Governo Prodi I

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Governo Prodi I
StatoBandiera dell'Italia Italia
Presidente del ConsiglioRomano Prodi
(Indipendente)
CoalizionePDS, PPI, RI, UD, FdV, SI, MCU, PS, SR, FL
con l'appoggio esterno di
PRC, PRI, La Rete
LegislaturaXIII Legislatura
Giuramento18 maggio 1996
Dimissioni9 ottobre 1998
Governo successivoD'Alema I
21 ottobre 1998
Dini D'Alema I
Cerimonia della campanella, consegna da Lamberto Dini a Romano Prodi, 18 maggio 1996, passaggio dall'uscente Governo Dini al subentrante primo Governo Prodi

Il governo Prodi I è stato il cinquantatreesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XIII legislatura.

Il governo rimase in carica dal 18 maggio 1996[1][2][3][4] al 21 ottobre 1998[5], per un totale di 886 giorni, ovvero 2 anni, 5 mesi e 3 giorni.

Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 24 maggio 1996 con 173 voti favorevoli, 139 contrari e 1 astenuto[6] e quella alla Camera dei deputati il 31 maggio 1996 con 322 voti favorevoli e 299 contrari[7].

Fu costretto a dimettersi il 9 ottobre 1998 dopo essere stato sfiduciato alla Camera dei deputati con 312 voti favorevoli e 313 contrari[8][9] a seguito del ritiro dell'appoggio esterno di Rifondazione Comunista, condiviso da una parte del suo gruppo parlamentare. Fu il primo governo nella storia repubblicana a cadere in seguito ad una formale votazione in Aula[10].

Compagine di governo[modifica | modifica wikitesto]

Appartenenza politica[modifica | modifica wikitesto]

L'appartenenza politica dei membri del governo, al momento del giuramento, era la seguente:

Partito Presidente Ministri Sottosegretari Totale
Partito Democratico della Sinistra - 9 20 29
Partito Popolare Italiano - 3 8 11
Indipendenti 1 3 5 9
Rinnovamento Italiano - 3 3 6
Federazione dei Verdi - 1 3 4
Unione Democratica - 1 1 2
Sinistra Repubblicana - - 2 2
Patto Segni - - 2 2
Socialisti Italiani - - 2 2
Federazione Laburista - - 1 1
Movimento dei Comunisti Unitari - - 1 1
Totale 1 20 48 69

Il governo ha goduto inoltre dell'appoggio esterno di:

Provenienza geografica[modifica | modifica wikitesto]

La provenienza geografica dei membri del Consiglio dei ministri si può così riassumere:

Regione Presidente Ministri Sottosegretari Totale
  Emilia-Romagna 1 1 8 10
  Campania - 3 6 9
  Lombardia - 2 7 9
  Lazio - 2 5 7
  Toscana - 3 3 6
  Piemonte - 2 3 5
  Veneto - 2 2 4
  Sardegna - 1 3 4
Bandiera della Sicilia Sicilia - 1 3 4
  Liguria - 2 1 3
  Puglia - 1 2 3
  Trentino-Alto Adige - 1 1 2
  Friuli-Venezia Giulia - - 2 2
  Umbria - - 2 2
  Molise - 1 - 1
  Calabria - - 1 1
  Marche - - 1 1

Sostegno parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

  • Sostegno parlamentare al momento della fiducia (24 maggio al Senato, 31 maggio alla Camera).
Camera Collocazione Partiti Seggi
Camera dei deputati[12] Maggioranza PDS (172), Popolari per Prodi (67), PRC (34), RI (26), FdV (14), Minoranze linguistiche (5), La Rete (3), Altri (2)[13]
323 / 630
Opposizione FI (123)[14], AN (92), LN (59), CCD-CDU (30), Altri (3)[15] [16]
307 / 630
Senato della Repubblica[17] Maggioranza PDS (100)[18], PPI (31)[19], FdV (14), RI (11), PRC (11), SVP (2), Vallée d'Aoste (1), La Rete (1), PSd'Az (1), Lega Autonomia Veneta (1), Altri (6)[20]
179 / 325
Opposizione FI (47), AN (44), LN (27), CCD (15), CDU (10), Fiamma Tricolore (1), Altri (2)[21]
146 / 325

