Governo Berlusconi II

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Disambiguazione – Se stai cercando altri governi presieduti da Silvio Berlusconi, vedi Governo Berlusconi.
Governo Berlusconi II
StatoBandiera dell'Italia Italia
Presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi
(FI)
CoalizioneFI, AN, LN, CCD-CDU/UDC, NPSI, PRI
LegislaturaXIV Legislatura
Giuramento11 giugno 2001
Dimissioni20 aprile 2005
Governo successivoBerlusconi III
23 aprile 2005
Amato II Berlusconi III

Il governo Berlusconi II è stato il cinquantasettesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XIV legislatura.

Il governo rimase in carica dall'11 giugno 2001[1][2] al 23 aprile 2005[3], per un totale di 1 412 giorni, ovvero 3 anni, 10 mesi e 12 giorni. È stato il governo più longevo della storia della Repubblica Italiana e il secondo dall'Unità d'Italia, dopo il governo Mussolini.

Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 20 giugno 2001 con 175 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astenuti[4].

Ottenne la fiducia alla Camera dei deputati il 21 giugno 2001 con 351 voti favorevoli, 261 contrari e 1 astenuto[5].

A seguito della sconfitta subita dai partiti al governo alle elezioni regionali italiane del 2005, UDC, Nuovo PSI e Alleanza Nazionale ritirarono le loro delegazioni[6][7][8] e ciò indusse il Presidente del Consiglio Berlusconi ad annunciare il 20 aprile in Senato la volontà di costituire un nuovo governo di fine legislatura e rassegnò al Quirinale le proprie dimissioni[9][10]. Al governo succedette così il governo Berlusconi III.

Compagine di governo[modifica | modifica wikitesto]

Sostegno parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

Camera dei deputati[11] Seggi
Forza Italia
Alleanza Nazionale
CCD-CDU
Lega Nord
Nuovo PSI
Totale maggioranza
178
99
40
30
3
353
Democratici di Sinistra
La Margherita
Rifondazione Comunista
Comunisti Italiani
Socialisti Democratici Italiani
Federazione dei Verdi
Minoranze linguistiche
Altri[12]
Totale opposizione
136
80
11
10
9
8
5
7
266
Totale 619[13]
Senato della Repubblica[11] Seggi
Forza Italia
Alleanza Nazionale
CCD-CDU
Lega Nord
Nuovo PSI
Partito Repubblicano Italiano
Fiamma Tricolore
Totale maggioranza
82
45
29
17
1
1
1
176
Democratici di Sinistra
La Margherita
Federazione dei Verdi
Minoranze linguistiche
Socialisti Democratici Italiani
Rifondazione Comunista
Comunisti Italiani
Lega per l'Autonomia Lombarda
Movimento Territorio Lombardo
Libertà e Giustizia per l'Ulivo
Altri[12]
Totale opposizione
65
43
10
10
6
4
2
1
1
1
5
148
Totale 324

Composizione del governo a inizio mandato:

Composizione del governo a fine mandato:

  • Forza Italia (FI): Presidente del Consiglio, 9 ministri, 3 viceministri e 31 sottosegretari
  • Alleanza Nazionale (AN): 5 ministri (incluso 1 Vicepresidente del Consiglio), 3 viceministri e 12 sottosegretari
  • Lega Nord (LN): 3 ministri e 7 sottosegretari
  • Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC): 1 Vicepresidente del Consiglio, 3 ministri, 1 viceministro e 6 sottosegretari
  • Indipendenti: 3 ministri e 1 sottosegretario
  • Partecipazione all'esecutivo senza rappresentanza in Consiglio dei ministri:

Provenienza geografica[modifica | modifica wikitesto]

La provenienza geografica dei membri del Consiglio dei ministri si può così riassumere:

Regione Presidente Ministri Viceministri Sottosegretari Totale
  Lombardia 1 8 1 5 15
  Lazio - 5 - 6 11
  Piemonte - 1 1 8 10
Bandiera della Sicilia Sicilia - 3 1 5 9
  Veneto - - 1 8 9
  Emilia-Romagna - 3 - 5 8
  Campania - 2 2 3 7
  Puglia - 3 - 3 6
  Toscana - 1 - 4 5
  Calabria - - 2 3 5
  Abruzzo - - - 4 4
  Liguria - 1 - 1 2
  Basilicata - - - 2 2
  Sardegna - 1 - - 1
  Marche - - 1 - 1

