Consiglio europeo

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Disambiguazione – Se stai cercando altre istituzioni europee, vedi Consiglio dell'Unione europea o Consiglio d'Europa.
Consiglio europeo
OrganizzazioneBandiera dell'Unione europea Unione europea
TipoOrgano di definizione dell'indirizzo politico
Istituito1º dicembre 2009
daTrattato di Lisbona
PresidenteBandiera del Belgio Charles Michel
(dal 1º dicembre 2019)
Numero di membri27
Gruppi politici
SedePalazzo Europa, Palazzo Justus Lipsius
IndirizzoRue de la Loi, 155 Bruxelles
Sito webwww.consilium.europa.eu/en/, www.consilium.europa.eu/fr/ e www.consilium.europa.eu/es/european-council/
Palazzo Europa
Una delle sale del Palazzo Europa usate comunemente per le riunioni del Consiglio europeo

Il Consiglio europeo è un organismo collettivo che definisce "le priorità e gli indirizzi politici"[1] generali dell'Unione europea ed esamina i problemi del processo di integrazione. Comprende i capi di stato o di governo degli Stati membri dell'UE, con il presidente del Consiglio europeo ed il presidente della Commissione europea.

Attivo dal 1975, con il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1º dicembre 2009, il Consiglio europeo è diventato una delle istituzioni dell'Unione europea e ha un presidente, eletto per due anni e mezzo. Dal 2017 ha la propria sede principale nel Palazzo Europa e una sede secondaria nel Palazzo Justus Lipsius, entrambi situati nel Quartiere europeo di Bruxelles.

Non va confuso con un'altra istituzione dell'Unione europea: il Consiglio dell'Unione europea, che detiene il potere legislativo dell'Unione al pari del Parlamento europeo.

Non va confuso nemmeno col Consiglio d'Europa, il quale è una organizzazione internazionale indipendente dall'Unione europea.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il logo del Consiglio europeo e del Consiglio UE fino al 2014
Palazzo Justus Lipsius

Il Consiglio europeo nasce dalla prassi instaurata fin dal 1961 di tenere riunioni informali e senza una cadenza prestabilita tra i capi di Stato e di governo dei paesi che aderivano alle comunità (cd. vertici europei); lo scopo era quello di riunirsi al di fuori del contesto comunitario, a livello di conferenza internazionale per dare nuovo impulso alla cooperazione politica, prescindendo dalle formalità e lungaggini del procedimento comunitario.[2]

Vertici periodici[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ultimo di tali vertici, tenutosi a Parigi nel 1974, fu deciso di tenere regolarmente riunioni di capi di Stato e di governo chiamandole Consigli Europei, al fine di approfondire l'esame dei problemi relativi alla costruzione europea e dare maggiore coesione alle iniziative della Comunità.[3]

Il 10 e 11 marzo 1975 si tenne così a Dublino il Consiglio europeo inaugurale. Le regole di funzionamento, inizialmente non previste dai trattati, hanno assunto con il tempo un carattere più formale e sono state definite nel corso di alcune riunioni del Consiglio Europeo stesso (Londra 1977, Stoccarda 1983).

Nei trattati comunitari il Consiglio Europeo figura per la prima volta con l'Atto unico europeo, entrato in vigore il 1º luglio 1987, che all'art. 2 ne ha consacrato giuridicamente la composizione e la cadenza delle riunioni, non inserendolo tuttavia nell'architettura comunitaria, né disciplinandone competenze ed atti.[4] Soltanto nel 1992 con il Trattato di Maastricht (art. 4) è mutata la qualificazione giuridica di tale istanza, che è divenuta a pieno titolo organo dell'unione, mentre il Trattato di Amsterdam ne ha reso più incisiva e ampia l'azione.[4]

È rimasta tuttavia la natura giuridica anomala e ambigua del Consiglio, dal momento che la sua creazione non era stata prevista nei trattati istitutivi della comunità. Se da un lato la volontà politica degli Stati membri di creare uno strumento flessibile, capace di agire liberamente al di fuori degli schemi istituzionali comunitari aveva consentito a quest'organo di agire spesso in maniera efficace e positiva per lo sviluppo del processo comunitario (passaggio alla fase definitiva del mercato comune, risorse proprie, sistema monetario, negoziato per l'adesione di nuovi stati, elezione diretta del Parlamento, ecc.), dall'altro non era sottoposto alle regole procedurali dei trattati istitutivi né a limiti di competenza.

