Crocodylia

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Crocodylia

In senso orario da sinistra in alto: coccodrillo marino (Crocodylus porosus), alligatore del Mississipi (Alligator mississippiensis) e gaviale del Gange (Gavialis gangeticus)
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superclasse Tetrapoda
Clado Diapsida
Clado Archosauromorpha
Clado Archosauria
Classe Loricata
Clado Eusuchia
Ordine Crocodylia
Owen, 1842
Sottogruppi

Distribuzione di Crocodylia a terra (verde) e in mare (blu)

I coccodrilli (Crocodylia, Owen, 1842) sono un ordine di sauropsidi diapsidi. A causa della forte armatura squamosa di cui sono dotati questi animali hanno anche il nome di Loricati (dal latino: lōrīca, ‘corazza’). Questi potenti animali, e gli uccelli (i dinosauri sopravvissuti all'evento K-T), sono gli unici arcosauri viventi. I coccodrilli comparvero infatti nel Cretaceo superiore (circa 90 milioni di anni fa) da antenati crocodilomorfi, e da allora continuano a popolare la Terra, con alcune caratteristiche fisiche e comportamentali che sono rimaste pressoché inalterate nel tempo; a causa di ciò, il coccodrillo può essere considerato un fossile vivente anche se questa dicitura è ormai obsoleta.[senza fonte] I coccodrilli possiedono il morso più potente mai misurato in natura[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Differenze delle teste tra (dall'alto verso il basso):Alligator mississippiensis, Crocodylus niloticus, e Gavialis gangeticus.

Il corpo è allungato e idrodinamico ricoperto di squame, solitamente di colore scuro sul dorso e chiaro sul ventre. La testa è pressoché triangolare, dotata di narici all'estremità della mascella e occhi sporgenti. La lunga coda è appiattita verticalmente e perciò adatta al nuoto. Le zampe sono relativamente corte, robuste e palmate. La lunghezza è molto varia: dal metro dell'osteolemo (Osteolaemus tetraspis) ai 6,5/7 metri e più del coccodrillo marino (Crocodylus porosus), così come il peso, che varia dai 20 fino ai 1000 kg. I coccodrilli sono animali molto veloci sulle brevi distanze, anche fuori dall'acqua. Dal momento che si nutrono trattenendo e trascinando le loro prede costringendole tra i denti hanno sviluppato una elevata forza mandibolare. Paradossalmente i muscoli che consentono al coccodrillo di riaprire la bocca sono piuttosto deboli, consentendo così all'uomo di immobilizzarli con delle semplici protezioni in ferro per far sì che non riescano a spalancare le fauci durante il trasporto degli stessi.[senza fonte]

Il grasso contenuto nella carne dei coccodrilli, composto per il 30% da acidi grassi saturi e per il 70% da acidi grassi insaturi, contribuisce per il 61% al peso dell'animale. È recente la scoperta del team del professore Rakesh Bajpai, docente di ingegneria chimica presso l'Università della Louisiana, che il grasso di coccodrillo è in grado di produrre biodiesel di alta qualità. Questo grazie alle elevate dosi di acido palmitico, acido palmitoleico e acido oleico contenuto nel grasso di coccodrillo[2].

I coccodrilli sono i rettili con le più sviluppate capacità vocali, in quanto producono suoni che vanno da tranquilli sibili a spaventosi ruggiti e muggiti, solitamente durante la stagione degli accoppiamenti. Sulla terraferma i coccodrilli si muovono strisciando sull'addome, ma possono anche correre e camminare come i mammiferi, stando sulle quattro zampe. Un normale coccodrillo non sta in acqua per più di 30 minuti.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Cranio di un coccodrillo, vista dall'alto, preparato da tecnica della macerazione delle ossa.

Predatori attivi, i coccodrilli tendono a vivere raggruppati con i loro simili, anche se non si può parlare di strutture sociali come il branco. Questo modello sociale a volte viene sovvertito radicalmente, e gli esemplari adulti tendono a difendere in modo estremamente aggressivo le loro aree di caccia da altri adulti e dai giovani, che cadono spesso vittime di predazione cannibalica. Cacciano prede di dimensioni variabili, principalmente pesci o piccoli vertebrati, ma quando raggiungono il pieno sviluppo i coccodrilli attaccano con successo anche animali molto grandi, quali bovini.

