Jurij Gagarin
Jurij Gagarin Юрий Гагарин | |
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Cosmonauta | |
Nazionalità | ![]() |
Status | Deceduto |
Data di nascita | 9 marzo 1934 |
Data di morte | 27 marzo 1968 |
Altre attività | Pilota collaudatore |
Tempo nello spazio | 1 ora e 48 minuti |
Missioni | |
Jurij Alekseevič Gagarin | |
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Gagarin con Chruščëv e Titov nel 1961. | |
Deputato del Soviet dell'Unione del Soviet Supremo dell'URSS | |
Legislature | VI |
Circoscrizione | Oblast' di Smolensk |
Deputato del Soviet delle Nazionalità del Soviet Supremo dell'URSS | |
Legislature | VII |
Circoscrizione | RSFS Russa |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista dell'Unione Sovietica |
Firma | ![]() |
Jurij Alekseevič Gagarin | |
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Nascita | Klušino, 9 marzo 1934 |
Morte | Kiržač, 27 marzo 1968 |
Cause della morte | Incidente aereo |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | ![]() |
Anni di servizio | 1955-1968 |
Grado | Colonnello |
Decorazioni | Eroe dell'Unione Sovietica Ordine di Lenin |
"fonti nel corpo del testo" | |
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Jurij Alekseevič Gagarin (in russo: Юрий Алексеевич Гагарин?; Klušino, 9 marzo 1934 – Kiržač, 27 marzo 1968) è stato un cosmonauta, aviatore e politico sovietico, primo uomo a volare nello spazio, portando a termine con successo la propria missione il 12 aprile 1961 a bordo della Vostok 1.

In seguito a questo storico volo, che segnò una pietra miliare nella corsa allo spazio, Gagarin divenne una celebrità internazionale a cui seguirono numerosi riconoscimenti e medaglie, tra cui quella di Eroe dell'Unione Sovietica, la più alta onorificenza del suo paese. La missione sulla Vostok 1 fu il suo unico volo spaziale, anche se in seguito venne nominato come cosmonauta di riserva della Sojuz 1 conclusasi in tragedia al momento del rientro con la morte del suo amico Vladimir Komarov. Successivamente Gagarin servì come vice direttore del centro per l'addestramento cosmonauti che in seguito prenderà il suo nome.
Nel 1962 venne eletto membro del Soviet dell'Unione e poi nel Soviet delle Nazionalità, rispettivamente la camera bassa e la camera alta del Soviet Supremo dell'Unione Sovietica. Gagarin morì nel 1968 a seguito dello schianto, avvenuto nei pressi della città di Kirzhach, del MiG-15 su cui si trovava a bordo con l'istruttore di volo Vladimir Seryogin in occasione di un volo di addestramento.
Indice
Giovinezza e istruzione[modifica | modifica wikitesto]


Nato a Klušino (un villaggio nell'Oblast' di Smolensk, nell'allora Unione Sovietica) il 9 marzo 1934, da padre falegname e madre contadina, crebbe in una di quelle collettività aziendali che erano sorte in Russia sul finire della rivoluzione del 1917 e si distinse a scuola per spiccate capacità nelle materie scientifiche. Tuttavia, fu costretto a interrompere gli studi a causa dell'invasione tedesca (iniziata il 22 giugno 1941), per riprenderli dopo la Guerra: frequentò l'istituto tecnico industriale di Saratov e conseguì il diploma di metalmeccanico. Fu durante i suoi studi che Gagarin cominciò a interessarsi al volo.
Nel 1955 si iscrisse a un aeroclub, dove sperimentò il primo volo della sua vita su uno Yak-18. Questa passione lo portò a iscriversi a una scuola di aeronautica, dove si distinse per il suo talento. Nello stesso anno entrò a far parte dell'aviazione sovietica; si diplomò con grande profitto nel 1957 presso l'Accademia aeronautica sovietica di Orenburg. Fu proprio nel 1957 che l'URSS lanciò nello spazio lo Sputnik 1 e si gettarono le basi per i primi voli spaziali con esseri umani a bordo.
Nello stesso 1957 Gagarin scelse di frequentare scuole specializzate in aviazione in Ucraina. Anche qui le sue doti apparvero subito fuori dal comune, tanto da guadagnarsi la stima e la fiducia dei suoi superiori, che gli consentirono di collaudare sofisticate apparecchiature di volo e di approntare test altamente specializzati. La sua passione per il volo lo portò a essere scelto nel 1959, insieme ad alcuni colleghi, per l'addestramento con l'obiettivo di diventare cosmonauta.