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Carica Titolare Sottosegretari
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente del Consiglio
Flickr - europeanpeoplesparty - EPP Congress Rome 2006 (146).jpg
Silvio Berlusconi (FI)
Vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini (AN)
Marco Follini (CCD)
Dal 03/12/2004 al 18/04/2005
Ministri senza portafoglio Sottosegretari di Stato
Affari regionali e autonomie locali Enrico La Loggia (FI)
Attuazione del programma di governo Giuseppe Pisanu (FI)
Fino al 03/07/2002
Carica non assegnata
Claudio Scajola (FI)
Dal 28/08/2003
Funzione pubblica e Olimpiadi Franco Frattini (FI)
Fino al 14/11/2002
Luigi Mazzella (Indipendente)
Dal 14/11/2002 al 02/12/2004
Mario Baccini (CCD)
Dal 02/12/2004
Innovazione e tecnologie Lucio Stanca (Indipendente) Carica non assegnata
Italiani nel mondo Mirko Tremaglia (AN) Carica non assegnata
Pari opportunità Stefania Prestigiacomo (FI) Carica non assegnata
Politiche comunitarie Rocco Buttiglione (CDU) Carica non assegnata
Riforme istituzionali e devoluzione Umberto Bossi (LN)
Fino al 19/07/2004
Roberto Calderoli (LN)
Dal 20/07/2004
Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi (CCD)
Ministero Ministri Viceministri Sottosegretari di Stato
Affari esteri Renato Ruggiero (Indipendente)
Fino al 06/01/2002
Carica non assegnata
Ad interim Silvio Berlusconi (FI)
Dal 06/01/2002 al 14/11/2002
Franco Frattini (FI)
Dal 14/11/2002 al 18/11/2004
Gianfranco Fini (AN)
Dal 18/11/2004
Interno Claudio Scajola (FI)
Fino al 03/07/2002
(con delega alla Protezione Civile,
dal 21/09/2001)
Carica non assegnata
Giuseppe Pisanu (FI)
Dal 03/07/2002
Giustizia Roberto Castelli (LN) Carica non assegnata
Economia e finanze Giulio Tremonti (FI)
Fino al 03/07/2004
Ad interim Silvio Berlusconi (FI)
Dal 03/07/2004 al 16/07/2004
Domenico Siniscalco (Indipendente)
Dal 16/07/2004
Attività produttive Antonio Marzano (FI)
Istruzione, università e ricerca Letizia Moratti (Indipendente)
Lavoro e politiche sociali Roberto Maroni (LN) Carica non assegnata
Difesa Antonio Martino (FI) Carica non assegnata
Politiche agricole e forestali Gianni Alemanno (AN) Carica non assegnata
Ambiente e tutela del territorio Altero Matteoli (AN)
Infrastrutture e trasporti Pietro Lunardi (FI)
Salute Girolamo Sirchia (Indipendente) Carica non assegnata
Beni e attività culturali Giuliano Urbani (FI)
Comunicazioni Maurizio Gasparri (AN) Carica non assegnata

Trasformazioni politiche[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 dicembre 2002 il Biancofiore confluisce con Democrazia Europea nell'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC).

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

2001[modifica | modifica wikitesto]

Giugno[modifica | modifica wikitesto]

  • 11 giugno – Il Presidente del Consiglio e i ministri prestano giuramento al Capo dello Stato.
  • 11 giugno – Gianni Letta è nominato Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con le funzioni di Segretario del Consiglio dei Ministri. Gianfranco Fini è nominato Vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Vengono inoltre nominati i ministri senza portafoglio ed i sottosegretari. Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge che provvede a ridefinire il numero dei Dicasteri, ricostituendo, in particolare, il Ministero della sanità ed il Ministero delle comunicazioni.
  • 12 giugno – Maurizio Gasparri è nominato Ministro delle Comunicazioni. Girolamo Sirchia è nominato Ministro della Salute. I due prestano il giuramento prescritto. A Palazzo Chigi si svolge il giuramento dei sottosegretari.
  • 20 giugno – Il governo ottiene la fiducia al Senato con 175 sì, 133 no e 5 astenuti.
  • 21 giugno – Il governo ottiene la fiducia alla Camera con 351 sì e 261 no. Il sottosegretario di Stato alle infrastrutture e trasporti on. Giorgetti presenta le dimissioni dalla carica.
  • 30 giugno – Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge che riduce le accise sui prodotti petroliferi.