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Carica Titolare Sottosegretari
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente del Consiglio Romano Prodi (Indipendente)
Vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni (PDS)
Ministri senza portafoglio Sottosegretari di Stato
Pari opportunità Anna Finocchiaro (PDS) Carica non assegnata
Solidarietà sociale Livia Turco (PDS) Carica non assegnata
Funzione pubblica
e affari regionali
Franco Bassanini (PDS)
Rapporti con il Parlamento
(dal 14/03/1997)
Giorgio Bogi (SR)
Ministeri Ministri Sottosegretari di Stato
Affari esteri ed italiani all'estero Lamberto Dini (RI)
Interno e coordinamento della protezione civile Giorgio Napolitano (PDS)
Grazia e giustizia Giovanni Maria Flick (Indipendente)
Difesa Beniamino Andreatta (PPI)
  • Massimo Brutti (PDS) - con delega al coordinamento per l'azione antidroga
  • Giovanni Rivera (Patto) - con delega al comitato difesa-industria, al personale civile della difesa e alle attività sportive
Tesoro
(fino al 31 dicembre 1997)
Carlo Azeglio Ciampi (Indipendente)
Bilancio e programmazione economica
(fino al 31 dicembre 1997)
Tesoro, bilancio
e programmazione economica

(dallo 01/01/1998)
Finanze Vincenzo Alfonso Visco (PDS)
Industria, commercio, artigianato e turismo Pier Luigi Bersani (PDS)
Poste e telecomunicazioni Antonio Maccanico (UD)
Commercio con l'estero Augusto Fantozzi (RI)
Trasporti e navigazione Claudio Burlando (PDS)
Lavori pubblici ed aree urbane Antonio Di Pietro (Indipendente) - con delega ai servizi tecnici nazionali
(fino al 20/11/1996)
Paolo Costa (MpU) - con delega al campionato mondiale di calcio 1990, allo sviluppo della città di Reggio Calabria, a Roma Capitale, all'Expo 1992, al trasporto rapido di massa, all'ordinamento regionale, alla finanza pubblica, ai servizi pubblici, alle aree metropolitane, alla promozione delle attività economiche, sociali, culturali e all'introduzione di tecnologie innovative e ai servizi tecnici nazionali(dal 20/11/1996)
Risorse agricole, alimentari e forestali Michele Pinto (PPI)
Ambiente Edoardo Ronchi (FdV)
  • Valerio Calzolaio (PDS) - con delega alle missioni all'estero e al consiglio nazionale per l'ambiente
Lavoro e previdenza sociale Tiziano Treu (RI)
Pubblica istruzione Luigi Berlinguer (PDS)
Università
e ricerca scientifica e tecnologica
Sanità Rosaria Bindi (PPI)
Beni culturali e ambientali,
spettacolo e sport
Walter Veltroni (PDS)

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

1996[modifica | modifica wikitesto]

Maggio[modifica | modifica wikitesto]

Giugno[modifica | modifica wikitesto]

  • 19 giugno 1996 - Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge contenente manovra correttiva dei conti pubblici per 16 000 miliardi di lire.

Luglio[modifica | modifica wikitesto]

  • 11 luglio 1996 - Il Senato approva il decreto contenente la manovra correttiva del governo.
  • 23 luglio 1996 - La Camera approva il Rendiconto Generale del Bilancio dello Stato e la Legge di assestamento del Bilancio.
  • 31 luglio 1996 - La Camera accorda al governo (con 319 sì e 284 no) la fiducia sulla manovra correttiva.

Agosto[modifica | modifica wikitesto]

  • 1º agosto 1996 - La Camera approva in via definitiva (con 305 sì e 268 no) il decreto contenente la manovra correttiva.
  • 2 agosto 1996 - Il Senato approva in via definitiva il Rendiconto Generale del Bilancio dello Stato e la Legge di assestamento di Bilancio.
  • 6 agosto 1996 - Il Consiglio dei Ministri annuncia la privatizzazione della STET, la cui data è fissata per il 31 marzo 1997.
  • 7 agosto 1996 - Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge contenente misure di riforma del sistema tributario.