Selezionato per la missione[modifica | modifica wikitesto]
Dopo il soggiorno ucraino, Gagarin si trasferì a Zvëzdnyj Gorodok insieme ad altri venti candidati, per superare nuovi test attitudinali, al termine dei quali venne scelto per affrontare il primo volo orbitale con un essere umano a bordo. Come suo eventuale sostituto fu scelto il cosmonauta German Titov.
Primo uomo nello spazio[modifica | modifica wikitesto]
Prima del volo che rimarrà scolpito nella storia come quello del primo uomo a raggiungere lo spazio, Gagarin lanciò un messaggio:
«Cari amici, conosciuti e sconosciuti a me, concittadini e persone di tutti i paesi e continenti! In pochi minuti una potente astronave mi porterà nelle distanti distese dello spazio. Cosa posso dirvi in questi ultimi minuti prima dell'inizio? Tutta la mia vita sembra essere condensata in un momento meraviglioso. Tutto ciò che ho sperimentato e fatto finora è stato in preparazione di questo momento... Ti rendi conto che è difficile esprimere come ci si sente ora - quando il momento del test, per il quale ci siamo addestrati a lungo e appassionatamente, è così vicino. Non devo dirvi cosa ho provato quando mi è stato suggerito di fare questo volo, il primo nella storia. Gioia? No, era qualcosa di più. Orgoglio? No, non era solo orgoglio. Ho provato una grande felicità. Essere il primo ad entrare nel cosmo, battersi da solo in un duello senza precedenti con la natura - qualcuno potrebbe sognare qualcosa di più grande di questa? Ma subito dopo ho pensato all'enorme responsabilità che ricadeva su di me: essere il primo a fare ciò che generazioni di persone avevano sognato; essere il primo a spianare la strada allo spazio per l'umanità. |
(Jurij Gagarin[1]) |
Il volo dell'allora maggiore Jurij Gagarin cominciò il 12 aprile 1961, alle ore 9:07 di Mosca, all'interno della navicella Vostok 1 (Oriente 1), del peso di 4,7 tonnellate: egli pronunciò la celebre espressione - поехали! (poechali - "andiamo!") al decollo per il volo spaziale. Compì un'intera orbita ellittica attorno alla Terra, raggiungendo un'altitudine massima (apogeo) di 302 km e una minima (perigeo) di 175 km, viaggiando a una velocità di 27.400 km/h. Per tale missione Gagarin aveva scelto il nominativo кедр ("kedr", cedro), usato durante il collegamento via radio.
Durante il volo, guardando dalla navicella ciò che nessuno aveva mai visto prima, pronunciò queste parole:
«Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini.» |
(Jurij Gagarin[2][3]) |
Dopo 88 minuti di volo intorno al nostro pianeta, che Gagarin trascorse essenzialmente da passeggero (il controllo della navicella spaziale era infatti gestito da un computer a terra: i comandi di bordo erano bloccati, ma attivabili in caso di necessità agendo su un’apposita chiave), la capsula frenò la sua corsa accendendo i retrorazzi in modo da consentire il rientro nell'atmosfera terrestre.
Il volo terminò alle 10:55 ora di Mosca, in un campo a sud della città di Ėngel's (Oblast' di Saratov),[4] più a ovest rispetto al sito pianificato di rientro. Gagarin venne espulso dall'abitacolo e paracadutato a terra. Nei resoconti ufficiali si affermò che era invece atterrato all'interno della capsula, per conformarsi alle regole internazionali sui primati di quota raggiunta in volo.
Dopo il volo del Vostok 1[modifica | modifica wikitesto]
Migliaia di russi lo attendevano al suo ritorno e la sua impresa ebbe una grande eco in tutto il mondo. Gagarin dimostrò che l'uomo era in grado di volare oltre le previsioni, diventando a soli 27 anni il primo uomo della storia a orbitare intorno alla Terra e a osservarla dallo spazio. Venne decorato da Nikita Chruščёv con l'Ordine di Lenin, la massima onorificenza sovietica, e fu altresì nominato Eroe dell'Unione Sovietica.
In seguito collaborò alla preparazione di altre missioni spaziali, come quella della Vostok 6, che nel 1963 portò Valentina Tereškova a diventare la prima donna della storia a volare nello spazio. Inoltre, partecipò allo sviluppo della nuova navicella spaziale Sojuz.