Luglio[modifica | modifica wikitesto]

  • 3 luglio – Il Consiglio dei Ministri vara il ddl delega di riforma dei reati societari. Viene inoltre varato un ddl di misure per il rilancio dell'economia e il ddl delega infrastrutture.
  • 12 luglio – La Camera approva (con 259 sì, 203 no e 1 astenuto) il decreto ministeri.
  • 16 luglio – Il Consiglio dei Ministri vara il decreto rifiuti.
  • 7 luglio – La Camera approva (con 224 sì, 172 no e 8 astenuti) il decreto accise.
  • 30 luglio – Il Senato approva in via definitiva il decreto accise.
  • 31 luglio – Il Senato approva (con 151 sì, 1 no e 4 astenuti) il ddl per rilancio dell'economia.

Agosto[modifica | modifica wikitesto]

  • 2 agosto – Il Senato approva in via definitiva (con 149 sì e 58 no) il decreto ministeri. La Camera approva (con 288 sì, 5 no e 128 astenuti) il decreto rifiuti.
  • 3 agosto – La Camera approva in via definitiva il decreto rifiuti. Viene approvato (con 302 sì e 207 no) il ddl delega di riforma dei reati societari. Il Senato approva (con 165 sì, 77 no e 3 astenuti) il ddl delega infrastrutture.
  • 20 agosto – Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge contenente disposizioni urgenti per contrastare i fenomeni di violenza in occasione di competizioni sportive (il cosiddetto "decreto stadi").

Settembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 4 settembre – Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge contenente misure per combattere il morbo della mucca pazza.
  • 19 settembre – Il Senato approva (con 183 sì, 2 no e 4 astenuti) il Rendiconto Generale del Bilancio dello Stato. Viene inoltre approvata (con 135 sì, 53 no e 2 astenuti) la Legge di assestamento del Bilancio.
  • 25 settembre – La Camera approva (con 426 sì, 1 no e 1 astenuto) il decreto mucca pazza.
  • 28 settembre – Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge contenente misure contro i talebani. Il Senato approva in via definitiva (con 148 sì e 70 no) il ddl delega di riforma dei reati societari.

Ottobre[modifica | modifica wikitesto]

  • 1º ottobre – Il Consiglio dei Ministri vara un nuovo decreto-legge che regola le accise sui carburanti.
  • 9 ottobre – Il Senato approva (con 159 sì, 10 no e 75 astenuti) il decreto stadi.
  • 10 ottobre – La Camera approva in via definitiva (con 270 sì, 200 no e 3 astenuti) il ddl per il rilancio dell'economia.
  • 11 ottobre – La Camera approva (con 430 sì, 17 no e 13 astenuti) il decreto stadi.
  • 12 ottobre – Il Consiglio dei Ministri vara un decreto-legge contenente misure per contrastare il finanziamento del terrorismo internazionale.
  • 17 ottobre – Il Senato approva in via definitiva (con 146 sì, 21 no e 13 astenuti) il decreto stadi. Viene inoltre approvato in via definitiva il decreto mucca pazza. La Camera approva (con 275 sì, 217 no e 2 astenuti) il ddl delega infrastrutture.
  • 18 ottobre – Il Consiglio dei Ministri vara un decreto contenente misure per reprimere il terrorismo internazionale. La Camera approva in via definitiva (con 463 sì e 7 no) il Rendiconto Generale del Bilancio dello Stato. Viene inoltre approvata la Legge di assestamento del Bilancio.
  • 24 ottobre – Il Senato approva il decreto anti-talebani.

Novembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 13 novembre – La Camera approva (con 484 sì, 0 no e 3 astenuti) il decreto anti-finanziamento terrorismo. Viene inoltre approvato il decreto accise–bis.
  • 15 novembre – ll Senato approva (con 152 sì e 58 no) la Legge Finanziaria 2002. Subito dopo è approvata (con 152 sì e 58 no) la Legge di Bilancio.
  • 20 novembre – La Camera approva (con 452 sì, 0 no e 6 astenuti) il decreto anti-talebani.
  • 21 novembre – La Camera approva (con 402 sì, 7 no e 10 astenuti) il decreto antiterrorismo.
  • 23 novembre – Il Consiglio dei Ministri vara il decreto milleproroghe.
  • 27 novembre – Il Senato approva in via definitiva il decreto anti-talebani. Viene inoltre approvato in via definitiva (con 148 sì e 1 no) il decreto accise–bis. Il Senato approva in via definitiva (con 146 sì, 0 no e 4 astenuti) la Legge di assestamento del Bilancio.
  • 29 novembre – Il Senato approva il decreto anti-finanziamento terrorismo.

Dicembre[modifica | modifica wikitesto]

  • 6 dicembre – Il Senato approva (con 170 sì e 0 no) il decreto antiterrorismo. Viene inoltre approvato in via definitiva (con 145 sì, 4 no e 1 astenuto) il ddl delega infrastrutture.
  • 12 dicembre – La Camera approva in via definitiva (con 427 sì e 0 no) il decreto anti-finanziamento terrorismo. Viene inoltre approvato (con 458 sì, 10 no e 14 astenuti) il decreto antiterrorismo. Lo stesso giorno il decreto è approvato in via definitiva dal Senato con 177 sì e 2 no. Il Senato approva il decreto milleproroghe.
  • 19 dicembre – La Camera approva (con 435 sì, 11 no e 3 astenuti) il decreto milleproroghe. Viene inoltre approvata (con 302 sì, 208 no e 3 astenuti) la Legge Finanziaria 2002. Subito dopo è approvata (con 282 sì e 119 no) la Legge di Bilancio.
  • 22 dicembre – Il Senato approva in via definitiva (con 163 sì e 72 no) la Legge Finanziaria 2002. Subito dopo è approvata in via definitiva (con 158 sì e 68 no) la Legge di Bilancio.

2005[modifica | modifica wikitesto]

Aprile[modifica | modifica wikitesto]

  • 16 aprile – In seguito alla disastrosa sconfitta del centro-destra alle elezioni regionali del 2005 i membri del governo appartenenti al Nuovo PSI e all'Unione Democratici cristiani e di Centro (UDC) si dimettono dall'esecutivo. Il Nuovo PSI e l'UDC garantiscono comunque appoggio esterno al governo.
  • 20 aprile – Berlusconi annuncia al Senato l'intenzione di formare un nuovo esecutivo. Terminata la seduta il Presidente del Consiglio si reca al Quirinale e si dimette. Ciampi accetta le dimissioni e subito dopo affida allo stesso Berlusconi l'incarico di formare un nuovo governo. Il Nuovo PSI e l'UDC si dichiarano favorevoli a far parte della maggioranza che sostiene il nuovo esecutivo.
  • 23 aprile - Berlusconi scioglie la riserva e presenta la lista dei ministri. Lo stesso giorno, con il giuramento del nuovo governo, termina ufficialmente il Governo Berlusconi II.

Attività politica del Governo[modifica | modifica wikitesto]

Politica interna[modifica | modifica wikitesto]

Riforma dello stato e dell'ordinamento[modifica | modifica wikitesto]

Riforma della seconda parte della Costituzione

Riforme strutturali ed economiche[modifica | modifica wikitesto]

Riforme sociali[modifica | modifica wikitesto]

Nuovi codici e testi unici[modifica | modifica wikitesto]

Politica estera[modifica | modifica wikitesto]