Ottobre[modifica | modifica wikitesto]

  • 13 ottobre 1996 - Il ministro Berlinguer incontra le rappresentanze degli studenti,[22] che hanno indetto proteste e manifestazioni contro decreti emanati nell'estate o prefigurati nel collegato Bassanini e contro il numero chiuso,[23] già colpito da sentenze amministrative[24] difese dal presidente della Camera.[25] La stampa dibatte l'affollamento delle università[26] e parla di risveglio della Pantera con duecentomila manifestanti[27] nonché di calo dei consensi del centro-sinistra presso gli studenti.[28]
  • 16 ottobre 1996 - La Camera approva (con 262 sì e 215 no) il decreto sul sistema tributario.
  • 22 ottobre 1996 - Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge che proroga le concessioni televisive e radiofoniche private fino all'approvazione della nuova legge del sistema radiotelevisivo e delle telecomunicazioni.
  • 24 ottobre 1996 - Il Senato approva in via definitiva (con 150 sì, 43 no e 6 astenuti) il decreto sul sistema tributario.
  • 27 ottobre 1996 - Il Consiglio dei Ministri vara la Legge Finanziaria 1997, del valore di 62 500 miliardi di lire.

Novembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 14 novembre 1996 - Il Senato approva in prima lettura (con 161 sì e 0 no) il collegato Bassanini alla finanziaria, poi approvato in via definitiva come legge 59/1997.[29][30] Le opposizioni non partecipano al voto.
  • 16 novembre 1996 - La Camera approva in prima lettura (con 319 sì e 1 no) la Legge Finanziaria 1997. Le opposizioni non partecipano al voto.
  • 19 novembre 1996 - Il Senato approva in prima lettura il collegato Ciampi alla finanziaria, poi stralciato e confluito nella legge 94/1997.[31][32]
  • 20 novembre 1996 - Dopo aver appreso di essere sotto indagine per la sua attività di magistrato, il Ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro rassegna le dimissioni. Al suo posto è nominato Paolo Costa.

Dicembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 18 dicembre 1996 - Il Senato approva (con 160 sì e 0 no) la Legge Finanziaria 1997. Le opposizioni non partecipano al voto.
  • 20 dicembre 1996 - La Camera e il Senato approvano la riforma del finanziamento pubblico ai partiti.
  • 22 dicembre 1996 - La Camera approva in via definitiva (con 316 sì, 2 no e 2 astenuti) la Legge Finanziaria 1997.
  • 30 dicembre 1996 - Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge con misure fiscali per oltre 4 300 miliardi di lire (fra cui l'eurotassa).

1997[modifica | modifica wikitesto]

Gennaio[modifica | modifica wikitesto]

  • 8 gennaio 1997 - Esce per la prima volta in edicola La Padania, giornale ufficiale della Lega Nord.
  • 9-12 gennaio 1997 - Si tiene il III Congresso del Partito Popolare Italiano, che elegge segretario Franco Marini con il 58% dei voti.
  • 30 gennaio 1997 - La Camera approva (con 268 sì e 113 no) la Legge Bassanini.

Febbraio[modifica | modifica wikitesto]

  • 4 febbraio 1997 - La Camera respinge (con 250 sì e 311 no) una mozione di sfiducia di Lega Nord e Alleanza Nazionale nei confronti del Ministro delle risorse agricole e forestali Michele Pinto (PPI).
  • 6 febbraio 1997 - Il Senato approva il decreto contenente la manovra fiscale di fine anno.
  • 20-23 febbraio 1997 - Si tiene il II Congresso del Partito Democratico della Sinistra, che rielegge Massimo D'Alema segretario con l'88% dei voti.
  • 25 febbraio 1997 - La Camera accorda al governo (con 308 sì, 257 no e 1 astenuto) la fiducia sull'approvazione del decreto contenente la manovra fiscale di fine anno.
  • 26 febbraio 1997 - La Camera approva in via definitiva (con 207 sì, 167 no e 1 astenuto) il decreto contenente la manovra fiscale di fine anno.

Marzo[modifica | modifica wikitesto]

  • 11 marzo 1997 - Il Senato approva in via definitiva (con 126 sì e 17 no) la legge Bassanini.
  • 21 marzo 1997 - Il Consiglio dei Ministri vara il «pacchetto Treu» sull'occupazione.
  • 27 marzo 1997 - Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge contenente una manovra correttiva di 15.500 miliardi di lire.