Nel 1967 riuscì a farsi nominare sostituto cosmonauta della discussa navicella spaziale Sojuz 1, che venne ribattezzata "tomba volante" ed era stata criticata dai più a causa degli evidenti errori commessi nella costruzione della stessa.[5] In quella missione morì poi in circostanze drammatiche Vladimir Komarov. Da lì in poi Gagarin ritornò a pilotare gli aerei che aveva usato prima di entrare a fare parte del progetto spaziale, i MiG.
Grande appassionato di rugby, Gagarin fu tra coloro che contribuirono alla risorgenza del gioco in Unione Sovietica dopo un periodo d'abbandono. La nuova federazione fu fondata e presieduta, fino al crollo dell'URSS, dal suo amico e collega collaudatore Vladimir Il'jušin[6].
Morte[modifica | modifica wikitesto]
Gagarin morì il 27 marzo 1968 a soli 34 anni, sette anni dopo la sua grande impresa, a bordo di un piccolo caccia MiG-15UTI, schiantatosi al suolo nelle vicinanze della città di Kiržač. Probabilmente l'aereo di Gagarin entrò nella scia di una formazione di tre Sukhoi Su-15. L'improvvisa turbolenza causata dai tre grossi caccia, ben più grandi e potenti del MiG-15 da lui pilotato, potrebbe aver fatto perdere a Gagarin il controllo del velivolo. Altre ipotesi teorizzano la collisione al suolo avvenuta a seguito della manovra fatta per evitare un altro caccia che non avrebbe dovuto trovarsi in quella zona.[7]
Sposato e padre di due bambine, al momento della morte Gagarin era in procinto di partire per una nuova missione nello spazio; lo storico volo del 1961 sarebbe invece rimasto il suo unico viaggio in orbita. Le sue ceneri sono state poste presso le mura del Cremlino a Mosca.
Vita privata[modifica | modifica wikitesto]
Credenze religiose[modifica | modifica wikitesto]
La figura di Gagarin venne ampiamente utilizzata dalla propaganda sovietica non solo per affermare la supremazia dell'URSS nella corsa allo spazio ma anche in favore dell'ateismo di Stato. A Gagarin è stata infatti attribuita da alcune fonti la celebre frase "Non vedo nessun Dio quassù".[8] L'attribuzione della frase in realtà è controversa; non esiste alcuna registrazione delle comunicazioni che la riporti[9] e potrebbe essere stata frutto della propaganda antireligiosa sovietica.[10][11]
In un'intervista rilasciata all'agenzia Interfax nel 2006,[12] l'amico e collega di Gagarin, il colonnello Valentin Vasil'evič Petrov, docente presso l'accademia aeronautica militare intitolata allo stesso Gagarin, ha affermato che Jurij era battezzato nella chiesa ortodossa e credente[13] e che ebbe varie testimonianze dirette di questa sua sensibilità verso il divino. Il colonnello è convinto che fu in realtà Nikita Chruščëv a coniare la famosa frase sull'assenza di Dio nello spazio; Petrov ricorda che il Primo segretario del PCUS dichiarò: "Perché state aggrappati a Dio? Gagarin ha volato nello spazio e non ha visto Dio".[12][14] Il cosmonauta Aleksej Archipovič Leonov (il primo uomo a lasciare la sua capsula spaziale per rimanere sospeso nello spazio), compagno e amico di Gagarin, intervistato dalla rivista Foma (n. 4 del 2006)[15] ha riferito che, poco prima del suo volo, Gagarin volle battezzare la figlia Elena e ha descritto come la famiglia Gagarin celebrasse ogni anno il Natale e la Pasqua, oltre a possedere in casa icone e immagini religiose.
Intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]
A Jurij Gagarin sono stati dedicati in Russia il centro di addestramento alla Città delle Stelle dove si preparano i cosmonauti prescelti per le varie missioni spaziali e l'Accademia dell'aeronautica militare dell'URSS (poi della Federazione Russa). In suo onore è stato eretto in piazza Gagarin a Mosca nel 1980 un monumento alto 12 metri scolpito nel titanio e appoggiato su un piedistallo di granito di 27 metri e mezzo, progettato dallo scultore Pavel Bondarenko e dall'architetto Jakov Belopol'skij.
Lo stadio della città ucraina di Chernihiv è a lui intitolato. Il trofeo della Kontinental Hockey League di hockey su ghiaccio si chiama Coppa Gagarin.
In suo onore un asteroide è stato battezzato 1772 Gagarin e gli è stato intitolato anche un vasto cratere lunare sulla faccia nascosta della Luna.
Le montagne di Gagarin, una catena montuosa della Terra della Regina Maud, in Antartide, facente parte della più grande catena delle montagne di Orvin, sono state così battezzate in suo onore.
