Apostrofe

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L'apostrofe (sostantivo femminile dal greco apostrophé, da apostréphein, «volgere indietro») è una figura retorica e si ha quando un personaggio o la voce narrante si rivolge a un uditore ideale diverso da quello reale al fine di persuadere meglio quest'ultimo. Olivier Reboul, nella sua Introduzione alla retorica, la include fra le figure di pensiero[1].

L'apostrofe rappresenta uno strumento, alla pari della exclamatio, per evidenziare situazioni patetiche e manifestare sentimenti di dolore e indignazione.

Nell'oratoria classica veniva utilizzata quando l'oratore non si rivolgeva più al giudice ma direttamente all'avversario, per alzare l'interesse della causa che stava discutendo.[2]

Anche in poesia trova ampio utilizzo. Celebre fu la apòstrofe eseguita da Rolando in punto di morte alla spada Durendala (o Durlindana), all'interno dell'opera Chanson de Roland.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il termine italiano apòstrofe deriva dal latino apŏstrophe(n), apostrŏpha, apostrŏphe, a sua volta derivante dalla lingua greca antica e dal relativo contesto culturale nel quale è stato coniato ed impiegato. Nello specifico essa è derivata da ἀποστροϕή (apostrophẽ) tradotto in deviazione, derivato di ἀποστρέϕω (stréphõ) tradotto in volgere altrove[3] composti a loro volta da apò (giù) e stréphõ (volgo).

Esempi celebri[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Odissea Omero si rivolge al porcaio Eumeo, introducendo la sua risposta a una domanda di Odisseo in questo modo:

(EL)

«Τὸν δὲ μέγ᾽ὀχθήσας προσέφης, Εὔμαιε συβῶτα»

(IT)

«Ma tu, molto irato, porcaio Eumeo, gli dicesti:»

«Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande che per mare e per terra batti l'ali, e per lo 'nferno tuo nome si spande!»

«Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Olivier Reboul, Introduzione alla retorica, Il Mulino, 1996, p. 146
  2. ^ "Le muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol. I, pag.294
  3. ^ Apostrofe, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

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