La politica estera del Governo Berlusconi ha visto l'appoggio agli Stati Uniti d'America, dopo la guerra in Afghanistan del 2001, anche nella guerra in Iraq del 2003 (l'Italia comunque si è dichiarata non belligerante secondo quanto dice l'articolo 11 della Costituzione: il Paese ha inviato truppe solo nel dopoguerra su mandato ONU con compiti di stabilizzazione). In ambito europeo, il presidente Berlusconi ha espresso pubblicamente la volontà di sostenere l'entrata della Turchia nell'Unione europea, provocando i mugugni della Lega Nord che ha più volte sostenuto il contrario, e quella di favorire relazioni cordiali con la Russia. In particolare si ricorda il vertice a Pratica di Mare (Lazio), il 28 maggio 2002, dove per la prima volta nella storia i capi di governo dell'Alleanza Atlantica della NATO e il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, si sono riuniti. Nell'incontro si sono presi impegni internazionali concreti per il disarmo nucleare mondiale. Il suo governo ha varato leggi più restrittive in merito all'immigrazione illegale (la legge Bossi-Fini) e con l'intento di fermare quella clandestina ha cercato cooperazione con i paesi dell'area mediterranea, volendo così garantire un controllo più adeguato alla frontiera meridionale dell'Unione europea.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Della politica estera vanno anche ricordati gli episodi discussi:

  • Un episodio dibattuto si ebbe nel 2003 quando, durante il semestre italiano di presidenza dell'Unione europea, il Cavaliere rispose alle aspre critiche sui suoi trascorsi giudiziari e sulla sua azione di governo da parte del parlamentare socialista europeo Martin Schulz (SPD)[26][27][28]:

«Signor Schultz, so che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto.»

  • Altro episodio che fece discutere fu la battuta sulla superiorità della cultura occidentale rispetto a quella islamica, pronunciata poco dopo gli attentati dell'11 settembre 2001[29], e l'affermazione secondo cui Mussolini non avrebbe mai ucciso nessuno, ma si limitava a "mandare la gente a fare vacanza al confino"[30].

Dibattito sul mantenimento delle promesse[modifica | modifica wikitesto]