Aprile[modifica | modifica wikitesto]

  • 9 aprile 1997 - Prima crisi di governo: Rifondazione Comunista vota contro la «Missione Alba» in Albania, che è approvata con i voti del Polo per le Libertà. Nei giorni successivi Rifondazione torna a votare la fiducia al governo.

Maggio[modifica | modifica wikitesto]

  • 5 maggio 1997 - Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sull'approvazione del decreto contenente la manovra correttiva.
  • 6 maggio 1997 - Il governo ottiene (con 318 sì e 260 no) la fiducia sull'approvazione del decreto contenente la manovra correttiva di fine marzo. L'Aula approva poi il decreto con 287 sì e 214 no.
  • 28 maggio 1997 - Il Senato approva in via definitiva il decreto contenente la manovra correttiva.

Giugno[modifica | modifica wikitesto]

Ottobre[modifica | modifica wikitesto]

  • 3-4 ottobre 1997 - Il Presidente del Consiglio Prodi e il Ministro degli affari esteri Dini incontrano a Napoli il Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac per discutere della eventuale rientrata della lira nel SME e dell'euro.
  • 9 ottobre 1997 - Seconda crisi: Rifondazione Comunista annuncia voto contrario alla Legge finanziaria 1998. Prodi sale al Quirinale e rassegna le dimissioni.
  • 10 ottobre 1997 - Il segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti si dice pronto a un nuovo accordo.
  • 14 ottobre 1997 - Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro respinge le dimissioni di Prodi e rinvia il governo alle Camere.
  • 16 ottobre 1997 - Il governo ottiene la fiducia alla Camera con 319 sì, 285 no e 2 astenuti. In serata l'esecutivo ottiene la fiducia anche in Senato con 168 sì e 64 no, chiudendo quindi la crisi di governo.

1998[modifica | modifica wikitesto]

Febbraio[modifica | modifica wikitesto]

Marzo[modifica | modifica wikitesto]

Aprile[modifica | modifica wikitesto]

Maggio[modifica | modifica wikitesto]

Luglio[modifica | modifica wikitesto]

Ottobre[modifica | modifica wikitesto]

