda l'associazione Equality Italia[16], e ne diventa presidente.[17]

Negli anni si è sempre battuto per l'approvazione della legge sulle unioni civili[18][19][20], anche scontrandosi con il movimento LGBT, soprattutto sulla sua contrarietà alla surrogazione di maternità[21][22]. Nel 2021 firma una lettera per la modifica della proposta di legge presentata da Alessandro Zan contro omofobia, transfobia, misoginia e abilismo.[23][24] [25] [26][27][28][29][30][31][32][33][34]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Albo Giornalisti Valle D’Aosta, in ordine giornalisti Valle D’Aosta. URL consultato il 24 marzo 2014.
  2. ^ l'Unità, Giovani a Reggio - articolo Unità, su archiviostorico.unita.it, l'unità, 17 settembre 1983. URL consultato il 21 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ Vittorio Locatelli, Val D'Aosta, la Quercia crede nella conferma «Siamo al governo della Regione da due legislature. Il «vento positivo» che soffia in Italia arriverà anche da noi», dice Aurelio Mancuso, della segreteria regionale dei Ds, in l'Unità, 3 giugno 2003. URL consultato il 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2014).
  4. ^ Aurelio Mancuso critica la Valle d'Aosta su "Gli Altri": «regime che non ha nulla da invidiare all'est Europa», su 12vda.it, 17 agosto 2012. URL consultato il 22 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2016).
  5. ^ Gay eletto portavoce nazionale omosessuali DS, su adnkronos.com, Adnkronos, 28 marzo 2000. URL consultato il 21 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2014).
  6. ^ Gay Pride: Veltroni incontra Grillini e Mancuso <, su adnkronos.com, Adnkronos, 7 luglio 2000. URL consultato il 21 marzo 2014.
  7. ^ Delia Vaccarello, Cambio ai vertici. L’associazione si batterà per la parità dei diritti, in l'Unità, 8 maggio 2007. URL consultato il 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2014).
  8. ^ E l'Arcigay «straccia» la tessera dei Ds, in Corriere della Sera, 16 dicembre 2006. URL consultato il 29 febbraio 2016.
  9. ^ com’è finito il pride di bologna?, su leribellule.noblogs.org, 4 luglio 2008. URL consultato il 25 maggio 2021.
  10. ^ Graziella Bertozzo, Lettera aperta di Graziella Bertozzo, su deapress.com, 14 luglio 2008. URL consultato il 25 maggio 2021.
  11. ^ Articolo su fatti Pride e arresto Graziella Bertozzo, su guazzingtonpost.blogspot.com, 20 novembre 2008. URL consultato il 26 maggio 2021.
  12. ^ Il fuoco amico rischia di bruciare il DDL ZAN?, su baruda.net, 2 luglio 2008. URL consultato il 25 maggio 2021.
  13. ^ http://www.termometropolitico.it/1209209_unioni-civili-intervista-ad-aurelio-mancuso-dirigente-pd-equality-fiducia-con-alfano-incubo.html
  14. ^ La Commissione di Garanzia, in Partito Democratico, 15 dicembre 2013. URL consultato il 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2014).
  15. ^ Maria Zegarelli, «Confrontiamoci ma questo Pd è la vera alternativa»- Intervista ad Aurelio Mancuso, in l'Unità, 17 marzo 2010. URL consultato il 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2014).
  16. ^ Comitato D’onore, in Equality Italia. URL consultato il 24 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2014).
  17. ^ Presentazione di Equality Italia, che si autodefinisce prima lobby su tutti i diritti civili nel nostro Paese, in Radio Radicale, 6 ottobre 2010. URL consultato il 24 marzo 2014.
  18. ^ Aurelio Mancuso: "Noi omosessuali traditi ma preferisco il poco al rischio di avere zero", in la Repubblica, 25 febbraio 2016. URL consultato il 16 settembre 2021.
  19. ^ I gay e la paura di invecchiare, su L'HuffPost, 28 novembre 2012. URL consultato il 17 settembre 2021.
  20. ^ Ratzinger, nuovo attacco alle unioni gay: "Attentato alla famiglia autentica", su Il Fatto Quotidiano, 21 dicembre 2012. URL consultato il 17 settembre 2021.
  21. ^ Mancuso: "Per me, gay, ogni diritto deve avere un limite", su la Repubblica, 8 dicembre 2015. URL consultato il 16 settembre 2021.
  22. ^ Utero in affitto. Mancuso: «Non esiste il diritto ad avere un figlio», su avvenire.it, 2 dicembre 2020. URL consultato il 16 settembre 2021.
  23. ^ Giovanna Casadio, Legge Zan contro l'omofobia: critiche a sinistra, nasce il contro-manifesto, su repubblica.it, 14 aprile 2021. URL consultato il 14 aprile 2021.
  24. ^ Francesco Ognibene, Legge Zan . «Pasticciata e ideologica». A sinistra si apre il fronte della critica, su avvenire.it, 14 aprile 2021. URL consultato il 14 aprile 2021.
  25. ^ Il centrodestra ha fatto un nuovo tentativo di ostruzionismo sul ddl Zan, su ilpost.it, 19 maggio 2021. URL consultato il 26 maggio 2021.
  26. ^ Andrea Rubera, Impasse su ddl contro omofobia, mossa Lega con nuovo testo, su ansa.it, 4 maggio 2021. URL consultato il 25 maggio 2021.
  27. ^ Omofobia: in commissione Senato 170 le audizioni, su ansa.it, 25 maggio 2021. URL consultato il 25 maggio 2021.
  28. ^ La Lega s’inventa 170 audizioni per fermare il Ddl Zan. E tra quelli da ascoltare c’è anche Platinette, su lanotiziagiornale.it, 25 maggio 2021. URL consultato il 25 maggio 2021.
  29. ^ Ddl Zan, Farone incontra le radfem per lavorare a un testo “largamente condiviso”, su gaypost.it.
  30. ^ Omofobia: sono 170 le audizioni, nella lista da Platinette a Nordio - Politica, su Agenzia ANSA, 25 maggio 2021. URL consultato il 29 maggio 2021.
  31. ^ "Il ddl Zan ha dei limiti L'intesa è indispensabile", su ilGiornale.it, 22 maggio 2021. URL consultato il 29 maggio 2021.
  32. ^ Omotransfobia, centrodestra si ricompatta per fare ostruzionismo e spinge la sua legge in parallelo al ddl Zan. Chieste 200 audizioni, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 4 luglio 2021.
  33. ^ Ddl Zan in salita, l’ondata di audizioni ammesse dal leghista Ostellari: chi sono i 170 che parleranno in Commissione, su open.online. URL consultato il 4 luglio 2021.
  34. ^ Il leghista Ostellari continua a fare ostruzionismo e propone 170 audizioni, su editorialedomani.it. URL consultato il 4 luglio 2021.

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