L'artista italiano Jorit ha realizzato il più grande ritratto di Gagarin al mondo, sulla facciata di un palazzo in Russia nel quartiere di Odintsovo.[16][17][18][19]
Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]
- Il poeta e romanziere russo Evgenij Aleksandrovič Evtušenko gli dedica nel 1969 la poesia Sono Gagarin, il figlio della terra.[20]
- Pablo Picasso ha dedicato una serigrafia a Gagarin dal titolo Étude pour Yuri Gagarin.
- La Swatch ha prodotto un orologio modello "Yuri".
- Gagarin. Primo nello spazio (Гагарин. первый в космосе)[21] è un film biografico del 2013 diretto da Pavel Parkhomenko.
Musica[modifica | modifica wikitesto]
- Gli Yuri Gagarin sono un gruppo "Heavy Spacerock" di Göteborg (Svezia).
- Album From Gagarin's Point of View dell'Esbjörn Svensson Trio (1999).
- Yuri Gagarin di Johnny Mondo.
- Cosmonauta Gagarin non voltarti indietro dei La Quiete.
- Gagarin di Claudio Baglioni (Solo, 1977), che riprende i versi di Evtušenko[20].
- Il primo volo di Mario Castelnuovo (Venere, 1987).
- Yuri-G di PJ Harvey (Rid of Me, 4-Track Demos - 1993).
- Hey Gagarin di Jean-Michel Jarre (Métamorphoses, 2000).
- Yuri Gagarin della Banda Bassotti (Amore e Odio, 2004).
- Yuri degli Oi Va Voi (Oi va voi 2007).
- Gagarin di Cisco.
- Gagarin dei Public Service Broadcasting (2014).
- Gagarin - En Romfartsopera, opera del compositore norvegese Håkon Berge, scritta nel 1991 e incisa nel 1996.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze sovietiche[modifica | modifica wikitesto]
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Eroe dell'Unione Sovietica |
— 14 aprile 1961 |
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Ordine di Lenin |
— 14 aprile 1961 |
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Pilota-Cosmonauta dell'Unione Sovietica |
— 27 giugno 1961 |
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Medaglia per il giubileo dei 50 anni delle forze armate dell'Unione Sovietica |
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Medaglia per il giubileo dei 20 anni della vittoria della grande guerra patriottica del 1941-1945 |
— 9 maggio 1965 |
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Medaglia per lo sviluppo delle terre vergini |
— 12 aprile 1961 |
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Medaglia per il giubileo dei 40 anni delle forze armate dell'Unione Sovietica |
— 1958 |
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Medaglia per il giubileo dei 50 anni delle forze armate dell'Unione Sovietica |
— gennaio 1968 |
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Medaglia per servizio impeccabile di III Classe |
— marzo 1966 |
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Maestro benemerito dello sport |
«Come ricompensa per un viaggio nello spazio» — 1961 |
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
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Gran Croce dell'Ordine al Merito dell'Aviazione Militare (Brasile) |
— 2 agosto 1961 |
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Eroe del Lavoro Socialista di Bulgaria (Bulgaria) |
— 24 maggio 1961 |
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Ordine di Georgi Dimitrov (Bulgaria) |
— 24 maggio 1961 |
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Eroe del Lavoro Socialista della Cecoslovacchia (Cecoslovacchia) |
— 28 aprile 1961 |
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Ordine di Klement Gottwald (Cecoslovacchia) |
— 28 aprile 1961 |
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Ordine Nazionale della Baia dei Porci (Cuba) |
— 18 luglio 1961 |
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Gran Cordone dell'Ordine del Nilo (Egitto) |
— 31 gennaio 1962 |
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Cavaliere di II Classe dell'Ordine della Stella della Repubblica (Indonesia) |
— 10 giugno 1961 |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Stella d'Africa (Liberia) |
— 6 febbraio 1962 |
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Ordine della Croce di Grunwald di I Classe (Polonia) |
— 20 giugno 1961 |
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Ordine di Karl Marx (Repubblica Democratica Tedesca) |
— 22 ottobre 1963 |
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Ordine della Bandiera ungherese con diamanti (Ungheria) |
— 21 agosto 1961 |
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Eroe del Lavoro Socialista del Vietnam (Vietnam) |
— 28 aprile 1962 |
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Jurij Gagarin, Non c'è nessun dio quassù: l'autobiografia del primo uomo a volare nello spazio, Red Star Press, 2013, ISBN 978-88-6718-073-8, OCLC 879238915. URL consultato il 25 aprile 2019.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (RU) Citato in Anton Pervushin, Юрий Гагарин: Один полет и вся жизнь. Полная биография первого космонавта планеты Земля
- ^ Roberto Vittori, Io, nel guscio della Soyuz, pensando a Gagarin, in Il Corriere della Sera, 16 ottobre 2008, p. 57. URL consultato l'11 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2012).