La riforma fiscale, secondo quanto diceva il Contratto con gli italiani, non è stata completata. Sul realismo di questo progetto le opinioni professate da governo e opposizioni divergono sostanzialmente; il primo ha affermato che è stato possibile realizzarlo solo in parte a causa di alcune resistenze all'interno della coalizione (aggiungendo però che c'è stata comunque una diminuzione della pressione fiscale), le altre che per le classi meno abbienti gli scarsi sgravi sull'IRPEF sono stati più che annullati dall'aumento delle imposte locali e indirette, come i bolli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ DPR 10 giugno 2001. Nomina dei ministri
  2. ^ Claudia Morgoglione, La squadra di Berlusconi giura al Quirinale, in La Repubblica, 11 giugno 2001.
  3. ^ Governo: giura il terzo esecutivo Berlusconi, in Adnkronos, 23 aprile 2005.
  4. ^ Senato della Repubblica - XIV Legislatura - Seduta n. 6
  5. ^ Camera dei Deputati - XIV Legislatura - Seduta n. 6, su legxiv.camera.it. URL consultato il 14 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2021).
  6. ^ GOVERNO: DIREZIONE UDC, SI' A FOLLINI CON 57 VOTI E UN NO, in Adnkronos, 15 aprile 2005.
  7. ^ Governo: delegazione Nuovo PSI rimette mandato a De Michelis, in Adnkronos, 15 aprile 2005.
  8. ^ **FLASH -GOVERNO: FINI, NELLE MIE MANI DIMISSIONI DELEGAZIONE AN- FLASH**, in Adnkronos, 19 aprile 2005.
  9. ^ Camera dei Deputati - XIV Legislatura - Seduta n. 615, su legxiv.camera.it. URL consultato il 14 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2021).
  10. ^ Comunicato del Quirinale, in presidenti.quirinale.it, 20 aprile 2005.
  11. ^ a b Composizione al giugno 2001
  12. ^ a b Non iscritti ad alcuna componente del Gruppo misto
  13. ^ Ad inizio legislatura non furono attribuiti 14 seggi, di cui 11 spettanti a Forza Italia e 3 a La Margherita. A seguito delle opzioni pervenute da parte di deputati plurieletti, sono stati successivamente attribuiti i 3 seggi spettanti a La Margherita, mentre non si è proceduto all'attribuzione dei rimanenti 11 seggi, non sussistendovi i requisiti necessari. Nel caso di dimissioni intervenute da parte dei deputati eletti nelle liste proporzionali, si è proceduto, ove previsto, con la successiva legge 47/2005.
  14. ^ Con delega ai Paesi dell'Asia, alla cooperazione culturale e scientifica, ai diritti umani, alle libertà fondamentali e alle convenzioni internazionali
  15. ^ Con delega ai Paesi dell'Africa e del Medio Oriente, alla cooperazione euro-mediterranea, all'esportazione dei materiali di armamento e alla cooperazione allo sviluppo
  16. ^ Con delega all'attribuzione e al diniego della cittadinanza italiana
  17. ^ Con delega alla Guardia di Finanza, alle agenzie fiscali, alla Ragioneria generale dello Stato, agli affari generali, al personale e alla qualità dei processi e dell'organizzazione, al tesoro, allo sviluppo e alla coesione, alle politiche fiscali, alle risorse, al personale e ai servizi
  18. ^ Con delega alle entrate tributarie erariali e all'Agenzia delle entrate
  19. ^ Con delega all'accesso alle amministrazioni e alle professioni intellettuali, alle risorse all'università, all'istruzione post-secondaria e degli adulti, al personale, al formazione, ai progetti e ai programmi di semplificazione normativa
  20. ^ Con delega alla cooperazione internazionale per l'area mediterranea ed africana, alle politiche alloggiative, agli alloggi per il personale, del servizio, alla sanità militare, all'azione antidroga, alle attività sportive del personale della Difesa, ai rapporti con il Comitato olimpico nazionale italiano, ai cappellani militari, agli ufficiali in congedo della giustizia militare, alla Croce Rossa Italiana, all'associazione dei cavalieri del Sovrano militare ordine di Malta e al rifornimento idrico delle isole minori
  21. ^ Con delega ai settori ortofrutticolo e avicunicolo, alla repressione delle frodi nella preparazione e nel commercio dei prodotti agroalimentari e ad uso agrario, alla ricerca e alla sperimentazione, alle infrastrutture per i trasporti e alla logistica per l'agricoltura
  22. ^ Con delega alla pesca, ai rapporti con l'Unione europea e alla cooperazione internazionale
  23. ^ a b Con delega alla mobilità sostenibile nelle aree urbane, alla mobilità ciclistica, all'utilizzo dei veicoli elettrici, alla qualità dell'aria, all'inquinamento acustico, all'abbattimento del rumore, alle infrastrutture di trasporto, alle procedure e agli interventi antirumore, al catasto nazionale delle sorgenti di radiazioni non ionizzanti, alle gestione dei rifiuti, ai fanghi di depurazione, al Piano nazionale della Protezione Civile, all'energia solare ed eolica, al risarcimento del danno ambientale, alla prevenzione e alla lotta alla criminalità ambientale, alla formazione e alla ricerca in campo ambientale
  24. ^ Con delega ai rapporti con la Puglia, la Basilicata, l'Abruzzo, la Campania e il Molise e al trasferimento delle risorse idriche
  25. ^ Con delega ai trasporti terrestri e al trasporto di persone e cose
  26. ^ Berlusconi in EU "Nazi" slur, su BBC news, 2 luglio 2003.
  27. ^ Semestre Ue, debutto italiano tra le polemiche, Rai net news, 2 luglio 2003.
  28. ^ Video dello scontro tra Berlusconi e Martin Schultz versione breve[collegamento interrotto] (formato real player), versione completa Archiviato il 12 settembre 2007 in Internet Archive. con elementi non neutrali.
  29. ^ Berlusconi: "Attacco mirato senza vittime fra i civili", Repubblica.it, 26 settembre 2001
  30. ^ Mussolini, le scuse del premier Repubblica.it, 17 settembre 2003

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Cassini, Gli anni del declino. La politica estera del governo Berlusconi (2001–2006), Bruno Mondadori, Milano 2007.
  • Luca Ricolfi, Dossier Italia. A che punto è il "Contratto con gli italiani", Il Mulino, Bologna 2005.
  • Luca Ricolfi, Tempo scaduto. Il "Contratto con gli italiani" alla prova dei fatti, Il Mulino, Bologna 2006.
  • Peter Weber, Psicologia di una svolta: Berlusconi e la politica panmediterranea, in: Il Ponte, a.LX n.6, Firenze, giugno 2004, pp. 42–48.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Decreti del Presidente della Repubblica
Decreti del Presidente del Consiglio