Dal trattato di Lisbona[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º dicembre 2009, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, diviene un organo dell'UE, e al Consiglio Europeo viene attribuita la funzione di organo di indirizzo politico:

«Il Consiglio Europeo dà all'Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti politici e le priorità politiche generali.»

Dal 2017 ha la propria sede principale nel Palazzo Europa e una sede secondaria nel Palazzo Justus Lipsius, a Bruxelles.

Competenze e limiti[modifica | modifica wikitesto]

Come detto, il Consiglio europeo ha il compito di dettare degli orientamenti generali ai quali gli organi dell'Unione europea devono uniformarsi; a causa della generalità degli orientamenti[5], in genere vi è un ampio margine di discrezionalità nell'attuazione degli stessi.[6]

Inoltre l'assenza di orientamenti in alcuni ambiti da parte del Consiglio europeo non costituisce sempre ostacolo all'esercizio di attività delle istituzioni dell'Unione europea, a patto che vengano rispettati i trattati comunitari. Le materie per le quali il Consiglio europeo ha un'esclusiva competenza nella definizione degli orientamenti e delle strategie comuni sono la politica estera e la sicurezza comune (PESC); spetta poi al Consiglio dell'UE sviluppare nel dettaglio gli orientamenti e le strategie generali dettate dal Consiglio europeo negli ambiti di cui sopra.[7]

In altri ambiti, il Consiglio europeo ha un ruolo assai marginale e gli orientamenti forniti in tali ambiti non risultano essere vincolanti o determinanti per l'attività delle istituzioni dell'Unione europea. Tali ambiti risultano essere quelli della giustizia e degli affari interni (CGAI)[8], e quelli della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale.[9]

Una funzione importante assegnata al Consiglio europeo è data dall'art. 29 del Trattato sull'Unione europea. In virtù di tale articolo, il Consiglio europeo "adotta decisioni che definiscono la posizione dell'Unione su una questione particolare di natura geografica o tematica. Gli Stati membri provvedono affinché le loro politiche nazionali siano conformi alle posizioni dell'Unione". Le decisioni del Consiglio europeo hanno in particolare vietato esportazioni, investimenti, finanziamenti o cooperazioni in alcuni campi e nei confronti di alcuni paesi come ad esempio la Siria[10].

Composizione e funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

Partiti politici nel Consiglio europeo

Il Consiglio europeo è composto dai capi di Stato o di governo dei paesi membri dell'Unione europea e dal Presidente del Consiglio europeo che ne presiede le sessioni; inoltre partecipa senza diritto di voto il Presidente della Commissione europea. La scelta tra capo di Stato e di governo, quale rappresentante dello Stato membro nelle sedute del Consiglio europeo, è definita dall'ordinamento del singolo Stato in relazione alle peculiarità del sistema istituzionale: per tale motivo, in rappresentanza dell'Italia prende parte alle riunioni il presidente del Consiglio dei ministri, capo di governo, mentre in rappresentanza della Francia il presidente della Repubblica, capo di Stato. Attualmente i Paesi rappresentati nel Consiglio dai propri Capi di Stato sono Francia, Romania e Lituania (repubbliche semipresidenziali) e Cipro (repubblica presidenziale); Portogallo e Polonia, pur avendo un assetto semipresidenziale, sono rappresentati dal Capo di Governo.