Alcune specie, come il gaviale, si nutrono esclusivamente di pesce e piccoli animali anche raggiunta l'età adulta. La caccia avviene per agguato, avvicinandosi alla preda inconsapevole dall'acqua, restando semisommersi. La pesca può avvenire in immersione, catturando i pesci grazie alle notevoli doti di nuotatore o, con una curiosa modalità che è stata osservata nel coccodrillo del Nilo, posizionandosi a fauci spalancate sotto un balzo d'acqua.

I coccodrilli possono digiunare per lunghi periodi di tempo (si ritiene fino, e forse oltre, sei mesi). Questi animali sono in grado di muoversi per tratti prolungati anche su terra, con andatura sostenuta, sollevandosi sulle zampe (il cosiddetto "galoppo del coccodrillo", osservabile soprattutto in forme di taglia media come Crocodylus johnstoni). Tuttavia, soprattutto gli esemplari più piccoli, tendono ad avere un comportamento circospetto quando sono lontani dall'acqua e vi si rituffano appena possibile. La femmina adotta cure parentali nei confronti dei piccoli, vigilando sulla loro incolumità per diverse settimane.

Essendo eterotermi, i coccodrilli si devono riscaldare trascorrendo una parte della giornata al sole. Durante queste pause sulle rive dei fiumi o dei laghi, alcune specie di coccodrilli interagiscono con alcuni tipi di uccelli, come il piviere, che ripuliscono la bocca da parassiti e residui alimentari.

Il morso dei coccodrilli è fin dai primordi il più potente esistito in natura. I primissimi coccodrilli, come Purussaurus o Sarcosuchus, erano in grado di esercitare una forza mascellare stimata fino a 444000 N per 5000 kg/cm²[3]. Attualmente, il primato spetta al coccodrillo marino, che esattamente come il tirannosauro può mordere con una forza di 45 000 N (4 600 kgf) per 1680 kg/cm²[4]. Tutti i coccodrilli, inclusi quelli a muso allungato come il gaviale, possiedono un morso estremamente potente, fino a quindici volte quello dello squalo bianco.[1][5]. Le loro mascelle si chiudono in soli 16 centesimi di secondo ad una velocità che nel gaviale tocca i 450 km/h.

Anche se non sono discendenti diretti dei dinosauri (al cui clado appartengono gli uccelli), i coccodrilli sono gli ultimi arcosauri non-aviani viventi e quindi vengono considerati dei veri e propri fossili viventi; la prova di ciò si riscontra in alcuni tratti che li distinguono dai rettili moderni: ad esempio, i coccodrilli sono provvisti di un cuore a 4 camere (come mammiferi e uccelli, mentre i sauri - serpenti e lucertole - presentano tre cavità e i cheloni - le tartarughe - possiedono un setto interventricolare solo parzialmente sviluppato) e di una corteccia cerebrale (che negli altri rettili non è sviluppata o lo è in misura ridotta rispetto ai mammiferi.).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione dei coccodrilli

Reperibili pressoché in tutte le aree equatoriali e tropicali del pianeta, i coccodrilli vivono lungo il corso dei fiumi e nei laghi, nelle zone paludose; alcune specie si spingono in mare per lunghi tratti (ad es. Crocodylus porosus). Per nidificare preferiscono terreni umidi e ombreggiati, dove possono scavare facilmente il nido e ricoprirlo di materia vegetale (per assicurare una temperatura costante grazie al calore generato dalla decomposizione di quest'ultima).

Classificazione delle specie viventi[modifica | modifica wikitesto]

Coccodrillo africano (Crocodylus niloticus)
Alligatore americano (Alligator mississippiensis)

Famiglia Crocodilidi (Crocodylidae)

Famiglia Alligatoridi (Alligatoridae)

Famiglia Gavialidi (Gavialidae)

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Cladogramma da Brochu (1997).