- ^ (EN) Gagarin - son of a peasant, star of space, BBC News, 1º aprile 1998. URL consultato il 12 aprile 2011.
- ^ Sito di atterraggio della Vostok 1, da Google Maps.
- ^ Paolo Magionami, Yuri Alekseyevich Gagarin, torinoscienza.it, 28 giugno 2005. URL consultato l'11 maggio 2010.
- ^ Damiano Benzoni, Il cosmonauta Jurij Gagarin, in Dinamo Babel, 12 aprile 2012. URL consultato il 14 aprile 2012.
- ^ www.corriere.it.
- ^ citato in Daniele Soffiati, Non ci posso credere!, Aliberti Editore.
- ^ (RU) Полная стенограмма переговоров Юрия Гагарина с Землей с момента его посадки в корабль (за два часа до старта) до выхода корабля "Востока-1" из зоны радиоприема, su Cosmoworld.ru. URL consultato il 30 marzo 2008.
- ^ Gagarin e Dio.
- ^ Jurij Gagarin ha detto di non avere visto Dio nello spazio? (Consultato il 30-11-2014).
- ^ a b I am proud to be accused of having introduced Yury Gagarin to Orthodoxy, su Interfax-religion.com, 12 aprile 2006. URL consultato il 30 marzo 2008 (archiviato il 21 maggio 2013). Traduzione al link [1].
- ^ Enrico Grassani, Yuri Gagarin e i primi voli spaziali sovietici, Edizioni Selecta, 2004. ISBN 978-88-7332-046-3.
- ^ Giovanni Bensi su "Avvenire" del 13 aprile 2006.
- ^ Interfax-Religion.
- ^ Jorit, il Bansky italiano approda in Russia: a Mosca un suo murales gigante dedicato a Gagarin, su it.rbth.com, 30 agosto 2019. URL consultato il 2 settembre 2019.
- ^ Jorit, la sua arte approda in Russia: un murale dedicato a Jurij Gagarin, su 2anews.it, 21 agosto 2019. URL consultato il 2 settembre 2019.
- ^ La nuova opera di Jorit è in Russia: un murale dedicato a Yuri Gagarin, su bonculture.it, 20 agosto 2019. URL consultato il 2 settembre 2019.
- ^ Artista italiano realizza enorme volto di Yuri Gagarin su palazzo a Mosca, su it.sputniknews.com, 31 agosto 2019. URL consultato il 2 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2019).
- ^ a b Evgenij Evtuscenko - Pasolini e il Vangelo secondo Matteo Archiviato il 10 gennaio 2015 in Internet Archive..
- ^ Link2Universe» Gagarin – Primo nello Spazio: Un Film Spettacolare sulla storia di Yuri Gagarin Archiviato il 14 febbraio 2014 in Internet Archive..
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
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Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Vostok 1
- Astronauti
- Corsa allo spazio
- Cronologia degli astronauti per nazionalità
- Programma spaziale sovietico
- Programma Vostok
- Sergej Pavlovič Korolëv
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Jurij Gagarin
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jurij Gagarin
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) The first man in space (Rapporto della NASA sul volo di Gagarin), 1º maggio 1961, nasa.gov
- (EN) Speciale del "Time", Science: The Cruise of the Vostok, (Copertina), vol. LXXVII n. 17, 21 aprile 1961, time.com
- Speciale "Corriere della sera": 50 anni dalla conquista dello spazio, corriere.it
- Sito italiano dedicato a Yuri Gagarin, yurigagarin.it
- Storia di Yuri Gagarin, Ulisse, 18 aprile 2009, rai.tv
- (EN) , (RU) First Orbit, un film libero sulla missione di Gagarin
- (EN) Jurij Gagarin, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 61673822 · ISNI (EN) 0000 0000 8387 5419 · LCCN (EN) n50015443 · GND (DE) 118537105 · BNF (FR) cb127780570 (data) · ULAN (EN) 500342574 · NLA (EN) 35108995 · NDL (EN, JA) 00440377 · WorldCat Identities (EN) n50-015443 |
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- Cosmonauti sovietici
- Aviatori sovietici
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- Nati nel 1934
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- Politici del Partito Comunista dell'Unione Sovietica