Circuito di Suzuka

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Circuito di Suzuka
Tracciato di Circuito di Suzuka
Tracciato di Circuito di Suzuka
Localizzazione
StatoBandiera del Giappone Giappone
LocalitàSuzuka
Caratteristiche
Lunghezza5 807[1] m
Curve18
Inaugurazione1962
Categorie
Formula 1
Motomondiale
8 Ore di Suzuka
Altre serieNASCAR
Formula 1
Tempo record1'30"983[1]
Stabilito daLewis Hamilton
suMercedes AMG F1 W10 EQ Power+
il13 ottobre 2019
record in gara
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 34°50′30″N 136°32′20″E / 34.841667°N 136.538889°E34.841667; 136.538889

Il circuito di Suzuka è un autodromo giapponese, tra i più importanti ed originali al mondo, grazie ad alcune caratteristiche che l'hanno reso inconfondibile. È la sede del Gran Premio del Giappone di Formula 1 dal 1987, ad eccezione dei campionati 2007 e 2008 in cui è stato sostituito dal rinnovato Fuji Speedway.

Costruito all'interno di un parco giochi dalla Honda nelle vicinanze della città di Suzuka in Giappone come tracciato da utilizzare nei test, Suzuka è diventato, negli anni '80, un appuntamento fisso per la Formula 1 ed in seguito per il motomondiale dove ha ospitato varie edizioni del Gran Premio motociclistico del Giappone.

Lungo 5.807 metri, il tracciato giapponese è uno dei più spettacolari e tecnici grazie alla varietà delle sue curve (si passa da tornanti come l'Hairpin a curvoni veloci come la curva 15 chiamata 130R), infatti è sempre stato amato dai piloti che vi hanno corso. Questa pista è inoltre l'unica nella storia della Formula 1 ad avere una conformazione ad 8, ovvero con un sottopasso e relativo cavalcavia. A dispetto della bellezza del tracciato, a Suzuka è sempre stato problematico compiere sorpassi.

Il circuito e la Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

Vista aerea del tracciato

Grazie alla sua posizione nel calendario, storicamente posta a fine Campionato, Suzuka è stata spesso determinante al fine dell'assegnazione del titolo di Formula 1. L'edizione 1987, ricordata anche per il ritorno alla vittoria della Ferrari dopo un lungo digiuno, laureò per la terza volta campione del mondo Nelson Piquet, agevolato nell'impresa dall'incidente che mise k.o. nelle prove il suo compagno di squadra Nigel Mansell, unico altro contendente.

Il circuito visto dal satellite
Il tornantino

Nel triennio 1988-90 la lotta fu tra i grandi rivali Ayrton Senna e Alain Prost, i cui duelli infiammavano la Formula Uno di quegli anni. Il 1988 vide il primo trionfo iridato del brasiliano ai danni del francese, entrambi su McLaren. Nel 1989, all'ultima variante, un tentativo di sorpasso di Senna sul compagno di squadra Prost si risolse in un discusso incidente. Mentre il francese scendeva dalla sua vettura, ritirandosi, il brasiliano si faceva spingere dai commissari, e ripartiva tagliando la chicane. Fermatosi ai box per cambiare il musetto danneggiato, Senna tornava in pista e, negli ultimi giri, sorpassava Alessandro Nannini, che aveva preso la leadership della gara, e andava a vincere. I commissari, però, nel dopo gara, squalificheranno il brasiliano, reo di aver tagliato la chicane, consegnando così il titolo al compagno Prost. L'anno seguente Senna, tentando di superare Prost (passato nel frattempo alla Ferrari) alla prima curva, lo speronò causando il ritiro di entrambi; quell'incidente valse al brasiliano il secondo titolo mondiale.

Ancora a Suzuka Senna vinse il suo terzo titolo nel 1991, quando riuscì a piegare le velleità stavolta di Nigel Mansell, uscito di pista nei primi giri.

Suzuka tornò ad essere determinante nell'edizione 1996, con un duello tutto in casa Williams: Damon Hill vince il Gran Premio e si aggiudica quel Mondiale, sconfiggendo il compagno di squadra Jacques Villeneuve, costretto al ritiro per il distacco di una ruota. Le edizioni 1998 e 1999, invece, sancirono la vittoria iridata del finlandese Mika Häkkinen ai danni dei ferraristi Michael Schumacher e Eddie Irvine.

Il circuito di Suzuka fu pure teatro, nel 2000, del ritorno alla vittoria, nel Campionato del Mondo Piloti, della Ferrari, grazie a Michael Schumacher, quest'ultimo al suo terzo alloro iridato. Nel 2022 la pista assegnò il titolo a Max Verstappen, che lo vinse, per la seconda volta consecutiva, al termine di una gara condizionata da avverse condizioni meteorologiche. L'anno successivo la Red Bull vinse il suo sesto titolo costruttori.