├──Hylaeochampsa
├──Iharkutosuchus
├──Isisfordia
└──┬──Allodaposuchus
   └──Crocodylia
          ├──Gavialoidea
          │     ├──Eothoracosaurus
          │     └──┬──Thoracosaurus
          │        └──┬──Argochampsa
          │           ├──Eosuchus
          │           └──Gavialidae
          └──┬──Borealosuchus
             └──┬──Boverisuchus
                └──Brevirostres
                          ├──Alligatoroidea
                          │   ├──Leidyosuchus
                          │   ├──Musturzabalsuchus
                          │   ├─?Deinosuchus
                          │   └──Globidonta
                          │       ├──Acynodon
                          │       ├──Stangerochampsa
                          │       ├──Brachychampsa
                          │       ├──Diplocynodon
                          │       ├──Baryphracta
                          │       └──Alligatoridae
                          └──Crocodyloidea
                                ├──Prodiplocynodon
                                └──┬──Asiatosuchus
                                   └──┬──Brachyuranochampsa
                                      └──┬──Harpacochampsa
                                         └──Crocodylidae

Pericolosità[modifica | modifica wikitesto]

Simbolo di pericolo associato a presenza di coccodrilli, caimani o alligatori, definito dalla norma internazionale ISO 7010.[6]

Secondo un'analisi statistica di ScienceAlert del 28 febbraio 2018, dal titolo "Deadliest creatures worldwide by annual number of human deaths as of 2018", i coccodrilli sono tra gli animali che ogni anno provocano maggiori morti umane,[7] ma sono preceduti da animali che nel pensiero comune non sono in genere ritenuti altrettanto pericolosi. Precisamente i coccodrilli si trovano al nono posto, dopo le zanzare, gli stessi esseri umani, i serpenti, i cani, le lumache, le cimici, le mosche e i lombrichi.[7]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Leggende e "modi di dire" sui coccodrilli[modifica | modifica wikitesto]

Nel tempo si sono sviluppate numerose dicerie e leggende su questo animale. Una notissima è divenuta un modo di dire: "versare lacrime di coccodrillo", che si applica a chi, dopo averne combinata una, travolto dalle conseguenze inattese o più gravi del previsto, si pente di aver male operato. Tale modo di dire trae origine dall'abitudine dei coccodrilli femmina di trasportare le uova in caso di pericolo tenendole tra le proprie fauci, abitudine in passato erroneamente interpretata come prova del loro cannibalismo. Inoltre a contribuire alla nascita della leggenda è stata la naturale eiezione di lacrime che si produce in loro quando muovono le mascelle. Eiezione lacrimatoria che ha in realtà lo scopo di lubrificare la cosiddetta "terza palpebra" caratteristica del coccodrillo.[8].

Nel linguaggio giornalistico, sempre con riferimento all'animale e alla sua frequente lacrimazione fisiologica, ironicamente malintesa per dispiacere, il necrologio già preparato e in attesa di pubblicazione in previsione della morte di un personaggio pubblico anziano o di cui si suppone la imminente dipartita, viene appunto chiamato "coccodrillo".[9]

Il fatto che i coccodrilli inghiottano pietre, spesso ritenuta una diceria, è invece una realtà scientifica. La presenza di gastroliti nello stomaco di coccodrilli e alligatori, aiuta a frantumare e digerire il cibo. Poi vengono espulsi tramite feci.[10]

Nei fumetti di supereroi non è raro trovare personaggi con fattezze di coccodrilli e alligatori. Nei fumetti della DC Comics uno dei nemici più noti di Batman è Killer Croc mostruoso psicopatico mutante metà uomo e metà coccodrillo che vive nelle fogne di Gotham City, mentre nei fumetti e nelle serie animate delle Tartarughe Ninja compare Leatherhead, un alligatore trasformato dallo stesso mutagene che trasformò i quattro protagonisti e affetto da personalità multipla.

Un'altra leggenda è quella della presenza di coccodrilli nelle reti fognarie di grosse città statunitensi.

Nella seconda metà degli anni duemiladieci, è divenuta famosa - nel mondo del calcio - l'utilizzo della cosiddetta "posizione del coccodrillo", consistente nel piazzare - in occasione di un calcio di punizione - un uomo chinato per i fianchi in posizione posteriore rispetto alla barriera.[11]

Alcuni brani musicali parlano di un coccodrillo: Cocco e Drilli e Il coccodrillo come fa? dello Zecchino d'Oro, Rockcoccodrillo di Edoardo Bennato, Coccodrilli di Samuele Bersani e Alligatori dei Wolfango.

Capitan Uncino, il nemico principale nel opera Peter e Wendy, è perennemente inseguito da un coccodrillo che desidera divorarlo, avendo precedentemente mangiato una mano del capitano datagli in pasto da Peter.