Qualora l'ordine del giorno lo richieda, i membri del Consiglio europeo possono farsi assistere da un ministro e, per quanto riguarda il presidente della Commissione, da un membro della stessa. Partecipa ai lavori anche l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

Ai sensi dell'art. 15 §4 del Trattato sull'Unione europea, che recepisce la precedente prassi, regola generale per l'adozione delle delibere del Consiglio europeo è il consensus, salvo diversa disposizione dei Trattati. Sono dunque previsti casi in cui è necessaria una delibera unanime (constatazione di una grave e persistente violazione da parte di uno Stato membro dei valori contemplati nell'art. 2 TUE, ai sensi dell'art. 7 del medesimo trattato), o adottata a maggioranza qualificata (elezione del presidente del Consiglio europeo art. 15 TUE, proposta al Parlamento europeo di un candidato presidente della Commissione.), o a maggioranza semplice (adozione del proprio regolamento interno art. 235 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea).

Partiti politici[modifica | modifica wikitesto]

Partito # % pop.
Partito del Socialismo Europeo 4 30,44%
Partito Popolare Europeo[11] 11 25,60%
Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa[12] 5 22,20%
Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei 2 16,00%
Non affiliati 2 3,40%
Indipendenti 3 2,38%
Totale 27 100%

Membri in carica[modifica | modifica wikitesto]

Nome Stato membro Incarico Partito Politico Membro da % pop.[13]
Michel, Charles Charles Michel Bandiera dell'Europa Presidente
Senza diritto di voto
Presidente ALDE
Nazionale: MR
1º dicembre 2019
von der Leyen, Ursula Ursula von der Leyen Bandiera dell'Europa Commissione
Senza diritto di voto
Presidente PPE
Nazionale: CDU
1º dicembre 2019
Nehammer, Karl Karl Nehammer Bandiera dell'Austria Austria Cancelliere federale PPE
Nazionale: ÖVP
6 dicembre 2021 1,98%
De Croo, Alexander Alexander De Croo Bandiera del Belgio Belgio Primo Ministro ALDE
Nazionale: Open VLD
1º ottobre 2020 2,56%
Glavčev, Dimităr Dimităr Glavčev
In caratteri cirillici: Димитър Борисов Главчев
Bandiera della Bulgaria Bulgaria Ministro-presidente Indipendente[14] 9 aprile 2024 1,56%
Christodoulidīs, Nikos Nikos Christodoulidīs
In caratteri greci: Νίκος Χριστοδουλίδης
Bandiera di Cipro Cipro Presidente della Repubblica Indipendente[15] 28 febbraio 2023 0,20%
Plenković, Andrej Andrej Plenković Bandiera della Croazia Croazia Presidente del Governo PPE
Nazionale: HDZ
19 ottobre 2016 0,91%
Frederiksen, Mette Mette Frederiksen Bandiera della Danimarca Danimarca Ministro di Stato PSE
Nazionale: SD
27 giugno 2019 1,30%
Kallas, Kaja Kaja Kallas Bandiera dell'Estonia Estonia Ministro capo ALDE
Nazionale: ER
26 gennaio 2021 0,30%
Orpo, Petteri Petteri Orpo Bandiera della Finlandia Finlandia Ministro capo / Ministro di Stato PPE
Nazionale: KOK
20 giugno 2023 1,23%
Macron, Emmanuel Emmanuel Macron Bandiera della Francia Francia Presidente della Repubblica Nessuno[16]
Nazionale: RE
14 maggio 2017 14,98%
Scholz, Olaf Olaf Scholz Bandiera della Germania Germania Cancelliere federale PSE
Nazionale: SPD
8 dicembre 2021 18,54%
Mītsotakīs, Kyriakos Kyriakos Mītsotakīs
In caratteri greci: Κυριάκος Μητσοτάκης
Bandiera della Grecia Grecia Primo Ministro PPE
Nazionale:
26 giugno 2023 2,40%
Harris, Simon Simon Harris Bandiera dell'Irlanda Irlanda Taoiseach PPE
Nazionale: FG
9 aprile 2024 1,10%
Meloni, Giorgia Giorgia Meloni Bandiera dell'Italia Italia Presidente del Consiglio dei Ministri ECR
Nazionale: FdI
22 ottobre 2022 13,65%
Siliņa, Evika Evika Siliņa Bandiera della Lettonia Lettonia Ministro-presidente PPE
Nazionale: JV
15 settembre 2023 0,43%
Nausėda, Gitanas Gitanas Nausėda Bandiera della Lituania Lituania Presidente della Repubblica Indipendente 12 luglio 2019 0,62%
Frieden, Luc Luc Frieden Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo Primo Ministro PPE
Nazionale: CSV
17 novembre 2023 0,14%
Abela, Robert Robert Abela Bandiera di Malta Malta Primo Ministro PSE
Nazionale: PL
13 gennaio 2020
0,11%
Rutte, Mark Mark Rutte Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Ministro-presidente ALDE
Nazionale: VVD
14 ottobre 2010 3,89%
Tusk, Donald Donald Tusk Bandiera della Polonia Polonia Presidente del Consiglio dei ministri PPE
Nazionale: PO
13 dicembre 2023 8,49%
Montenegro, Luís Luís Montenegro Bandiera del Portogallo Portogallo Primo Ministro PPE
Nazionale: PSD
2 aprile 2024 2,30%
Fiala, Petr Petr Fiala Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca Presidente del Governo ECR
Nazionale: ODS
17 dicembre 2021 2,35%
Iohannis, Klaus Klaus Iohannis Bandiera della Romania Romania Presidente PPE[17]
Nazionale: Indipendente[18]
21 dicembre 2014 4,34%
Fico, Robert Robert Fico Bandiera della Slovacchia Slovacchia Presidente del Governo Nessuno[19]
Nazionale: SMER-SD
25 ottobre 2023 1,22%
Golob, Robert Robert Golob Bandiera della Slovenia Slovenia Presidente del Governo Nessuno[20]
Nazionale: GS
1º giugno 2022 0,47%
Sánchez, Pedro Pedro Sánchez Bandiera della Spagna Spagna Presidente del Governo PSE
Nazionale: PSOE
1º giugno 2018 10,49%
Kristersson, Ulf Ulf Kristersson Bandiera della Svezia Svezia Ministro di Stato PPE
Nazionale: M
18 ottobre 2022 2,29%
Orbán, Viktor Viktor Orbán Bandiera dell'Ungheria Ungheria Ministro-presidente Nessuno[21]
Nazionale: Fidesz
29 maggio 2010[22] 2,18%