Alla fine del 2006, il circuito fu momentaneamente abbandonato in favore del rinnovato Circuito del Fuji; nel 2009 Suzuka è tornato ad ospitare il Gran Premio del Giappone a seguito del ritiro del Fuji.

Suzuka tornò ad essere decisiva nel 2011, Button vinse ma Vettel giunse terzo e si riconfermò campione del mondo.

Il circuito, nel 2014, viene particolarmente ricordato in seguito all'incidente del pilota francese della Marussia, Jules Bianchi; primo incidente fatale dopo il Gran Premio di San Marino 1994, dove morirono Ayrton Senna e Roland Ratzenberger.

Il record assoluto del circuito è di 1'27"064 stabilito da Sebastian Vettel su Ferrari nelle qualifiche del Gran Premio del Giappone 2019.[2]

Il circuito e il motomondiale[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto concerne il motomondiale, Suzuka è stato abbandonato nel 2004 a causa di ciò che accadde l'anno prima: nel Gran Premio motociclistico del Giappone 2003 infatti il pilota locale Daijirō Katō perse la vita a seguito di un violento impatto contro il muro della variante Casio. Giudicato troppo pericoloso per le due ruote, da allora fu soppiantato nel calendario dei centauri dalla pista concorrente di Motegi, sempre di proprietà della Casa dell'ala dorata.

Tuttavia, sempre in campo motociclistico su questo tracciato si svolge ogni anno la 8 ore di Suzuka.

Nel 1996 e nel 1997 vi si tennero delle gare esibizione della NASCAR.

Nel complesso del circuito c'è un kartodromo, teatro di diverse Coppe del Mondo di karting. Nel 2011 a Suzuka si è corsa l'ultima prova del mondiale di kart.

Albo d'oro della Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Gran Premio Vincitore Scuderia
1987 Giappone Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera dell'Italia Ferrari
1988 Giappone Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito McLaren-Honda
1989 Giappone Bandiera dell'Italia Alessandro Nannini Bandiera del Regno Unito Benetton-Ford
1990 Giappone Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Benetton-Ford
1991 Giappone Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera del Regno Unito McLaren-Honda
1992 Giappone Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Williams-Renault
1993 Giappone Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford
1994 Giappone Bandiera del Regno Unito Damon Hill Bandiera del Regno Unito Williams-Renault
1995 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera del Regno Unito Benetton-Renault
1996 Giappone Bandiera del Regno Unito Damon Hill Bandiera del Regno Unito Williams-Renault
1997 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari
1998 Giappone Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes
1999 Giappone Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes
2000 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari
2001 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari
2002 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari
2003 Giappone Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Bandiera dell'Italia Ferrari
2004 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari
2005 Giappone Bandiera della Finlandia Kimi Räikkönen Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes
2006 Giappone Bandiera della Spagna Fernando Alonso Bandiera della Francia Renault
2009 Giappone Bandiera della Germania Sebastian Vettel Bandiera dell'Austria Red Bull-Renault
2010 Giappone Bandiera della Germania Sebastian Vettel Bandiera dell'Austria Red Bull-Renault
2011 Giappone Bandiera del Regno Unito Jenson Button Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes
2012 Giappone Bandiera della Germania Sebastian Vettel Bandiera dell'Austria Red Bull-Renault
2013 Giappone Bandiera della Germania Sebastian Vettel Bandiera dell'Austria Red Bull-Renault
2014 Giappone Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera della Germania Mercedes
2015 Giappone Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera della Germania Mercedes
2016 Giappone Bandiera della Germania Nico Rosberg Bandiera della Germania Mercedes
2017 Giappone Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera della Germania Mercedes
2018 Giappone Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera della Germania Mercedes
2019 Giappone Bandiera della Finlandia Valtteri Bottas Bandiera della Germania Mercedes
2020 Non disputato
2021
2022 Giappone Bandiera dei Paesi Bassi Max Verstappen Bandiera dell'Austria Red Bull-RBPT
2023 Giappone Bandiera dei Paesi Bassi Max Verstappen Bandiera dell'Austria Red Bull-Honda RBPT
2024 Giappone Bandiera dei Paesi Bassi Max Verstappen Bandiera dell'Austria Red Bull-Honda RBPT

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Suzuka International Racing Course, su formula1.com. URL consultato il 13 ottobre 2019.
  2. ^ (EN) Formula 1 Japanese Grand Prix 2019 − Qualifying Session Final Classification (PDF), su fia.com, 13 ottobre 2019. URL consultato il 13 ottobre 2019.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN3256147605352857760008 · NDL (ENJA001243476 · WorldCat Identities (ENviaf-3256147605352857760008