Coccodrilli in cattività[modifica | modifica wikitesto]

In Italia si possono osservare coccodrilli vivi:

Quasi tutti i musei zoologici e naturalistici italiani hanno delle collezioni di coccodrilli tassidermizzati. Fra quelle più rappresentative si segnalano per varietà di specie il Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria di Genova e il Museo di Storia Naturale sezione di Zoologia La Specola di Firenze.

L'unico uomo ad essere riuscito a catturare, per fini scientifici, ognuna delle 23 specie di coccodrillidi presenti sul nostro pianeta è l'erpetologo americano Brady Barr.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Crocodiles Have Strongest Bite Ever Measured, Hands-on Tests Show, su National Geographic News, 15 marzo 2012. URL consultato il 6 agosto 2019.
  2. ^ Alex Giuzio, Il migliore biodiesel viene dai coccodrilli, su Agrinotizie.com, 4 dicembre 2011. URL consultato il 5 dicembre 2011.
  3. ^ Adam Britton, Croc Blog: How hard can giant crocodiles bite?, su Croc Blog, 4 aprile 2012. URL consultato il 6 agosto 2019.
  4. ^ (EN) Does an Alligator Have a Stronger Bite Than a Croc?, su animals.mom.me. URL consultato il 6 agosto 2019.
  5. ^ (EN) Crocodiles Have the Most Powerful Bite Force on Earth, su Roaring Earth, 8 novembre 2016. URL consultato il 6 agosto 2019.
  6. ^ (EN) ISO Online Browsing Platform, ISO 7010 - W067
  7. ^ a b IlSole24Ore - Scopri gli animali più pericolosi per l’uomo. E no, non è lo squalo.
  8. ^ (EN) Brian Handwerk (National Geographic News), Crocodiles Really Shed Tears While Eating, Study Says, su news.nationalgeographic.com, 10 ottobre 2007. URL consultato l'11 ottobre 2007.
  9. ^ Coccodrillo - La Comunicazione, su lacomunicazione.it. URL consultato il 14 settembre 2020.
  10. ^ Treccani - Gastroliti, su treccani.it.
  11. ^ La mossa del coccodrillo, su ultimouomo.com.
  12. ^ Martin Trautschold e Gary Mazo, Viewing Videos, TV Shows, & More, Apress, 2010, pp. 235–254, ISBN 978-1-4302-3129-5. URL consultato il 14 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A.A.V.V. (1990), Coccodrilli e alligatori (edd. C.E. Ross – S. Garnett), Milano 1990, Rizzoli, pp. 240.
  • Richard D. Bartelett – Patricia P. Bartelett, Alligator, Caiman and Crocodiles, order Crocodylia, in IDEM Guide and Reference to the Crocodilians, Turtles and Lizards of Eastern and Central North America (North of Mexico), Gainesville, Florida [USA] 2006, University Press of Florida, pp. 13–20.
  • Massimo Capula, Ordine Coccodrilli, in IDEM Anfibi e Rettili, Milano 1988, Arnoldo Mondadori, pp. 124, 242-248, schede 198,199,200,201,202.
  • Angelo Cutolo, L'evoluzione dell'Ordine Crocodylia GMELIN, 1789, in Quaderni del Museo Zoologico (a cura di C. D. Agro), nº 11 (anno) 2008, pp. 5–22.
  • Lesley Dow, Il mondo dei coccodrilli e alligatori, Milano 1999, Rizzoli, pp. 68.
  • Giulia Orga, Il caimano fosco, in Quaderni del Museo Zoologico (a cura di M. Femina), nº 6 (anno) 2003, pp. 11–14.
  • Stefano Orga, Il caimano fosco, in XIII Convegno Filatelico Irpino, AFNCI, Avellino 2003, pp. 41–43.
  • Mark O'Shea - Tim Halliday, Coccodrilli, in IDEM Rettili e Anfibi, Fabbri Editori, Milano 2004 (2001), pp. 13, 190-195.
  • Roberto Sindaco – Valery K. Jeremcenko, Crocodylidae, in IDEM The Reptiles of the Western Paleartic, Latina 2008, Edizioni Belverde, vol.1, pp. 73, 87-88, 287, 400.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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