Altri partecipanti[modifica | modifica wikitesto]

L'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza partecipa sempre ai lavori del Consiglio europeo. È altresì prassi che all'inizio di ogni riunione del Consiglio vi sia uno scambio di vedute col presidente del Parlamento europeo che tuttavia non partecipa poi ai lavori dei capi di stato e di governo. Assiste ai lavori del Consiglio europeo anche il Segretario generale del Consiglio dell'Unione europea che è responsabile delle questioni organizzative e del processo verbale delle riunioni.

Nome Carica Partito Membro dal
Josep Borrell Bandiera dell'Europa Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza PSE
Nazionale: PSOE
1º dicembre 2019
Roberta Metsola Bandiera dell'Europa Presidente del Parlamento europeo PPE
Nazionale: PN
18 gennaio 2022
Thérèse Blanchet Bandiera dell'Europa Segretario generale del Consiglio dell'Unione europea Indipendente 1º novembre 2022

Cadenza e sede delle riunioni[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lista dei Consigli europei.

I Consigli europei ordinari si tengono, per disposto dell'art. 15 del Trattato sull'Unione europea due volte a semestre a Bruxelles. I consigli Europei speciali o straordinari si tengono a Bruxelles e sono convocati per affrontare singole questioni rimaste irrisolte a livelli inferiori, si tengono inoltre dei Consigli informali, senza una data fissa. Tale organo presenta al Parlamento Europeo una relazione dopo ciascuna riunione e una relazione scritta annuale sui progressi compiuti dall'Unione.

Il Consiglio si riuniva nel Palazzo Justus Lipsius. Dal 2017 la sua nuova sede è il Palazzo Europa.