  • 4 ottobre 1998 - Rifondazione Comunista annuncia il suo passaggio all'opposizione. Il governo perde quindi la maggioranza alla Camera
  • 5 ottobre 1998 - Armando Cossutta, in dissenso con Bertinotti per la decisione di passare all'opposizione, si dimette dalla carica di Presidente di Rifondazione Comunista.
  • 6 ottobre 1998 - L'Assemblea dei Deputati di Rifondazione Comunista respinge a larga maggioranza la linea di rottura con le altre forze di centro-sinistra. I parlamentari affermano però che si adegueranno alle decisioni del partito.
  • 7 ottobre 1998 - Alcune centinaia di militanti e dirigenti locali di Rifondazione Comunista vicini a Cossutta, non riconoscendosi nella decisione di Bertinotti, si autoconvocano presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma con l'intento di non arrivare alla rottura con Prodi per impedire il ritorno delle destre al potere. L'assemblea è guidata da Iacopo Venier, segretario della federazione di Trieste e, in tale occasione, è firmato un appello intitolato: Non c'è salvezza per il partito se rompe con il popolo, con i lavoratori, con il Paese.
  • 8 ottobre 1998 - Prodi rende comunicazioni alla Camera e chiede la fiducia.
  • 9 ottobre 1998 - Durante il dibattito sulla fiducia al governo, il capogruppo di Rifondazione Comunista alla Camera, Oliviero Diliberto, annuncia che la maggioranza del gruppo parlamentare voterà a favore del governo Prodi. Bertinotti dichiara invece la sfiducia. Pochi minuti dopo la Camera nega (con 312 sì e 313 no) la fiducia al governo. Prodi rassegna le dimissioni;
  • 11 ottobre 1998 - 21 deputati e 6 senatori di Rifondazione Comunista abbandonano il partito e costituiscono il Partito dei Comunisti Italiani. Il partito entra nella maggioranza e garantisce appoggio ad un governo di centro-sinistra
  • 14 ottobre 1998 - L'Unione Democratica per la Repubblica si dichiara disponibile ad appoggiare un governo di centro-sinistra a patto che non sia guidato da Prodi.
  • 21 ottobre 1998 - Massimo D'Alema diventa il nuovo Presidente del Consiglio con l'inizio del Governo D'Alema I.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 18 maggio 1996 Giuramento dei componenti del Gabinetto Prodi, su archivio.quirinale.it.
    «10.35 Il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio dei Ministri fanno ingresso nel Salone delle Feste. Il Presidente del Consiglio dei Ministri si pone in piedi davanti al tavolo sul quale è posta la copia anastatica della Costituzione. Il Segretario Generale legge la premessa del giuramento. Subito dopo, il Presidente del Consiglio dei Ministri legge la formula del giuramento e firma il verbale che, controfirmato dal Presidente della Repubblica, viene ritirato dal Capo dell'Ufficio per gli Affari Giuridici e le Relazioni Costituzionali (*).»
  2. ^ DPR 17/5/1996. Nomina dei Ministri
  3. ^ Governo: ha giurato il 'Prodi primo, in Adnkronos, 18 maggio 1996.
  4. ^ Governo: tutti i numeri dell'Ulivo anno primo, in Adnkronos, 17 maggio 1997.
  5. ^ Governo: il giuramento al quirinale, in AGI, 21 ottobre 1998. URL consultato il 27 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2016).
  6. ^ Senato della Repubblica - XIII Legislatura - Seduta n. 6
  7. ^ Camera dei Deputati - XIII Legislatura - Seduta n. 6
  8. ^ Camera dei Deputati - XIII Legislatura - Seduta n. 422
  9. ^ Prodi bocciato alla Camera Il governo si dimette, in la Repubblica, 9 ottobre 1998.
  10. ^ Diritto costituzionale. Manuale, pag. 293
  11. ^ Tolse la fiducia al Governo il 9 ottobre 1998 determinandone la caduta
  12. ^ Seduta del 31 maggio 1996
  13. ^ Giorgio La Malfa (PRI), Luciana Sbarbati (PRI)
  14. ^ Nei 123 è considerata pure Ida D'Ippolito Vitale, proclamata il 31 luglio 1996 in seguito all'opzione di Vittorio Sgarbi, eletto in più circoscrizioni.
  15. ^ Giancarlo Cito (LAM), Vittorio Sgarbi (Ex FI), Mara Malavenda (Ex PRC)
  16. ^ Il plenum di 630 deputati fu raggiunto in seguito all'opzione di Vittorio Sgarbi, eletto in più circoscrizioni.
  17. ^ Seduta del 24 maggio 1996
  18. ^ Tra cui i senatori a vita Norberto Bobbio e Francesco De Martino
  19. ^ Tra cui i senatori a vita Carlo Bo, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani e Paolo Emilio Taviani
  20. ^ Stelio De Carolis, Antonio Duva e Andrea Papini, eletti nell'Ulivo, e i senatori a vita Giovanni Leone, Leo Valiani e Francesco Cossiga
  21. ^ Gianfranco Miglio, eletto nel Polo per le Libertà, e il senatore a vita Gianni Agnelli
  22. ^ Berlinguer e gli studenti: incontro e polemiche, in la Repubblica, 13 ottobre 1996.
  23. ^ Incontro studenti-Berlinguer, in la Repubblica, 11 ottobre 1996.
  24. ^ Laureati d'Italia, in la Repubblica, 24 ottobre 1996.
  25. ^ Marina Cavallieri, Violante agli studenti: sì al numero chiuso, in la Repubblica, 24 ottobre 1996.
  26. ^ Marcello De Cecco, Quando esplode l'università, in la Repubblica, 23 ottobre 1996.
  27. ^ La Pantera cambia, in la Repubblica, 26 ottobre 1996.
  28. ^ Guglielmo Pepe, Se si sveglia la Pantera, in la Repubblica, 6 ottobre 1996.
  29. ^ Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa, su senato.it.
  30. ^ Legge 15 marzo 1997, n. 59
  31. ^ Modifiche alla legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni e integrazioni, recante norme di contabilità generale dello Stato in materia di bilancio. Delega al Governo per l'individuazione delle unità previsionali di base del bilancio dello Stato., su senato.it.
  32. ^ Legge 3 aprile 1997, n. 94

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Decreti del Presidente della Repubblica
Decreti del Presidente del Consiglio