Composizione anomala del Consiglio dell'Unione europea[modifica | modifica wikitesto]

Da ricordare che il trattato di Maastricht e successivamente quello di Amsterdam hanno previsto una composizione anomala del Consiglio dell'Unione europea, laddove viene indicato come Consiglio dell'Unione riunito nella composizione dei capi di Stato o di governo.

Si tratta di una riunione anomala del Consiglio dell'Unione europea alla quale, invece del ministro nazionale competente per materia, partecipa chi, per ogni singolo Stato, è capo dello Stato o è capo dell'esecutivo. Formalmente le decisioni adottate in questa sede saranno da attribuire all'istituzione Consiglio dell'Unione europea anche se, sul piano sostanziale, esse verranno assunte dal Consiglio europeo, visto che la composizione dei due organi coincide.

Presidente[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Presidente del Consiglio europeo.

Dal 2009, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il Presidente del Consiglio Europeo è eletto a maggioranza qualificata dal Consiglio europeo, resta in carica due anni e mezzo e il suo mandato può essere rinnovato una sola volta.

Il primo Presidente permanente del Consiglio europeo, che ha assunto la carica il 1º dicembre 2009, data di entrata in vigore del Trattato di Lisbona, è stato l'ex-primo ministro del Belgio Herman Van Rompuy.

L'attuale Presidente del Consiglio europeo è Charles Michel.

Riferimenti normativi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Consiglio europeo - Consilium, su consilium.europa.eu. URL consultato il 7 settembre 2016.
  2. ^ Pocar-2003, pag. 105.
  3. ^ Pocar-2003, pag. 106.
  4. ^ a b Pocar-2003, pagg. 107-108.
  5. ^ Il carattere generale degli orientamenti e delle strategie è stabilito dall'art. 4 comma 1 del Trattato UE
  6. ^ Pocar-2003, pag. 111.
  7. ^ Pocar-2003, pag. 110.
  8. ^ Trattato di Maastricht, artt. K-K.9
  9. ^ Pocar-2003, pag. 114.
  10. ^ Decisione 2013/255/PESC
  11. ^ Gruppo del PPE al Parlamento europeo
  12. ^ Gruppo Renew Europe nel Parlamento europeo.
  13. ^ Usato nel calcolo della maggioranza qualificata nei casi in cui questa modalità di voto si applica al Consiglio europeo. La divisione della popolazione totale si basa sulla decisione del Consiglio dell'Unione europea sulla popolazione degli stati membri del 2020.
  14. ^ Fino al 2023 è stato esponente del partito politico Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria (GERB).
  15. ^ Sostenuto alle elezioni presidenziali del 2023 da ΔΗΚΟ, ΕΔΕΚ, ΔΗΠA e KA.
  16. ^ A partire dalla IX legislatura del Parlamento europeo gli eurodeputati di Renaissance (ex-La République En Marche!) siedono nel gruppo Renew Europe, insieme ai liberali dell'ALDE e ai centristi del Partito Democratico Europeo.
  17. ^ Membro del Congresso del PPE come capo di Stato del PPE, benché non ufficialmente membro del PNL. Cfr. Leader del PPE Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive..
  18. ^ Precedentemente membro del Forum democratico dei tedeschi in Romania, dal 2013 membro del PNL; sostenuto da questo e dal PD-L nelle Elezioni presidenziali in Romania del 2014; ufficialmente non iscritto ad alcun partito durante la presidenza secondo i dettami della Costituzione romena.
  19. ^ Precedentemente parte del PSE, dopo la sospensione del partito, quest’ultimo ha deciso di lasciare il gruppo europeo divenendo "Non affiliato".
  20. ^ Gli eurodeputati del Movimento Libertà siedono nel gruppo Renew Europe.
  21. ^ Fidesz ha fatto parte del PPE fino al 3 marzo 2021.
  22. ^ Già in carica dal 1998 al 2002; l'Ungheria è membro dell'UE dal 1º maggio 2004.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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